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Spettacoli

Fedez e la polemica social pre-Sanremo: tempismo perfetto o semplice casualità?

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Stranamente, proprio a pochi giorni dall’inizio del Festival di Sanremo, il rapper Fedez ha deciso di imbastire una nuova polemica via social. Questa volta l’oggetto del contendere è la fine del suo matrimonio con Chiara Ferragni, che negli ultimi giorni ha dichiarato di sentirsi “tradita e presa in giro”.

In un lungo sfogo pubblicato nelle sue stories di Instagram, l’artista ha respinto con forza le accuse, soprattutto quelle che riguardano una presunta relazione parallela con un’altra donna. “L’idea che io abbia pensato di lasciare mia moglie nel giorno del matrimonio per fuggire dall’altra parte d’Italia è semplicemente ridicola”, ha scritto Fedez, smentendo le insinuazioni dell’ex re dei paparazzi Fabrizio Corona, che nelle scorse settimane ha rilanciato indiscrezioni sulla vicenda.

Il racconto di Fedez: “Ho scelto Chiara con convinzione”

Nel suo messaggio, il rapper ripercorre la sua storia d’amore con Chiara Ferragni, difendendo le sue scelte: “Ho scelto Chiara con convinzione, l’ho amata, l’ho sposata senza esitazioni e abbiamo costruito insieme una famiglia”. Poi arriva l’ammissione dell’esistenza di Angelica, la donna con cui avrebbe avuto un rapporto speciale: “L’ho incontrata pochi mesi prima del matrimonio. Ci siamo allontanati per concentrarci sulle nostre vite e mi sono riavvicinato in un momento di difficoltà personale, quando il matrimonio con Chiara aveva già affrontato crisi profonde”.

Fedez, però, respinge con fermezza l’ipotesi di un complotto premeditato o di manipolazioni ai danni della Ferragni: “Quando Angelica ha deciso di interrompere il nostro rapporto, tra i tanti errori che ho commesso, ho condiviso pensieri con Fabrizio Corona e un’amica comune. Una sciocchezza in un momento di debolezza e fragilità, di cui pago le conseguenze”.

“Oggi metto un punto”: Fedez prova a chiudere la vicenda

Dopo aver ricostruito i fatti dal suo punto di vista, Fedez prova a chiudere definitivamente la questione: “Ho provato ad arginare queste notizie in ogni modo possibile, come posso facilmente dimostrare. Notizie che peraltro mi danneggiano, farei notare”. Poi lancia un messaggio che sembra essere una sorta di addio al gossip e alla sovraesposizione mediatica: “Oggi metto un punto. Ho sbagliato, ho pagato, continuerò a pagare. Mi allontano da un modo di apparire che non mi appartiene più (e forse non mi è mai appartenuto). So come funziona questo gioco: per anni ne ho fatto parte, ora penso a me stesso e ai miei figli. Il resto lo lascio a chi ha bisogno di questo tipo di spettacoli. Per quanto possibile, voglio scegliere la realtà”.

Tempismo sospetto: un caso o strategia?

Il tempismo con cui Fedez ha deciso di affrontare pubblicamente questa vicenda non passa inosservato: proprio mentre cresce l’attesa per il Festival di Sanremo 2025, in cui la sua presenza – anche solo come ospite o spettatore – avrebbe potuto essere motivo di discussione e curiosità.

Il rapper, che in passato ha usato il palco dell’Ariston per lanciare messaggi forti e provocatori, sembra ancora una volta perfettamente consapevole del potere mediatico che certe dichiarazioni possono avere. E allora la domanda sorge spontanea: è davvero il desiderio di chiudere il capitolo o l’ennesima mossa strategica per restare al centro dell’attenzione? 

