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Economia

Feduf, ‘sull’educazione finanziaria serve una scossa’

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 “Sull’educazione finanziaria, come proposta formativa, sono stati fatti passi concreti in tempi recenti, ma è necessaria una scossa”. Lo afferma il presidente della Feduf (Fondazione per l’Educazione finanziaria costituita dall’Abi) e chief institutional Affairs and External Communication Officer di Intesa Sanpoaolo, Stefano Lucchini, nel corso della conferenza di chiusura del Salone del Risparmio, con la presentazione del quarto osservatorio Censis-Assogestioni sull’educazione finanziaria. “Il rapporto mostra come l’Italia, nazione fra le più propense al risparmio, sia anche un paese ‘male educato’ dal punto di vista delle conoscenze finanziarie: giovani e giovanissimi non comprendono i fondamentali dell’economia e della finanza, mentre adulti e anziani affermano di avere una competenza finanziaria, senza ammettere le proprie carenze”, aggiunge Lucchini. Feduf “lavora per allargare la collaborazione con le scuole, per coinvolgere le generazioni in modo trasversale, sviluppando programmi sui giovani, sugli adulti, sugli sportivi”. Secondo Lucchini, “la tutela di risparmio ed investimenti, come ricorda l’art. 47 della nostra Costituzione, corrisponde ad un interesse più generale: quello di una società più libera, che non deve perdere il benessere che ha conquistato e che per farlo non deve arretrare sulle conoscenze fondamentali; serve una preparazione sempre più puntuale ed una capacità di reazione immediata. anche per proteggere le fasce di risparmiatori oggetto di truffe e illegalità”.

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Giovani dottori commercialisti, ‘urge chiarimento su forfettari’

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“L’avvio dei controlli sui dati del quadro RS (dichiarazione dei redditi 2022) per i titolari di partita Iva con regime forfettario, messo in pratica dall’Agenzia delle Entrate, lascia stupefatti. Viene, infatti, chiesto, in caso di omissioni, di mettersi in regola presentando una dichiarazione integrativa e versando le sanzioni ridotte. Peccato che chi applica il regime forfettario non determini la base imponibile con il sistema “tradizionale” (differenza tra ricavi e costi), ma attraverso un coefficiente applicato al fatturato, indipendentemente dai costi che sono, quindi, ininfluenti”.

A denunciarlo il presidente dell’Unione nazionale giovani dottori commercialisti ed esperti contabili (Ungdcec) Matteo De Lise, in una nota. Per la guida dell’associazione professionale, “inviando queste lettere, l’Agenzia afferma che i contribuenti che hanno barrato il campo ‘assenza di dati da dichiarare’ abbiano compiuto un’omissione rilevante. Ci domandiamo: cosa c’è di strano se un contribuente che non deduce costi dall’attività e, pertanto, che non ha interesse a sostenere costi, non abbia effettivamente nessun dato da dichiarare? Lo scenario che si prefigura è che quasi tutti i forfettari raggiunti da queste lettere chiameranno il loro commercialista, ricontrolleranno la documentazione e molto probabilmente pagheranno la sanzione prevista indicando, con molta probabilità, un dato insignificante”, si legge. Per il presidente dei giovani commercialisti, “non è corretto neppure che l’Agenzia delle Entrate chieda notizia di dati già in suo possesso, come peraltro prevede sia la norma istitutiva del regime forfettario che lo Statuto del contribuente”, si chiude la nota dei giovani dottori commercialisti.

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Economia

Venezia, Brunetta: non c’è sostenibilità senza sviluppo del mare

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 “Parlare di economia blu significa coniugare la sostenibilità ambientale allo sviluppo economico e questo può avvenire solo vincendo la sfida dello sviluppo del mare”. Così Renato Brunetta, presidente dalla Fondazione Venezia Capitale Mondiale della Sostenibilità/Venice Sustainability Foundation (FVCMS/VSF), intervenendo da remoto al terzo evento della Biennale della Sostenibilità 2023, intitolato ‘Ricerca ed Innovazione per l’economia blu sostenibile: il paradigma di Venezia e le prospettive europee’ che si è tenuto nell’isola di San Servolo a Venezia con la collaborazione di CNR e CORILA e di fronte a una platea di ricercatori e stakeholder provenienti da tutta Europa. “L’Italia con la sua posizione al centro del Mediterraneo – ha aggiunto – può cogliere le possibilità offerte da uno spostamento a sud del baricentro della storia che sta avvenendo anche per motivi di approvvigionamento energetico”. In questo scenario “Venezia torna ad essere città mondo perché rappresenta questo paradigma”.

