Collegati con noi

Corona Virus

Fase 2, Lombardia sempre osservata speciale: ancora troppi contagi con 354 su 516 nazionali

Pubblicato

del

Le riaperture delle attivita’ commerciali lo scorso 18 maggio non hanno determinato, finora, condizioni particolarmente preoccupanti in Italia sul fronte epidemiologico dell’epidemia di Covid-19. Al contrario, l’indice di trasmissione del contagio (RT) e’ sotto il livello di allarme, ovvero sotto l’1, pressoche’ in tutte le Regioni, ne’ si evidenziano segnali di sovraccarico dei servizi ospedalieri. Tuttavia la fotografia dell’epidemia sul territorio resta “fluida”, con forti differenze territoriali. E’ questo il quadro che emerge dall’atteso monitoraggio del ministero della Salute e Istituto superiore di sanita’ relativo alla settimana dal 18 al 24 maggio, quella delle ulteriori riaperture dopo il primo sblocco del lockdown lo scorso 4 maggio. Il trend dei nuovi casi e’ dunque in diminuzione, ma l’incidenza settimanale “rimane molto eterogenea nel territorio”. Cosi’, in alcune Regioni il numero di casi e’ ancora elevato denotando una situazione complessa ma in “fase di controllo”, mentre in altre il numero di casi e’ “molto limitato”. Pertanto, nel monitoraggio, elaborato dalla cabina di regia con le Regioni, “si raccomanda cautela specialmente nel momento in cui dovesse aumentare per frequenza ed entita’ il movimento di persone sul territorio nazionale”.

Insomma, le misure di lockdown in Italia “hanno effettivamente permesso un controllo dell’infezione”, ma questo non deve far abbassare la guardia. Dal monitoraggio emerge infatti che permangono segnali di trasmissione con focolai nuovi, e questo richiede ancora il rispetto rigoroso delle misure necessarie a ridurre il rischio di trasmissione quali l’igiene individuale e il distanziamento fisico. L’estrema “eterogeneita’” dei dati, pur nel complesso positivi, e’ evidenziata in particolare da due situazioni regionali, quelle del Molise e della Lombardia. Il Molise, infatti, e’ l’unica Regione con un indice Rt elevato, pari a 2,2. Questo dato, pero’, non preoccupa ministero e Iss, che chiariscono: “Quando il numero di casi e’ molto piccolo, alcune Regioni possono avere temporaneamente un Rt maggiore di 1 a causa di piccoli focolai locali che finiscono per incidere sul totale regionale, senza che questo rappresenti un elemento preoccupante”. Altra ‘sorvegliata speciale’ resta la Lombardia, dove continua a concentrarsi il maggior numero di contagi giornalieri, come dimostrano anche i dati di oggi della Protezione civile. Proprio questi dati rilevano infatti un lieve calo dei nuovi positivi in Italia: sono ora 232.248 i contagiati totali, 516 piu’ di ieri, quando se ne erano registrati 593. In Lombardia, pero’, sono 354 in piu’ (ieri 382) pari al 68,6% dell’aumento odierno nel nostro Paese. Ma ci sono anche 5 regioni a zero contagi: Abruzzo, Umbria, Valle d’Aosta, Calabria e Basilicata, oltre alla provincia di Bolzano.

Inoltre, se 87 sono le vittime del coronavirus nelle ultime 24 ore in Italia, in aumento rispetto alle 70 di ieri, di queste 38 sono registrare in Lombardia (ieri erano state 20). I totale, i morti a livello nazionale salgono a 33.229. Sono invece saliti a 152.844 i guariti e sono 475 i pazienti in terapia intensiva, 14 meno di ieri. In vista dell’eventuale ripresa della mobilita’ regionale dal 3 giugno, i dati del monitoraggio lascerebbero dunque ben sperare. Ma la cautela e’ d’obbligo. Il trend “e’ buono ma naturalmente il virus continuera’ a circolare per cui bisognera’ continuare a tenere elevata la guardia”, ha ammonito il direttore generale Prevenzione del ministero della Salute, Giovanni Rezza. E per l’epidemiologo Perluigi Lopalco, “anche se in gran parte dell’Italia il calo dei casi e’ evidente, e’ cruciale capire se la persistenza dei contagi in Lombardia sia relativa a vecchi focolai o se si tratta di nuovi focolai nati dopo il 18 maggio”. Per una valutazione di cio’ che e’ realmente accaduto dopo le riaperture del 18, tuttavia, e’ “ancora troppo presto e bisognera’ attendere almeno un’altra settimana. Questi dati – conclude – sono ancora preliminari”.