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I big sul palco, alle prove gli ultimi ritocchi

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Se l’applausometro al teatro Ariston durante le prove generali avesse validità, Giorgia avrebbe già la vittoria in mano. Sono stati per lei i battimani più convinti nel pomeriggio dedicato a mettere a punto gli ultimi dettagli, i ritocchi finali in vista del debutto di domani sera del festival di Sanremo 2025, quando tutti e 29 i Big in gara scenderanno in campo. A parte Gaia, la prima a salire sul palco che ha dovuto ripetere per un problema tecnico, tutti hanno cantato senza grossi problemi. Quattro ore di musica: un assaggio di quanto succederà a partire da domani. Insieme a Giorgia, gli artisti che hanno riscosso più successo tra gli addetti ai lavori, stando sempre al giudizio empirico dell’applausometro, sono stati Achille Lauro (elegante ed essenziale nella su performance, con l’occhio di bue a concentrare l’attenzione solo su di lui), Simone Cristicchi, Brunori Sas e Lucio Corsi (questi ultimi pronti a contendersi il Premio della Critica).

Il Premio Artista Stoico dell’Anno, appena coniato sia chiaro, è una questione tra Francesca Michielin e Kekko dei Modà. La prima si è presentata sul palco con una evidente fasciatura alla caviglia destra e una leggera zoppia, strascico di una caduta dalle scale di ieri. Il secondo, vittima anche lui di una caduta nei camerini e con una costola da attenzionare, è sceso comunque dalla scalinata e ha cantato senza tirarsi indietro. Alcuni hanno scelto look casual (jeans e maglietta, o giù di lì) come i Modà, Olly (che ha lasciato trasparire un po’ di emozione), Massimo Ranieri (che ha aggiunto una giacca informale e le bretelle, accolto con un lungo applauso anche lui), Rocco Hunt, Bresh, Shablo feat Guè, Joshua, Tormento (che da veri duri indossano anche occhiali scuri). Quasi tutto propendono per il total black: gli uomini in completo più o meno elegante da Francesco Gabbani (molto convincente la sua esecuzione) a Willie Peyote, passando per Simone Cristicchi.

Rkomi lascia più che intravedere il petto nudo (e delle vocali che stra-aperte, retaggio della sua provenienza brianzola), mentre Irama arriva sfoggiando un lungo e pesante cappotto stile campagna di Russia, con tanto di alamari e mostrine. Noemi propone un lungo abito a sirena, che fanno dimenticare l’epoca dei meme irridenti. Look sobrio per Elodie, in gonna e top, ma siamo certi che stupirà durante la settimana. Clara e Sarah Toscano spariscono un po’ nel mucchio, sia per look che per esibizione. In pochi scelgono di portare uno strumento sul palco: lo fa Lucio Corsi, prima al pianoforte e poi alla chitarra e con un look anni Settanta che osa, Joan Thiele con una chitarra fai da te, Serena Brancale ad una consolle.

E ovviamente lo fanno i Kolors con i loro strumenti da band di tormentoni assicurati. Ancora meno sono gli artisti che si fanno accompagnare dai ballerini: solo Gaia e Marcella Bella (che scende la scala al braccio di Carlo Conti, supervisore dell’intero pomeriggio). La performance più impattante è forse quella dei Coma_Cose, tra cuoricini e intese di coppia, diretti dal maestro Enrico Melozzi, che sembra aver raccolto il testimone da Beppe Vessicchio come maestro più amato. Tra le curiosità, anche una Rose Villain che, sussurrando al microfono, prova a correggere la pronuncia del suo nome. Tony Effe che saluta tutti (“ciao maestri”), Fedez che si stupisce della presenza del pubblico (“Ah, ma è tutto pieno”), Brunori Sas che augura a tutti “buon travaglio”. A stemperare l’ansia della vigilia, Gerry Scotti che prende il microfono e si diverte a intonare Knockin’ on Heaven’s Door di Bob Dylan.

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Luca Barbarossa, tra musica, Roma e l’incontro con Maradona: un viaggio nei ricordi di un cantautore

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C’è molto di Luca Barbarossa (nella foto Imagoeconomica in evidenza) nella sua celebre canzone Via Margutta, un brano che nel 1986 si fece largo tra le classifiche, nonostante il deludente diciottesimo posto al Festival di Sanremo. La canzone è nata proprio dalla storia della sua famiglia e dal legame con Roma, città che ha sempre ispirato la sua musica.

“Sono nato qui vicino, in via San Giacomo”, racconta il cantautore in una lunga intervista al Corriere della Sera in edicola oggi. “Questa strada mi somiglia”, dice passeggiando per la via simbolo di artisti e poeti, con sua moglie Ingrid.

