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Ecco la Yamaha “Monster” di Valentino Rossi che a 40 anni è una leggenda del motociclismo ancora in sella: la moto è bella ed aggressiva, vincerà se farà lavorare bene le gomme

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Salutata ‘Movistar’ e la telefonia, ecco l’energy drink di ‘Monster’. E alla Yamaha factory servirà davvero una carica bestiale (insieme ad una moto finalmente competitiva a 360 gradi) per contendere il titolo 2019 MotoGp al ‘Dream Team’ Honda ed all’ambiziosissima Ducati. Il nuovo main sponsor, con i caratteristici tre graffi verdi – gia’ presente sul team satellite Tech 3 – campeggia da oggi sulla livrea nera e blu della YZR-M1, presentata a Jakarta. Tempesta di flash sui piloti della squadra ufficiale, ancora Valentino Rossi e Maverick Vinales. Sono loro i piu’ ansiosi di capire – fin dai test che iniziano mercoledi’ a Sepang – se sotto il bel vestito i tecnici giapponesi sono riusciti a creare il mezzo che li metta in condizione di lottare con i migliori su ogni circuito, e non solo quando si incrociano la pista o il meteo giusti. Per evitare digiuni-record di vittorie, come quello lungo 26 gare a cavallo tra il 2017 ed il 2018. Un incubo che il marchio di Iwata non vuole rivivere. Per questo ha introdotto importanti novita’ nel reparto corse. “La creazione di una formazione dedicata appositamente allo studio dell’elettronica e la nascita del test team europeo, con Jonas Folger, ci ha gia’ portato notevoli benefici” ha spiegato Lin Jarvis, direttore di Yamaha Racing. Ma cambi significativi sono avvenuti anche nei box, con l’arrivo di Esteban Garcia al fianco di Vinales in qualita’ di responsabile del team. Mentre in quello di Rossi il coach di pista sara’ Idalio Gavira, allenatore dei giovani della VR46 Academy.

“L’obiettivo e’ essere piu’ competitivi e cercare di lottare per vincere”. Rossi indica cosi’ la direzione da seguire. “La moto e’ bella, molto aggressiva. Sono colori con i quali mi trovo a mio agio” scherza, da interista incallito. Ridiventa serio quando ricorda: “Arriviamo da una stagione difficile, nel 2018 ci aspettavamo un po’ di piu’. Abbiamo parlato a lungo con gli ingeneri giapponesi, so che questo inverno hanno lavorato. La chiave sono sempre le gomme: bisogna cercare di assemblare una moto che le consumi poco e le faccia lavorare bene. Va veloce e vince chi le conserva fino alla fine”. Quanto ai prossimi test “non mi aspetto a questo punto di aver recuperato tutto il gap su Honda e Ducati. Pero’ sara’ molto importante vedere se siamo riusciti a limarlo un po’, capire se stiamo lavorando nella giusta direzione”. Il 16 febbraio compira’ 40 anni: “Cominciano ad essere molti, soprattutto se sei un pilota della MotoGp. Ma penso che in futuro anche altri correranno piu’ a lungo. E’ difficile, bisogna allenarsi molto, non si puo’ lasciare niente al caso”. Come se l’avesse mai fatto.

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Como: contro l’Inter Pepe Reina tra i pali per l’addio

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Raggiunto anche l’obiettivo del decimo posto, il Como nell’ultima di campionato diventa protagonista nella lotta per lo scudetto. Venerdì sera al Sinigaglia arriva l’Inter, desiderosa di regalarsi un sogno prima di tuffarsi nella finale di Champions League. I lariani, reduci da 2 pareggi e 6 successi, cercano un altro risultato utile per raggiungere quota 50 punti in classifica e dopo aver superato il Napoli (ultimo ko dei partenopei in stagione) proveranno a fare lo sgambetto anche ai nerazzurri. Tra i pali possibile ultima passerella per Pepe Reina che in settimana ha annunciato il suo addio al calcio. Squalificato in difesa Edoardo Goldaniga: giocherà Ivan Smolcic, accanto a uno tra Marc-Oliver Kempf e Fellipe Jack. Ballottaggio anche in attacco, con Tasos Douvikas e Patrick Cutrone che si giocano una maglia da titolare. L’obiettivo è chiudere questa prima magica stagione in Serie A regalando un’altra notte da ricordare ai propri tifosi.

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Roland Garros: Sinner si scalda, Berrettini rinuncia

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Ancora poche ore di riposo ma i riflettori del tennis mondiale sono già accesi sul Roland Garros. Mentre Jannik Sinner si prepara per arrivare in forma, nel giorno dei sorteggi la sorpresa, negativa per i tifosi italiani, è il forfait di Matteo Berrettini: il 29enne romano non parteciperà a causa degli ormai consueti problemi fisici che lo affliggono da tempo. Gli azzurri saranno quindi nove in totale, guidati ovviamente da Jannik Sinner.

Il campione di Sesto Pusteria debutterà da numero 1 al mondo. Nella parte alta del tabellone con lui ci saranno Novak Djokovic e Alexander Zverev, possibili avversari in semifinale. Nel primo turno Sinner affronterà il francese Arthur Rinderknech mentre al secondo potrebbe esserci un altro transalpino, Richard Gasquet che disputerà il suo ultimo torneo. Alejandro Davidovich Fokina potrebbe essere la prima testa di serie nel percorso verso la finale, che prevede un possibile ottavo contro Arthur Fils o Andrey Rublev, e un eventuale quarto contro Jack Draper.

