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Djokovic da leggenda, vince Roland Garros ed è record 23 Slam

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Novak Djokovic nella leggenda: il tennista serbo ha vinto il torneo del Roland Garros, stabilendo cosi’ il record assoluto di successi in tornei Slam per un tennista: sono 23, uno in piu’ di Nadal. Djokovic ha battuto Ruud tre set a zero, col punteggio di 7-6, 6-3, 7-5.

Djokovic, col successo di oggi, è alla sua terza vittoria nel singolare al Roland Garros, dopo quelle del 2016 e del 2021. Si aggiungono poi 10 vittorie agli Aus Open (2008, 2011, 2012, 2013, 2015, 2016, 2019, 2020, 2021, 2023), 7 a Wimbledon (2011, 2014, 2015, 2018, 2019, 2021, 2022), 3 agli Us Open (2011, 2015, 2018). Nadal resta a 22 Slam, Federer a 20. Il record assoluto è però di una tennista, l’australiana Margeret Smith Court, con 24 vittorie nel singolare. Djokovic tornerà poi in vetta alla classifica Atp, prolungando a 388 il suo primato di settimane da numero 1 del mondo.

“Sono contento di condividere con voi questo giorno davvero speciale per me: qui c’è un’atmosfera speciale e perchè il Roland Garros è sempre stato per me il torneo più difficile: non è una coincidenza se ho raggiunto qui il record di 23 Slam”. Nole Djokovic non la smette più di parlare a fine premiazione, in francese (“ma cerco un professore”), in inglese poi, tra battute, ringraziamenti a “Giroud, Ibra, Mbappè e Tom Brady che sono qui a vederci”, e un messaggio finale. “A 7 anni sognavo di diventare il n.1 al mondo: ai giovani dico, vivete il presente, non guardate al passato, e costruite la quotidianità per prendervi il futuro”.

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Champions: abbraccio a bordo campo tra Sinner e Ibrahimovic

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Una lunga chiacchierata a bordo campo tra Zlatan Ibrahimovic e Jannik Sinner, che si sono abbracciati davanti a Furlani e Gerry Cardinale sul prato di San Siro, poco prima del fischio d’inizio di Milan-Borussia Dortmund di Champions League. Dalla curva Sud, cuore del tifo milanista, si sono alzati dei cori proprio all’indirizzo del tennista vincitore della Coppa Davis con la Nazionale italiana ed è stato esposto uno striscione con la scritta “Sinner: la Sud ti rende onore”. Il nome del tennista altoatesino dovrebbe essere annunciato dallo speaker dello stadio subito dopo la lettura delle formazioni.

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Champions: fiducia Mazzarri, pronti per sfidare il Real

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Vincere in casa dell’Atalanta e adesso andare al Bernabeu con il coraggio di provarci, sapendo che se anche perdi, poi basterà pareggiare con il Braga per qualificarsi. Il Napoli di Mazzarri ritrova forza e voglia alla vigilia del match contro il Real Madrid: sa di giocare contro una grande squadra, ma con tanti infortunati, e di poter tentare il colpo senza paura. Lo dice con coraggio proprio il nuovo tecnico azzurro: “L’obiettivo – spiega chiaramente – è di ritrovare il gioco bellissimo del Napoli dell’anno scorso. Siamo andati bene a Bergamo vincendo e ora ripartiamo da qui, poi non mi pongo limiti”.

Mazzarri parla della stima reciproca con de Laurentiis, seduto ad ascoltare la sua conferenza stampa; manda complimenti a Luciano Spalletti e parla della sua stima per Carlo Ancelotti: “E’ un tecnico di altissimo livello – spiega – ha vinto tutto e sa costruire le squadre più forti. Ci siamo incontrati diverse volte in campo e per lui ho una stima incredibile dal punto di vista umano. Poi in campo vanno le due sqadre e vediamo che succede. Ancelotti per me deve stare una vita qui, ma sceglierà lui il suo futuro”. Il futuro del Napoli passa invece per i giocatori che cercano di ritrovare la forma migliore, a partire da Osimhen, che è rientrato nel finale a Bergamo e ha inventato l’assist del gol vittoria a Elmas.

“Osimhen – spiega il tecnico – sta facendo passi avanti fisicamente. Ha giocato 25′ a Bergamo e vediamo se domani riesce a fare un tempo, perchè poi giocheremo contro Inter e Juventus e lui è un giocatore importante. Vediamo se parte in campo dall’inizio della partita o durante il match”. “In generale – continua Mazzarri – ho trovato a Napoli un gruppo di empatia enorme, dei bravi ragazzi molto professionisti. Il club ha preso giocatori che hanno una grande serietà e se l’allenatore trova questo materiale umano oltre che di qualità tecnica può andare veramente bene. Non mi è capitato spesso di trovare giocatori così. Io di solito se entro nella testa dei giocatori inserisco la buona organizzazione in campo a livello tattico, devo cercare di inculcare le idee ai giocatori e farli ritornare ad essere quelli dello scorso anno, o almeno a somigliarci”.

