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Cronache

Donna inferma muore,arrestato marito che la maltrattava

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L’intuizione e lo zelo del medico di famiglia ha evitato che la morte di Laura Pin, 74 anni, di Fiume Veneto (Pordenone), venisse archiviata come naturale. Il professionista, chiamato da alcune assistenti domiciliari mercoledì scorso, ha individuato alcune ecchimosi sospette sulla salma della donna, adagiata sul letto, dove da mesi era costretta per una grave patologia. Nella relazione del dottore, il pm di turno ha ravvisato elementi che meritassero degli approfondimenti, grazie ai quali stamattina è stato fermato e condotto in carcere, come indiziato di omicidio, il marito della donna, Severino Sist, di 75 anni, con un passato di maltrattamenti famigliari. L’uomo nelle prime fasi dell’inchiesta aveva sostenuto di non essersi nemmeno accorto del decesso della moglie, che il medico ha fatto risalire al giorno precedente il ritrovamento da parte del personale infermieristico dell’Azienda sanitaria. Messo alle strette dagli investigatori, Sist ha poi affermato che la causa della morte sarebbe stata una caduta accidentale dal letto, che avrebbe provocato i lividi al mento e alla fronte riscontrati dall’ispezione della salma.

Ma l’anziana era praticamente impossibilitata a muoversi da sola e, dunque, questo tipo di ricostruzione non sarebbe potuta essere fedele. Ulteriori accertamenti ed elementi – attualmente non divulgati – hanno portato al fermo del marito, senza attendere l’autopsia in programma lunedì. Tra le circostanze che hanno portato i militari dell’Arma a indagare con grande cura la morte dell’anziana ci sono anche i precedenti a carico dell’uomo, pregiudicato per maltrattamenti proprio nei confronti della consorte – gli episodi risalgono al 2018 – e destinatario l’anno seguente della misura dell’obbligo di allontanamento dalla dimora di famiglia. Cosa sia capitato negli ultimi anni e perché l’anziano fosse tornato a vivere in quella casa sarà la Procura a stabilirlo. L’abitazione è molto isolata, i vicini non commentano. L’indagato era noto come massaggiatore, ma era da tempo in pensione. Nel lungo interrogatorio cui è stato sottoposto nel pomeriggio e nella serata di ieri ha negato gli addebiti, ricordando la fragilità della moglie e lo stato di salute della donna particolarmente grave e precario. Lunedì è anche previsto l’interrogatorio dell’anziano davanti al Gip per la conferma della misura restrittiva. La casa dove viveva la coppia è attualmente sotto sequestro per permettere ulteriori accertamenti tecnici.

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Infermieri aggrediti: Opi, in ospedale si rischia la vita

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L’Ordine delle professioni infermieristiche di Napoli è fortemente provata per l’aggressione ai due Infermieri dell’Ospedale del Mare. E lancia un appello alle istituzioni tutte e le parti sociali a fare fronte comune affinché si prendano provvedimenti severi e azioni di contrasto efficaci. Nel frattempo “sollecita il Prefetto di Napoli appena insediato, le forze dell’ordine – si legge in una nota – ad attivare i presidi di polizia negli ospedali annunciati e solo parzialmente attuati”. L’Opi lancia poi l’allarme: “In ospedale si rischia la vita per prestare cure. E di questo passo, avremo sempre meno Infermieri in corsia”. “Troppo rischioso. Si va al lavoro come in trincea. E l’ultimo gravissimo episodio che ha colpito severamente due colleghi dell’Ospedale del Mare ne è la riprova, cosi come la continua perdita d’attrattiva della professione”, dice Teresa Rea, presidente dell’ordine delle professioni infermieristiche di Napoli, dopo la violenta aggressione di ieri. “Ai colleghi – aggiunge – esprimiamo la solidarietà umana e professionale e assicureremo la vicinanza della professione, con l’impegno a sostenere in ogni iniziativa, anche legale, i colleghi colpiti”. All’Ordine ricordano che solo nell’Asl Napoli 1 si contano nel 2023 57 aggressioni, 86 tra Napoli 1 e Napoli 2 da inizio anno.

