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F1 in Spagna, McLaren vola in prima fila: la Ferrari insegue

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Ennesima prova di forza della McLaren che conquista la prima fila del Gran Premio di Spagna. Su un circuito come quello di Montmelò capace di mettere a nudo le vere performance delle Formula 1, il leader del Mondiale Oscar Piastri si prende la quarta pole stagionale in un minuto, 11 secondi e 546 millesimi, con 209 millesimi di vantaggio sul compagno di squadra Lando Norris. Dietro alle due Frecce d’argento McLaren ci sono la Red Bull di Max Verstappen e la Merceds di George Russell con lo stesso distacco (302 millesimi da Piastri). Terza fila per la Ferrari di Lewis Hamilton (+0.499) e per l’altra Mercedes di Kimi Antonelli (+0.565). In quarta fila un deluso Charles Leclerc con l’altra SF-25 di Maranello e Pierre Gasly con la Alpine.

Quinta fila per Isack Hadjar (Racing Bulls) e per Fernando Alonso con a Aston Martin. La seconda metà dello schieramento si apre con la Williams di Alex Albon (primo eliminato al taglio del Q2), affiancato insesta fila da Gabriel Bortoleto (Sauber). Alle loro spalle Liam Lawson con a Racing Bulls e Lance Stroll con la Aston Martin. Ottava fila per Oliver Bearman (Haas-Ferrari) e per Nico Hulkenberg (Sauber), primo eliminato del Q3. Dalla nona fila al via Esteban Ocon (Haas-Ferrari) e il beniamino di casa (insieme ad Alonso) Carlos Sainz con la Wiliams.

A chiudere la griglia di partenza l’ex rookie-prodigio Franco Colapinto (appiedato dalla sua Alpine all’uscita della corsia box) e Yuki Tsunoda, ormai ennesima vittima sacrificiale di una Red Bull più che mai Verstappen-dipendente. “Sono molto contento, fin qui è stato un buon weekend – ha detto al termine della qualifiche Piastri – abbiamo faticato nel secondo turno di prove libere del venerdì abbiamo trovato il passo. La macchina è stata incredibile, abbiamo fatto un gran lavoro, grazie al team. Un anno fa qui ero andato maluccio. Sono migliorato parecchio nella curva uno, poi in un paio di altri punti, non so se ho fatto meglio ma nella prima parte del giro ho fatto bene tenendo duro nel secondo. Non è stato un giro perfetto ma sono molto contento di partire dalla pole. Sarà una gara molto interessante. C’è tanta strada dal via alla prima curva, servirà una buona partenza.

Devo ringraziare tutto il team per il lavoro fatto”. Guardando alle Ferrari, se Hamilton ha eseguito un Q3 regolare, Leclerc ha scelto di conservare un treno di gomme soft per la gara e di cercare il time attack qualche minuto prima rispetto a tutti gli altri. Una scelta che non ha premiato il monegasco, superato nel finale da Verstappen, Antonelli e lo stesso Hamilton. A spiegare la modesta qualifica della sua Ferrari è lo stesso Leclerc: “Penso che con due set in Q3 sia sempre più facile e probabilmente avrei trovato del tempo in più, anche se non so quanto. Tuttavia mi assumo la piena responsabilità di queste qualifiche. È stata una mia scelta, in Q3 ho scelto di uscire in anticipo quando la squadra mi spingeva a fare il time attack alla fine.

Volevo comunque avere un piano B nel caso in cui in quel giro avessi commesso un errore, quindi la responsabilità è mia. In più, ho fatto tutte queste scelte per avere gomme migliori per il GP. Se domani facessimo una gara pessima, dovrei assumermi la responsabilità di un weekend negativo. Se andasse bene, sarei felice di prendermi il merito di aver spinto la squadra in una direzione, ma solo il tempo ce lo dirà. La settima posizione è un po’ sotto le nostre aspettative anche considerando le scelte che ho fatto, ma è andata così e spero che domani questa scelta dia i frutti, penso che comunque ci dia un grande vantaggio per domani”.