Advertisement

Corona Virus

Influenza e Covid, attesa crescita con ritorno a scuola

Pubblicato

del

La riapertura delle scuole dopo le festività natalizie potrebbe dare un’ulteriore spinta alle infezioni respiratorie: influenza, soprattutto, ma anche Covid-19 e virus respiratorio sinciziale. È il timore espresso da più parti e confermato anche dalla Società Italiana di Pediatria. “Con il rientro dei bambini a scuola ci aspettiamo un aumento dei casi di influenza anche se – c’è da dire – durante il periodo delle vacanze non si è osservato un calo dei contagi, probabilmente per le occasioni di vita sociale durante le festività.

Inoltre, siamo nel momento del clou del virus respiratorio sinciziale”, dice Rino Agostiniani, consigliere nazionale della Società Italiana di Pediatria, che sottolinea che “è importante che i bambini che hanno sintomi influenzali rimangano a casa”. “Ho scritto al ministro della Salute con l’obiettivo di accedere un faro su una malattia che provoca, soprattutto tra i neonati, gravi patologie, anche mortali: la bronchiolite.

La Commissione europea ha autorizzato il vaccino Nirsevimab che ha già passato severissime e rigidissime misure di controllo da parte di Ema. Questo farmaco potrebbe essere uno strumento fondamentale per la lotta alla bronchiolite ed è arrivato il momento che venga adottato anche nel nostro Paese, quanto prima”, ha intanto fatto sapere Orfeo Mazzella, capogruppo del Movimento 5 Stelle in Commissione Affari Sociali al Senato, citando il caso di una neonata di tre mese morta a fine anno probabilmente proprio a causa di questo virus.

Intanto nelle ultime due settimane, in Italia, l’influenza e le sindromi simil-influenzali hanno fatto registrare numeri da record: due milioni di persone messe a letto solo nelle ultime due settimane dell’anno, con tassi elevati soprattutto nei bambini più piccoli “che sono quelli nel corso degli ultimi anni non hanno sviluppato un patrimonio immunitario per difendersi dall’infezione”, spiega Agostiniani. Covid-19, al contrario, nell’ultima rilevazione del ministero della Salute e dell’Istituto Superiore di Sanità ha mostrato un lieve rallentamento.

Tuttavia, nel mondo sembra che i contagi abbiano ripreso a salire: secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità, nelle ultime 4 settimane ci sono stati 850mila casi di Covid nel mondo, con un aumento del 52% rispetto al mese precedente. I numeri reali, tuttavia, potrebbero essere molto più alti.

“Sappiamo che in tutto il mondo le segnalazioni sono diminuite, i centri di sorveglianza sono diminuiti, i centri di vaccinazione sono stati smantellati o chiusi. Questo fornisce un quadro incompleto della situazione e purtroppo dobbiamo aspettarci più casi di quelli che abbiamo dichiarato ufficialmente”, ha detto Christian Lindmeier dell’Oms.

Che la situazione stia peggiorando si intuisce anche dai ricoveri: tra il 13 novembre e il 10 dicembre, nei Paesi che segnalano sistematicamente i dati all’Oms e che sono ormai meno di 60, sono stati registrati più di 118 mila nuovi ricoveri per Covid e più di 1.600 nuovi ricoveri in terapia intensiva, con un aumento rispettivamente del 23% e del 51%.

La ripresa dei contagi potrebbe essere legata alla nuova JN.1 del virus Sars-CoV-2. I dati che arrivano dagli Stati Uniti sembrano confermarlo. Secondo le ultime stime dei Centers for Disease Control and Prevention (Cdc) nell’ultima settimana JN.1 è arrivata al 61,6% di prevalenza. JN.1, che ormai è dominante anche in Italia, discende dalla variante BA.2.86 (Pirola) ed è stata isolata proprio negli Stati Uniti lo scorso settembre. Per i Cdc “al momento non vi è alcuna indicazione di un aumento della gravità da JN.1”. Tuttavia, è possibile che “questa variante possa determinare un aumento delle infezioni”.

