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Facebook sempre più in mezzo agli scandali: ora è accusato di aver usato i suoi mezzi per denigrare gli oppositori

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A quindici giorni dalla fine dell’anno è chiaro che Mark Zuckerberg, fondatore di Facebook non è riuscito a rimettere le cose a posto. La numero due del social network, Sheryl Sandberg, direttrice operativa, 49 anni, uno stipendio di 25 milioni di dollari nel 2017 (23,7 milioni di euro, circa), è finita nella tempesta per aver partecipato ad uno degli scandali che stanno screditando il social network americano.
A San Francisco, uno dei consiglieri comunali ha rilanciato la proposta di cambiare nome all’ospedale pubblico oggi intitolato ai coniugi Zuckerberg che ne sono stati filantropi finanziatori con 75 milioni di dollari (all’ incirca 65,9 milioni di euro). Perchè?
La reputazione di Facebook è screditata. Il New York Times, in un articolo pubblicato il 15 novembre, scrisse che Facebook ha reclutato a partire dal 2017, dopo la vittoria di Donald Trump, la società di consulenza Definers con il compito di “rispondere alle accuse ingiuste” contro la società, come ha spiegato il 21 novembre, lo spin doctor (dimissionario) del social network, Elliot Schrage. In pratica, di “vendere” alla stampa elementi suscettibili di screditare gli oppositori critici e i concorrenti. E, in particolare, di danneggiare la coalizione Freedom From Facebook, un gruppo di sinistra che voleva far cadere il social network in nome della legge antitrust. In sostanza, Facebook è accusata di aver usato i propri mezzi per denigrare i concorrenti.
Definers ha incoraggiato i giornalisti a indagare su chi finanziava il gruppo politico in questione, dal portafoglio ben fornito, che aveva affittato un aereo per esibire uno striscione anti-Zuckerberg durante l’assemblea generale degli azionisti.
La stampa è stata invitata a indagare sulla fondazione di George Soros, l’onnipresente finanziere di origini ungheresi della sinistra progressista.
Sheryl Sandberg ha dapprima minimizzato il proprio ruolo nelle attività di Definers prima di essere costretta, due settimane dopo, di ammettere che era al corrente. E ha dovuto riconoscere anche che era stata lei a promuovere l’idea di indagare sul ruolo di George Soros dopo che il finanziere, naturalizzato americano, aveva indicato Facebook una minaccia per la democrazia, a gennaio, a Davos, secondo quanto ha riportato Le Monde.
C’ è chi pensa che Sheryl Sandberg temesse che così facendo Soros volesse speculare sul titolo in ribasso di Facebook. Così facendo, l’icona della Silicon Valley sè è screditata perchè si presentava come icona di sincerità e di grande esempio.

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Cybersicurezza, ripartiti 66 milioni di euro per il triennio

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Ammontano a oltre 66 milioni di euro in tre anni le risorse del Fondo per l’attuazione della Strategia nazionale di cybersicurezza e del Fondo per la gestione della cybersicurezza redistribuite secondo il Decreto del presidente del Consiglio dei ministri pubblicato in Gazzetta ufficiale. E quasi 30 milioni sono destinati al Ministero della giustizia. Nelle tabelle del provvedimento varato ad agosto da Palazzo Chigi, si legge che per quanto riguarda l’assegnazione a valere sul Fondo per l’attuazione della strategia nazionale di cybersicurezza, quasi 53 milioni di euro complessivi, 3,5 milioni sono destinati alla Presidenza della Repubblica, tutti nel 2023, così come il milione e mezzo per la Camera, mentre i 209mila euro della Corte costituzionale, sono spalmati nel triennio 2023-2025. Vengono destinati 25,7 milioni al Ministero della giustizia-Dipartimento per la transizione digitale della giustizia, l’analisi statistica e le politiche di coesione-Direzione generale per i sistemi informativi automatizzati, e altri 11 milioni al Dipartimento della pubblica sicurezza del Ministero dell’interno.

