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Elicottero trovato sul monte Cusna, nessun superstite

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Nessun superstite. Sono morti il pilota veneto e i sei imprenditori stranieri che si trovavano a bordo di un elicottero che giovedi’ mattina era partito dalla Lucchesia, diretto verso il Trevigiano, e del quale si erano perse le tracce sull’Appennino tosco-emiliano. Le speranze di ritrovare in vita i sette a bordo si sono spente oggi col ritrovamento dei detriti del velivolo e dei cadaveri sul monte Cusna, cima dell’Appennino reggiano, in una zona particolarmente impervia che per oltre 48 ore ha impegnato un’imponente macchina dei soccorsi, coordinata dall’Aeronautica militare e dalla Prefettura di Modena. Un mistero le cause dell’incidente, sulle quali sara’ la Procura di Reggio Emilia a far luce nei prossimi giorni. “Abbiamo avuto delle coordinate, siamo andati sul posto e abbiamo trovato tutto bruciato”, e’ la drammatica testimonianza di un militare impegnato nelle ricerche che l’Aeronautica ha condiviso su Twitter. A individuare una sorta di cratere e i primi detriti dell’elicottero scomparso e’ stato un HH139 del 15/o stormo dell’Aeronautica militare.

Il velivolo scomparso dai radar e’ precipitato in una valle, in prossimita’ di un torrente, e anche calare le squadre dei soccorsi col verricello e’ stato difficile perche’ la zona e’ particolarmente aspra. Si tratta dell’area del passo degli Scaloni, 1.922 metri d’altitudine, sul monte Cusna, a un paio di chilometri dal rifugio Segheria. Sul luogo dell’impatto insieme all’Aeronautica militare, anche Soccorso alpino, Guardia di Finanza, i Carabinieri di Castelnovo Monti. Dopo le prime ricognizioni e’ stato chiaro che per i sette a bordo non c’era nulla da fare. Prima sono stati individuati cinque cadaveri, poi gli altri due. Carbonizzati. Il velivolo era partito dall’aeroporto di Capannori Tassignano (Lucca) giovedi’ mattina con destinazione il Trevigiano. Ingaggiato da un’azienda emiliana, da qualche giorno faceva la spola tra Toscana e Veneto per portare manager stranieri in visita in alcune aziende, in concomitanza con un’importante fiera sulla carta a Lucca. A perdere la vita Corrado Levorin, pilota 33enne originario di Polverara, nel Padovano, che era alla guida dell’Agusta AW 119 Koala. Un professionista descritto come esperto, pignolo, da chi lo conosceva bene, particolarmente attento al fattore sicurezza in volo. Con lui sei passeggeri, tutti imprenditori. Due di nazionalita’ libanese, Chadi Kreidy e Tarek El Tayak. Quattro di nazionalita’ turca: Serhat Kenar, Arif Cef, Ilker Ucak e Altug Erbil. Questi ultimi erano tutti dirigenti e alti funzionari di societa’ della holding Eczacibasi, protagonista tra l’altro di un incidente simile qualche anno fa. Nel 2017 otto persone tra passeggeri, tutti manager Eczacibasi, e piloti, morirono su un elicottero caduto a Istanbul causa nebbia. Sulla dinamica del disastro sul Cusna e’ impossibile sbilanciarsi, pero’ una delle ipotesi al vaglio potrebbe essere legata proprio al maltempo. Ci sarebbe un filmato di pochi secondi che uno dei passeggeri ha inviato al figlio in Libano sul volo tra le nuvole, che potrebbe eventualmente essere vagliato. Nonostante Levorin sia stato riconosciuto dai colleghi come un pilota preparato e attento, al momento del sorvolo di quel tratto di Appennino giovedi’ mattina imperversava una violenta perturbazione. Il crinale era stato investito da tempesta di pioggia, fulmini e grandine. A stabilire cosa sia accaduto sara’ comunque la Procura di Reggio Emilia che sull’incidente aprira’ un’inchiesta. All’autorita’ giudiziaria anche il compito di effettuare rilievi nell’area dell’impatto, che e’ stata posta sotto sequestro. Recuperate le salme, operazione in capo al Soccorso alpino della Guardia di Finanza, che ora andranno identificate prima di essere restituite ai familiari. Sul caso ha aperto un’inchiesta di sicurezza anche l’Agenzia nazionale per la sicurezza del volo (Ansv), che ha inviato un proprio investigatore.

