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Esteri

Facebook e Instagram bloccano Trump, Twitter lo banna temporaneamente

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Niente più Facebook né Instagram per Donald Trump almeno fino a fine mandato. E Twitter lo ha bloccato temporaneamente, con la possibilità di intraprendere ulteriori azioni alla luce degli sviluppi. Per un uomo che ha fatto dei social network la sua principale arma di comunicazione, un duro colpo negli ultimi giorni del suo mandato alla Casa Bianca. Ma l’assalto al Campidoglio da parte dei sostenitori di Trump – alimentato da false dichiarazioni, teorie del complotto e violenta retorica da parte del presidente – ha convinto i social a bloccare il tycoon, riportando l’attenzione sull’enorme potere che le piattaforme possono esercitare quando scelgono di farlo. La scelta più radicale, finora, quella di Mark Zuckerberg, che ha deciso di bannare Trump almeno fino all’insediamento di Joe Biden alla presidenza, e forse anche dopo. “I rischi di consentire al presidente di continuare a utilizzare il nostro servizio durante questo periodo sono semplicemente troppo grandi”, ha scritto il numero uno di Menlo Park. Così, l’account di Trump resterà bloccato “per almeno le prossime due settimane, fino al completamento della transizione pacifica del potere”. Anche Instagram, di proprietà di Facebook, bloccherà la possibilità del presidente Usa di pubblicare sulla piattaforma “a tempo indefinito e per almeno le prossime due settimane”, ha fatto sapere il suo ceo Adam Mosseri. Quella dei social network è una mossa senza precedenti. Tanto più che è giunta più o meno in contemporanea, subito dopo i fatti di Washington. Twitter era stato il primo a intervenire nella serata americana di mercoledì: a seguito della pubblicazione ripetuta di accuse false su presunte frodi elettorali, ha bloccato l’account di Trump per 12 ore. Ha richiesto la rimozione di tre tweet di Trump, compreso quello che conteneva un video in cui il presidente invitava i sostenitori a “tornare a casa” ma continuava a ripetere le infondate accuse di brogli nelle elezioni di novembre. Il tycoon ha rispettato la richiesta del social e ha cancellato i post, per spianare la strada allo sblocco dell’account, cosa che però non è certa. “Continuiamo a valutare la situazione in tempo reale, esaminando anche l’attività sul terreno e le dichiarazioni fatte fuori da Twitter”, ha fatto sapere un portavoce della società, aggiungendo che terranno informati anche sull’eventualità in cui “dovesse essere necessaria un’ulteriore escalation nel nostro approccio”.Facebook e Instagram erano intervenute dopo Twitter, annunciando inizialmente che Trump non avrebbe potuto pubblicare contenuti per 24 ore a seguito di due violazioni della policy. Misura poi aggiornata dal post di Zuckerberg che ha annunciato appunto il blocco fino almeno a fine mandato. Quanto a YouTube, di proprietà di Google, ha rimosso il video-appello di Trump. Se c’è chi plaude alle scelte delle piattaforme online, alcuni esperti ritengono che si tratti di interventi tardivi dopo anni in cui Trump ha usato i social per diffondere informazioni controverse e pericolose. “I social media sono complici perché (Trump ndr.) li ha usato ripetutamente per incitare alla violenza”, sostiene Jennifer Grygiel, insegnante di comunicazione alla Syracuse University ed esperta di social network, parlando del “culmine di anni di propaganda e abuso dei media da parte del presidente degli Stati Uniti. Zuckerberg ha però fatto una precisazione: in passato Facebook ha consentito a Trump di usare la piattaforma in modo coerente con le regole, “a volte rimuovendo contenuti o etichettando i suoi post quando violano le nostre politiche”, ritenendo che il pubblico abbia diritto all’accesso ai discorsi politici “anche controversi”, ma “il contesto attuale è ora fondamentalmente diverso e implica l’uso della nostra piattaforma per incitare un’insurrezione violenta contro un governo democraticamente eletto”.

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Zelensky ringrazia il Senato americano: un aiuto vitale

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Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha ringraziato il Senato americano per aver approvato 61 miliardi di dollari in aiuti militari ed economici al suo Paese. “Sono grato al Senato degli Stati Uniti per aver approvato un aiuto vitale per l’Ucraina”, ha scritto Zelensky sui social media poco dopo l’ok al massiccio pacchetto di aiuti per Kiev.