Si prevedono poi 1,9 milioni per il Dipartimento per l’informazione e l’editoria della Presidenza del Consiglio e 345mila euro al Ministero degli esteri-Direzione generale per gli affari politici e di sicurezza-Unità per le politiche e la sicurezza dello spazio cibernetico. Per quanto riguarda il Ministero dell’economia, 2,9 milioni sono stanziati per la Guardia di finanza, 3,3 milioni per il Dipartimento dell’amministrazione generale, del personale e dei servizi-Direzione dei sistemi informativi e dell’innovazione, 45mila euro al Dipartimento del tesoro-Ufficio per ‘innovazione e l’informatica dipartimentale e 1,27 milioni a Ragioneria generale dello Stato-Ispettorato generale per l’informatica e l’innovazione tecnologica.

Ci sono poi 300mila euro al Ministero dell’università e della ricerca e 800mila euro all’Agenzia per la cybersicurezza nazionale. Dei 13,72 milioni Fondo per la gestione della cybersicurezza assegnati, 5,3 vanno al Ministero degli esteri-Direzione generale per gli affari politici e di sicurezza-Unità per le politiche e la sicurezza dello spazio cibernetico, 4,2 al Ministero della giustizia-Dipartimento per la transizione digitale della giustizia, l’analisi statistica e le politiche di coesione-Direzione generale per i sistemi informativi automatizzati, 200mila all’Agenzia per la cybersicurezza nazionale. Per quanto riguarda il Mef, 1,87 milioni sono per il Dipartimento dell’amministrazione generale, del personale e dei servizi-Direzione dei sistemi informativi e dell’innovazione, e altri 2 milioni sono destinati al Dipartimento del tesoro-Ufficio per l’innovazione e l’informatica dipartimentale.

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Nuovi visori e l’IA ovunque, le novità di Zuckerberg

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Un visore di realta’ mista per il grande pubblico, i primi Ray-Ban con l’intelligenza artificiale e il live streaming e l’IA che pervade sempre più le piattaforme, compresi nuovi chatbot con vip del calibro di Snoop Dogg, Tom Brady e Paris Hilton. Un orgoglioso Mark Zuckerberg sale sul palco della decima edizione di Meta Connect e, con un occhio all’intelligenza artificiale e al metaverso, presenta le ultima novita’ di casa Meta.

“Siamo molto orgogliosi di introdurre Quest 3, il visore piu’ potente che abbiamo mai prodotto. Un game changer”, annuncia l’amministratore delegato di Meta. Il nuovo dispositivo sara’ disponibile dal 10 ottobre, anche se i preordini sono gia’ aperti, a un prezzo di partenza di 549,99 euro. Un prezzo quindi decisamente piu’ accessibile dei visori di Apple, con i quali l’ultimo nato in casa Meta e’ in diretta competizione. Quest 3 e’ infatti – spiega la societa’ – e’ il primo visore di realta’ mista al mondo pensato per il grande pubblico. “Una grande parte dell’innovazione e’ far si’ che le tecnologie siano accessibili a tutti”, spiega Zuckerberg in quello che appare un indiretto riferimento ad Apple. Oltre a Quest 3, l’amministratore delegato lancia i nuovi Ray-Ban smart in collaborazione con EssilorLuxottica, i primi con l’intelligenza artificiale e la possibilita’ di live streaming a mani completamente libere.

