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Dybala entra e segna, il Bologna gioca bene ma la Juventus vince con il minimo sforzo

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Il Bologna domina il primo tempo, collezionando occasioni, ma non gol. E’ la fotocopia della gara dell’Olimpico come fotocopia è l’undici titolare scelto da Mihajlovic, che conferma in toto la squadra che ha raccolto applausi, ma non punti, con la Roma. Avversario diverso, stesso finale: Dybala entra e segna scuotendo e salvando la Juventus sull’errore difensivo di Helander e ai rossoblu’ restano solo rimpianti. Alla Juventus i tre punti, ma pure la consapevolezza che ci sono certezze e morale da ricostruire. Allegri va a caccia di nuove soluzioni dopo i due schiaffi patiti in Champions League dall’Atletico e cambia volto alla Juventus: fuori Dybala dall’undici titolare, con Ronaldo e Mandzukic in attacco c’e’ Bernardeschi, che si alterna con Cancelo, sperimentato nel ruolo di mezzala. A riposo pure Pjanic e Chiellini, con Rugani nel reparto arretrato e Bentancur e Matuidi in mediana. Ma la Juventus non c’e’. Il Bologna parte forte e sfiora il gol in avvio con Santander (tacco volante che sfiora la traversa su cross di Dijks) e una conclusione dal limite di Sansone. Ci prova pure Edera, ma il piu’ pericoloso si conferma Santander, che sfiora il palo al minuto 29. E la Juve? E’ tutta in una combinazione Cancelo-Bernardeschi-Matuidi, fermata da Skorupski, e in un’azione personale di Bernardeschi, che dal vertice destro dell’area salta Poli e con un tiro a giro sfiora la traversa: perche’ seppur in giornata no, i singoli hanno qualita’ per fare la differenza. A livello di squadra, pero’, meglio il Bologna: piu’ possesso, piu’ gioco e piu’ occasioni, mentre i bianconeri subiscono, aspettano e faticano a ripartire. Nella ripresa lo spartito non cambia. Il Bologna ha un’occasione clamorosa da sviluppi da corner, in mischia, Alex Sandro praticamente sulla linea respinge un tiro a botta sicura di Mbaye. La Juve e’ alle corde e Allegri reagisce, togliendo Alex Sandro e inserendo Dybala, disegnando cosi’ un 4-3-3 a trazione anteriore, con Cancelo restituito al ruolo di terzino destro. E’ la mossa che svolta la gara, perche’ al minuto 22 Helander respinge in malo modo un cross di Matuidi: per Dybala e’ un rigore in movimento e l’argentino non perdona. E’ il gol che taglia le gambe al Bologna, che nel finale vede svanire il pari per un intervento di Perin su Sansone. La Juventus si conferma imbattibile in campionato, ma e’ chiamata a ritrovarsi per tentare l’impresa in Europa nel ritorno con l’Atletico del 12 marzo.

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Tutto il Napoli a cena al Magnolia: una serata conviviale tra karaoke e spirito di squadra

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In vista della trasferta a Udine, il Napoli ha trovato il tempo per una serata all’insegna dello spirito di squadra e della convivialità. Guidati dal capitano Giovanni Di Lorenzo, i giocatori e lo staff tecnico si sono ritrovati al Magnolia, uno dei locali più esclusivi di Chiaia, situato in Vico Belledonne.

La serata, organizzata con cura dal capitano, è stata un’occasione per rafforzare il legame tra i membri della squadra e celebrare l’avvicinarsi delle festività natalizie. La formula scelta ha mescolato momenti di relax a cena con il divertimento del karaoke, reso ancora più coinvolgente grazie alla disponibilità di più microfoni, che hanno permesso a tutti di cantare contemporaneamente.

Il menu della serata, curato dallo chef Antonio Chirico, ha deliziato gli ospiti con portate di alta qualità. Tra i piatti serviti spiccavano il pregiato jamón ibérico de bellota Reserva e uno stracotto di maialino, che hanno reso la cena un’esperienza gastronomica memorabile.

A fine serata, non sono mancati momenti di leggerezza e condivisione. I giocatori hanno posato per alcuni scatti nell’iconico angolo selfie del Magnolia, insieme al direttore del locale, Mirko Flocco.

Questa iniziativa sottolinea quanto sia importante per il Napoli coltivare lo spirito di squadra anche al di fuori del campo di gioco. Una serata tra amici, che ha rafforzato i legami e regalato momenti di serenità prima delle prossime sfide sportive.

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Champions: impresa Juve, 2-0 al City e pass più vicino

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E’ la notte più bella di Thiago Motta alla Juve: la sua squadra batte 2-0 il Manchester City e si rilancia in classifica, riportandosi a due punti dalle magnifiche otto. Per Guardiola continua una crisi che sembra non voler finire, è la settima sconfitta nelle ultime dieci gare ufficiali. L’ultimo provino è andato male, Cambiaso alza bandiera bianca e non recupera dai fastidi alla caviglia: Thiago Motta lancia Savona e Danilo nel pacchetto arretrato completato da Kalulu e Gatti davanti a Di Gregorio.

Per il resto non ci sono sorprese, con Yilidz che si riprende un posto da titolare sulla trequarti insieme a Conceicao e Koopmeiners alle spalle di Vlahovic e in mediana la coppia Locatelli-Thuram. Guardiola è rimasto quasi senza difensori, a sinistra conferma la fiducia nel classe 2004 Lewis nella difesa con i big Walker, Dias e Gvardiol. Kovacic e Foden non sono al meglio e partono dalla panchina, a sostegno di Haaland ci sono Doku e Grealish e le chiavi del centrocampo sono consegnate a Gundogan con De Bruyne e Bernardo Silva come mezzali.

