FdI molla Solinas. Il partito di Giorgia Meloni decide di non sostenere il bis dell’attuale governatore uscente, su cui invece insistono la Lega, con il ledaer Salvini, e il Pds’Az, partito del presidente. Nessun nome alternativo è finora uscito ufficialmente da Fratelli d’Italia, ma i rumor puntano su Paolo Truzzu, sindaco uscente di Cagliari. “In altre Regioni d’Italia per vincere e per il bene della propria terra il presidente uscente ha deciso di compiere un passo di lato, consentendo alla coalizione di giovarsi dell’esperienza della prima legislatura ma con una guida nuova”, sottolinea la coordinatrice regionale del partito, la senatrice Antonella Zedda.
Ora sarà convocato un tavolo di coalizione “per decidere unitamente quale sia la strada da percorrere insieme, per tornare alla guida della nostra terra”. Oltre alla Sardegna vanno peraltro al voto altre 3 regioni guidate dal centrodestra: il Piemonte, dove ha confermato la disponibilità a ricandidarsi Alberto Cirio (Fi), l’Abruzzo, che dovrebbe vedere in campo di nuovo Marco Marsilio (Fdi) e la Basilicata, attualmente guidata dall’azzurro Vito Bardi. Un rebus che andrà composto nelle prossime settimane. Anche perché difficoltà nei rapporti fra alleati si registrano anche in Trentino. La formazione della seconda giunta del presidente trentino Maurizio Fugatti, dopo la sua netta vittoria alle provinciali del 22 ottobre, sembrava una pura formalità. Ma così non è stato. Al termine di un lungo ed estenuante braccio di ferro con Fratelli d’Italia, il governatore leghista ha firmato il decreto con l’assegnazione delle deleghe solo ieri sera, pochi minuti prima dello scadere dei termini. Questa mattina ha presentato l’esecutivo alla stampa. A sorpresa la vice presidenza è andata ad Achille Spinelli della Lista Fugatti e non alla meloniana Francesca Gerosa, come invece previsto da un accordo preelettorale. A questo punto l’alleato si è chiamato fuori.
“Vista la composizione della giunta, Fratelli d’Italia ritiene di poter dare il proprio contributo al bene del Trentino anche senza farne parte”, ha comunicato nel primo pomeriggio il commissario provinciale di Fdi Trentino, il deputato Alessandro Urzì. La decisione – ha precisato – è stata presa “d’intesa con i componenti dell’intero gruppo consiliare provinciale”. Lo strappo non è stato ancora formalizzato dai due assessori Fdi e comunque non porterà automaticamente alla caduta della giunta Fugatti bis, almeno finché non andrà sotto in consiglio, per esempio sul bilancio. “Il centrodestra – ha proseguito Urzì – riesce a ben governare la nazione e molte regioni perché i nostri partiti quando ne sono alla guida antepongono, nell’interesse dei cittadini, la coesione della coalizione agli egoismi del proprio partito. Purtroppo in Trentino non sta andando così. Restiamo sempre disponibili a essere adeguatamente coinvolti in futuro nel rispetto degli accordi con cui ci siamo presentati agli elettori e della forza che gli stessi elettori ci hanno attribuito”. Fratelli d’Italia – ha ribadito il commissario – “non ha bisogno di poltrone per difendere le idee e i programmi che abbiamo rappresentato in campagna elettorale.
In Consiglio penseremo sempre e soltanto al bene del Trentino. Fugatti deve aver avuto sentore dei guai in arrivo, visto che, in mattinata, ha sottolineato che le deleghe potrebbero anche essere riviste nel corso della legislatura. “Vediamo che a Bolzano c’è maggiore elasticità sul numero di assessori, che permette di calibrare al meglio le competenze e le professionalità”, aveva aggiunto. Parole che non hanno però evitato lo strappo. Le reazioni dell’opposizioni non si sono fatte attendere. “Che brutta figura, ma se fosse tutto un bluff”? Così il Movimento Casa Autonomia che ha accusato il presidente trentino di aver “consegnato il compito in brutta copia e pieno di scarabocchi”. Secondo la lista Campobase, “se Fdi voleva la discontinuità, non doveva appoggiare la ricandidatura del presidente uscente. Curioso che non lo abbia capito una forza politica che a livello nazionale propone addirittura l’elezione diretta del premier”.