“La nuova collezione e’ unica nel suo genere, con funzioni che non sono mai state integrate prima d’ora in un paio di occhiali”, afferma Rocco Basilico, il chief wearables officer di EssilorLuxottiva. L’annuncio dei nuovi occhiali smart di Zuckerberg e’ accompagnato da un video che mostra i nuovi Ray-Ban in azione con il pilota di Formula Charles LeClerc che li indossa per una prova. Sul fronte dell’intelligenza artificiale Zuckerberg svela Meta AI e nuovi chatbot associati ai vip con i quali interagire a seconda delle esigenze perche’ servono “diverse IA per cose diverse”, dice Zuckerberg. C’e’ la stylist Paris Hilton, c’e’ l’ex star del football americano Tom Brady e c’e’ l’impertinente Dungeon Master impersonato da Snoop Dogg. La lista di vip e star e’ lunga e rientra nella strategia di Meta di attirare’ giovani alle piattaforme del gruppo, dove l’intelligenza artificiale e’ sempre piu’ presente e cruciale. I chatbot Gen Ai Personas punta infatti a rendere Meta rilevante soprattutto in un contesto di crescente concorrenza. L’IA enterà anche nella modifica delle immagini di Instagram con due nuove funzioni. Wall Street non sembra però impressionata dai nuovi prodotti Meta e penalizza il titolo, che perde oltre il 3%.

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Chatgpt si umanizza: ora parla con noi e osservare la nostra vita

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Si avvicina sempre di più lo scenario del film Her, in cui il protagonista è intensamente coinvolto nella conversazione quotidiana col suo computer. OpenAI, la società che ha lanciato ChatGpt quasi un anno fa, ha rilasciato un aggiornamento grazie al quale il chatbot potrà rispondere agli utenti con la voce e anche vedere pezzi della nostra vita attraverso le foto, diventando così un’app per tutti i giorni come gli assistenti virtuali Alexa o Siri. La sfida è rendere più allettante il suo software di Intelligenza artificiale vista la concorrenza di Google, Amazon e Meta che sta testando dei chatbot dedicati ai più giovani. “Stiamo iniziando a implementare nuove funzionalità vocali e visive che offrono un nuovo tipo di interfaccia più intuitiva e consentono di avere una conversazione vocale o mostrare a ChatGpt di cosa stai parlando”, spiega OpenAI in un post dal titolo ‘Ora ChatGpt può vedere, ascoltare e parlare’.

Le novità saranno attive nelle prossime due settimane per iOS e Android e per gli utenti a pagamento. La funzionalità vocale del software è alimentata da un nuovo modello di sintesi vocale in grado di generare un audio simile a quello umano a partire dal testo: OpenAI ha usato doppiatopri professionisti e anche il suo sistema di riconosciemnto vocale Whisper. Nell’esempio che ha diffuso la società, a ChatGpt è stato chiesto di creare una favola della buonanotte. La nuova versione del software aggiunge anche funzionalità visive: si potrà caricare o scattare una foto, mentre si è in viaggio o da casa per avere suggerimenti e il software risponderà alle sollecitazioni offrendo anche più contesto, come fa l’app Lens di Google. Per esempio si potrà fare una foto dell’interno del proprio frigo per sapere cosa si può cucinare per cena. Non è invece possibile, per ovvie questioni di privacy, chiedere a ChatGpt di identificare una persona.

“La nostra visione consiste nell’assisterti nella tua vita quotidiana”, dice OpenAI, a distanza di pochi giorni dall’annuncio di Amazon che sta conferendo ad Alexa più interazione nella vita casalinga grazie ad un potenziamento delle funzioni di Intelligenza artificiale. La società si dichiara poi “trasparente riguardo ai limiti del modello” e scoraggia “i casi d’uso a rischio più elevato senza un’adeguata verifica”. L’idea di rendere ChatGpt più allettante nell’uso quotidiano potrebbe aiutare la start up di Sam Altman nella corsa contro altre società di intelligenza artificiale, come Google, Anthropic, InflectionAI, Midjourney e Meta. La società di Mark Zuckerberg starebbe testando dei software di Intelligenza artificiale per attrarre i più giovani. Secondo il Wall Street Jornal, all’evento Connect del 27 settembre, lancerà ‘Gen AI Personas’, un chatbot che interagisce con gli utenti assumendo l’aspetto di decine di personaggi, tra cui Bob the Robot, e anche un linguaggio più vivace. Altra mossa di Meta per allettare un pubblico giovane, è dare alle celebrità del mondo della musica e dello spettacolo la possibilità di creare un chatbot a propria immagine e somiglianza che interagisca in autonomia con il pubblico.

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