Il Governo è pronto a mettere in campo “ulteriori interventi di calmierazione delle bollette e di aiuti a imprese e famiglie”. Il ministro Giancarlo Giorgetti lo indica presentando la Nadef, un primo passo dell’azione del Governo sul fronte delle emergenze dell’economia e dei conti pubblici giudicato con favore da Confindustria.
E’ “positivo che si mettano tutte le risorse sull’energia, lo avevamo chiesto. Positivo anche l’annuncio che è stato fatto sul gas release. Positivo il voler proseguire nel voler mantenere la barra dritta sui conti della finanza pubblica”, dice il leader degli industriali, Carlo Bonomi che, guardando al futuro, rilancia il pressing per un taglio del cuneo fiscale da 16 miliardi reperendo risorse da una revisione della spesa pubblica. Con la nota di aggiornamento al Def, evidenzia Giorgetti (che la prossima settimana sarà a Bruxelles, lunedì all’Eurogruppo, martedì all’Ecofin) in uno scenario opiù difficile è stato “inevitabile aggiornare non solo il quadro macroeconomico programmatico e di finanza pubblica per il 2022-2025 ma anche la previsione tendenziale su cui esso si basa”.
Dal documento emerge che saranno riproposti i crediti di imposta a favore delle imprese e il taglio delle accise sui carburanti fino al 31 dicembre. E viene cancellata la previsione di legge che il gas acquistato dal Gse venga rivenduto entro la fine del 2022. Giorgetti ribadisce anche che la Legge di bilancio non perderà “di vista la sostenibilità della finanza pubblica”.
Intanto Confindustria e sindacati tornano a cercarsi, sondano quali spazi possano esserci per far fronte comune con il nuovo governo ora che ci sono nuovi interlocutori e sono diverse le sensibilità politiche, quindi i rapporti di forza per le diverse parti sociali. Aperture e puntualizzazioni arrivano dal palco dell’assemblea generale di Federmeccanica, tradizionale terreno di scontri ma anche cantiere di accordi e innovazione nelle relazioni sindacali.
L’allarme degli industriali
La premessa è un forte nuovo allarme delle imprese: “Fate presto”, avverte il presidente degli industriali metalmeccanici, Federico Visentin, che ha invitato i leader dei sindacati a confrontarsi partecipando all’assemblea, dove ci sono anche i vertici di Confindustria, e che con la sua relazione è il primo a lanciare l’amo: invoca un “new deal italiano” e si sofferma sulle opportunità di fare “alleanza”. Dopo di lui è il vicepresidente di Confindustria per il lavoro e le relazioni industriali, Maurizio Stirpe, a rivolgersi ai leader di Cgil, Cisl e Uil che, sul palco, gli siedono accanto: non è utile, avverte, “presentarsi separati”; si può invece provare a “scegliere cinque o sei temi da porre insieme”.
La risposta dei leader sindacali è dello stesso tenore: “Non ci siamo mai sottratti al confronto ma per andare insieme bisogna discuterne e capire”, dice Pierpaolo Bombardieri. “Parliamone nel merito: se ci sono le condizioni io sono d’accordo”, conferma Maurizio Landini. “Condivido il metodo, discutiamo di priorità che aiutino il Paese a sollevarsi dalle macerie”, dice Luigi Sbarra. Carlo Bonomi poi puntualizza senza smussare gli angoli.
“Se parliamo di alleanze Confindustria ha sempre dato la massima disponibilità però ci vuole veramente la disponibilità di farlo”, dice Carlo Bonomi con una stoccata per chi “con i precedenti Governi ha pensato di poter avere dei vantaggi parlando direttamente, perchè magari c’era qualche ministro ideologicamente spostato da quella parte”: un riferimento alla Cgil ed al ministro Andrea Orlando. E del primo approccio della ministra Marina Calderone, Bonomi dice: “Oggi ho apprezzato molto le sue parole”.