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Europa League, la Lazio perde pezzi: Siviglia passa all’Olimpico

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Che il Siviglia sarebbe stata una parete ripida da scalare si sapeva fin dal giorno del sorteggio. Ma per questa Lazio, priva di Immobile e Milinkovic fin dall’avvio e orfana anche di Luis Alberto sul finire del primo tempo, si e’ rivelata impresa al limite dell’impossibile. Gli andalusi, che pure non stanno vivendo uno dei momenti migliori della loro stagione, all’Olimpico hanno dimostrato solidita’ di schemi, esperienza e piedi sufficientemente buoni da mettere in imbarazzo anche avversari ben altrimenti attrezzati. La squadra di Pablo Machin ha messo una bella ipoteca sul passaggio agli ottavi di Europa League, anche se nel ritorno di mercoledi’ 20 gli manchera’ Ever Banega, diffidato ed ammonito. Unico rammarico per gli ospiti, aver solo sfiorato il 2-0, che avrebbe dato la quasi certezza al passaggio del turno. Il primo obiettivo di mister Inzaghi era non subire reti casalinghe e, nonostante la partenza a testa bassa del Siviglia, per 21 minuti la retroguardia della Lazio ha retto, salvandosi dalle sbandate di Bastos, sballottato sul settore destro da avversari che lo investivano da ogni parte.

Ma al 22′, sulla linea Escudero-Sarabia la palla e’ arrivata a Ben Yedder che non ha sbagliato. Siviglia in vantaggio e pronto a ricominciare il suo gioco. Apparentemente lento, ma con improvvise accelerazioni che hanno fatto spesso breccia. Appena quattro minuti dopo la Lazio potrebbe pareggiare ma il tiro fiacco di Marusic viene smorzato da Vaclik quel tanto che basta a Kjaer per respingere il pallone sulla linea. Lucas Leiva, Parolo, Lulic: ottimi giocatori, ma non piu’ nel fiore degli anni e spremuti dalla mancanza di sostituti. Dopo l’intervallo Parolo, caduto male dopo 2′ di partita, nemmeno rientra in campo. Al suo posto c’e’ Cataldi. E non e’ finita qui: 11′, si fa male anche Bastos. Spazio a Luiz Felipe. Eppure, nonostante gli acciacchi, la Lazio non si da’ per vinta. Non e’ certo l’impegno che manca ai ragazzi di Inzaghi. Ci provano Caicedo, Leiva con un gran rasoterra da fuori area, ma entrambi i tiri sfilano a lato dei pali di poco. E’ pero’ il Siviglia ad andare piu’ volte vicino al raddoppio, sprecando diversi contropiede. Al 21′, sul gran tiro di Banega, Strakosha e’ battuto, ma c’e’ Acerbi a respingere la palla, a mezzo metro della linea. Per il difensore ancora un’ottima prestazione. Finisce con l’1-0 per gli spagnoli, e la Lazio in piena emergenza infortuni.

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Real, City e Psg: in America calcio a tinte europee

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La mano tesa all’America, l’occhio strizzato al mondo arabo, ma sulle favorite nessun dubbio: le candidate a vincere il nuovo mondiale per club sono tutte europee. E’ stato lo stesso Gianni Infantino, ideatore e promoter della competizione allargata a 32 squadre al via dal prossimo 15 giugno negli States, a indicare la rosa delle big. “Sono ovviamente favorite il Real Madrid, i tedeschi del Bayern Monaco e i francesi del PSG. Sono club grandi, delle multinazionali, hanno giocatori che provengono da tutti i Paesi”. In prima linea ora più che mai proprio il Psg di Luis Enrique: una stagione trionfale quella dei parigini con il triplete messo a segno, prima il titolo di Francia con diverse giornate d’anticipo e poi la Champions conquistata a Monaco da dominatori, con la manita rifilata all’Inter e Gigio Donnarumma a sollevare il più ambito dei trofei continentali.

