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Diabete, troppi casi fin da piccoli: l’importanza dell’educazione nutrizionale e dell’attività fisica

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Il diabete è una malattia sempre più diffusa tra i giovani, e il trend preoccupante degli ultimi anni sembra essere accentuato anche dalla pandemia di Covid-19. L’obesità infantile e gli stili di vita poco salutari contribuiscono a un’incidenza crescente del diabete di tipo 2 nei bambini e negli adolescenti, accanto al tradizionale diabete di tipo 1. È ora più che mai fondamentale iniziare a pensare alla prevenzione fin da piccoli per contrastare questa tendenza allarmante.

Secondo Graziano Di Cianni, presidente dell’Associazione Medici Diabetologi, l’età di comparsa del diabete si sta abbassando, e negli ultimi trent’anni si è registrato un notevole aumento dei casi di diabete di tipo 2 nei giovani tra i 12 e i 13 anni. L’obesità infantile, sempre più diffusa soprattutto nelle regioni meridionali d’Italia, è associata a squilibri glicemici e anticipa lo sviluppo di questa malattia cronica.

Gli effetti della pandemia di Covid-19 hanno ulteriormente accentuato il problema. Studi condotti sia in Italia che negli Stati Uniti hanno evidenziato un aumento delle diagnosi di diabete in giovani pazienti durante la pandemia. In Italia, l’incremento è stato del 7,2% rispetto alle diagnosi attese nel 2021, e negli USA le nuove diagnosi di diabete di tipo 2 in età pediatrica sono aumentate del 9% ogni biennio negli ultimi 10 anni. Gli adolescenti che hanno ricevuto la diagnosi di diabete sono più del doppio rispetto al periodo precedente alla pandemia.

La causa di questa tendenza potrebbe essere attribuita al peggioramento degli stili di vita causato dalla pandemia, ma vi sono anche indicazioni che suggeriscono che contrarre il Covid-19 aumenti la probabilità di sviluppare il diabete in seguito.

Per contrastare l’aumento dei casi di diabete nei giovani, è essenziale adottare misure preventive sin dall’infanzia. Valentino Cherubini, coordinatore della ricerca italiana sulla prevenzione del diabete, suggerisce alcune buone pratiche che valgono per tutti, compresi i bambini con la diagnosi della malattia.

La creazione di una routine quotidiana con orari regolari per i pasti e l’esercizio fisico è fondamentale. Coinvolgere i bambini nella preparazione dei pasti è un’ottima occasione per educarli al valore nutrizionale degli alimenti e alle giuste combinazioni per controllare i livelli di zuccheri. Incentivare i bambini a svolgere almeno mezz’ora di attività fisica al giorno, magari coinvolgendoli in attività divertenti e stimolanti, è un altro aspetto chiave nella prevenzione del diabete.

La prevenzione non solo aiuta a evitare l’insorgenza della malattia, ma aiuta anche a gestirla in caso di diagnosi già avvenuta. L’educazione nutrizionale e lo stile di vita sano sono le basi per affrontare il diabete in modo consapevole e responsabile.

In un periodo in cui la salute pubblica è particolarmente al centro delle attenzioni, è cruciale che famiglie, scuole e istituzioni si uniscano per promuovere una cultura della prevenzione fin dai primi anni di vita, creando le basi per una generazione più sana e consapevole. Solo attraverso un impegno comune possiamo sperare di invertire il trend allarmante dell’aumento dei casi di diabete tra i giovani e garantire loro un futuro migliore e più sano.

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Economia

Fabi, primo integrativo in Ccb, interessa 11.500 lavoratori

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Il primo contratto integrativo per il gruppo bancario Ccb (Cassa Centrale Banca) sottoscritto dopo un “lungo percorso negoziale” interesserà 11.500 lavoratori delle Bcc (banche di credito cooperativo) e introduce “tutele importanti per tutti”. Lo afferma Domenico Mazzucchi, coordinatore Fabi per il gruppo, secondo il quale il contratto dà “risposte importanti sulla mobilità territoriale, sul welfare e sulla valorizzazione delle professionalità”. “Sono contento – sottolinea il sindacalista – perché è prevalso nella delegazione datoriale, in primis l’amministratore delegato, il buon senso e l’attenzione ai collaboratori”. “Il lavoro non è finito”, precisa Mazzucchi spiegando che “nei prossimi mesi apriremo un tavolo di lavoro sulla professionalità per definire ulteriori profili professionali”. “Ora – conclude – la parola passa alle assemblee dei lavoratori per l’illustrazione e l’approvazione” del verbale di accordo.

