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Di Maio chiude la festa per i 10 anni del M5S e rilancia sulle riforme: Saremo noi l’ago della bilancia

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Ago della bilancia dei governi per i prossimi dieci anni. Così sarà il Movimento 5 Stelle. Un soggetto politico che deciderà la linea politica e i programmi da portare avanti. Con questa  assicurazione e rassicurazione Luigi Di Maio, capo politico di M5s e ministro degli Esteri, ha chiuso la due giorni di kermesse alla Mostra d’Oltremare di Napoli per festeggiare il decennale dalla nascita della ‘creatura’ voluta da Beppe Grillo e Gianroberto Casaleggio. Di Maio e’ intervenuto a 360 gradi dal palco ‘Io sono futuro’, annunciando nuove riforme, anche costituzionali e chiudendo ad alleanze con il Pd sul territorio perche’ M5s punta, semmai a “patti civici”, laddove e’ possibile, come sta accadendo in Umbria. “Mi si dice: ma allora in Campania vi alleate con De Luca? Ma neanche per sogno”, infatti, ha precisato. Nel suo discorso ampio spazio alla manovra, sulla quale, in mattinata ha riunito tutto lo staff dei ‘suoi ministri’ e con l’indicazione che il super ticket in Sanita’n sara’ abolito nel 2020, ne’ tralascia il dramma che scuote in queste ore la Turchia. Dal palco dell’Arena Flegrea, la sera prima, Di Maio si era gia’ rivolto ad attivisti e parlamentari per poi lasciare spazio al presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, che ha ricevuto un’accoglienza da star al suo arrivo e una standing ovation dalla platea del teatro napoletano. Oggi il capo politico di M5s insiste: “Abbiamo degli obiettivi da realizzare, se volete perdere tempo a litigare fra destra e sinistra non ci stiamo”. Il Movimento e’ “post ideologico”. E ancora: vederci qui con lo stesso entusiasmo di dieci anni fa e’ la risposta a chi in questi giorni, sui giornali, ha parlato di scissioni Le scissioni sono degli altri,”, non del Movimento. Quindi, Di Maio e’ tornato sull’attivita’ di governo: il Movimento non vi resta “perche’ costretto”, ma solo fino a quando si possono fare le cose con i voti”, in Parlamento,osserva. Altrimenti, si va al voto: l’attuale legge elettorale e’ operativa, anche se, “per carita’, va ritoccata dopo la riforma del taglio del numero dei parlamentari, ma questo non significa che debba essere uno strumento per restare obbligatoriamente dove ora si e'”, nota.

Intanto il capo politico di M5s annuncia che da gennaio si procedera’ alle riforme a “costo zero” sull’acqua pubblica, su un conflitto di interessi serio e sulla Sanita’, in modo da togliere dalle mani delle Regioni la nomina dei vertici. Non dimentica un’altra riforma: quella del titolo V della Costituzione per semplificare il funzionamento dello Stato. Ne’ manca di ritornare sulla necessita’ del carcere e della confisca dei beni per i grandi evasori. Significa punire, spiega, chi porta i soldi all’estero e non paga le tasse, non e’ una legge pensata per vessare i cittadini: “Quando cominceranno a terrorizzarvi dicendo che si vuole mandare in galera il cittadino comune, non sentitevi chiamatevi in causa. La battaglia e’ contro quell’un per cento che spesso ha deciso per l’altro 99 per cento. Non permetteremo, aggiunge, che si tocchino i nostri imprenditori, artigiani, commercianti, professionisti”. Se la lotta all’evasione la si vuole fare contro chi “passa cento giorni all’anno a compilare scartoffie e poi alla fine dell’anno arrivano tasse che non ha considerato e se ne vanno tutti i soldi messi da parte”, spiega, “diremo no grazie”. Niente aumento delle tasse per i cittadini ma piu’ tasse per le multinazionali che inquinano, annuncia il capo politico di M5s, per il quale l’ambiente e’ una delle priorita’.Quanto alla riorganizzazione interna del Movimento parte il percorso che da qui a dicembre portera’ gli iscritti a decidere chi deve rappresentarlo a livello nazionale e regionale. Chi si candida dovra’ presentare un progetto e non deve essere un solista ma fare squadra, spiega il capo politico, che lancia,a livello territoriale, corsi di formazione una volta al mese.