Ruolo da favorito anche per il Real che arriva all’appuntamento con la rivoluzione in panchina: dopo una stagione ‘fallimentare’ (ma solo perché si parla del Real) e l’addio di Carlo Ancelotti, sarà Xabi Alonso l’uomo nuovo a guidare le merengues verso ambiti traguardi. Qualificati grazie al ranking, per i piazzamenti in Champions negli ultimi anni, i tedeschi del Bayern restano sempre una squadra da battere: vincitori del 34/o titolo in Bundesliga i bavaresi guidati da Kompany sono di diritto tra i favoriti al titolo. Così come il Manchester City che, nonostante una stagione-flop, forte dei successi in Champions è entrata tra le 12 europee: Pep Guardiola negli Usa cercherà il riscatto mostrandosi la nobile di sempre.

Nella top five gli scommettitori inserivano anche l’Inter: ma certo la grande delusione della finale di Champions non potrà non avere ripercussioni su una squadra che sognava il triplete e ha portato a casa zero titoli. Lo scudetto sfumato, la Coppa Italia pure e il sogno Champions diventato incubo in 90 minuti di non gioco nella città bavarese. Quanto basta per far vacillare le certezze nerazzurre e quelle del nuovo allenatore Cristian Chivu subentrato a Simone Inzaghi volato in Arabia. L’altra italiana, la Juventus, si presenta invece da outsider, ma con la voglia di mostrarsi da big sulla scena internazionale. Vlahovic e compagni alla campagna americana sembrano tenere, considerando che i titoli scarseggiano da un po’: in panchina ci sarà Igor Tudor, nessuno scossone perché il nuovo dg Comolli ha confermato il tecnico anche per la prossima stagione.

Nobile un po’ decaduta, il Chelsea che parla italiano; con Enzo Maresca in panchina i londinesi hanno appena alzato la Conference League e senza troppe pressioni cercano altre vetrine. Analizzando nel dettaglio le quote scommesse le due realmente in corsa per la coppa sono comunque Real e City. Completa il podio virtuale il PSG, subito dietro il Bayern, con Chelsea e Inter dirette inseguitrici. Qualche chance viene affidata anche all’Atletico Madrid di Simeone, mentre c’è un bel gap con tutte le altre comprese Juventus e Borussia Dortmund. City e Real, in quanto teste di serie, sono state inserite in due ‘rami’ differenti del sorteggio; lo stesso criterio è stato applicato anche alle due teste di serie della CONMEBOL, Flamengo e Palmeiras così come alle altre terze e quarte teste di serie europee e sudamericane (PSG, Bayern, River Plate e Fluminense).

La struttura del sorteggio, quindi, spiega perché Manchester City e Real Madrid siano considerate nettamente le due favorite per la vittoria finale. Inoltre, anche gli spagnoli sono stati inseriti in un girone (Gruppo H) tutt’altro che insormontabile, completato da Al Hilal, Pachuca e Salisburgo. In altre parole, vincendo i rispettivi gironi, Citizens e Merengues potrebbero ritrovarsi in semifinale; di contro, quella che secondo i bookmaker sarebbe una sorta di finale anticipata, potrebbe concretizzarsi molto prima. In linea puramente teorica, Real Madrid – Manchester City potrebbe giocarsi già agli ottavi di finale; ciò sarebbe possibile solo se una delle due chiudesse il girone al secondo posto e l’altra vincesse il proprio raggruppamento.

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Mondiale per club grandi firme: Messi, Kane, Mbappè e altri

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Da MBAPPÈ a DEMBELÈ, da SERGIO RAMOS a OLIVIER GIROUD. Stelle consacrate e assi al crepuscolo. E’ ampio e di pregio il panorama dei campioni che daranno lustro all’ultima lucrosa creatura della Fifa, il primo mondiale per club (con montepremi di due miliardi), aperto a 32 squadre di 20 paesi di tutti i continenti che battaglieranno in 9 stadi Usa dal 15 giugno al 13 luglio. Il presidente Infantino ha provato invano ad ‘accasare’ Cristiano RONALDO (che si è consolato vincendo la Nations League col Portogallo) per ricreare la storica rivalità con Leo MESSI, presente con l’Inter Miami. La Pulce è uno dei 24 campioni del mondo delle ultime quattro edizioni che saranno ai nastri di partenza.

