Collegati con noi

Corona Virus

Draghi: sospendiamo i brevetti per vaccinare il mondo

Pubblicato

del

Combattere il Covid-19 con una campagna di vaccinazioni globale e immediata, e prevenire la prossima pandemia. Queste due direttrici hanno animato il Global Health Summit di Roma, presieduto da Mario Draghi e Ursula Von der Leyen, che ha riunito i leader del G20, scienziati, organizzazioni internazionali e societa’ civile attorno a un tavolo – ancorche’ virtuale – per dare risposte concrete, a partire dalla redistribuzione solidale dei vaccini a disposizione del ricco Occidente a scapito dei Paesi poveri, condividendo brevetti, conoscenza e produzione. “Vaccinare tutti, ovunque, adesso”, e’ il mantra ripetuto dai padroni di casa – gli unici a incontrarsi dal vivo a Villa Pamphilj – e da molti ospiti con evidente senso di urgenza a ridurre quel gap e a “rimediare alle ingiustizie e iniquita’ dei momenti piu’ difficili” della pandemia. “Sospendiamo i brevetti”, e’ la proposta del premier italiano, favorevole a una misura “mirata, limitata nel tempo e che non metta a repentaglio l’incentivo ad innovare per le aziende farmaceutiche”. Un’idea – lanciata per primo dal presidente americano Joe Biden – condivisa dal francese Emmanuel Macron (“La sosterro’, caro Mario”) e dallo spagnolo Pedro Sanchez, e confluita, sebbene sfumata, nella Dichiarazione di Roma con un richiamo alla “volontarieta’” nel trasferimento di licenze, tecnologia e know-how. D’accordo anche la cancelliera Angela Merkel se, appunto, la cessione dei brevetti sara’ esclusivamente su base volontaria. Cosi’ come resta prudente la presidente della Commissione Ue, favorevole ad “usare tutte le flessibilita’ previste”, ma determinata a “garantire il sistema di proprieta’ intellettuale”. In questo senso, ha annunciato Von der Leyen, l’Ue fara’ una proposta a giugno al Wto “per una terza via”. Nel pieno del dibattito sui brevetti, irrompe a sorpresa l’impegno delle tre grandi case farmaceutiche americane in gioco – Pfizer, Moderna e Johnson&Johnson – a mettere a disposizione 3,5 miliardi di dosi per i Paesi poveri per il biennio 2021-2022. Non si tratta di donazioni, ma della vendita a prezzo di costo agli Stati a basso reddito e a prezzo ridotto a quelli a medio reddito. Un impegno pubblico, annunciato proprio dal summit di Roma, con cui le tre aziende “mettono in gioco anche la loro reputazione, con un passo che cambiera’ il panorama”, ha commentato Draghi: molte delle attuali controversie sulla produzione e la distribuzione dei vaccini e sull’utilizzo delle licenze “avranno da ora meno importanza”. Nel dettaglio, Pfizer mettera’ a disposizione 2 miliardi di dosi, di cui 1,3 per il solo 2021, Moderna fino a 995 milioni e J&J fino a 500 milioni. A donare sara’ invece l’Ue, con 100 milioni di dosi entro il 2021, Francia e Germania ne promettono 30 milioni ciascuna attraverso il programma Covax, e l’Italia 15, piu’ altri 300 milioni di euro di sostegni finanziari – ha fatto sapere Draghi – per aiutare i Paesi in via di sviluppo, in particolare in Africa, a produrre vaccini in proprio anche col contributo di aziende farmaceutiche italiane. Dal palco virtuale di Roma, anche il Fondo monetario internazionale annuncia lo stanziamento di 50 miliardi di dollari per combattere la pandemia. Dal canto suo, il presidente cinese Xi Jinping – ancora impegnato a difendere il suo Paese dalle “strumentalizzazioni politiche” del virus – promette altri 3 miliardi di dollari in aiuti per i prossimi 3 anni. E annuncia che Pechino continuera’ a fornire “al mondo” dosi dei suoi preparati anti-Covid, dopo i 300 milioni gia’ donati a diversi Paesi, in quella che e’ stata ribattezzata la “diplomazia dei vaccini” volta ad allargare la propria sfera di influenza sfruttando la crisi sanitaria mondiale.

