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Cronache

Dopo 35 anni licenziata da Fillea Taranto, appello a Landini

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“Confidiamo in un tuo autorevole e tempestivo intervento indispensabile per ripristinare giustizia e solidarieta’ ma soprattutto per fermare una inqualificabile discriminazione che si vorrebbe consumare attraverso un assordante silenzio”. E’ l’appello rivolto da un gruppo di sindacalisti, politici ed esponenti della societa’ civile di Taranto al segretario nazionale della Cgil, Maurizio Landini, per sollecitare il reintegro di una dipendente di 56 anni licenziata dalla locale Fillea dopo 35 anni di lavoro prima alle dipendenze della Cgil e poi del sindacato di categoria, quale funzionario tecnico. Qualche settimana fa, a conclusione del Comitato Direttivo, “la signora R. ha ricevuto, prima verbalmente e poi per iscritto la decisione della segreteria – spiegano i firmatari – che ha disposto il suo licenziamento immediato per motivi di criticita’ finanziaria ‘con conseguente calo degli iscritti e dei relativi contributi sindacali'”. La Fillea ha precisato che non e’ stato “possibile individuare altra mansione, anche di natura inferiore”, anche “in ragione della limitatezza della nostra struttura territoriale”. I firmatari rilevano che “la signora R. ha la madre ottantenne affetta da Alzheimer, il fratello piu’ grande cerebroleso dalla nascita. Nonostante i diritti acquisiti con la 104 ha scelto di non avvalersi dei giorni di permesso o del previsto distacco parentale. Separata con un figlio disoccupato, ma questa e’ una condizione che l’accomuna a tante altre donne”. La Cgil – concludono – era “la sua famiglia nella quale ha vissuto gran parte della sua vita, finche’ un giorno, senza preavviso le comunicano che non hanno piu’ bisogno di lei e di lasciare le chiavi entro e non oltre le successive 24 ore. Ad un inquilino moroso si sarebbe concesso piu’ tempo”.

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Ucraina: Polonia, favoriremo rimpatrio uomini in età militare

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Varsavia aiuterà Kiev a riportare in Ucraina i suoi uomini in età militare, in seguito alle nuove modifiche alle leggi sui passaporti e sul servizio consolare per gli uomini ucraini che vivono all’estero: lo ha detto il ministro della Difesa polacco Wladyslaw Kosiniak-Kamysz. “Penso che molti polacchi siano indignati vedendo giovani ucraini negli alberghi e nei caffè, sentendo quanti sforzi dobbiamo fare per aiutare” Kiev, ha detto ieri Kosiniak-Kamysz ai media di polacchi. Il ministro ha sottolineato anche che Varsavia si era già offerta di aiutare l’Ucraina a identificare i rifugiati che vivono in Polonia e che sono sotto obbligo militare. La Polonia ospita circa un milione di ucraini fuggiti dalla guerra totale della Russia. Il ministro degli Esteri ucraino Dmytro Kuleba ha dichiarato che le nuove misure di Kiev intendono “ripristinare atteggiamenti equi nei confronti degli uomini in età di leva in Ucraina e all’estero”.

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Ticket Venezia: 80mila prenotati oggi, uno su 10 non paga

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Nel primo giorno di sperimentazione del ticket d’ingresso a Venezia sono oltre 80mila le persone che hanno registrato la loro presenza in città oggi, 25 aprile. Solo 7mila però, uno su dieci, secondo i dati aggiornati a ieri pomeriggio’, hanno pagato il voucher di 5 euro per accedere al centro storico. Tutti gli altri accessi sono di persone esenti alla tassa (cittadini veneti, i lavoratori, gli studenti e altre categorie), tenuti a registrarsi sulla piattaforma on line ma non a pagare. Tra questi, 30.300 sono gli ospiti delle strutture ricettive, 9.450 sono i veneti, potenziali vacanzieri ‘di giornata’.

 

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Choc a Nola: marito violento, giovane ‘liberata’ dai carabinieri grazie all’intervento della suocera

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Dopo anni di soprusi e maltrattamenti, la storia di terrore vissuta da una giovane donna di Nola ha finalmente trovato un epilogo in tribunale. Un giovane di 21 anni, con un passato turbolento segnato da dipendenza da droga e violenze, è stato arrestato e accusato di sequestro di persona, maltrattamenti e lesioni personali aggravate. Le aggressioni brutali, compresa una tentata strangolazione e attacchi pericolosi anche ai passanti nel centro antico di Nola, finiranno con il suo arresto.

La Procura di Nola, con l’ausilio dei carabinieri, ha condotto un’indagine lampo che ha portato alla luce gli abusi subiti dalla donna per anni. La vittima, che aveva sopportato in silenzio gli attacchi del compagno, ha trovato la forza di parlare solo dopo l’intervento della madre dell’aggressore, che l’ha convinta a cercare aiuto e cure mediche.

Durante l’ultima aggressione, la donna ha subito gravi danni all’orecchio e all’occhio, oltre a numerose altre ferite. In ospedale, il personale ha allertato le autorità, innescando una serie di eventi che hanno portato all’arresto del giovane. Nonostante il profondo legame affettivo che la legava al suo aguzzino, il quale chiudeva la porta di casa a chiave per impedirle di scappare, la donna ha finalmente deciso di rompere il silenzio.

Il Gip del Tribunale di Nola, Teresa Valentino, ha accolto la richiesta di custodia cautelare in carcere presentata dalla Procura, segnando un decisivo punto di svolta nel caso. La giovane donna ha espresso il desiderio di vedere giustizia fatta: «Chiedo che venga punito per quello che mi ha fatto», ha dichiarato, evidenziando il lungo calvario e la paura che ha vissuto, temendo anche per la sicurezza della sua famiglia.

Questa vicenda sottolinea la tragica realtà della violenza domestica e l’importanza di supportare le vittime nel trovare la forza di parlare e denunciare i loro aggressori. L’arresto del giovane non solo mette fine a un ciclo di violenza, ma serve anche come monito sulle conseguenze legali che attendono coloro che sceglieranno di perpetrare tali crimini.

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