Sarà un parterre de roi senza precedenti perché, accanto ai protagonisti della Champions, ci saranno anche tanti assi a fine carriera che racimolano ingaggi ingenti in Nord-Sud America e nei rampanti campionati arabi.

  • – Girone A: il Porto, pur nella sua annata più modesta, può schierare il portiere DIOGO COSTA, protagonista del mondiale, e la stellina 18/enne Rodrigo MORA, pronto a spiccar il volo. Volo già spiccato, per il Palmeiras, dal 17/enne esterno ESTEVAO, atteso in Premier dal Chelsea che lo ha pagato 60 mln. Oltre a Messi l’Inter Miami schiera alcuni suoi scudieri del Barca: il Pistolero SUAREZ (38 anni), BUSQUETS (37) e JORDI ALBA (36).
  • – Girone B: dopo il trionfo in Champions passerella per il Psg di Luis Enrique.  C’è l’imbarazzo della scelta per decifrare i più attesi: il possibile Pallone d’Oro DEMBELÈ, gli esperti MARQUINOS, HAKIMI, DONNARUMMA E KVARA, i giovani DOUÈ e JOAO NEVES.  L’Atletico Madrid risponde col Piccolo Principe GRIEZMANN, il potente SORLOTH, il talentuoso JULIAN ALVAREZ.
  • – Girone C: il Bayern recupera da infortunio il geniale MUSIALA, si attende i gol dallo specialista KANE, a dare una robusta mano ci saranno i concreti KIMMICH e OLISE, l’effervescente SANÈ mentre sarà l’ultima passerella per THOMAS MUELLER (36 anni) e NEUER (39). Il Benfica conta sul trequartista turco KOFKU e sul veterano OTAMENDI (37). Un’altra vecchia gloria la schiererà il Boca Juniors, l’ex napoletano CAVANI (38).
  • – Girone D: l’ambizioso Chelsea di Maresca vuole svettare con l’esterno CUCURELLA, i costosi centrocampisti CAICEDO e ENZO FERNANDEZ e l’attaccante Cole PALMER. Nel Flamengo hanno trovato casa gli ex juventini 34/enni ALEX SANDRO e DANILO mentre nel Los Angeles sverna felice la vecchia volpe Olivier GIROUD, 39 anni.
  • – Girone E: reclutato all’ultimo momento dopo il no di Fabregas, Christian Chivu guiderà un’Inter depressa che proverà a ripartire con la regia di CALHANOGLU e i gol DI LAUTARO e DUMFRIES. Nel Monterrey spende gli ultimi spiccioli di una carriera leggendaria il 39/enne Sergio RAMOS.
  • – Girone F: compito facile per il Dortmund che vuole vincere il girone avvalendosi del talento di BRANDT e SABITZER, dei gol di GUIRASSY e ADEYEMI. Desta curiosità la presenza nelle file del Fluminense di un altro glorioso veterano, il 40/enne ex milanista e Psg Thiago SILVA.
  • – Girone G: dopo un anno modesto Pep Guardiola chiama a raccolta la sua ciurma di campioni. RODRI è tornato, dopo il lungo infortunio, a fare reparto col talento di Bernardo SILVA, FODEN e GREALISH, in difesa svetta GVARDIOL, i gol li segna sempre HAALAND. Spera di esserci anche REIJNDERS, appena approdato al City dal Milan. La Juve di Tudor cerca di riprendere quota con le invenzioni di YILDIZ e Nico GONZALEZ, mentre cercano riscatto DOUGLAS LUIS e KOOPMEINERS.
  • – Girone H: Ancelotti è volato in Brasile e il Real Madrid ritrova il suo vecchia bandiera XABI ALONSO che dovrà formare un mosaico affidabile con i pezzi da 90 MBAPPÈ, VINICIUS JR e BELLINGHAM.