A Napoli ci sono molti big del Movimento. Non mancano Beppe Grillo e Davide Casaleggio, ci sono i ministri del governo Conte II, il presidente della Camera, Roberto Fico, che anche oggi ha incontrato gli attivisti, dal palco parla la sindaca di Roma, Virginia Raggi, ma si notano alcune assenze di ex ministri e di alcuni parlamentari. Non c’e’ Alessandro Di Battista, per motivi personali, a cui Di Maio manda un grande abbraccio. Stasera il primo impegno di Di Maio sara’ , con ogni probabilita’, il vertice di maggioranza sulla prossima legge di Bilancio, poi il Cdm di domani sera. Nel mezzo il Consiglio europeo dei ministri degli Esteri che si svolgera’ in giornata: “Lavoreremo insieme per far si’ che l’Unione europea blocchi la vendita di armi alla Turchia, dice il titolare della Farnesina che chiede un applauso per l’attivista curda Hevrin Khalaf: “In queste ore abbiamo visto anche la sua morte. Vorrei salutarla con un grande applauso per il lavoro svolto”, ha detto Di Maio che ha manifestato “tutta la mia solidarieta’ alla sua comunita’”.

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Studenti bocciati con il 5 e multe a chi aggredisce prof

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Dalla bocciatura con il 5 in condotta al ritorno della valutazione numerica sul comportamento alle scuole medie fino alle multe per aggressioni al personale scolastico. Via libera del Senato al disegno di legge messo a punto dal ministro dell’Istruzione Giuseppe Valditara. Il provvedimento, che ora deve passare alla Camera, prevede una serie di novità. Il voto in condotta sarà numerico anche alle scuole medie. Il giudizio sintetico sul comportamento rimarrà, dunque, solamente per i bambini della scuola primaria. Per tutti gli altri ci sarà il voto espresso in decimi e farà media con le altre materie. Sia alle medie che alle superiori, se non si raggiunge almeno il 6 in condotta si verrà automaticamente bocciati.

L’insufficienza si può ottenere per mancanze disciplinari gravi e reiterate avvenute nel corso di tutto l’anno scolastico. Per quanto riguarda le scuole superiori, nel caso di voto pari a 6 si avrà un debito formativo e si dovrà sostenere un elaborato di educazione civica. Il vero spartiacque per gli studenti delle superiori, specie in ottica diploma, è però l’8 in condotta. Se non si supera questa soglia si possono perdere fino a 3 punti di credito scolastico, punteggio che va a confluire direttamente nel voto di Maturità. Anche le sospensioni cambieranno.

Non ci sarà più l’allontanamento da scuola e lo studente dovrà partecipare ad attività scolastiche di riflessione e a una verifica finale da sottoporre al consiglio di classe. Il tenore della punizione dipenderà dalla durata della sospensione. Chi avrà più di due giorni dovrà partecipare ad “attività di cittadinanza solidale” in strutture convenzionate. Per il ministro Valditara si tratta di “un importante passo in avanti nella costruzione di una scuola che responsabilizza i ragazzi e restituisce autorevolezza ai docenti”. “A differenza di quanti parlano di misure autoritarie e inutilmente punitive – ha detto il ministro – io rivendico la scelta di dare il giusto peso alla condotta nel percorso scolastico degli studenti”.

Il provvedimento introduce anche multe per i reati commessi ai danni di un dirigente scolastico o di un membro del personale docente, educativo, amministrativo, tecnico o ausiliario della scuola a causa o nell’esercizio delle sue funzioni. La somma varia dai 500 ai 10.000 mila euro “a titolo di riparazione pecuniaria in favore dell’istituzione scolastica di appartenenza della persona offesa”. “È anche importante – ha sottolineato Valditara – che chi abbia aggredito personale della scuola risarcisca la scuola per il danno di immagine che ha contribuito a creare”.

E sempre il ministro ha annunciato oggi, rispondendo a un question time alla Camera, che è allo studio una normativa che riguarderà le chiusure scolastiche per festività religiose. “La norma che stiamo studiando è molto semplice – ha detto – non consentire la chiusura delle scuole in occasione di festività religiose o nazionali non riconosciute dallo Stato italiano. Ovviamente senza nessuna discriminazione nei confronti dei ragazzi che vogliano invece festeggiare quelle determinate ricorrenze, che saranno giustificati se rimarranno a casa”.

