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Cronache

Famiglia, si studia il congedo per la nascita del figlio di 6 mesi per mamma di cui un mese per papà

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Un allungamento del congedo obbligatorio dopo la nascita di un figlio, da cinque a sei mesi, consentendo al papa’ di non andare al lavoro per uno mese intero. E’ la novita’ alla studio del governo che ha iniziato mettere a punto un nuovo intervento in favore delle famiglie per aiutarle a conciliare i tempi della vita tra casa e lavoro. Una prima serie di interventi il governo li ha gia’ messi in campo con l’ultima legge di Bilancio che, ad esempio, ha portato il ‘permesso’ alla nascita di un figlio da 5 a 7 giorni per i neopapa’. Tre poi gli interventi economici: il contributo alla spesa dell’asilo nido che puo’ arrivare fino a 3mila euro, un bonus di 400 euro per l’acquisto di latte artificiale, limitato pero’ alle mamme che hanno specifiche patologie e non possono allattare, e – soprattutto – la modifica del bonus bebe’ che da quest’anno va a tutti i nuovi nati, senza che debba essere conteggiato nella dichiarazione fiscale ma tenendo conto del reddito dei genitori. Ad annunciare che il cantiere famiglia non e’ chiuso e’ stata la sottosegretaria al Lavoro Francesca Puglisi. Nei prossimi giorni – ha detto – sara’ insediato un apposito gruppo di lavoro e, se si troveranno le risorse necessarie, le misure potrebbero essere inserite nella prossima legge di Bilancio. E certo una estensione di questo tipo potrebbe non costare poco. “Dobbiamo passare dalla conciliazione tra i tempi di vita e di lavoro che in genere pesa tutta sulle donne – spiega Puglisi – alla condivisione delle cure familiari. Lo fa gia’ la Svezia, ci sono regole per un congedo unico utilizzato pero’ per il 20% dal padre”. E’ proprio questo il meccanismo ipotizzato, una estensione del congedo con la possibilita’ per il padre di prenderne il 20%, appunto un mese rispetto ai sei previsti. Non e’ questo l’unico progetto al quale il governo e il Parlamento stanno lavorando. Durante l’ultima legge di Bilancio si e’ discusso molto di un assegno unico per i figli fino ai 18 anni, che dovrebbe arrivare nel 2021 e che pero’ per ora resta una promessa. Elena Bonetti, titolare della Famiglia, ha annunciato il ‘Family act’, collegato alla manovra, che sarebbe in preparazione. Intanto sul tema c’e’ un disegno di legge all’esame della commissione Affari Sociali della Camera, fortemente voluto dal capogruppo Pd Graziano Delrio. La proposta, che potrebbe riprendere l’iter a breve, punta a riassorbire in un solo strumento, semplificato, tutti gli aiuti previsti, dalle detrazioni famiglia agli assegni familiari.

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Maxi incidente fra autotreni sulla A1, traffico bloccato, code fino a 18 km

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Uno scontro fra autotreni ha diviso l’Italia a metà per ore, con file di auto fino a venti chilometri. L’incidente sulla A1 Milano-Napoli, nel tratto compreso tra San Vittore e Caianello verso Napoli, all’altezza del km 691: quattro i mezzi pesanti coinvolti. Sul posto sono intervenuti i Vigili del Fuoco, i soccorsi sanitari e meccanici, le pattuglie della Polizia Stradale ed il personale della Direzione 6° Tronco di Cassino di Autostrade per l’Italia. Agli utenti in viaggio verso Napoli, è stato consigliato di uscire a Cassino e rientrare a Caianello dopo aver percorso la viabilità ordinaria: adesso l’incidente è stato risolto ma per chi sta tornando verso Napoli ci sono ancora più di 10 km di coda.

 

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Cronache

Dopo 7 anni chiuso il caso Iuventa, tutti prosciolti

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Ad attendere la sentenza, fuori dal palazzo di giustizia di Trapani, c’erano decine di persone. Una piccola folla che ha accolto con applausi e cori la notizia che dopo 7 anni di indagini, costate alla giustizia 3 milioni di euro, l’inchiesta per favoreggiamento all’immigrazione clandestina a carico di 10 membri dell’equipaggio di tre ong – Save The Children, Medici Senza Frontiere e Jugend Rettet – è finita in un nulla di fatto. Il proscioglimento perchè il fatto non sussiste, la formula assolutoria più ampia, pronunciato dal gip per tutti chiude un caso che, oltre che giudiziario, è diventato politico. I componenti degli equipaggi delle tre organizzazioni umanitarie erano accusati dai pm di Trapani di aver stretto accordi con i trafficanti libici e di non aver prestato in realtà soccorso in mare ai profughi, ma di aver fatto loro da “taxi”, trasbordandoli dalle navi degli scafisti, alle quali poi avrebbero permesso di tornare indietro indisturbate. Una tesi contrastata dai legali delle associazioni umanitarie che negli anni hanno più volte chiesto l’archiviazione di una indagine definita dai difensori insussistente.