Continua a leggere

Corona Virus

Covid, meno ricoveri in ospedale e meno contagi

Pubblicato

del

L’indice di trasmissibilità per il Covid-19 basato sui casi con ricovero ospedaliero al 26 dicembre si conferma sotto soglia epidemica e sostanzialmente stabile con 0,75; in leggera diminuzione anche i ricoveri sia nei reparti che i terapia intensiva. Anche l’incidenza di casi Covid-19 diagnosticati e segnalati nel periodo 28 dicembre 2023-3 gennaio 2024 è in lieve diminuzione pari a 66 casi per 100.000 abitanti rispetto ai 70 della settimana precedente. Il numero di nuovi contagi segnalati è 38.736 contro i 40.988 della settimana precedente e i 60.556 della settimana ancora prima. Questo quanto emerge dall’ultimo monitoraggio del ministero della Salute-Istituto Superiore di Sanità, in cui viene spiegato che, per l’Rt, i valori potrebbero essere sottostimati “a causa di un ritardo di notifica dei ricoveri durante i giorni festivi” e per l’incidenza “in parte per una ridotta frequenza di diagnosi effettuate durante i giorni festivi”.

Per le ospedalizzazioni, al 3 gennaio l’occupazione dei posti letto in area medica risulta pari al 10,1% (6.320 ricoverati) rispetto all’11,0% rilevato al 27 dicembre 2023. In riduzione anche l’occupazione dei posti letto in terapia intensiva, pari a 2,8% (246 ricoverati), rispetto alla settimana precedente (3,2% al 27 dicembre 2023). I tassi di ospedalizzazione e mortalità, viene rilevato nel monitoraggio, aumentano con l’età, presentando i valori più elevati nella fascia d’età 90+ anni; anche il tasso di ricovero in terapia intensiva aumenta con l’età. L’incidenza settimanale dei casi diagnosticati e segnalati risulta in diminuzione nella maggior parte delle Regioni e Province.

L’incidenza più elevata è stata riportata nella Regione Lazio (128 casi per 100.000 abitanti) e la più bassa in Sicilia (6 casi per 100.000 abitanti). Le reinfezioni sono al 43% circa, in lieve diminuzione rispetto alla settimana precedente. Per quanto riguarda le varianti, alla data della più recente indagine rapida condotta dall’11 al 17 dicembre 2023, JN.1 (discendente di BA.2.86) è predominante, con una prevalenza nazionale stimata pari a 38,1%. Si conferma, inoltre, se pur con valori di prevalenza in diminuzione, la co-circolazione di ceppi virali ricombinanti riconducibili a XBB, ed in particolare alla variante d’interesse EG.5 (prevalenza nazionale stimata pari a 30,6%).

Continua a leggere

Corona Virus

In Spagna torna mascherina contro boom virus respiratori e Covid

Pubblicato

del

Un appello al “buon senso” e la raccomandazione “ad avere sempre a portata di mano la mascherina” da indossare negli ambienti affollati o sui trasporti pubblici è stato lanciato oggi dalla ministra spagnola di Sanità, Monica Garcia, a causa del “notevole aumento” di virus respiratori registrati negli ultimi giorni, che hanno già portato in emergenza numerosi centri di salute e servizi di pronto soccorso ospedalieri. In una dichiarazione alla tv nazionale Rtve, Garcia ha fatto riferimento all’incidenza attuale di virus respiratori “di 1.000 casi per 100.000 abitanti”, secondo il rapporto settimanale dell’Istituto Carlos III di riferimento.

“Il tasso di ricoveri, nonostante il lieve aumento, si mantiene basso, sotto i 30 casi per 100.000 abitanti”, ha aggiunto, ma “è prevedibile che continuerà a intensificarsi nei prossimi giorni”. La ministra ha convocato per lunedì il Consiglio interterritoriale del Sistema sanitario nazionale di salute, per “unificare i criteri per “affrontare i picchi di virus respiratori”, dopo che regioni come la Catalogna e la Comunità Valenziana hanno ripristinato da oggi l’obbligo di mascherina in ospedali, centri sanitari e residenze di anziani.

Continua a leggere

In rilievo

error: Contenuto Protetto