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Calciomercato: Osimhen ore decisive, scade la clausola di Kean

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La finale del Mondiale per club ha definitivamente chiuso la stagione calcistica 2024/2025, ma tante squadre sono già al lavoro per la prossima – o addirittura l’hanno cominciata per quelle europee impegnate nelle eliminatorie delle coppe – tra le mille incertezze e i grattacapi del mercato. In Italia, al centro dell’attenzione c’è sempre il caso OSIMHEN, col giocatore che come atteso non si è presentato a Castel Volturno, dove erano in programma i primi test fisici, e ha mandato un certificato medico. Ma la carta che interessa al Napoli è quella con su scritta l’offerta del Galatasaray, al momento fermo sulla proposta di 70 milioni, cinque in meno di quanto richiesto. Nel frattempo, è fatta per BEUKEMA, i contratti sono alle firme col Bologna, che però non mollerà NDOYE, almeno a quanto ha affermato oggi l’ad, Claudio Fenucci. Per l’attacco interessa sempre LUCCA, ma il giocatore ha anche altri estimatori e la trattativa si complica.

Nessuno avrebbe finora messo sul piatto i 52 milioni della clausola rescissoria per Moise KEAN, che scade domani. L’attaccante ha deciso di non dire sì alle offerte della Saudi League ed è tra i convocati di Pioli, che spera di tenerselo stretto. Il Milan festeggia l’arrivo di un fuoriclasse come Luka MODRIC, che oggi ha firmato, ma i tifosi rossoneri si aspetterebbero ben altro mentre finora i colpi, Ricci a parte, non ci sono stati. Continua la querelle per JASHARI col Bruges e poco altro bolle in pentola. Quella per VLAHOVIC, in uscita dalla Juventus, sembra più una pia illusione che una pista concreta, mentre sembra difficile la trattativa col Real Madrid per arrivare a FRAN GARCIA.

La Juventus sta per cedere Alberto COSTA allo Sporting Lisbona e anche Timothy WEAH sembra destinato a riattraversare presto le Alpi, direzione Marsiglia. DOUGLAS LUIZ e Nico GONZALEZ sono a loro volta in uscita, destinazione Premier e Saudi League, ma non a brevissimo. Tra le new entry della serie A, la Cremonese ha presentato il nuovo tecnico, Davide Nicola, ha rinnovato per un anno il contratto dell’argentino Franco VÁZQUEZ e annunciato di aver preso in prestito dalla Lazio Romano FLORIANI MUSSOLINI, terzino sinistro che ha ben impressionato alla Juve Stabia. All’estero, il Barcellona punta sui giovani, annunciando l’ingaggio della giovane ala destra svedese Roony Bardghji, fino al 30 giugno 2029. E’ il secondo acquisto dei blaugrana in questa sessione dopo il portiere Joan Garcia proveniente dall’Espanyol.

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Osimhen non si presenta a Napoli, per assenza manda un certificato medico

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La prima giornata di raduno a Castel Volturno per le visite mediche del Napoli registra l’assenza di Victor Osimhen. L’attaccante nigeriano, che è in trattativa per la vendita, non ha infatti risposto alla convocazione del Napoli inviando un certificato del medico. Lo fa sapere il club azzurro nella nota sulla prima giornata di visite verso la partenza prevista per giovedì per l’inizio del ritiro a Dimaro. “Comincia ufficialmente – scrive il Napoli sul suo sito web – la stagione dei campioni di Italia. Il primo gruppo di lavoro, composto da Buongiorno, Cajuste, Cheddira, Contini, Folorunsho, Hasa, Lindstrom, Marianucci, Mazzocchi, Obaretin, Sgarbi, Turi, Vergara e Zerbin, si è ritrovato al SSC Napoli Training Center per svolgere i test medici e fisici.

Assente Victor Osimhen, che ha inviato un certificato medico”. Continua intanto la trattativa del Galatasaray con il club azzurro per prendere l’attaccante nigeriano. I documenti presentati dal club turco al Napoli prevedono il pagamento di 40 milioni di euro ora e due rate da 17,5 milioni nelle prossime estati. Secondo la stampa turca, però, il Napoli vorrebbe anche una percentuale su una prossima vendita di Osimhen da parte del Galatasaray. Resta quindi viva la trattativa. Domani intanto sono previste le prime visite e sgambature del resto della rosa azzurra, tra cui anche i nuovi arrivati come de Bruyne e si attende l’arrivo di Sam Beukema e Noa Lang.

