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Europa League: flop del Milan, l’Olympiacos fa impresa e va avanti

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Occasioni sciupate in attacco, un grave errore di distrazione in difesa e la rabbia per un rigore quanto meno discutibile. C’e’ un po’ tutto questo nella sconfitta per 3-1 contro l’Olympiacos che costa al Milan una pesante eliminazione dall’Europa League, e regala un successo con il sapore di un’impresa ai greci, che invece sono qualificati ai sedicesimi alle spalle del Betis. Una serata scioccante per la squadra di Gattuso, che fallisce cosi’ il suo primo obiettivo stagionale, sprecando l’enorme vantaggio di poter anche perdere ma non con due gol di scarto, tradito dai suoi attaccanti Cutrone e Higuain. In attesa delle sanzioni della Uefa, e’ pesante la sentenza che esclude la squadra dalla coppa sul campo, in un girone certo non di ferro. Non poteva esserci debutto europeo peggiore per il nuovo ad rossonero Gazidis, che nella voglia dello stadio Karaiskakis ha visto la squadra farsi sorprendere all’inizio dall’aggressivita’ dell’Olympiacos, poi creare occasioni a ripetizione senza mai concretizzare, e al 15′ del secondo tempo commettere una imperdonabile distrazione collettiva su un calcio d’angolo: gli avversari battono corto, le marcature sono allentate e Cisse di testa infila in rete il pallone respinto da Higuain. Il Milan accusa il colpo e dopo nove minuti una botta di destro di Guilherme viene deviata da Zapata con una parabola imprendibile per Reina. Il difensore colombiano si riscatta subito dopo segnando un po’ di testa e un po’ di coscia il gol che varrebbe la qualificazione, ma il Milan e’ gelato al 35′ dal rigore fischiato da Bastien per una trattenuta non particolarmente evidente di Abate su Torosidis, appena entrato: dal dischetto Fortounis spiazza Reina e condanna i rossoneri all’eliminazione dopo altri 10′ di assedio infruttuosi, con i raccattapalle che spediscono palloni in campo per perdere tempo e il pubblico che invade il campo al fischio finale. Si conferma la maledizione per il Milan, che in Grecia ha vinto tre finali ma mai una partita di coppe europee contro squadre locali. Questa volta la sconfitta e’ pesante. E’ una trasferta da dimenticare per i 400 tifosi milanisti (almeno fino alla partita non si sono registrati i temuti scontri con gli ultra’ greci), incluso il vicepremier Matteo Salvini. “Preoccupato anche stasera per il Milan? No almeno questa sera speriamo di no, dai”, ha sorriso arrivando allo stadio il ministro dell’Interno. E invece la preoccupazione e’ arrivata a meta’ ripresa e poi ha lasciato spazio a rabbia e delusione. Al di la’ del dubbio rigore, si e’ sentita la mancanza di Suso (in tribuna per fastidi muscolari) e al suo posto ha fatto male Castillejo, almeno quanto Calhanoglu. La scarsa verve delle ali rossonere, unita alla mira appannata di Higuain e Cutrone, hanno permesso all’Olympiacos di restare in partita, approfittando poi delle incertezze della difesa rossonera.

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Lobotka ko: trauma alla caviglia destra per il centrocampista del Napoli

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Stanislav Lobotka ha riportato un trauma contusivo-distorsivo alla caviglia destra. Lo ha reso noto il Napoli con un comunicato ufficiale pubblicato sul proprio sito. Il centrocampista slovacco si è sottoposto ad esami strumentali presso il Pineta Grande Hospital, che hanno confermato l’entità dell’infortunio.

Inizio immediato delle terapie riabilitative

Il club ha specificato che Lobotka ha già iniziato le cure riabilitative. Al momento non sono stati indicati i tempi di recupero, ma si tratterà presumibilmente di una valutazione giorno per giorno in base all’evoluzione clinica dell’infortunio.

Un’assenza pesante per il Napoli

Lobotka rappresenta una pedina fondamentale nello scacchiere azzurro: la sua assenza rischia di complicare la gestione del centrocampo nelle ultime partite della stagione. Lo staff medico del Napoli è al lavoro per consentirgli un rientro il più rapido possibile.

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Fiducia Napoli, due vittorie per lo sprint finale

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Serenità, calma, fiducia, ottimismo. Tutte le possibili varianti lessicali sono all’ordine del giorno in casa Napoli dopo la mezza delusione del pareggio con il Genoa che ha fatto ridurre il vantaggio della capolista sull’Inter a un solo punto. A rasserenare l’ambiente ha contribuito anche l’affettuosa vicinanza di tutta la squadra, dello staff tecnico, di quello medico e dei dirigenti a Romelu Lukaku, che compie 32 anni. Antonio Conte sta preparando con la consueta meticolosità la sfida che nella penultima di campionato vedrà impegnati domenica sera gli azzurri al Tardini contro il Parma. Il tecnico, subito dopo la parziale battuta d’arresto con il Genoa, aveva già chiaramente fatto riferimento alla possibilità per la sua squadra di essere da sola artefice delle proprie fortune.

