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Di Maio e Di Battista tornano, ed è “guerra a privilegi”. Ma Salvini già frena

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L’atteso ritorno del duo Luigi Di Maio-Alessandro Di Battista si materializza dopo pranzo, con le piste da sci di Moena sullo sfondo. E per i due “fratelli” del Movimento e’ un ritorno alle origini. “Nel 2018 abbiamo combattuto una classe di privilegiati e ora faremo una nuova legge per tagliare gli stipendi a tutti i parlamentari”, annuncia Di Maio segnalando, con il lancio di una battaglia storica dei 5 Stelle, il ritorno in Italia del “Dibba”. Un ritorno che rischia di destabilizzare l’alleanza della Lega. La risposta di Matteo Salvini, infatti, non si fa attendere. Ed e’ una riposta con cui il vicepremier fa capire che per lui le priorita’ sono altre. “Giusto tagliare sprechi e spese inutili, e’ nel contratto di governo e lo faremo. Ma per la Lega le priorita’ degli Italiani sono cose anche piu’ concrete”, sottolinea Salvini elencando alcune misure simbolo della Lega: dalla flat tax alle autonomie, fino alla cancellazione definitiva della Fornero alla legittima difesa.

Il botta e risposta, seppur non segnali alcuno scontro, e’ lo specchio di quanto potrebbe avvenire nelle prossime settimane, con il M5S che puntera’ su alcuni temi e la Lega su altri. Di Maio, ad esempio, a gennaio vorra’ mettere al piu’ presto in campo le riforme costituzionali targate M5S, con il referendum propositivo come punto centrale del provvedimento, e la legge sul voto di scambio. Tornando cosi’ su materie piu’ “care” al Movimento delle origini e cercando in tal modo anche di rispondere a chi, tra i 5 Stelle, giudica la linea dei vertici troppo filo-leghista. Non sara’ facile, tuttavia. Salvini, al di la’ del decreto su reddito di cittadinanza e quota 100 – in arrivo a meta’ gennaio – vuole iniziare l’anno con un’accelerata ad una delle leggi piu’ volute dalla Lega e meno gradite dal Movimento, quella sulla legittima difesa. E, gia’ in febbraio, arrivera’ il momento di tirare le somme sul dossier autonomie regionali che continua a mietere malcontento tra i 5 stelle ma sul quale Salvini, pressato dall’elettorato del Nord, non vorra’ cedere di un millimetro. La via da seguire, assicurano i due alleati, resta quella del contratto di governo ma gli scossoni interni al governo, gia’ a gennaio, restano dietro l’angolo. E, in questo contesto, l’arrivo di Di Battista potrebbe aumentare la temperatura interna all’esecutivo. L’ex parlamentare, nei giorni di Natale, e’ rimasto in disparte e anche nel video con Di Maio, si limita a parlare 17 secondi, caso rarissimo nella carriera dell’uomo delle piazze del M5S. I due, sulle Dolomiti trentine, stanno pianificando la strategia per la campagna delle Europee, dove Di Battista, anche da non candidato, avra’ probabilmente un ruolo di primissimo piano.

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Economia

I Paesi Ue approvano i dazi sulle auto elettriche cinesi

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Via libera dei Paesi Ue all’introduzione dei dazi aggiuntivi definitivi fino al 36,3% sulle auto elettriche cinesi in risposta ai maxi sussidi sleali elargiti da Pechino. Lo si apprende da fonti europee a margine del voto a Bruxelles.

La votazione si è tenuta nel contesto del Comitato difesa commerciale (Tdi), composto per lo più da funzionari dei singoli governi e non dai Rappresentanti Permanenti. Tecnicamente il via libera si configura come una ‘no opinion’: la maggioranza qualificata per bocciare la proposta della Commissione sui dazi non è stata raggiunto e questo comporta che l’esecutivo Ue può approvare i dazi anti-Cina. Sulla proposta della Commissione di introdurre i nuovi dazi dieci Paesi si sono espressi a favore, cinque hanno votato contro e dodici sono stati gli astenuti. Numeri che non hanno permesso di raggiungere quindi la maggioranza qualificata necessaria per stoppare il testo. La Commissione quindi potrà procedere quando riterrà opportuno.