Ma c’è anche un pezzo di storia nella sua canzone. Suo nonno, durante la Seconda Guerra Mondiale, nascose un bambino ebreo in una soffitta di Via Margutta per sottrarlo ai rastrellamenti nazisti. “Lo rifugiò tra le tele di dipinti, rischiando la vita”, ricorda Barbarossa. “Quando tornai in quella strada, capii che da bambino avevo giocato sotto lo stesso cielo di bombardamenti, pittori e giovani poeti. Così nacque la canzone.”

Dal tennis alla chitarra: gli esordi e l’incontro con Panatta

Prima di diventare cantautore, Barbarossa era stato anche un promettente giocatore di tennis. Si allenava con la stessa maestra di Panatta, la mitica Wally San Donnino, ma l’incontro con il campione gli fece capire che il suo destino era un altro. “Volevo fargli una domanda, lui mi guardò e disse ‘a ragazzì, che stai a ‘ffa, vedi d’annattene”, racconta ridendo.

Da lì la svolta: con l’amico Mario Amici, comincia a suonare per strada, ispirato da Bob Dylan e i Beatles. E per acquistare la sua prima chitarra acustica, lavorò come cameriere a Londra.

L’incontro con Venditti e la “sfida” a Sanremo

Barbarossa ha incrociato molte volte Antonello Venditti nel corso della carriera. La prima fu da cameriere: nel 1979servì al tavolo del cantautore, che stava festeggiando l’uscita di un nuovo disco. Il compenso? 30mila lire.

Pochi anni dopo, il giovane cantautore si ritrovò a Castrocaro con una canzone che voleva essere una risposta alla celebre Roma Capoccia: Roma spogliata, che mostrava il lato più crudo della Capitale. “Pensavo che Venditti mi avrebbe ignorato, invece si avvicinò e mi disse ‘Bella ‘sta canzone, posso suonare io il pianoforte?’”.

Quella sera, sul palco, passarono inosservati due artisti che avrebbero fatto la storia della musica italiana: Eros Ramazzotti e Zucchero. Vinse Fiordaliso.

L’amicizia con De Gregori e l’incontro con Maradona

Negli anni Barbarossa ha costruito rapporti importanti con molti grandi della musica, come Francesco De Gregori. “All’inizio faceva finta di niente, poi un giorno mi chiamò e mi disse: ‘La tua trasmissione alla radio è proprio bella’. E poi gli piaceva Virginia Raffaele, una delle ospiti più amate.”

Ma il vero colpo di scena della sua carriera arriva nel 1987. Durante un concerto a Napoli, il suo staff ricevette una richiesta: Maradona voleva partecipare.

“Il problema era che non poteva muoversi per strada senza scatenare il caos. Allora il mio manager ebbe un’idea: lo nascondemmo dietro l’impianto audio. Solo alla fine, sulle note di Roma spogliata, lo chiamai sul palco. Fu una follia collettiva, il pubblico impazzì”.

Non esistono foto o video di quel momento: “Oggi la gente pensa a scattare foto, all’epoca si vivevano le emozioni”, riflette Barbarossa.

L’amore per la musica e la scoperta della madre ballerina

Barbarossa ha imparato a suonare da autodidatta. “Siamo stati l’ultima generazione che ha conosciuto la noia. Non c’erano distrazioni, così potevi imparare a suonare”, racconta.

Uno dei suoi brani più toccanti, Portami a ballare, vincitore di Sanremo 1992, è dedicato alla madre. L’ispirazione? “Un giorno la vidi ballare il rock’n roll ed era bravissima. La guardai come una donna, non solo come una madre. Mi chiesi: quanto poco sappiamo delle persone che amiamo?”.

Un tributo alla bellezza nascosta della vita, proprio come Via Margutta, dove il cielo è attraversato dai bombardamenti e, il giorno dopo, dai baci degli innamorati.