Advertisement

Corona Virus

Influenza e Covid, attesa crescita con ritorno a scuola

Pubblicato

del

La riapertura delle scuole dopo le festività natalizie potrebbe dare un’ulteriore spinta alle infezioni respiratorie: influenza, soprattutto, ma anche Covid-19 e virus respiratorio sinciziale. È il timore espresso da più parti e confermato anche dalla Società Italiana di Pediatria. “Con il rientro dei bambini a scuola ci aspettiamo un aumento dei casi di influenza anche se – c’è da dire – durante il periodo delle vacanze non si è osservato un calo dei contagi, probabilmente per le occasioni di vita sociale durante le festività.

Inoltre, siamo nel momento del clou del virus respiratorio sinciziale”, dice Rino Agostiniani, consigliere nazionale della Società Italiana di Pediatria, che sottolinea che “è importante che i bambini che hanno sintomi influenzali rimangano a casa”. “Ho scritto al ministro della Salute con l’obiettivo di accedere un faro su una malattia che provoca, soprattutto tra i neonati, gravi patologie, anche mortali: la bronchiolite.

La Commissione europea ha autorizzato il vaccino Nirsevimab che ha già passato severissime e rigidissime misure di controllo da parte di Ema. Questo farmaco potrebbe essere uno strumento fondamentale per la lotta alla bronchiolite ed è arrivato il momento che venga adottato anche nel nostro Paese, quanto prima”, ha intanto fatto sapere Orfeo Mazzella, capogruppo del Movimento 5 Stelle in Commissione Affari Sociali al Senato, citando il caso di una neonata di tre mese morta a fine anno probabilmente proprio a causa di questo virus.

Intanto nelle ultime due settimane, in Italia, l’influenza e le sindromi simil-influenzali hanno fatto registrare numeri da record: due milioni di persone messe a letto solo nelle ultime due settimane dell’anno, con tassi elevati soprattutto nei bambini più piccoli “che sono quelli nel corso degli ultimi anni non hanno sviluppato un patrimonio immunitario per difendersi dall’infezione”, spiega Agostiniani. Covid-19, al contrario, nell’ultima rilevazione del ministero della Salute e dell’Istituto Superiore di Sanità ha mostrato un lieve rallentamento.

Tuttavia, nel mondo sembra che i contagi abbiano ripreso a salire: secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità, nelle ultime 4 settimane ci sono stati 850mila casi di Covid nel mondo, con un aumento del 52% rispetto al mese precedente. I numeri reali, tuttavia, potrebbero essere molto più alti.

“Sappiamo che in tutto il mondo le segnalazioni sono diminuite, i centri di sorveglianza sono diminuiti, i centri di vaccinazione sono stati smantellati o chiusi. Questo fornisce un quadro incompleto della situazione e purtroppo dobbiamo aspettarci più casi di quelli che abbiamo dichiarato ufficialmente”, ha detto Christian Lindmeier dell’Oms.

Che la situazione stia peggiorando si intuisce anche dai ricoveri: tra il 13 novembre e il 10 dicembre, nei Paesi che segnalano sistematicamente i dati all’Oms e che sono ormai meno di 60, sono stati registrati più di 118 mila nuovi ricoveri per Covid e più di 1.600 nuovi ricoveri in terapia intensiva, con un aumento rispettivamente del 23% e del 51%.

La ripresa dei contagi potrebbe essere legata alla nuova JN.1 del virus Sars-CoV-2. I dati che arrivano dagli Stati Uniti sembrano confermarlo. Secondo le ultime stime dei Centers for Disease Control and Prevention (Cdc) nell’ultima settimana JN.1 è arrivata al 61,6% di prevalenza. JN.1, che ormai è dominante anche in Italia, discende dalla variante BA.2.86 (Pirola) ed è stata isolata proprio negli Stati Uniti lo scorso settembre. Per i Cdc “al momento non vi è alcuna indicazione di un aumento della gravità da JN.1”. Tuttavia, è possibile che “questa variante possa determinare un aumento delle infezioni”.