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Jannik Sinner re di Wimbledon: trionfo storico, orgoglio italiano e assenza delle istituzioni

Sinner vince Wimbledon ed entra nella leggenda: primo italiano a conquistare il torneo. Orgoglio nazionale, ma nessuna presenza istituzionale a sostenerlo dal vivo.

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Alle 20:24 del 13 luglio 2025, Jannik Sinner entra nella storia del tennis mondiale. Conquista il suo quarto Slam, il primo sui prati dell’All England Club, il più prestigioso. Un trionfo che rende orgogliosa tutta l’Italia, ma che si consuma senza il sostegno visibile di alcun rappresentante delle istituzioni italiane.

Sulla tribuna centrale ci sono il papà Hanspeter, la mamma Siglinde e il fratello, emozionati e fieri. Non c’è, però, alcuna figura dello Stato italiano ad applaudirlo. Nessun ministro, nessun presidente, nessun ambasciatore. Una differenza che si nota ancora di più guardando il box di Carlos Alcaraz, dove il Re di Spagna è presente per onorare il suo campione.

Orgoglio e gratitudine di un campione

«È il sogno dei sogni, quello che fai da bambino e che non pensi mai possa avverarsi», dice Jannik con lo sguardo lucido e il cuore colmo di emozione. Al centro del campo si stringe in un abbraccio con Cahill e Vagnozzi, la sua guida tecnica e umana, a cui dedica il successo: «Devo tutto a voi, grazie».

Poi si volta verso il pubblico, dove riceve il trofeo dalle mani della principessa Kate, e dichiara con semplicità:
«Sono orgoglioso di essere italiano».
Parole semplici, potenti. Di quelle che toccano il cuore di chi sente forte il senso di appartenenza a un Paese, a una storia.

Un successo epocale per il tennis italiano

Sinner diventa il primo italiano della storia a vincere Wimbledon in singolare, 138 anni dopo la prima edizione. Dopo le finali perse da Berrettini e Paolini, dopo i successi in doppio di Errani e Vinci, è finalmente arrivato il giorno della gloria azzurra.

E lo fa battendo Carlos Alcaraz, interrompendo una striscia di cinque sconfitte consecutive contro di lui. Dopo il primo set ceduto, Jannik è rimasto glaciale, lucido, implacabile. Ha chiuso al secondo match point, là dove al Roland Garros ne aveva sprecati tre.

Assenza che pesa

Tutto perfetto? Quasi. Perché in quel momento unico per lo sport italiano, mancava un abbraccio dello Stato. Nessuno ad accompagnare il ragazzo che ha portato il nome dell’Italia in cima a Wimbledon.

Non una delegazione, non un volto delle istituzioni, mentre nella tribuna reale spiccavano il principe William, la principessa Kate e i loro figli, incantati dai riccioli rossi e dal sorriso del campione. Un’assenza che stride, che lascia spazio all’amarezza. Non tanto per Sinner, abituato a far parlare il suo tennis, ma per un Paese che spesso si dimentica dei suoi migliori figli quando salgono sul podio più alto.

La leggenda di Jannik

Sinner è oggi l’icona dello sport italiano, un simbolo di talento, dedizione e pulizia morale. Lo era già da tempo, ma la vittoria a Wimbledon lo consacra tra i grandi della storia:

  • quattro finali Slam consecutive a 23 anni

  • successi a New York, Melbourne, Wimbledon

  • unica sconfitta a Parigi, da cui ha tratto forza

E mentre fuori dal campo ringrazia la famiglia, il team, il fratello e chi gli è stato vicino anche nei momenti duri, come dopo la sconfitta di Parigi, Sinner diventa anche l’uomo che incarna il riscatto sportivo di un Paese.

Adesso tocca all’Italia riconoscere, sostenere e celebrare chi ci fa sognare con il talento e l’orgoglio. Wimbledon ha un nuovo re, si chiama Jannik. E il suo regno è solo all’inizio.


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