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Coldiretti, oltre mezzo milione di visitatori al villaggio contadino di Napoli

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Sono oltre mezzo milione le presenze nei tre giorni del Villaggio Coldiretti di Natale in piazza Municipio a Napoli, il più grande mercatino natalizio realizzato per il ponte dell’Immacolata per dare la possibilita’ cittadini e turisti di acquistare le migliori specialita’ contadine dalla Campania e da tutta Italia da mettere sotto l’albero o portare in tavola per le Feste. E’ il bilancio stimato dalla Coldiretti a conclusione della grande festa di popolo con duecento stand tra mercati degli agricoltori, aree del gusto, street food, agriasili, animali della fattoria, orti, fattorie didattiche, agrichef, laboratori, nuove tecnologie e workshop, presso i quali e’ stato possibile degustare, apprendere, giocare e divertirsi al fianco di decine di migliaia di agricoltori, con i menu salva tasche per un pasto completo a base di prodotti 100% italiani al prezzo di 8 euro.

Il Villaggio si e’ aperto con la giornata dedicata all’anniversario dell’iscrizione dell’arte del pizzaiuolo napoletano come patrimonio dell’Unesco, con l’allestimento della pizzeria degli orrori, con le piu’ assurde versioni di pizza censite nei cinque continenti, da quella con il serpente a quella con la zebra o il canguro. Ma protagonista della kermesse napoletana e’ stato anche il Natale, con il piu’ grande mercatino natalizio d’Italia e i consigli per i cesti gastronomici e l’albero perfetto.

-La fondazione Campagna Amica ha donato oltre 10 tonnellate di prodotti tipici di alta qualita’, dalla pasta alla frutta e verdura, dall’olio extravergine alla carne e al pesce, dai salumi ai formaggi raccolti nel villaggio grazie all’iniziativa di solidarieta’ la “spesa sospesa”. I pacchi verranno distribuiti alla Caritas di Napoli per sostenere le famiglie in difficolta’. Anche il Consorzio di Tutela della Mozzarella di Bufala Campana Dop ha donato 100 chili di mozzarella di bufala campana Dop al giorno, il cui ricavato e’ stato devoluto in beneficenza. Sono migliaia i bambini poi che hanno partecipato alle attivita’ nella maxifattoria didattica e nell’agriasilo promosse dalle donne della Coldiretti, dove hanno imparato ad impastare il pane, a zappettare l’orto e a riconoscere le diverse varieta’ di piante il tutto con l’assistenza dei tutor e delle agritate della Coldiretti e di Campagna Amica.

Amatissimi dai piu’ piccoli anche gli animali della fattoria negli spazi dell’Aia, l’Associazione italiana allevatori, ma anche quelli del florovivaismo. In tantissimi hanno seguito le lezioni di economia domestica e i rimedi antichi per donne moderne promosse dalle imprenditrici agricole della Coldiretti con la nuova leader Mariafrancesca Serra. Per i giovani l’appuntamento clou e’ stato, invece, nella tenda Generazione Agricoltori con il delegato nazionale Enrico Parisi, con uno spazio del Ministero dello Sport. La salute delle giovani generazioni rispetto ai disturbi alimentari e’ stata al centro delle lezioni di educazione alimentare promossa da Campagna Amica con i pediatri della Fondazione Bambino Gesu’. Spazio anche alla tutela delle produzioni agroalimentari con l’Icqrf. Ma non sono mancati spettacoli di intrattenimento con concerti e rappresentazioni tradizionali, oltre al concerto della Fanfara dei Carabinieri e della banda dei Vigili del Fuoco.

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Tamponamento fra due treni a Faenza, 17 feriti

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Un tamponamento a bassa velocità, che ha portato a una collisione fra due treni che stavano andando nella stessa direzione. Ha provocato tantissima paura, ma solamente alcuni feriti lievi che hanno perlopiù riportato delle contusioni, uno scontro avvenuto fra due treni attorno alle 20.20 nella zona di Faenza, nel Ravennate. L’impatto sarebbe stato fra un treno regionale e una Freccia che si sono tamponati sulla linea. Le cause e la dinamica esatta dell’incidente sono in corso di ricostruzione da parte di Trenitalia e dei Vigili del fuoco, che sono intervenuti con squadre da Ravenna e da Forlì. Evidentemente qualcosa è andato storto nelle comunicazioni e il treno che seguiva ha urtato quello che precedeva. Si suppone, ma anche questo aspetto dovrà essere appurato nelle indagini sulle cause dell’incidente, che il macchinista si sia accorto dell’ostacolo lungo i binari e, viste anche le conseguenze per personale e passeggeri, la velocità sia stata molto bassa.