Continua a leggere

Corona Virus

Covid, meno ricoveri in ospedale e meno contagi

Pubblicato

del

L’indice di trasmissibilità per il Covid-19 basato sui casi con ricovero ospedaliero al 26 dicembre si conferma sotto soglia epidemica e sostanzialmente stabile con 0,75; in leggera diminuzione anche i ricoveri sia nei reparti che i terapia intensiva. Anche l’incidenza di casi Covid-19 diagnosticati e segnalati nel periodo 28 dicembre 2023-3 gennaio 2024 è in lieve diminuzione pari a 66 casi per 100.000 abitanti rispetto ai 70 della settimana precedente. Il numero di nuovi contagi segnalati è 38.736 contro i 40.988 della settimana precedente e i 60.556 della settimana ancora prima. Questo quanto emerge dall’ultimo monitoraggio del ministero della Salute-Istituto Superiore di Sanità, in cui viene spiegato che, per l’Rt, i valori potrebbero essere sottostimati “a causa di un ritardo di notifica dei ricoveri durante i giorni festivi” e per l’incidenza “in parte per una ridotta frequenza di diagnosi effettuate durante i giorni festivi”.

Per le ospedalizzazioni, al 3 gennaio l’occupazione dei posti letto in area medica risulta pari al 10,1% (6.320 ricoverati) rispetto all’11,0% rilevato al 27 dicembre 2023. In riduzione anche l’occupazione dei posti letto in terapia intensiva, pari a 2,8% (246 ricoverati), rispetto alla settimana precedente (3,2% al 27 dicembre 2023). I tassi di ospedalizzazione e mortalità, viene rilevato nel monitoraggio, aumentano con l’età, presentando i valori più elevati nella fascia d’età 90+ anni; anche il tasso di ricovero in terapia intensiva aumenta con l’età. L’incidenza settimanale dei casi diagnosticati e segnalati risulta in diminuzione nella maggior parte delle Regioni e Province.

L’incidenza più elevata è stata riportata nella Regione Lazio (128 casi per 100.000 abitanti) e la più bassa in Sicilia (6 casi per 100.000 abitanti). Le reinfezioni sono al 43% circa, in lieve diminuzione rispetto alla settimana precedente. Per quanto riguarda le varianti, alla data della più recente indagine rapida condotta dall’11 al 17 dicembre 2023, JN.1 (discendente di BA.2.86) è predominante, con una prevalenza nazionale stimata pari a 38,1%. Si conferma, inoltre, se pur con valori di prevalenza in diminuzione, la co-circolazione di ceppi virali ricombinanti riconducibili a XBB, ed in particolare alla variante d’interesse EG.5 (prevalenza nazionale stimata pari a 30,6%).

Continua a leggere

Corona Virus

In Spagna torna mascherina contro boom virus respiratori e Covid

Pubblicato

del

Un appello al “buon senso” e la raccomandazione “ad avere sempre a portata di mano la mascherina” da indossare negli ambienti affollati o sui trasporti pubblici è stato lanciato oggi dalla ministra spagnola di Sanità, Monica Garcia, a causa del “notevole aumento” di virus respiratori registrati negli ultimi giorni, che hanno già portato in emergenza numerosi centri di salute e servizi di pronto soccorso ospedalieri. In una dichiarazione alla tv nazionale Rtve, Garcia ha fatto riferimento all’incidenza attuale di virus respiratori “di 1.000 casi per 100.000 abitanti”, secondo il rapporto settimanale dell’Istituto Carlos III di riferimento.

“Il tasso di ricoveri, nonostante il lieve aumento, si mantiene basso, sotto i 30 casi per 100.000 abitanti”, ha aggiunto, ma “è prevedibile che continuerà a intensificarsi nei prossimi giorni”. La ministra ha convocato per lunedì il Consiglio interterritoriale del Sistema sanitario nazionale di salute, per “unificare i criteri per “affrontare i picchi di virus respiratori”, dopo che regioni come la Catalogna e la Comunità Valenziana hanno ripristinato da oggi l’obbligo di mascherina in ospedali, centri sanitari e residenze di anziani.

Continua a leggere

In rilievo

error: Contenuto Protetto