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Esteri

Khamenei, le nazioni musulmane hanno un nemico comune

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Le nazioni musulmane hanno un “nemico comune” e devono “cingere una cintura di difesa” dall’Afghanistan allo Yemen e dall’Iran a Gaza e al Libano. Lo afferma il leader supremo iraniano Ali Khamenei mentre presiede le preghiere del venerdì in Iran per la prima volta in cinque anni. Lo riporta Sky News. La Guida Suprema ha aggiunto che l’attacco del 7 ottobre di Hamas contro Israele, “è stato un atto legittimo, così come l’attacco dell’Iran al Paese questa settimana”. Il raid missilistico è la “punizione minima” per i crimini di Israele, ha affermato Khamenei.

“Il brillante attacco dell’Iran – ha affermato la Guida Suprema citato dalla TV di Stato – è stata la minima punizione per i crimini senza precedenti del regime lupesco e assetato di sangue che è il cane rabbioso degli Stati Uniti nella regione. L’Iran continuerà ad adempiere al suo dovere né con fretta né con ritardo. I nostri responsabili politici e militari agiranno con logica e saggezza”.

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Amadeus e la sfida del Nove: ascolti flop, ora si spera nella Corrida

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Gli ultimi dati di ascolto sono chiari: 535.000 telespettatori e uno share del 2,7%. La nuova avventura di Amadeus sul Nove continua a essere accidentata, con numeri che non raggiungono neppure le previsioni più prudenti. Tuttavia, nonostante i risultati preoccupanti, in Warner Bros. Discovery negano categoricamente ogni ipotesi di cancellazione o spostamento del programma. Il sostegno ad Amadeus è totale, e le riflessioni attuali sono orientate verso miglioramenti del format piuttosto che cambiamenti drastici.

I motivi della crisi e le possibili soluzioni

Uno dei problemi principali risiede nella mancata risposta del pubblico abitudinario di Rai1, che sembra poco propenso a cambiare canale. Il pubblico del Nove è infatti molto diverso da quello nazionalpopolare di Rai1, a cui Amadeus era abituato. Inoltre, il conduttore si trova di fronte a un formato che non ha la stessa forza e familiarità per gli spettatori del canale. Sanremo fa storia a sé, ma i game show non fanno parte del DNA del Nove, e questa transizione non è stata facile.

Amadeus sa di dover apportare il suo valore aggiunto al programma, ma è consapevole che il successo in televisione richiede tempo e costanza. Il conduttore rimane fiducioso, consapevole che anche in passato ha vissuto momenti difficili da cui è riuscito a risollevarsi. Nel frattempo, continua a lavorare sul programma, pensando a come renderlo più adatto al pubblico di nicchia del Nove.

Le riflessioni sulla Corrida e il futuro

Nel frattempo, Amadeus deve pensare anche al prossimo progetto: la Corrida, che dovrebbe andare in onda in prima serata a fine ottobre. Anche qui, però, sorgono delle perplessità. Il format, seppur storico e apprezzato, sembra essere più adatto al pubblico di Rai1 che a quello del Nove. Il rischio di portare un programma “datato” su una rete che punta a un pubblico diverso potrebbe rivelarsi un suicidio televisivo.

Amadeus e la decisione di lasciare la Rai

La decisione di lasciare la Rai non è stata economica. Amadeus stesso ha dichiarato che le offerte contrattuali ricevute da Rai e Warner Bros. Discovery erano simili in termini di cifre e durata, ma qualcosa di affettivo si era rotto. Il conduttore aveva bisogno di una nuova sfida, ma ora deve fare i conti con un pubblico difficile da conquistare.

Conclusioni: un futuro ancora incerto

Sebbene i numeri attuali non siano incoraggianti, Amadeus non si arrende. La sua carriera ha dimostrato che può risollevarsi da momenti difficili e che la televisione è una maratona, non una corsa veloce. Con l’arrivo della Corrida, l’attenzione sarà su come il conduttore saprà reinventarsi e adattare i suoi progetti a un pubblico diverso.

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