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Cronache

Ex orefice massacrato di botte e ucciso. È giallo

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Ha parcheggiato la propria auto, una Mercedes Classe A, in corso Garibaldi a Sanremo, lasciandola in divieto di sosta intorno alle 21 di sabato. Poi e’ tornato nel suo appartamento, al civico 95 della stessa via, un quartiere residenziale di Sanremo, ed e’ qui che lo ha trovato morto stamani la figlia. Si tratta dell’ex gioielliere di Sanremo Luciano Amoretti, 76 anni, massacrato di botte fino a morirne la scorsa notte. Ancora oscuro il movente. Dalle 9 del mattino, la polizia scientifica sta lavorando per raccogliere elementi e ricostruire quando accaduto nelle scorse ore. Gli agenti hanno compiuto un sopralluogo all’interno dell’abitazione, ma anche nel piccolo cortile davanti al portone di ingresso. Solo nel pomeriggio, dopo l’esame esterno compiuto sulla salma da parte del medico legale, il cadavere e’ stato portato all’obitorio dove resta a disposizione dell’autorita’ giudiziaria che disporra’ l’autopsia. Gli inquirenti intanto hanno requisito e stanno visionando i filmati delle telecamere di videosorveglianza della zona. “Intorno alle 21,30 mio marito ha sentito delle voci – racconta una vicina, ancora incredula -. Si sentiva un uomo dire ‘ahi’, ma non pensavamo di certo che fosse un omicidio. E’ durato qualche istante, poi il silenzio”. “Ieri era tranquillo, l’ho incontrato come sempre in un bar davanti al Casino’ di Sanremo, che frequentava spesso – ha detto uno degli amici di Amorelli -. Stamani ho visto la sua auto parcheggiata sul vialetto con i nastri della polizia. Luciano era un uomo buono, prestava i soldi, vendeva oro e orologi, ma non pensavo che qualcuno gli avrebbe mai fatto del male”. L’ex gioielliere era stato arrestato dalla polizia con l’accusa di essere il basista della rapina a mano armata avvenuta nel luglio 2018 ai danni della gioielleria Abate di Sanremo. In passato aveva avuto altri problemi con la giustizia per reati contro il patrimonio, legati soprattutto alla ricettazione di gioielli. Il movente dell’efferato omicidio non e’ ancora chiaro. Sul caso gli inquirenti mantengono il massimo riserbo. Sul luogo dell’omicidio, oltre alla polizia scientifica e alla squadra mobile della Questura di Imperia, e’ giunto il questore Pietro Milone e il sostituto procuratore Francesca Bugane’ Pedretti, che coordina le indagini.

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Cronache

Ucraina: Polonia, favoriremo rimpatrio uomini in età militare

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Varsavia aiuterà Kiev a riportare in Ucraina i suoi uomini in età militare, in seguito alle nuove modifiche alle leggi sui passaporti e sul servizio consolare per gli uomini ucraini che vivono all’estero: lo ha detto il ministro della Difesa polacco Wladyslaw Kosiniak-Kamysz. “Penso che molti polacchi siano indignati vedendo giovani ucraini negli alberghi e nei caffè, sentendo quanti sforzi dobbiamo fare per aiutare” Kiev, ha detto ieri Kosiniak-Kamysz ai media di polacchi. Il ministro ha sottolineato anche che Varsavia si era già offerta di aiutare l’Ucraina a identificare i rifugiati che vivono in Polonia e che sono sotto obbligo militare. La Polonia ospita circa un milione di ucraini fuggiti dalla guerra totale della Russia. Il ministro degli Esteri ucraino Dmytro Kuleba ha dichiarato che le nuove misure di Kiev intendono “ripristinare atteggiamenti equi nei confronti degli uomini in età di leva in Ucraina e all’estero”.

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Cronache

Ticket Venezia: 80mila prenotati oggi, uno su 10 non paga

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Nel primo giorno di sperimentazione del ticket d’ingresso a Venezia sono oltre 80mila le persone che hanno registrato la loro presenza in città oggi, 25 aprile. Solo 7mila però, uno su dieci, secondo i dati aggiornati a ieri pomeriggio’, hanno pagato il voucher di 5 euro per accedere al centro storico. Tutti gli altri accessi sono di persone esenti alla tassa (cittadini veneti, i lavoratori, gli studenti e altre categorie), tenuti a registrarsi sulla piattaforma on line ma non a pagare. Tra questi, 30.300 sono gli ospiti delle strutture ricettive, 9.450 sono i veneti, potenziali vacanzieri ‘di giornata’.

 

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Cronache

Choc a Nola: marito violento, giovane ‘liberata’ dai carabinieri grazie all’intervento della suocera

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Dopo anni di soprusi e maltrattamenti, la storia di terrore vissuta da una giovane donna di Nola ha finalmente trovato un epilogo in tribunale. Un giovane di 21 anni, con un passato turbolento segnato da dipendenza da droga e violenze, è stato arrestato e accusato di sequestro di persona, maltrattamenti e lesioni personali aggravate. Le aggressioni brutali, compresa una tentata strangolazione e attacchi pericolosi anche ai passanti nel centro antico di Nola, finiranno con il suo arresto.

La Procura di Nola, con l’ausilio dei carabinieri, ha condotto un’indagine lampo che ha portato alla luce gli abusi subiti dalla donna per anni. La vittima, che aveva sopportato in silenzio gli attacchi del compagno, ha trovato la forza di parlare solo dopo l’intervento della madre dell’aggressore, che l’ha convinta a cercare aiuto e cure mediche.

Durante l’ultima aggressione, la donna ha subito gravi danni all’orecchio e all’occhio, oltre a numerose altre ferite. In ospedale, il personale ha allertato le autorità, innescando una serie di eventi che hanno portato all’arresto del giovane. Nonostante il profondo legame affettivo che la legava al suo aguzzino, il quale chiudeva la porta di casa a chiave per impedirle di scappare, la donna ha finalmente deciso di rompere il silenzio.

Il Gip del Tribunale di Nola, Teresa Valentino, ha accolto la richiesta di custodia cautelare in carcere presentata dalla Procura, segnando un decisivo punto di svolta nel caso. La giovane donna ha espresso il desiderio di vedere giustizia fatta: «Chiedo che venga punito per quello che mi ha fatto», ha dichiarato, evidenziando il lungo calvario e la paura che ha vissuto, temendo anche per la sicurezza della sua famiglia.

Questa vicenda sottolinea la tragica realtà della violenza domestica e l’importanza di supportare le vittime nel trovare la forza di parlare e denunciare i loro aggressori. L’arresto del giovane non solo mette fine a un ciclo di violenza, ma serve anche come monito sulle conseguenze legali che attendono coloro che sceglieranno di perpetrare tali crimini.

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