Italiani popolo di santi, poeti e navigatori, ma anche dei gran chiacchieroni evolutisi (si fa per dire) negli odierni “leoni da tastiera”. Non tutti certo, ma una parte cospicua che pare vada crescendo ed ottiene comunque risonanza e un consenso che però non può e non deve riflettere la nostra grande civiltà.
Una volta esistevano i facinorosi da bar o dei giardinetti pubblici, sempre pronti ad urlare parole che per fortuna se le portava il vento. Tuttavia attorno al tavolino della briscola si finiva sempre col metabolizzare, con postuma razionalità e magari davanti ad un buon caffè, anche la conversazione più accesa, spesso frutto di rancori e frustrazioni personali che nulla avevano a che fare con l’oggetto stesso della discussione. Verba volant.
Oggi invece, ogni pensiero vomitato su facebook viene diffuso nella rete dove probabilmente resterà per sempre, trasportato e moltiplicato da algoritmi che lo fanno rimbalzare su profili attinenti, in modo che un idiota possa connettersi ad un suo simile in pochi attimi senza neanche sapere della sua esistenza.
Perché nella rete un’offesa trova “seguaci” alla velocità della luce, si espande e diventa così pensiero condiviso. I social amplificano tutto certamente anche nel bene, ma sempre più spesso anche nel male, anzi, troppo spesso. Scripta manent.
Grazie a questi terribili generatori di fango asociale dal nulla può essere quindi creata ad arte una caccia alle streghe moderna, che straripa nel mondo reale dove si giunge persino a minacciare di morte una ragazza liberata da feroci delinquenti di in una zona del pianeta dimenticata da tutto e da tutti, più che certo terroristi, rea di essersi lì recata per favorire il miglioramento di territori devastati da fame, guerre e carestie. Notizie, foto e video, tutti falsi, frutto di menti malate che paventano finanche il “piacere” della ragazza per la stravolta personalità, che nel nostro mondo osa addirittura di sfoggiare in un modo percepito quindi come irrispettoso ed irriconoscente. Eppure non sappiamo se sia stata torturata, stuprata, indottrinata o cos’altro ancora. Non sappiamo nulla, ma tanto poco basta per far esplodere un oceano di rabbia contro una giovane donna rea di essere andata in Africa ad aiutare persone disperate, salvo poi essere venduta e rapita al malaffare locale.
Tutti eroi nell’esternare sentimenti di contestazione che però si mitigano o solo si accennano davanti alla notizia, reale ed incontestabile, dell’ennesimo politico inquisito o arrestato per collusioni con una delle “mafie” che il nostro Paese se lo sono divorato. Nessuno andrà sotto la casa di questi “signori” ad esternare la propria indignazione così come nessuno andrà a minacciare magari i padrini del “41Bis” ritornati a godersi la propria residenza causa coronavirus. Pochi post e qualche accennata insofferenza pronta a sparire dietro la foto successiva di una pizza fatta in casa. Tutto qui.
Memoria corta e poche attenzioni dei nuovi “eroi” dei social anche nei confronti chi ha sistematicamente saccheggiato la Sanità e solo qualche altra parolina contro chi è stato arrestato mentre tentava il malaffare, speculando persino sui presidi medici in piena pandemia.
Di fronte ai veri mali della nostra Società la tensione cala, e tutti continuano a belare in gregge, a insultare gli indifesi, oppure a scodinzolare al padrone di turno.
Ma possiamo stare tranquilli, perché questi odiatori domani faranno la rivoluzione, lo hanno già detto, conquisteranno il Parlamento oppure o andranno nientedimeno fino a Bruxelles per liberarci dall’oppressione europeista. Domani però, perché oggi hanno da fare, sono impegnati a scrivere su facebook frasi contro esseri umani che personificano tutto ciò che li manda in tilt, perché a differenza loro si sono messi in discussione andando alla fine del mondo nel convincimento puro, fosse anche illusorio, di poter per salvare tutti.
La paura allora conquista sempre più l’emotività, perché in verità non siamo più pronti a credere nei nostri valori, quelli autentici, quelli che il nostro Paese lo hanno fatto grande davvero. E così temiamo il terrorismo internazionale (indubbiamente un male che va estirpato) ma chiudiamo gli occhi di fronte agli italiani “doc” che l’Italia la calpestano tutti i giorni. Abbiamo paura dell’Islam perché siamo Cattolici solo a Natale e a Pasqua per cedere alla frenesia dei regali, per abbuffarci di tutto e di più salvo poi metterci a dieta…ma dal domani si capisce, come per la rivoluzione. Sempre da domani però.
Giovanni Mastroianni