Con due vittorie su Parma e Cagliari, infatti, il Napoli non potrebbe più essere raggiunto dall’Inter e sarebbe Campione d’Italia. E, a quanto pare, la squadra azzurra al Tardini potrà essere accompagnata dai propri tifosi. L’Osservatorio Nazionale sulle Manifestazioni Sportive, secondo indiscrezioni non ancora confermate, dovrebbe infatti dare il via libera per la trasferta dei tifosi azzurri residenti in Campania. Il Parma Calcio è in attesa del provvedimento per mettere nelle prossime ore a disposizione dei sostenitori del Napoli 3.500 biglietti per il settore ospiti, riservati esclusivamente a chi è in possesso della Fidelity Card del Napoli, lo strumento che garantisce l’identificazione e la tracciabilità degli spettatori in occasione delle trasferte.

Dopo la ricaduta subita in occasione della sfida al Genoa, Lobotka si è sottoposto oggi presso il Pineta Grande Hospital di Castel Volturno a esami strumentali che hanno evidenziato un trauma contusivo distorsivo alla caviglia destra. Lo slovacco era stato costretto a lasciare il campo durante la gara con il Genoa per il riacutizzarsi del dolore. Lobotka ha già cominciato l’iter riabilitativo. Il Calcio Napoli ha infine diffuso una nota per smentire che Lele Oriali abbia mai pronunciato una frase sul futuro di Antonio Conte (“Questa volta non posso andare dove va lui”), attribuitagli da un quotidiano in riferimento a un ipotetico trasferimento di Conte alla Juventus a fine stagione. “Il signor Oriali non ha mai detto quella frase” che secondo il quotidiano il dirigente del Napoli avrebbe pronunciato a Coverciano parlando con amici milanesi.

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Dallo choc al sogno: il Napoli ci crede

Il Napoli è sorprendentemente primo in Serie A a due giornate dalla fine. Dopo una stagione disastrosa, Antonio Conte ha ribaltato tutto. Il racconto di un’impresa.

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Mancano due partite alla fine del campionato di calcio di Serie A e il Napoli è primo, un punto sopra l’Inter di Inzaghi che è in finale di Champions League.
Un risultato insperato e insperabile solo pochi mesi fa. Dopo l’anno orribile che ha visto tre allenatori alternarsi sulla panchina azzurra, con risultati a dir poco indecenti, e giocatori smarriti e confusi. Un anno che ha visto andar via Kim, Lozano, Elmas e anche Osimhen, che pure figurava in organico. E anche qualche altro calciatore.
Risultato? Un decimo posto senza storia e una squadra depressa, con il morale sotto i piedi. E con qualche altra defezione annunciata.

Antonio Conte

IL CAMBIO DI ROTTA CON ANTONIO CONTE

Poi è arrivato Antonio Conte. Ha bloccato la partenza del Capitano Di Lorenzo e il campionato ha avuto inizio.
Lo confesso: non ero una grande ammiratrice del Mister, non tanto per i tanti anni alla Juventus quanto per i troppi campionati giocati con il 3-5-2, un modulo che non mi piace.
Dai tempi di Benitez, l’allenatore che ha cambiato la filosofia di gioco del Napoli e lo ha reso internazionale, preferisco la difesa a quattro. Ma Conte è un vincente. Professionalità, sacrificio, tanto duro lavoro anche sulla testa dei giocatori.

DA VERONA AL RILANCIO

Intanto è andato via Rui, poi alcuni giovani talenti che non riuscivano ad esprimersi. E il Napoli, dopo la brutta partita di avvio persa a Verona, grazie a Conte ha fatto “reset” ed è ripartito.

Contando sui nuovi arrivati – calciatori bravi come Lukaku, Neres, McTominay – e su quelli che c’erano: Di Lorenzo, Lobotka, Politano…, Kvaratskhelia.
Ecco, Kvara: quando arrivò al Napoli era un giovanotto georgiano di belle speranze, che si era subito messo in luce nel Napoli dello scudetto, aveva galleggiato in quello del disastro e alternava sprazzi di luce a coni d’ombra in questo campionato. In realtà voleva solo essere venduto e andare al PSG.

UN GRUPPO RITROVATO, NONOSTANTE LE VOCI

Un antefatto lungo per dire che la bella campagna acquisti del presidente, la bravura del tecnico e del suo staff – in primis Lele Oriali, che ha svolto un ruolo fondamentale di cerniera fra tecnico e società, ascoltando i ragazzi, gioendo e soffrendo con loro – hanno prodotto il risultato eccezionale che è sotto gli occhi di tutti.
E per questo, adesso, la squadra non merita le bordate di fuoco amico che continuano a dire che Conte se ne va, che non va d’accordo con De Laurentiis, che questo o quel calciatore cambieranno squadra… e lo ripetono sotto varie forme in modo ossessivo, soprattutto nella fogna – o gogna – del web.

LEZIONI DAL PASSATO, SPERANZE PER IL FUTURO

Nel 2023 il Napoli aveva così tanti punti di vantaggio che la città si organizzava giorno dopo giorno per la grande festa, ma poi la gioia per il terzo tricolore fu offuscata dalla partenza dell’allenatore, dalle tensioni… Ero a Udine e, dopo la partita, invece di mostrarci la sua felicità, Spalletti sembrava un uomo che avesse passato un guaio.
Così tutti noi a tormentarci su chi sarebbe venuto, che cosa era successo, eccetera… invece di goderci uno scudetto strameritato.
Come si dice a Napoli, ci siamo “intossicati”.

Ma ora basta con questo giochino: quello che accadrà dopo il campionato si vedrà. Guardiamo con serenità le ultime due partite e festeggiamo comunque.
Torniamo in Champions, di sicuro.
E poi… chissà. Le gioie non attese sono quelle più grandi.

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