E’ il Manchester City a prendere subito il dominio del gioco e del pallone, con il tiki-taka in pieno stile Guardiola che però non preoccupa particolarmente i bianconeri, sempre chiusi e compatti. La percentuale del possesso palla arriva a sfondare quota 70% per gli inglesi, eppure la prima occasione è della Juve: intorno al 20′, Yildiz aggancia e rientra sul destro, andando a sfiorare il palo alla sinistra di Ederson. Il lampo del turco accende lo Stadium e scuote la Juve, anche se i ritmi della sfida continuano a non alzarsi. Nel finale, è il City a creare l’occasione più importante di tutto il primo tempo: De Bruyne inventa, Haaland scappa alle spalle di Kalulu e prova uno scavetto, trovando una grande uscita di Di Gregorio. Sul capovolgimento di fronte, la Juve arriva fin dalle parti di Ederson, con il destro di Danilo che però è troppo centrale.

I due allenatori scelgono di non fare cambi durante l’intervallo, al primo affondo arriva il vantaggio bianconero: è un’azione insistita, che parte da una girata di Gatti respinta, passa per un intervento incerto di Gvardiol e si conclude con un colpo di testa di Vlahovic sul quale Ederson è impacciato. Lo Stadium esplode, per il serbo è il quarto gol in cinque gare stagionali di Champions. La reazione del City è timida, i tentativi di Doku, Lewis e Bernardo Silva vengono respinti dal muro eretto davanti a Di Gregorio.

Sul destro a giro di Gundogan, invece, c’è bisogno di un volo del portiere sotto l’incrocio per salvare l’1-0. Thiago Motta butta dentro Weah e McKennie, la scelta è ripagata dopo sei minuti: Danilo fa partire il contropiede, i due americani si trovano a meraviglia ed è il classe 1998 a raddoppiare. Guardiola non ha jolly da giocarsi dalla panchina e nel finale subentrano soltanto Savinho e Nunes, dalle parti di Di Gregorio non arrivano più pericoli. Dopo due minuti di recupero può esplodere la gioia bianconera: la Juve si riscatta e ritrova una vittoria attesa da un mese, la classifica di Champions torna a farsi interessante. Il Manchester City, invece, deve guardarsi alle spalle, e nella prossima a Parigi sarà una sorta di spareggio con un’altra big in difficoltà come il Psg.

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Champions: Bologna ferma il Benfica a Lisbona sullo 0-0

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Il Bologna a testa altissima a Lisbona, contro il Benfica. Non basta per la vittoria, ma per uscire dal Da Luz con un punto sì. A due giornate dal termine della stagione regolare, il 24esimo posto che significa qualificazione ai playoff per gli ottavi, occupato dalla Dinamo Zagabria, è ancora raggiungibile, anche se è una speranza molto più che flebile. Manca l’aritmetica, insomma, per sancire la fine della corsa dei rossoblù. Ma La trasferta di Lisbona dice pure che il Bologna continua a crescere, capace di irretire e a tratti di fare la partita e mettere alle corde il Benfica, che non riesce a prendersi tre punti fondamentali per provare a giocarsi le chance di entrare nelle prime otto e comunque di blindare i playoff per gli ottavi. Finisce senza gol e senza sconfitta, con i rimpianti del Bologna per un buon primo tempo e quelli del Benfica, che nella ripresa cresce ma non si sblocca: per Italiano e i rossoblù, una mezza impresa.

Italiano opta per il turn over e rivoluziona l’undici rossoblù, rinunciando per la prima volta in stagione a Freuler in mediana e lanciando dal primo minuto Ferguson, Moro, Fabbian, Urbanski, Iling-Junior, Dallinga e Casale e Posch. Ma il Bologna ha anima e identità e se la gioca: rischia in avvio, quando Beukema sbaglia in impostazione e Di Maria lancia Pavlidis verso l’1-0, ma il greco è in fuorigioco. Il Bologna fa la partita nella prima mezzora e ha le prime occasioni vere, con Fabbian che conclude malamente una bella azione manovrata e Dallinga che lanciato da Fabbian e liberato da un velo di Urbanski si presenta a tu per tu con Trubin, ma non conclude, cerca di saltarlo e finisce per farsi anticipare dal portiere dei portoghesi.

L’occasionissima sprecata sveglia il Benfica, che un po’ per volta trova misure e ritmo, trascinata dalle incursioni sulla sinistra di Carreras e soprattutto da Arusnes e da un ispirato Di Maria, che chiama Skorupski alla parata sul tiro al volo sul cross di Carreras e poi innesca la ripartenza che passa da Arusners e porta al tiro il solito Carreras, rimpallato a Skorupski fuori causa da Beukema. Si va il riposo sullo 0-0. Cresce il Benfica nella ripresa, il Bologna prova a pungere nuovamente con Dallinga, ma Trubin protegge bene il suo palo, ma è il Benfica a mettere alle corde i rossoblù: Skorupski si produce in un intervento prodigioso su Pavlidis a tu per tu, Aursnes e Di Maria arrivano gli interventi di Casale e Ferguson. Passano i minuti e il crescendo Benfica diventa assedio, con Skorupski che si produce in un altro miracolo su Di Maria. Il muro regge, il Benfica non sfonda, il Bologna cresce e si avvia a testa alta verso la fine dell’avventura europea.

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