Alla fine, a udienza preliminare prossima al termine, alle conclusioni degli avvocati sono arrivati anche i pm che a sorpresa hanno chiesto il non luogo a procedere per i 10 imputati perchè il fatto non costituisce reato. Ma il gup, alla fine di una camera di consiglio durata pochi minuti, è andato oltre, sostenendo non che gli imputati non avessero avuto la consapevolezza di infrangere la legge, come detto dall’accusa, ma proprio che il reato non c’è stato. Nel procedimento si era costituito parte civile il ministero dell’Interno che si è rimesso alla decisione del gup. I pm nel 2016 avevano anche disposto il sequestro dell’imbarcazione Iuventa della ong Jugend Rettet, una delle tre organizzazioni umanitarie coinvolte, che nel frattempo ha subito danni enormi ed è inutilizzabile. Ora con i proscioglimenti toccherà al custode giudiziario, la Guardia Costiera, riparare i danni. Ma come nasce l’indagine? A dare input furono le rivelazioni fatte dalla security privata della nave noleggiata da Save the Children, su presunte irregolarità commesse nel corso delle attività di soccorso.

Gli inquirenti sostennero di aver accertato almeno tre casi in cui alcuni membri degli equipaggi avevano avuto contatti con trafficanti ed erano intervenuti in operazioni senza che i profughi fossero in reale situazione di pericolo. I migranti sarebbero stati trasbordati sulla nave della ong, scortati dai libici e, una volta avvenuto il trasferimento a bordo delle imbarcazioni umanitarie, gli scafisti sarebbero stati fatti allontanare. Nel corso del procedimento è emersa l’assoluta inattendibilità dei testimoni, cacciati dalle forze dell’ordine e ingaggiati per la security. Solo una delle spie che l’inchiesta faceva acqua da tutte le parti. “Questa sentenza mi fa sentire sollevato, dopo 7 anni accuse infondate basate su illazioni e testimonianze fallaci che hanno dipinto le attività di soccorso come criminali”, dice Tommaso Fabbri di Msf, uno degli imputati. “Oggi – aggiunge – si cancella ogni dubbio e si smette di parlare di taxi del mare o di collusioni tra ong e scafisti”.

“E’ un momento importante per tutto il mondo dell’aiuto umanitario, perché si restituisce giustizia alle attività di soccorso e ai tanti operatori impegnati nel salvataggio di vite”, commenta Rafaela Milano, portavoce di Save The Children. Mentre per Jugend Rettet parla il legale Alessandro Gamberini: “Questo processo è una delle origini del male, della diffamazione delle ong chiamate spesso a essere complici dei trafficanti. Oggi si chiude un’epoca anche se non chiedo che il nostro ministro Salvini si fermerà”. Molte le reazioni politiche. “Questo dimostra che soccorrere è un obbligo e che come abbiamo sempre detto la solidarietà non è reato”, dice la segretaria del Pd Elly Schlein, mentre la deputata del Pd Laura Boldrini commenta: “questa sentenza mette a tacere anni fango”.

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Nave da Capri contro la banchina, sale ancora il bilancio: 44 feriti, uno in codice rosso

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Il bilancio di feriti e contusi nell’incidente che ha visto coinvolta la nave veloce Isola di Procida della Caremar, proveniente da Capri e finita contro la banchina del molo Beverello a Napoli, continua ad aggravarsi: nell’ultimo bollettino della Asl 1 di Napoli si evidenza che in 44 hanno fatto ricorso alle cure dei sanitari. Urtata probabilmente a causa del forte vento durante la manovra di attracco, la nave veloce trasportava più di 100 persone, molti appartenenti alle forze dell’ordine in servizio a Capri per il G7 dei ministri degli Esteri.  Solo una persona è stata ricoverata in codice rosso ma non. è in pericolo di vita. La Asl 1 ha allestito un PMA, posto medico avanzato pe rprestare i primi soccorsi direttemante sulla banchina dove è avvenuto l’incidente : il personale sanitario intervenuto valutava le condizioni dei feriti e li smistava negli ospedali cittadini. Nel comunicato della direzione il ringraziamento a tutti gli intervenuti per soccorrere e curare i passeggeri coinvolti

 

Napoli, nave da Capri contro la banchina: 18 feriti, donna grave

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