Intanto dopo la secca smentita di Carlos Moya indicato come probabile nuovo coach di Sinner nel 2026, arriva una mezza conferma che qualcosa si stia muovendo in questa direzione da parte di un altro spagnolo, Alex Corretja: “Ne sento parlare da settimane, credo che onestamente alla fine succederà”. Quanto al tabellone di Parigi, Lorenzo Musetti, testa di serie numero 8, debutterà con un giocatore delle qualificazioni. In caso di vittoria affronterà il vincente tra Valentin Royer o Roberto Carballes Baena.

In un possibile terzo turno potrebbe trovare Brandon Nakashima mentre agli ottavi potrebbe esserci Holger Rune. Matteo Arnaldi (n.29) sfiderà il canadese Felix Auger-Aliassime; in caso di vittoria, possibile un derby con Flavio Cobolli. Sorteggio non fortunato per Lorenzo Sonego con lo statunitense Ben Shelton, testa di serie n.19. Mattia Bellucci dovrà cercare l’impresa contro l’inglese Draper, testa di serie n.5. Luciano Darderi se la vedrà con Sebastian Korda; Luca Nardi con l’ungherese Fabian Marozsan. Francesco Passaro trova l’olandese Jesper De Jong. Nella parte bassa ci sarà ovviamente Carlos Alcaraz: il numero 2 al mondo è già in clima Slam e ha testato il centrale dell’impianto parigino. Lo spagnolo ha fatto qualche scambio con Draper, amico e spesso partner in allenamento di Jannik Sinner oltre che vincitore ad Indian Wells e finalista a Madrid. Ai quarti potrebbe scontrarsi con Musetti.

Il murciano è tornato a calcare la terra del centrale dalla finale olimpica persa lo scorso anno contro Djokovic. Tra le donne Jasmine Paolini finisce nella parte alta del tabellone, quella con Iga Swiatek, Aryna Sabalenka. Parte bassa invece per Coco Gauff. L’italiana, numero 4 del mondo, potrebbe incontrare ai quarti la polacca Swiatek, attuale numero 5 che lo scorso anno la sconfisse in finale qui a Parigi. Intanto incassa i complimenti di Andy Roddick, ex numero 1 del mondo, che nel suo podcast esalta le qualità della tennista azzurra, vincitrice agli Internazionali d’Italia: “Non fa mai la scelta sbagliata. La palla può anche finire fuori di un centimetro, ma gioca sempre il colpo giusto – spiega – Non sorprende che sia numero 4 del mondo, ha fatto un lavoro straordinario. E’ una grande giocatrice, molto divertente da guardare. Sembra una vincente. Chi avrebbe scommesso un anno fa che sarebbe arrivata al Roland Garros da quarta nel ranking davanti a Iga Swiatek”.

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Malagò ai saluti: lascio un Coni prestigioso

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Orgoglioso, sereno, senza rancore o amarezza. Così si descrive Giovanni Malagò nel giorno della sua ultima Giunta Nazionale. Il mandato da presidente del Coni, infatti, scadrà il prossimo 26 giugno con le nuove elezioni in programma al Cpo Giulio Onesti e i candidati, oggi, sono tre: Luciano Buonfiglio (presidente Fick), Luca Pancalli (presidente uscente Cip) ed Ettore Thermes (velista).

“Due candidature hanno un peso specifico diverso – dice Malagò riferendosi a quelle di Buonfiglio e Pancalli -. Ma se dovessi rispondere in questo momento, non credo che allora si presenterà qualcun altro da qui al 5 giugno”. Quella, infatti, sarà la scadenza ultima per avanzare le proprie candidature e concorrere poi ufficialmente alla poltrona di presidente del Comitato Olimpico Nazionale Italiano.

Parlare oggi di un favorito, però, è difficile perché il mondo sportivo sui nomi di Buonfiglio e Pancalli, appare ancora molto spaccato. Ma nel frattempo c’è una certezza, almeno secondo Malagò. “Lascio un Coni prestigioso e con grandi risultati, con diverse manifestazioni che renderanno grande questo paese (Milano-Cortina e i giochi olimpici giovanili invernali, ndr) – le parole del presidente del Coni -. Sono stati quattro anni belli, importanti, anche complicati. La vita va saputa accettare, io sono sereno. Oggi prevale l’orgoglio, non l’amarezza. Il bello di essere presidente di un ente pubblico è che hai due mamme o due papà che sono il Cio e il Governo”.

Poi l’augurio al suo successore affinché possa “continuare a mantenere unità nello mondo sport”. Unità che oggi secondo Malagò è presente, fatto salvo per qualche presidente come Angelo Binaghi (Fitp) e Paolo Barelli (Fin). Per questo anche Gianni Petrucci, presidente Fip, a più riprese si è augurato che il prossimo presidente del Coni possa riportare in Consiglio anche due federazioni così in ascesa. Intanto al 26 giugno manca poco più di un mese e la volata finale è appena cominciata.

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