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Carlo Conti ricomincia da 4, la sfida di Sanremo 2025

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La parola d’ordine è: serenità. In mattinata una puntatina a pesca con il figlio Matteo, che ieri ha compiuto 11 anni, a pranzo una pasta al pomodoro in compagnia della moglie Francesca, dal primo pomeriggio full immersion in teatro per le prove. A 48 ore dal festival Carlo Conti non perde quella calma olimpica, quell’understatement venato di ironia toscana che ha sempre professato in queste settimane di vigilia. Anche il caso Emis Killa e il gossip avvelenato degli ultimi giorni non gli hanno tolto il sorriso: “Non è Sanremo Island”, ha scherzato un paio di giorni fa il direttore artistico.

Alla quarta esperienza all’Ariston dopo il triennio 2015-2017, Conti è ben consapevole, però, delle sfide che lo aspettano, a partire dal confronto con il quinquennio da record di Amadeus in termini di ascolti, raccolta pubblicitaria e impatto sul mercato discografico. E della responsabilità di capitanare l’evento tv per eccellenza, tradizionale banco di prova per la stabilità del vertice Rai e oggetto di attrazione fatale per la politica. Il festival 2024 ha realizzato in media il 66% di share. In particolare – stando alle elaborazioni dello Studio Frasi su dati Auditel – la prima parte delle cinque serate (quella con gli slot più cari e il pubblico più numeroso) ha raccolto una media di 14,9 milioni di spettatori. Eclatante il risultato sui giovanissimi, con un record dell’85.2% sul pubblico tra 15 e 24 anni. Dati non paragonabili a quelli dell’edizione numero 75, ha messo le mani avanti la Rai: le serate chiuderanno prima, all’1 (Conti lo ha promesso) e poi da quest’anno Auditel diffonde anche la total audience, monitorando tutti i device da cui si può fruire la programmazione tv.

Calcolata sempre dallo Studio Frasi, lo scorso anno la total audience media delle cinque serate raggiunse 11 milioni 596mila spettatori, di cui 303mila visioni da small screen (pc, smartphone, tablet). Lo spot più visto raggiunse 16,2 milioni di spettatori; 191 messaggi pubblicitari furono visti da più di 10 milioni e 17 da oltre 15 milioni. Alla luce di questo successo, e scommettendo su Conti, Rai Pubblicità ha aumentato quest’anno i listini tra il 7 e il 12%. “I conti si fanno alla fine”, ha premesso l’Ad Luca Poggi. Ma è chiaro che l’obiettivo è uguagliare o superare la raccolta record dello scorso anno, che chiuse a 60,2 milioni di euro. Quanto al mercato discografico, la scelta di un cast sempre più vicino ai trend – sono dati Fimi – ha portato lo streaming dei brani in gara a crescere del 463% negli ultimi cinque anni e ha visto il numero dei platini dei singoli in gara raggiungere quota 241 (dal 2013 al 2024), con un’impennata negli ultimi 4 anni.

Una linea con la quale Conti si pone in continuità, come dimostra la selezione dei Big, da Tony Effe (al top del 2024 con l’album Icon) ad Achille Lauro, da Rose Villain a The Kolors. Del resto Conti ha più volte rivendicato di aver lanciato cantanti come Mahmood, Irama, Francesco Gabbani, Ermal Meta, avviando la rivoluzione di un festival capace di intercettare i giovani. Su tutto pesa l’incognita del futuro, dopo la sentenza del Tar della Liguria che ha dichiarato illegittimo l’affidamento diretto alla Rai, da parte del Comune, dell’organizzazione del festival per il 2024-2025: fatta salva questa edizione, dal 2026 si dovrà andare a gara. Viale Mazzini ha presentato ricorso al Consiglio di Stato, rivendicando la piena titolarità a organizzare il festival nella sua versione attuale i cui diritti spettano all’azienda “in via esclusiva”. Entro febbraio si prepara a fare ricorso anche il Comune, che dall’altra parte si è mosso per uniformarsi alla sentenza del Tar, bandendo una manifestazione di interesse. Chi vivrà vedrà, ma intanto alla finestra c’è sicuramente un colosso come Warner Bros. Discovery: l’Ad Italy & Iberia, Alessandro Araimo, ha detto qualche giorno fa a Repubblica che sarebbe pronto a partecipare al bando per ‘vincere’ Sanremo.

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