Siamo abituati alle virate della politica, ai segnali flottanti dell’economia, ma forse mai avremmo pensato di assistere a questo che appare a molti come una specie di sconcertante tormentone della scienza. Chi dice una cosa e chi ne dice un’altra, che sembra il contrario. Dissonanze tra i medici intendo: cioè gli esperti da cui ci si aspetterebbe in questo momento la massima coesione e univocità di linguaggio. E queste incertezze di virologi, epidemiologi, infettivologi si agganciano ai teatrini consolidati sul palcoscenico dei media. Che dire infatti di Emmanuel Macron , che prima sembra andare in una direzione e poi sterza per una brusca inversione a U? La Christine Lagarde, dal suo canto, fa un disastro con le sue dichiarazioni sul ruolo della BCE, salvo poi dire l’opposto con annunci a raffica, platealmente tranquillizzanti, che perciò sembrano, ai più, poco credibili.
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Emmanuel Macron
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Cristine Lagarde
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Donald Trump
Potremmo continuare con le incongruenze di Trump, della Merkel, di Boris Johnson. Ma prendete l’Italia: il Governo con due decreti in tre giorni sulla gestione dell’emergenza, il governatore del Veneto che va d’accordo con quello dell’Emilia di cui è acerrimo nemico politico, ma diverge da quello della Lombardia, che appartiene al suo stesso partito. Insomma, che succede? Tutti impazziti? Medici, economisti, politici. Una cacofonia devastante, come ha detto qualcuno? Certo, benaltristi e complottisti, opportunisti e qualunquisti si scatenano. Eppure, statene certi, nessuna delle persone e istanze che ho citato, nessuna, dico, copre un interesse proprio, anche se tutti cercano di trarre qualche vantaggio dalla situazione.
Nessuno parla in base a un convincimento personale. Tutti, dico tutti, costruiscono il loro discorso pubblico avendo dietro un qualche parere di esperti, nei vari campi. E allora? Considerata spesso come una fonte di sapere dogmatico la scienza è scaduta a un’opinione da Bar Sport? La comunicazione è davvero diventata una plateale esibizione di dilettanti? E di fronte a tutto questo, la gente disorientata, arrabbiata, sfiduciata.
Ecco, sono considerazioni come queste che mi hanno spinto a proporre ai professori che fanno lezione da casa e ai loro Dirigenti scolastici un corso digitale in condivisione intitolato: “Epistemologia della pandemia. Come funziona la mente dei ricercatori che provano a battere Covid 19”.

Proviamo a capire quello che sta succedendo insieme ai nostri studenti, seguendo un canovaccio in 5/6 moduli, di 45 min ciascuno, di cui 15 riservati alla partecipazione volontaria o programmata degli alunni. Del resto, visto che l’ipotesi più realistica è che continueremo a fare scuola da casa fino alla fine dell’anno scolastico, cogliamo le opportunità della didattica digitale con percorsi formativi innovanti, agili, interdisciplinari, calati nella quotidianità condivisa e difficile di docenti e studenti. Pensiamo, con ciò, di avviare una didattica sperimentale: interattiva, interdisciplinare, motivante. Che si dipana lungo percorsi insieme cognitivi e affettivi: cioè si insegna e si apprende con la mente e con il cuore. Con la mente, giacché capiamo insieme quel che sta succedendo, dimostrando ancora una volta che la scuola non va a rimorchio, ma sa andare oltre la funzione informativa della Televisione e del sistema dei media. E con il cuore, sì, perché ci siamo dentro come persone umane, come soggetti fisici e come corpi emozionali. Contro l’indifferenza, di là dalla paura, l’intelligenza, il sentimento, la compassione nel nostro sguardo.
Angelo Turco, africanista, è uno studioso di teoria ed epistemologia della Geografia, professore emerito all’Università IULM di Milano, dove è stato Preside di Facoltà, Prorettore vicario e Presidente della Fondazione IULM