La proposta di Trump: duecentomila uomini lungo la linea di contatto
Duecentomila soldati sotto le bandiere dei principali Paesi europei, schierati lungo la linea di contatto tra Russia e Ucraina. È questa l’ambiziosa proposta del team di politica estera di Donald Trump, che si prepara a tornare alla Casa Bianca con un piano per congelare rapidamente il conflitto in Ucraina. Tuttavia, il piano dipenderà dal cessate-il-fuoco, dalla disponibilità di Mosca e Kiev e soprattutto dalla capacità degli alleati europei di sostenere un contingente così imponente.
Gli obiettivi americani: tregua rapida per concentrarsi sulla Cina
Secondo gli emissari di Kiev, Trump ha fretta di chiudere il dossier ucraino per concentrare gli sforzi degli Stati Uniti sull’Indo-Pacifico e sul contenimento della Cina. La strategia americana è chiara: ottenere una tregua “rapida e sporca” (quick and dirty), rinviando a un momento successivo le complesse questioni politiche e territoriali.
Tuttavia, il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha espresso preoccupazione: congelare il conflitto senza garanzie di sicurezza significative lascerebbe l’Ucraina vulnerabile a futuri attacchi russi, come già accaduto dopo gli accordi di Minsk e il Memorandum di Budapest.
Il peso della sicurezza sugli europei
Con gli Stati Uniti che evitano di impegnarsi direttamente e l’adesione dell’Ucraina alla NATO sempre più lontana, spetta ora all’Unione Europea assumersi il ruolo di garante della sicurezza. Parigi e Londra stanno già valutando l’ipotesi di inviare un contingente europeo. Tuttavia, il Cremlino difficilmente accetterebbe una forza sotto l’ombrello NATO, il che complica ulteriormente le discussioni.
Un contingente europeo all’altezza della sfida?
La proposta del team di Trump prevede duecentomila uomini per presidiare una linea di contatto di circa duemila chilometri, da Chernhiv a Kherson. Questo numero rappresenterebbe circa la metà delle forze disponibili degli eserciti europei, con costi enormi. Non sorprende quindi che ambienti vicini al presidente francese Emmanuel Macron ipotizzino un contingente molto più ridotto: ventimila uomini, insufficienti per garantire un reale controllo del territorio.
Gli ucraini si dicono pronti a integrare le forze europee con i propri soldati, ma resta da capire se Mosca accetterà questa soluzione. Inoltre, le minacce americane di fornire a Kiev missili Tomahawk per colpire obiettivi in Russia potrebbero complicare ulteriormente le trattative.
Un conflitto che resta “sporco”
Tra il “quick” e il “dirty”, al momento sembra prevalere il secondo. La guerra sporca in Ucraina continua a essere l’unica missione che conta per il Cremlino, mentre l’Europa si trova a dover affrontare la sfida di una missione di pace che potrebbe ridefinire i suoi equilibri politici e militari.