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Erdogan: il mondo riconosca Cipro nord

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Il presidente turco Recep Tayyip Erdogan ha chiesto il riconoscimento internazionale per la parte turca di Cipro, la zona settentrionale dell’isola e ritenuta una repubblica sovrana soltanto da Ankara. “Tutti i Paesi sono stati invitati a riconoscere l’indipendenza della Repubblica turca di Cipro del nord”, si legge in un comunicato dopo una riunione del Consiglio di sicurezza nazionale presieduto dallo stesso Erdogan. Il riconoscimento di una repubblica nella parte settentrionale di Cipro e’ sempre stato promosso fermamente dalla Turchia – unico Paese con il quale la zona settentrionale dell’isola puo’ commerciare e avere collegamenti diretti – ma solo recentemente Ankara ha scelto di porre la questione come una richiesta ufficiale. Inviti al riconoscimento erano stati lanciati dalla Turchia gia’ lo scorso anno, soprattutto in seguito all’elezione nel 2020 del presidente turco cipriota Ersin Tatar, fedelissimo di Erdogan e sostenitore di una soluzione a due stati per l’isola, divisa dal 1974 dopo l’invasione militare turca e dove sono ancora schierate forze delle Nazioni Unite nella piu’ antica missione di peace keeping dell’Onu. Un appello per il riconoscimento era stato ufficialmente lanciato gia’ la scorsa settimana ai Paesi dell’Organizzazione per la Cooperazione islamica dall’amministrazione turco cipriota. E la situazione potrebbe essere destinata ad alzare le tensioni con Atene, storicamente legata alla Repubblica di Cipro (greco-cipriota), contro cui Ankara si e’ schierata durante l’estate accusando la Grecia di presunte violazioni dello spazio aereo turco e rilanciando dispute riguardo alle isole greche nel mare Egeo vicine alla Turchia. Erdogan lancia ora questa richiesta su Cipro nord nel contesto di un riconoscimento internazionale che e’ riuscito a raccogliere negli ultimi mesi per il ruolo di mediatore che gioca la Turchia nel conflitto tra Ucraina e Russia. E lo fa strizzando l’occhio al presidente russo Vladimir Putin. Solo pochi giorni fa, il presidente turco aveva affermato che sarebbe stato lieto di vedere l’avvio di “voli diretti dalla Russia” alla parte settentrionale di Cipro, per potere creare un “balzo nell’economia”.

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Parigi, arrestato l’uomo che minacciava di farsi saltare nel consolato dell’Iran: era disarmato

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È stato arrestato l’uomo che si era asserragliato nel consolato dell’Iran a Parigi: aveva minacciato di farsi saltare per aria ma quando è uscito dallo stabile, perquisito, non aveva nessun esplosivo addosso: l’uomo però era già stato indagato per un incendio nei locali del consolato nel 2023.  L’uomo,  61 anni, aveva giustificato il gesto spiegando che voleva sostenere il movimento di protesta in Iran nato  dopo la morte di una ragazza arrestata dalla polizia perché non portava bene il velo. Per quell’episodio venne condannato a otto mesi con la condizionale, oltre ad essere colpito da un divieto di recarsi nel 16esimo arrondissement di Parigi, proprio dove si trova il consolato iraniano.

Sul posto la polizia ha inviato unità di intervento rapido ed ha istituito un perimetro di sicurezza in diverse strade intorno a Place du Trocadero, dove si trova il consolato iraniano, un luogo affollato che è proprio di fronte alla Torre Eiffel. Il consolato iraniano a Parigi non è mai molto affollato e vengono rilasciati pochi visti, a causa della freddezza tra i due paesi.

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L’Australia esorta i suoi cittadini a lasciare Israele

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Il governo australiano ha esortato i suoi cittadini in Israele a “andarsene, se è sicuro farlo”. “C’è una forte minaccia di rappresaglie militari e attacchi terroristici contro Israele e gli interessi israeliani in tutta la regione. La situazione della sicurezza potrebbe deteriorarsi rapidamente. Esortiamo gli australiani in Israele o nei Territori palestinesi occupati a partire, se è sicuro farlo”, secondo un post su X che pubblica gli avvisi del dipartimento degli affari esteri e del commercio del governo australiano.

Il dipartimento ha avvertito che “gli attacchi militari potrebbero comportare chiusure dello spazio aereo, cancellazioni e deviazioni di voli e altre interruzioni del viaggio”. In particolare è preoccupato che l’aeroporto internazionale Ben Gurion di Tel Aviv “possa sospendere le operazioni a causa di accresciute preoccupazioni per la sicurezza in qualsiasi momento e con breve preavviso”.

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Ian Bremmer: l’attacco di Israele è una sorta di de-escalation

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C’è chi legge una escalation e chi invece pensa che sia una de escalation questo attacco israeliano contro l’Iran. “È un allentamento dell’escalation. Dovevano fare qualcosa ma l’azione è limitata rispetto all’attacco su Damasco che ha fatto precipitare la crisi”. Lo scrive su X Ian Bremmer, analista fondatore di Eurasia Group, società di consulenza sui rischi geopolitici.

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