L’accordo integrativo per il gruppo Cassa Centrale Banca (Ccb), che raggruppa 67 Banche di credito cooperativo (Bcc) italiane, prevede secondo la Fabi una “valorizzazione delle professionalità”. Definisce infatti nuove figure professionali “derivanti anche dall’attuazione dei modelli organizzativi emergenti, con particolare riferimento alla formazione e alla valutazione del personale e con la previsione di istituire un tavolo di lavoro tecnico per lo sviluppo professionale”.

Il nuovo integrativo si occupa poi di “clima aziendale, benessere lavorativo e pressioni commerciali” e introduce “misure di welfare” orientate alla conciliazione tra lavoro e famiglia, con permessi, diritto alla disconnessione e polizze infortuni. In tema relazioni industriali l’accordo inquadra “strumenti atti a garantire trasparenza e condivisione delle informazioni” e fissa un “confronto costante tra le organizzazioni sindacali, l’azienda e il gruppo”. Affrontato anche il nodo della mobilità territoriale, con un’indennità in caso di trasferimento dei lavoratori a partire dai 35 Km dalla propria sede abituale di lavoro a partire dal prossimo 1 luglio, valida anche per i trasferimenti pregressi. Previsto per i lavoratori coinvolti il rimborso di abbonamenti ai mezzi pubblici. In tema di lavoro agile l’accordo prevede formazione, obbligo di custodia e riservatezza, salute e sicurezza, diritto alla disconnessione, al recesso e al monitoraggio, con il riconoscimento del buono pasto. Risolto infine il nodo dei mutui per la prima casa ai dipendenti.

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Ambiente

Meloni: serve una transizione ecologica non ideologica

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“L’Italia sta facendo la sua parte nel processo di decarbonizzazione in modo pragmatico con un approccio” che rispetti la neutralità tecnologica “libero da radicalismo: se vogliamo essere efficaci” serve “una sostenibilità ambientale che non comprometta la sfera economica e sociale, una transizione ecologica non ideologica”. Così la presidente del Consiglio Giorgia Meloni intervenendo in plenaria alla Cop28.

L’Italia, ha spiegato Melonista “gradualmente rimpiazzando i combustibili fossili con rinnovabili, abbiamo adottato un nuovo piano per l’energia e il clima e stiamo investendo risorse nei biocarburanti, siamo tra i fondatori dell’alleanza globale per i biocarburanti. Nel contesto europeo, siamo parte della carbon neutrality entro il 2050 e per ridurre le emissioni almeno del 55% entro il 2030. Ma siamo anche impegnati per il programma fit for 55, con un approccio multistrutturale”. Meloni ha ribadito alla platea della plenaria della Cop28 l’impegno italiano per l’Africa cui sarà destinata “una quota significativa” del fondo italiano per il clima (circa 4 miliardi complessivi) e che l’energia è “uno dei pilastri del Piano Mattei” per l’Africa. L’Italia, ha detto sottolineando che tutti questi temi saranno al centro anche “del G7” a guida italiana, sta lavorando per diventare “hub strategico per l’energia pulita, sviluppando le infrastrutture e la capacità di generazione necessarie” in Italia e nel Mediterraneo.

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Viva ma rianimata tre volte a Napoli: madre, urge farmaco raro

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Per ben tre volte il suo cuore si è fermato. E per tre volte i sanitari dell’Ospedale del Mare di Napoli l’hanno rianimata, alle tre di notte notte dello scorso 22 luglio. Un miracolo che però rischia di rivelarsi inutile senza un farmaco statunitense che in Italia è introvabile. A lanciare l’appello è la mamma di una ragazzina ucraina affetta da una rara sindrome cardiaca (QT lungo) di natura genetica, una patologia che si manifesta, a causa di aritmie ventricolari, con svenimenti, sincope e che provoca morte improvvisa. La donna si chiama Oleksandra Kotsiborska ed è un medico iscritto all’Ordine di Napoli.

La figlia adesso sta meglio ma senza quel farmaco gli sforzi dei sanitari napoletani potrebbero rivelarsi inutili. “Ringraziare di cuore l’ospedale del mare di Napoli – dice la dottoressa Kotsiborska – per aver salvato mi figlia. Il farmaco che assumeva quotidianamente non faceva effetto e senza di loro adesso lei non sarebbe con me. Adesso è sotto un nuovo piano terapeutico ma data la rarità della sindrome, il farmaco richiesto deve essere importato dagli Stati Uniti poichè in Italia vi è carenza della molecola di cui è composto. Aiutatemi a renderlo disponibile affinché mia figlia possa vivere”.

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