Il capoluogo lagunare è oggi centro di sviluppo di scienza e tecnologia, grazie anche al CNR che qui ha una sua sede storica, e lo è stato anche in passato come dimostrerà la prossima mostra curata dall’Istituto Veneto di Scienze, Lettere ed Arti e dedicata ai progetti scientifici nati a Venezia negli ultimi due secoli. A Venezia è nato poi il Mose, “il più grande progetto di ingegneria idraulica mobile al mondo – ricorda il presidente Brunetta – che vogliamo donare all’estero dove c’è esigenza di sistemi di protezione di questo tipo per combattere l’innalzamento del medio mare”. Sempre sul Mose: “Ci son voluti troppi anni per realizzarlo ma c’è stata la volontà di continuare verso l’obiettivo, perché chi regge e amministra deve avere lo sguardo lungo nel futuro. Una caratteristica che possediamo e che è figlia della democrazia e delle scelte delle comunità che sono sempre padrone del loro destino”. E sulla necessità di coniugare sostenibilità e sviluppo il presidente Brunetta ha aggiunto: “Dobbiamo salvare l’urbs ma senza la civitas la città non tiene. La Fondazione Venezia Capitale Mondiale della Sostenibilità sta lavorando proprio per attrarre investimenti sia per l’urbs sia per la civitas”.

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Battaglia sui rappresentanti al Cnel, nuovo ricorso Uil

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E’ battaglia sul Cnel. Sulla ripartizione dei rappresentanti delle parti sociali nel Consiglio nazionale dell’economia e del lavoro, la Uil non si ferma e prepara un nuovo ricorso, questa volta al Tar. Strada che intende percorrere anche la Cgil. Nella nomina dei 48 rappresentanti delle categorie produttive, tra i sindacati i confederali Cgil, Cisl e Uil hanno perso un componente a testa e i tre posti sono andati a Confsal, Confintesa e Usb; tra le imprese uno in meno anche per Confindustria, insieme ad altre sigle. Un primo round si è già chiuso con la presidenza del Consiglio, che ha respinto i ricorsi. Il 7 settembre il Consiglio dei ministri, come scritto nella nota al termine della riunione, “ha deliberato la reiezione dei ricorsi presentati da Cgil, Cisl, Confael e Uil, per la categoria dei lavoratori dipendenti, e da Agci, Ania, Cesac, Cifa, Confindustria, Confitarma, Confservizi-Asstra-Utilitalia, Federdistribuzione, Unci e Unci agroalimentare, per la categoria delle imprese, avverso l’elenco dei rappresentanti individuato dalla presidenza del Consiglio dei ministri nell’ambito della procedura di nomina dei componenti del Cnel”.

La nomina è quindi andata avanti e ieri sera è stato pubblicato in Gazzetta ufficiale il decreto del presidente della Repubblica di nomina dei 48 rappresentanti delle categorie produttive per la nuova composizione del Cnel. Dei 48, 22 sono rappresentanti dei lavoratori dipendenti, 9 dei lavoratori autonomi e delle professioni, 17 delle imprese. La partita è quella per il quinquennio 2023-2028. E cambia la geografia della rappresentanza.

Dopo che il primo ricorso presentato al governo non è stato accolto, “stiamo predisponendo il ricorso al Tar e chiedendo la sospensiva del provvedimento” e poi l’annullamento, spiega il segretario generale della Uil, Pierpaolo Bombardieri. Ora nella nuova lista, Uil e Confsal hanno entrambi due seggi. Confintesa e Usb entrano con un posto ciascuno. La Cgil ha 6 seggi e la Cisl 5. Cinque anche per Confindustria, che valuterà se e come andare avanti. La Uil intanto rimarca di non condividere i criteri e attacca: “La sensazione è che nella scelta dei rappresentanti al Cnel si siano un po’ scelti gli amici del governo. E’ un modo che noi contestiamo”, afferma Bombardieri. Venerdì 22 settembre ci sarà la cerimonia di insediamento della XI consiliatura del Cnel, alla presenza del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. Il Cnel guidato da Renato Brunetta ha ricevuto dal governo l’incarico per individuare una proposta condivisa sul lavoro povero e sul salario minimo. Venerdì mattina è in calendario anche l’incontro dei sindacati a palazzo Chigi, presieduto dal ministro delle Imprese e made in Italy, Adolfo Urso, sugli interventi per calmierare l’inflazione a tutela dei redditi.

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