Mazzarri ha fiducia in un gruppo che quindi domani può partire con Osimhen dal 1′, per poi essere avvicendato nell’intervallo, oppure con Raspadori e il nigeriano pronto a subentrare. Per il resto torna in porta Meret, mentre c’è sempre il problema del terzino sinistro, con Rui e Olivera infortunati e rimasti a Napoli e Juan Jesus favorito da terzino ma anche Ostigard pronto. La fiducia c’è e Mazzarri ricorda le imprese del suo passato al Napoli nel 2011, quando sconfisse il Manchester City, qualificandosi: “Eravamo un gruppo esordiente ed emozionato ma vincemmo e passammo il turno, perché a volte nel calcio accade quello che prepari. Noi domani proviamo a giocare bene”.

“Sensazioni positive” che ha anche Giovanni Di Lorenzo, capitano del Napoli: “Giocheremo in uno stadio fantastico contro una grandissima squadra. Sarà un test anche per noi, per capire a che livello siamo. Siamo pronti per affrontare questo incontro, che può darci uno slancio importante tanto in campionato quanto in Champions. La partita dell’andata è stata determinata anche da qualche errore nostro, come il mio sul gol di Vinicius. L’avevamo però interpretata bene, costringendo il Real a difendersi nella sua metà campo. Dobbiamo ripartire da questo approccio, ma domani sarà una partita completamente diversa”.

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Lazio vola con Immobile, è agli ottavi di Champions

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“Voglio una squadra cattiva e feroce agonisticamente. La società crede nell’organico e nell’allenatore. Una volta che uno cade si deve rialzare, come viene detto nel Vangelo”. Parole, dette a Sky prima della partita, profetiche quelle del presidente della Lazio, Claudio Lotito. La vittoria sul Celtic non sarà una risurrezione dal punto di vista del gioco ma la squadra di Sarri trascinata da Ciro Immobile non solo scaccia le ombre della crisi ma soprattutto, grazie al successo dell’Atletico Madrid sul Feyenoord, vola agli ottavi di Champions con un turno di anticipo.

E la sfida coi Colchoneros tra due settimane deciderà la prima del girone E. Intanto bisogna sottolineare che a togliere le castagne dal fuoco alla sua squadra è stato, ancora una volta, Immobile, che Sarri ha tenuto fuori dalla formazione iniziale per dare un segnale e soprattutto un seguito alle sue parole di ieri, quando aveva detto che “ormai bisogna resettare e non ci sono distinzioni tra vecchi e nuovi”. Così ha fatto, ma poi, vista l’inconcludenza in avanti di Castellanos, al 16′ della ripresa ha fatto entrare Immobile e il bomber ha risposto con i due gol che hanno deciso la partita. Come dire che più decisivo di così non si può. Forse, a lui e ai compagni, avrà fatto bene anche il ritiro prepartita imposto dalla società.

A merito della Lazio bisogna dire anche che è scesa in campo priva dello squalificato Vecino e degli infortunati Zaccagni, Casale e Romagnoli, e con il portiere Provedel che fino a ieri aveva 39 di febbre. Tanti assenti anche nel Celtic, vedi i vari Palma (squalificato), Maeda, Hatate e Abada (quest’ultimo israeliano che si dice non gradisca certi atteggiamenti dei tifosi dei Bhoys come le bandiere palestinesi esposte anche oggi sugli spalti), ma il calcio di oggi, e delle troppe partite, è fatto anche di numerose assenze. Con la vittoria di oggi la Lazio torna a vincere due partite di seguito in Coppa dei campioni/Champions dopo 22 anni: l’ultima volta le era capitato nell’ottobre 2001 a spese di Psv Eindhoven e Galatasaray.

Il Celtic, che oggi non ha fatto molto per vincere (del resto in Champions non ci è mai riuscito ogni volta che ha giocato in Italia) ora è fuori anche dall’Europa League (arriverà sicuramente ultimo nel girone), ed è arrivato alla 15/a partita di seguito senza vincere nella massima competizione europea, primato assoluto per una squadra britannica (quindi comprese quelle inglesi). Ed essendo rimasto a secco anche oggi è arrivato a 9 match senza gol nelle ultime 11 apparizioni in Champions.

Numeri che testimoniano una pochezza apparsa evidente, nonostante la foga espressa nei minuti iniziali del match e la buona volontà messa in campo da elementi come Furuhashi, Oh Hyeon-gyu, al quale l’arbitro Umut Meler ha negato un rigore nel recupero dopo ‘consulto’ al Var, e Carter-Vickers. Ma ai Bhoys servirebbe uno Johnston ‘vero’, come il folletto che fece impazzire Inter e Fiorentina nella Coppa dei Campioni degli anni ’60 e non i suoi due omonimi visti in campo oggi: altra storia, e altra classe. Così Sarri sorride, confortato dalla discreta prova dei suoi e per aver azzeccato le sostituzioni, vedi Immobile, ma anche Pedro.

Al 37′ st c’è il primo gol di Immobile: Isaksen dalla destra dell’area prova un sinistro a rientrare, il tiro deviato si trasforma in un assist per Immobile che appostato sul secondo palo non può sbagliare. Il raddoppio tre minuti dopo: palla morbida dentro l’area ancora di Isaksen dalla destra, Scales sembra in vantaggio ma perde il duello col campitano laziale, che rientra sul sinistro saltando Carter-Vickers e infilando Hart di sinistro. E ora l’imperativo è tornare a fare bene anche in campionato, altrimenti i tifosi che oggi hanno sempre incitato la squadra torneranno a farsi sentire in altro modo.

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