Un’equipe mista composta da chirurghi, anestesisti e infermieri del Santobono e del Cardarelli hanno portato a termine un complesso intervento di asportazione di un teratoma di 1 kg da una bambina di 11 anni. L’intervento ha visto intorno al tavolo operatorio il primario della chirurgia del Santobono Giovanni Gaglione, il primario della chirurgia toracica del Cardarelli Gianluca Guggino, il chirurgo oncologico del Santobono, Giovanni Tedesco, Nino Di Fuccia anestesista del Cardarelli specializzato negli interventi toracici, Pasqualina Zoppi, anestesista del Santobono e gli infermieri Garzone del Cardarelli e Rizzello del Santobono. La bambina, a seguito di un lieve dolore al petto e ad una leggera difficoltà respiratoria si era rivolta agli pneumologi del Santobono che, visionato il referto dell’esame radiologico, avevano ipotizzato la presenza di un teratoma posizionato tra il cuore e il polmone. Data la peculiarità dell’intervento, l’equipe chirurgica del Santobono ha chiesto la collaborazione dei colleghi del Cardarelli. Il teratoma è una massa di tessuti che si genera all’interno dell’organismo (generalmente negli organi genitali) per un difetto del DNA. Asportarlo rivestiva carattere di urgenza perchè la bambina rischiava di non respirare. “La dimensione della massa da asportare e la posizione ci hanno spinto a chiedere la collaborazione all’equipe di chirurgia toracica del Cardarelli guidata dal Gianluca Guggino. Mettendo insieme le esperienze delle due equipe – Dice il dottor Gaglione – siamo riusciti a intervenire con un solo taglio sullo sterno, senza dover praticare un secondo taglio sul fianco per aprire l’intera cassa toracica. Ringrazio tutti i colleghi per l’elevato livello di collaborazione e disponibilità evidenziato”.
L’intervento si presentava peculiare in ragione della posizione, della dimensione e della rarità di questo tipo di teratoma: una massa di circa 15x20cm dal peso di 1 kg circa che, nonostante le dimensioni e il posizionamento nella cassa toracica, risultava asintomatica. Gianluca Guggino, primario della chirurgia toracica del Cardarelli si è detto “felice di collaborare coi colleghi del Santobono, condividendo ed integrando le esperienze e le competenze. Le nostre equipe si sono perfettamente integrate nel corso dell’intervento, evidenziando come sia possibile lavorare insieme avendo come unica finalità il miglioramento dell’assistenza”. Grazie al tipo di intervento realizzato la bambina è già stata dimessa dalla rianimazione ed è ospitata ora nel reparto di chirurgia del Santobono. Le sue condizioni appaiono soddisfacenti e si prevede che possa essere dimessa nell’arco di una settimana. Anna Maria Minicucci, Direttore Generale dell’Azienda Ospedaliera Santobono Pausilipon, è soddisfatta perchè la sanità “lavorando in un sistema di integrazione di competenze con altre professionalità presenti sia in altri ospedali napoletani che in strutture di altre regioni” dà grandi risultati. “Già negli anni scorso abbiamo avviato collaborazioni con l’ospedale Gaslini di Genova, con la regione Molise e con l’ASL Unica della Basilicata. Di rcente poi, c’è stata una forte collaborazione intorno al tavolo operatorio ed in reparto con specialisti del Monaldi e del Cotugno. La valorizzazione dello scambio di competenze permette a tutti di crescere in competenze e capacità assistenziali” ha concluso Minicucci.
Avrebbe prima provato a negare e avrebbe poi ammesso di avere sparato il ragazzo di 17 anni in stato di fermo per l’omicidio di Santo Romano (nella foto in evidenza), il giovane di 19 anni ferito a morte a San Sebastiano al Vesuvio nella notte tra venerdì e sabato. È ciò che trapela dagli inquirenti che indagano sul delitto del 19enne nel napoletano. Al giovane i carabinieri sono risaliti visionando le immagini della videosorveglianza in zona, che mostrano una minicar che si allontana poco dopo l’esplosione dei colpi. Per l’individuazione del 17enne decisive sono state anche le tante testimonianze raccolte.
Le testimonianze raccolte, secondo quanto filtra, sarebbero tutte concordanti nell’indicarlo come l’autore degli spari, anche se c’è chi racconta di averlo visto sempre sulla scena del delitto e chi invece spiega di averlo visto allontanare in un primo momento, per poi ritornare in piazza a bordo della piccola auto sulla quale è stato infine visto allontanarsi una volta avvenuta l’esplosione dei colpi di arma da fuoco La confessione in sede di interrogatorio di fronte al magistrato della Procura minorile di Napoli che indaga su quanto accaduto. La minicar sulla quale viaggiava era già stata fermata la sera prima per un controllo, con le forze dell’ordine che avevano verificato che alla guida c’era il minorenne, già noto per precedenti e di recente scarcerato dal carcere minorile di Nisida.
Maria Zaccaria e Pietro Montanino, la coppia di sposi scomparsa da Frattamaggiore (Napoli) il 29 ottobre 2024, sono rientrati a casa. La notizia è stata diffusa dalla trasmissione “Chi l’ha visto?” sui propri canali social. La loro scomparsa, avvenuta pochi giorni dopo il matrimonio celebrato il 25 ottobre, aveva destato preoccupazione nella comunità locale.
Durante la loro assenza, i due figli della coppia, un neonato e un bambino più grande figlio della donna, erano stati affidati ai nonni. Le ricerche, che avevano coinvolto anche don Maurizio Patriciello, si sono concluse positivamente con il loro ritorno a casa in buone condizioni.
Nella notte tra il 2 e il 3 novembre 2024, il personale di vigilanza del Parco Archeologico di Pompei ha rilevato, attraverso i sistemi di videosorveglianza, la presenza di un individuo che si aggirava all’interno del sito dopo esservi entrato da via Villa dei Misteri. L’uomo, un turista newyorkese di 28 anni, incensurato, è stato sorpreso mentre scattava fotografie nelle varie aree degli scavi.
Allertati immediatamente, i Carabinieri della stazione di Pompei sono intervenuti sul posto, identificando e fermando l’intruso. L’uomo è stato denunciato per l’intrusione non autorizzata; al momento, non sono stati riscontrati danni al patrimonio archeologico.
Il direttore del Parco Archeologico ha espresso gratitudine verso il personale del Ministero della Cultura e l’Arma dei Carabinieri per l’intervento tempestivo ed efficace, sottolineando l’efficacia del sistema di sicurezza in atto.