A dargli una mano saranno i nuovi acquisti ALEXANDER-ARNOLD e l’ex juventino HUIJSEN, approdato per 60 mln. Il più pagato allenatore del mondo, Simone Inzaghi (25 mln l’anno), esordirà con l’Al-Hilal dopo il divorzio dall’Inter. Nelle file arabe troverà il suo ex MILINKOVIC-SAVIC, il serbo MITROVIC, i talentuosi RUBEN NEVES e MARCOS LEONARDO, l’ex interista e juventino JOAO CANCELO e l’ex napoletano KOULIBALY. In mezzo a tutti questi campioni cercherà di ritagliarsi uno spazio anche l’emergente 21/enne attaccante ivoriano del Salisburgo KONATE.

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De Bruyne inizia l’avventura al Napoli, città già lo ama

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L’attesa è stata lunga, ma “sono qui”. E’ così che Kevin De Bruyne ha annunciato oggi sui social la sua firma con il Napoli dopo dieci anni di successi top al Manchester City. Il 34enne fantasista belga ha firmato un biennale con opzione per il terzo anno, stringendo il patto con il Napoli a casa di Aurelio De Laurentiis: il pranzo insieme e il contratto suggellano la nuova strada per il campione che il 28 giugno compirà 34 anni e ha scelto una conclusione partenopea della carriera. De Bruyne conosce il territorio, si sposò a Sorrento nel 2017, Napoli gli è stata molto consigliata da Lukaku e Mertens, belgi e amici di nazionale.

Il fantasista ha chiuso a scadenza di contratto il suo ciclo nel Manchester City, che lo ha salutato dopo dieci anni con le parole di Guardiola: “Kevin è stato uno dei migliori giocatori di sempre in Inghilterra, uno dei centrocampisti più forti della Premier e sicuramente del Manchester City”. Ora lo aspetta Antonio Conte, che sta costruendo una squadra di giovani ma vuole partire da un giocatore di esperienza che affianchi Lukaku. Se quest’ultimo a Napoli è arrivato a superare i 400 gol fatti in carriera, De Bruyne arriva con numeri ugualmente impressionanti: nei 20 anni al Manchester City ha segnato 108 gol portando il totale in carriera a 155 reti. Il suo obiettivo in campo lo spiegò anni fa: “Creare opportunità da gol per i miei compagni è il mio lavoro”, disse.

“Ha scelto Napoli – ha spiegato il padre, Herwing De Bruyne, che lo ha accompagnato – perché è più interessato al lato sportivo, al poter giocare ad alti livelli”, spiegando perché i no ad alte offerte economiche dall’Arabia Saudita e dagli Usa. De Bruyne è arrivato stamattina a Roma, un centinaio di tifosi lo attendevano all’esterno di Villa Stuart, cantando “Kevin, Kevin” e fotografandolo. Poi dopo le visite mediche è andato a casa di De Laurentiis dove ha pranzato e firmato il contratto con il patron che lo ha fortemente voluto, modificando anche le clausole del contratto che di solito prevedono il 100% dei guadagni pubblicitari del giocatore finire nelle casse del Napoli.

La firma è stata annunciata dal patron azzurro con un “Benvenuto Kevin” sulla foto dei due che si danno la mano, mentre il sito del Napoli pubblicava un ritratto di De Bruyne con la corona davanti al panorama del Golfo, chiamandolo Re Kev. Contemporaneamente è partita anche la vendita di magliette dedicate al campione dal sito del Napoli, perché l’attesa di vederlo in campo è forte, ma nel calcio di oggi si vince anche facendo subito cassa. Ora le vacanze e poi Conte che lo aspetta a Dimaro da metà luglio.

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