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Lezione di giornalismo dalla procuratrice del Tribunale per i Minorenni di Napoli: si rispetti la Carta di Treviso

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“Ai giornalisti chiedo di rispettare la Carta di Treviso. E’ vero che il web ha cambiato anche il modo di fare giornalismo perché lì esce di tutto e di più, ma vi deve essere una differenza tra il primo che posta qualcosa sul web e il giornalista”. Lo ha detto Maria De Luzenberger, procuratrice al Tribunale per i Minorenni di Napoli nel corso dell’evento ‘La devianza minorile: alleanze e sinergie corresponsabili. Politiche, pratiche e comunicazione’ al Dipartimento di Scienze Sociali dell’Università degli Studi di Napoli Federico II. “Il rispetto della Carta di Treviso è estremamente importante.

Ultimamente sono molto inquieta e parlo delle bambine di Caivano: ormai tutti sanno chi sono e ne sono state ‘ascoltate’ le loro vite. La tutela dei minorenni è molto importante perchè i ragazzi vivono di quello che si dice, delle fotografie e dei filmati e di quello che si posta. E sono molto sensibili. Così come sono sensibili gli autori che sono spesso minorenni”. L’ evento promosso dal progetto ‘la mia banda è pop’ coinvolge enti di terzo settore, Università Federico II, il ministero della Giustizia minorile con gli Uffici Servizio Sociale minori di Napoli e Salerno e tre scuole. La giornata è accreditata con l’Ordine dei Giornalisti della Campania e quello degli Assistenti sociali per la formazione professionale.

“Grazie all’attenzione che è stata data dai giornalisti al problema dell’elusione dell’obbligo scolastico, l’attenzione è stata portata fino alle Istituzioni e sul tema c’è stato e c’è un grande lavoro”. Lo ha detto Maria De Luzenberger, procuratrice al Tribunale per i Minorenni di Napoli nel corso dell’evento ‘La devianza minorile: alleanze e sinergie corresponsabili. Politiche, pratiche e comunicazione’ al Dipartimento di Scienze Sociali dell’Università degli Studi di Napoli Federico II. “Napoli si è dotata di una piattaforma on line che consente ai dirigenti scolastici di segnalare lì, contemporaneamente ai Servizi Sociali e al mio ufficio, la dispersione. Da quando è entrata in funzione a Napoli abbiamo avuto più di 2.500 segnalazioni, ovviamente non sono tutte di ‘dispersi’ ma anche segnalazionidi ragazzi che danno segnali di dispersione in casi che possono essere affrontati”.

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Musicista ucciso, a Napoli cerimonia per medaglia alla memoria: il dolore del ministro Piantedosi

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Ha avuto inizio in Prefettura, a Napoli, la cerimonia per il conferimento della medaglia alla memoria di Giovanbattista Cutolo, il musicista 24enne ucciso lo scorso 31 agosto in piazza Municipio per difendere un amico. La cerimonia si sta svolgendo alla presenza del ministro degli Interni, Matteo Piantedosi. È stato il prefetto di Napoli, Claudio Palomba, a ricordare il sacrificio di Giovanbattista, conosciuto con il nome di Giogiò. Toccante la testimonianza della madre, Daniela Di Maggio.

“La vicenda di Giogiò mi ha segnato particolarmente”. Lo ha detto il ministro degli Interni, Matteo Piantedosi, nel corso della cerimonia di conferimento della medaglia d’oro al valore civile in memoria di Giovanbattista Cutolo, il 24enne ucciso a Napoli per difendere un amico. Il responsabile del Viminale ha evidenziato che in città c’è una parte sana, della quale il musicista ucciso faceva parte, e i giovani di questa città non si devono girare dall’altra parte, come non si è girato appunto Giogiò. “Noi non vi lasciamo soli”, ha aggiunto il ministro rivolgendosi ai familiari assicurando che si “farà in modo che questa non sia una cerimonia consumata invano”. La medaglia d’oro al valore civile viene concessa per gesti di altissimo valore, ha precisato il ministro.

Bisogna “stare sempre dalla parte dei deboli”. È l’invito che ha rivolto Daniela Di Maggio, la madre del giovane musicista che è stato ucciso il 31 agosto scorso in piazza Municipio a Napoli per difendere un amico da un’aggressione. Facendo riferimento ai fatti di violenza ai danni dei minori, la mamma di Giogiò ha auspicato che si vada avanti “con un massiccio controllo del territorio” . (

Nella foto in evidenza il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella con i Familiari di Giovanbattista Cutolo,il giovane ucciso lo scorso 31 agosto a Napoli,era presente Gaetano Manfredi,Sindaco di Napoli
(foto di Francesco Ammendola – Ufficio per la Stampa e la Comunicazione della Presidenza della Repubblica)

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