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Cronache

Due sorelline sole in quarantena perchè perdono la nonna e la mamma che è in ospedale, il sindaco le ‘adotta’

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Due sorelline molto piccole, in eta’ da scuole elementari, sono restate in casa da sole, in isolamento per coronavirus, a Montevarchi (Arezzo), e per assisterli si e’ mossa una particolare catena di solidarieta’ ed assistenza. Le due bimbe sono in quarantena dopo che, proprio per il Covid-19 la nonna, 80enne, e’ morta giovedi’ scorso nel reparto di rianimazione dell’ospedale di Arezzo, e sempre nello stesso ospedale e’ ricoverata anche la madre, un’operatrice sanitaria le cui condizioni sono in netto miglioramento. Il padre non c’è. Proprio la madre contattata dalle autorita’ con messaggi sul cellulare – scrive ai messaggi, non puo’ parlare per via delle terapie di ossigeno – ha dato il consenso affinche’ le bimba vengano ospitate da una parente. Il sindaco Silvia Chiassai Martini ne e’ diventato tutore, mentre in questi giorni l’assistenza quotidiana alle due sorelline e’ stata fatta da parenti, parrocchiani e volontari che consegnavano loro il cibo per pranzo, merenda e cena, e quant’altro occorresse. Nel giardino sotto casa ha stazionato un camper giorno e notte, con un volontario a turno, pronto ad accorrere in caso di emergenza. Con la madre le piccole mantengono i contatti con videochiamate. Proprio la madre, in un momento possibile, e’ stata contattata dalla Asl che riferisce: “La madre sta meglio e conta di tornare a breve al domicilio. Ringrazia tutta la comunita’ di Montevarchi”. Inoltre, in un messaggio, la paziente “scrive: ‘la solidarieta’ e’ uno dei buoni risvolti del Covid-19′”. E’ una situazione complicata spiega il sindaco di Montevarchi, Silvia Chiassai Martini: “Quando e’ stato chiaro che le due bimbe sarebbero rimaste da sole in casa, e’ partito subito un coordinamento tra i servizi sociali del Comune e quelli della Asl insieme al volontariato. Per volonta’ della mamma le bambine sono rimaste nella loro casa. Sono state monitorate a distanza, in giardino ci sono sempre stati volontari e vicini, cosi’ che fossero sempre in comunicazione con qualcuno. Hanno fatto le lezioni scolastiche via Skype, i parenti e i volontari hanno portato cibo regolarmente. La parente che ha deciso di ospitarle portera’ a casa sua le due bambine, che non presentano al momento alcun segno di contagio, a casa sua mettendosi in quarantena anche lei”. In giornata le sorelline hanno lasciato la casa di famiglia e sono andate a stare da parenti. Intanto “ho fatto fare il tampone alle piccole”, ha aggiunto il sindaco. Ora, pero’, e’ il momento di spengere i riflettori, dicono a Montevarchi, per evitare che le sorelline possano subire traumi da tutta questa vicenda.

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Camorra: clan minorenni in Quartieri Spagnoli Napoli, 3 arresti

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Un vero mini-clan, con tanto di summit e azioni intimidatorie. Tutto formato da minorenni dei Quartieri spagnoli di Napoli. E’ la scoperta di una indagine dela polizia che ha portato a una misura di custodia cautelare del gip partenopeo con il carcere nei confronti di tre ragazzi, ritenuti vicini ai Di Biasi, meglio conosciuti come Faiano, e indagati, a vario titolo, di lesioni personali, porto e detenzione di armi da fuoco, violenza privata, rapina, reati tutti aggravati anche dalle modalita’ mafiose. Il provvedimento nasce dalle indagini sul ferimento a colpi d’arma da fuoco di Vincenzo Masiello il 5 novembre 2022.

L’agguato e’ da ricondurre alla mira espansionistica di un gruppo di giovanissimi ambiziosi che volevano ritagliarsi il loro spazio all’interno delle dinamiche criminali dei Quartieri Spagnoli. La vittima, attualmente detenuta, e’ da considerarsi elemento di spicco della camorra del quartiere. Durante le indagini e’ emerso che il nascente gruppo criminale e’ dedito a reati contro il patrimonio, ha un’ampia disponibilita’ di armi, ha stabilito la sua base operativa in vico Lungo San Matteo che e’ controllato militarmente. Gli indagati costantemente armati di pistola, per evitare attacchi da componenti di altri gruppi antagonisti, hanno in piu’ occasioni perquisito le persone che, in particolare nelle ore notturne, transitavano nella loro zona di influenza.

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Pizzaiolo ucciso: risate e gesti a fine udienza tra gli imputati

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Risate e gesti anche quello delle manette, a fine udienza, tra gli imputati al processo in corso a NAPOLI sull’omicidio di Francesco Pio Maimone, l’aspirante pizzaiolo ucciso nelle prime ore del 20 marzo 2023 sul lungomare di NAPOLI da un proiettile vagante esploso al culmine di una lite scoppiata solo per un pestone su un paio di scarpe griffate a cui la vittima era estranee. Il comportamento di alcuni degli accusati – collegati in video conferenza dalle carceri dove sono detenuti – non è passato inosservato in aula, quando ormai l’udienza, particolarmente importante quella di oggi, si era ormai conclusa. Oggi, infatti, per la prima volta uno dei testimoni, un amico della vittima, che era lì e nelle cui braccia Maimone è spirato, ha indicato colui che ha sparato, puntando il dito verso il riquadro del monitor in cui c’era Francesco Pio Valda.

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Terra dei Fuochi: M5s, fare luce su restituzione beni ai Pellini

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“I fratelli Pellini, condannati definitivamente per traffico illecito di rifiuti, sono responsabili di aver avvelenato la Terra dei Fuochi seppellendo e spargendo nelle campagne di Acerra rifiuti speciali e pericolosi. Era stata disposta la confisca del loro patrimonio per ben 222 milioni, quei soldi dovevano essere destinati alle bonifiche.

Invece, la Cassazione glieli ha restituiti perchè la Corte d’Appello di Napoli si sarebbe attivata oltre i termini previsti. Ministro, per rispetto verso tutti i cittadini e per affermare i valori della Giustizia, chiediamo che si accerti, anche tramite ispezioni, cosa è realmente successo negli uffici giudiziari di Napoli e che si faccia tutto il possibile per recuperare quei soldi alla causa collettiva. Questa non può essere solo una battaglia del Movimento 5 Stelle, deve essere un impegno di tutte le forze politiche”.

Lo ha detto il deputato M5S Sergio Costa, vice presidente della Camera, illustrando un’interrogazione al ministro Nordio. Nella replica, la deputata M5S Carmela Auriemma, prima firmataria dell’atto, ha osservato come “non sia sufficiente la risposta del ministro. 222 milioni di euro sono stati restituiti a dei delinquenti per un vizio procedurale, è doveroso che si faccia la massima chiarezza su quello che è accaduto, lo Stato lo deve a tutti i cittadini cresciuti nella Terra dei Fuochi e alle troppe famiglie che piangono le vittime di quell’inquinamento criminale. Lo Stato non può perdere così davanti agli eco-delinquenti, deve essere forte e inflessibile con questa gente. Bisogna tutelare il lavoro svolto per 15 anni dai magistrati di ben tre procure della Repubblica”.

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