Le persone che sono state medicate sono infatti 17, ma nessuno di loro, a quanto si apprende, avrebbe riportato traumi o ferite serie. L’incidente ha però, inevitabilmente, provocato rallentamenti alla circolazione. Il traffico ferroviario è infatti stato sospeso tra Forlì e Ravenna e non è facile ipotizzare quanto tempo potrebbe volerci per tornare a una circolazione normale. Serviranno infatti i necessari tempi tecnici al personale del gruppo Ferrovie per gli interventi di messa in sicurezza, ma anche quelli necessari alle forze dell’ordine per i rilievi. Sono almeno quattro, intanto, i treni Freccia rossa e Intercity a lunga percorrenza, che sono fermi nelle stazioni vicine, Forlì, Cesena, Rimini, in attesa di poter partire. “Siamo lavorando a stretto contatto con la Regione Emilia-Romagna e con le forze di Protezione civile – scrive il sindaco di Faenza, Massimo Isola sulla sua pagina Facebook – un ringraziamento ai Vigili del fuoco e ai soccorsi, prontamente intervenuti”.

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Da Assisi ‘grido per fermare la strage a Gaza’

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E’ stato un “grido di pace perché le armi tacciano”, per “fermare le stragi a Gaza e in tante altre parti del mondo” quello che si è levato da Assisi in occasione della marcia straordinaria che si è svolta nella giornata mondiale dei diritti umani. Una marcia concentrata su Assisi, partita da Santa Maria degli Angeli, e non da Perugia come tradizione, per concludersi in piazza San Francesco. Nella quale l’hanno fatta da padrone i colori dell’iride sul grande drappo che ha aperto il corteo, dove si è vista la bandiera della Palestina ma non quella di Israele. “Chiediamo che venga riconosciuto lo stato di Palestina”, ha sottolineato Flavio Lotti, anima della Fondazione PerugiAssisi per la Cultura della Pace.

“Abbiamo bisogno – ha aggiunto – che l’Italia si assuma le sue responsabilità insieme all’unione europea, che qualcuno dica basta”. Alla marcia hanno aderito 339 gruppi e associazioni, 100 Comuni e Province e le principali organizzazioni della società civile italiana. “C’è da chiedersi se stiamo facendo di tutto e anche che cosa possiamo fare come comunità credente perché il Signore che viene ci trovi in pace” ha detto al termine della giornata il custode del Sacro Convento fra Marco Moroni. Tra i marciatori la segretaria del Pd Elly Schlein che ha ribadito la richiesta di un “cessate il fuoco umanitario immediato per quello che sta succedendo a Gaza”. “Torniamo a chiedere la liberazione di tutti gli ostaggi – ha aggiunto – e che si fermino i bombardamenti indiscriminati che stanno colpendo la popolazione civile. Hamas non è il popolo palestinese”.

La leader del Pd ha ribadito la necessità della “soluzione due popoli e due stati”. Per Schlein “bisogna trovare gli interlocutori per ricostruire la pace”. “Non lo può essere Hamas, un’organizzazione terroristica, ma nemmeno il Governo attuale di Netanyahu con esponenti che nemmeno riconoscono la causa palestinese e stanno armando la violenza dei coloni in Giordania” ha concluso. “Oggi più che mai deve levarsi forte la voce del popolo pacifista” ha scritto su Fb il leader del M5s Giuseppe Conte. “Nei giorni in cui la Striscia di Gaza è un inferno in Terra e questa carneficina indigna le opinioni pubbliche nel mondo, dobbiamo raccogliere il grido di aiuto che si leva dalla popolazione civile palestinese” ha aggiunto. Per il segretario di Sinistra italiana Nicola Fratoianni “serve un’azione politica che parta da un cessate il fuoco duraturo”.

“Siamo di fronte a una carneficina che non finisce più” ha aggiunto. “Noi stiamo dalla parte delle persone, stiamo dalla parte dell’idea che bisogna cessare la guerra per impedire che ci siano altri morti e questo vale sia per i palestinesi che per gli israeliani” ha detto il segretario generale della Cgil, Maurizio Landini. All’arrivo in piazza San Francesco i marciatori hanno mostrato cartelli neri con la scritta “cessate il fuoco”. Tra loro anche padre Ibrahim Faltas, vicario della Custodia di terra santa.

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