“Ringrazio il leader della maggioranza Chuck Schumer e il leader repubblicano Mitch McConnell per la loro forte leadership nel portare avanti questa legislazione bipartisan, così come tutti i senatori degli Stati Uniti su entrambi i lati della navata che hanno votato a favore”, ha continuato il presidente ucraino. “Apprezzo ugualmente il sostegno del presidente Biden e non vedo l’ora che il disegno di legge venga firmato presto e che il prossimo pacchetto di aiuti militari corrisponda alla risolutezza che vedo sempre nei nostri negoziati”, ha aggiunto Zelensky. “Le capacità a lungo raggio, l’artiglieria e la difesa aerea dell’Ucraina sono strumenti fondamentali per ripristinare prima la pace giusta”, secondo il presidente. Gli Stati Uniti sono stati il principale sostenitore militare di Kiev nella sua guerra contro la Russia, ma il nuovo pacchetto di aiuti che include forniture militari vitali era rimasto bloccato per mesi al Congresso americano. L’esercito ucraino si trova ad affrontare una grave carenza di armi e di nuove reclute, mentre Mosca esercita una pressione costante da est.

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Mosca, annullata la marcia della Vittoria

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Mosca e altre città russe hanno annullato la marcia della Vittoria del 9 maggio per ragioni di sicurezza. Lo ha riferito la Tass citando la co-presidente del quartier generale del movimento Elena Tsunayeva. “A causa delle minacce esistenti alla pubblica sicurezza, il quartier generale del Reggimento Immortale russo ha deciso di annullare la marcia del Reggimento Immortale del 2024”, ha spiegato Tsunayeva in conferenza stampa aggiungendo che quest’anno i festeggiamenti del 9 maggio assumeranno la forma di altri eventi.

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Cina: infondate le accuse Usa di supporto militare a Mosca

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La Cina ha definito “infondate le accuse degli Usa sul sostegno militare” di Pechino alla Russia, impegnata nella sua guerra contro l’Ucraina. E’ quanto ha detto il portavoce del ministero degli Esteri Wang Wenbin, nell’imminenza della visita del segretario di Stato americano Antony Blinken.

Gli Stati Uniti, ha aggiunto Wang nel briefing quotidiano, “hanno presentato una legge sugli aiuti su larga scala per l’Ucraina, lanciando allo stesso tempo accuse infondate contro il normale commercio tra Cina e Russia. Questo tipo di approccio è estremamente ipocrita e del tutto irresponsabile, e la Cina vi si oppone con fermezza”. Sulla questione ucraina, “la Cina ha sempre mantenuto una posizione obiettiva e giusta, ha sostenuto attivamente i colloqui di pace e ha spinto per la soluzione politica”, ha rincarato Wang, per il quale Pechino “implementa costantemente le normative sull’esportazione di beni a duplice uso.

La Cina non è né artefice né parte della crisi ucraina e non ha mai gettato benzina sul fuoco e per questo con accetteremo che altri scarichino la responsabilità o diano la colpa a noi”. Negli ultimi anni, in particolare dall’aggressione di Mosca all’Ucraina di febbraio 2022, Cina e Russia hanno intensificato la cooperazione economica e i contatti diplomatici, portando la loro partnership strategica a livelli elevati, mai raggiunti prima. Pechino ha rivendicato un ruolo neutrale nel conflitto ucraino, ma evitato condanne di Mosca e ha offerto sostegno diplomatico ed economico, facendo schizzare l’interscambio commerciale nel 2023 al record di 240 miliardi di dollari.

Prima dell’imminente visita in Cina del 24-26 aprile, il segretario di Stato americano Antony Blinken ha detto che Pechino sta indirettamente alimentando la guerra in Ucraina con la fornitura di componenti a Mosca usati per espandere le sue capacità militari. “Quando si tratta della base industriale della difesa russa, il principale contributore in questo momento è la Cina”, ha detto Blinken venerdì, dopo l’incontro ministeriale del G7 a Capri, aggiungendo che ciò “permette alla Russia di continuare l’aggressione contro l’Ucraina”.

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