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Time, Meloni tra le 100 persone più influenti al mondo

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La presidente del Consiglio Giorgia Meloni figura tra le 100 persone più influenti del mondo nel 2024 nella lista pubblicata dalla rivista statunitense ‘Time’. La premier è inserita nella categoria ‘leader’ insieme, tra gli altri, a Donald Tusk, Javier Milei, Li Qiang e Yulia Navalnaya. Nella scheda che parla di lei, si legge che “quando Giorgia Meloni è salita al potere in Italia nel 2022, diventando la prima donna leader del Paese, molti osservatori nutrivano timori per il suo partito di estrema destra e per l’impatto che avrebbe avuto sull’Europa e sul mondo.

Ma a due anni di distanza, Meloni rimane popolare, non solo in Italia, dove gode di un rating del 41% nonostante una debole crescita economica, ma anche tra i leader occidentali, molti dei quali sono stati rallegrati dal suo fermo sostegno all’Ucraina (e, in particolare, dalla sua capacità di persuadere leader come l’ungherese Viktor Orban a sostenere i finanziamenti europei a Kiev)”. “Meloni – si legge ancora sul magazine americano – non ha abbandonato completamente la sua politica di destra. In patria, il suo governo ha perseguito politiche che, secondo i critici, erodono silenziosamente i diritti Lgbtq+. A livello di Unione europea, è stata accreditata come la forza trainante dell’approccio del blocco all’immigrazione, che prevede il pagamento di paesi come Egitto e Tunisia per impedire agli aspiranti migranti di partire. Se il blocco di destra europeo dovesse espandersi dopo le elezioni del Parlamento europeo di giugno, come previsto dai sondaggi, Meloni potrebbe emergere come sua naturale figura di spicco”.

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Dopo l’addio di Amadeus, prime conferme in Rai

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Dopo l’addio di Amadeus e le voci su possibili nuove uscite da Viale Mazzini, arrivano le prime conferme per i volti noti Rai in vista della prossima stagione. Sigfrido Ranucci ha annunciato la prosecuzione di Report, ma anche Federica Sciarelli dovrebbe andare avanti con Chi l’ha visto?. Più incerto il futuro di Fiorello che ha smentito nuovamente il suo passaggio al Nove. Della programmazione in arrivo sulla tv pubblica, in particolare dei palinsesti estivi, si è parlato nella riunione del consiglio di amministrazione che ha approvato il bilancio del 2023, chiusosi in pareggio, che è uno degli ultimi atti dell’attuale vertice in attesa di rinnovo.

A movimentare la giornata del telemercato ci ha pensato come al solito di prima mattina a Viva Rai2 Fiorello che, nella sua rassegna stampa satirica, ha ipotizzato l’acquisto del polo giornalistico di La7 da parte della Warner, spingendo sia l’azienda americana che quella italiana alla smentita. Anche una battuta dello showman sul possibile interesse del Nove per il direttore del TgLa7 Enrico Mentana ha fatto rumore, se non altro perché si inserisce nelle voci di un possibile rafforzamento dell’offerta informativa, dopo quella dell’intrattenimento, da parte del canale di Warner Bros.

Discovery. La rete comunque può già fare affidamento sulla Cnn, che è una divisione del gruppo, e potrebbe, dunque, guardarsi attorno più che altro sul fronte dell’approfondimento. Domani, comunque, è atteso l’annuncio ufficiale del contratto con Amadeus, che condurrà un game show in access e un format musicale in prima serata, e forse si saprà qualcosa in più sulle strategie future dell’emittente.

Non dovrebbe essere comunque quella la destinazione di Fiorello, che oggi, dopo aver ribadito che non ci andrà, neanche in part time, ha fatto sapere che gli piacerebbe “un bel programma radiofonico, ma senza visual radio”. Sarebbe stato corteggiato da La7, almeno in passato, invece, Ranucci che, dopo la notizia della conferma delle repliche estive di Report in cda, ha assicurato con si muoverà. “A me piace la Rai, sono innamorato di quest’azienda”, ha detto il conduttore, ringraziando l’Ad Roberto Sergio che si è speso per la conferma del programma di Rai3 anche per la prossima stagione.

Dovrebbe proseguire anche Chi l’ha visto?: la conduttrice Federica Sciarelli starebbe, infatti, per firmare un biennale per proseguire la collaborazione anche dopo il pensionamento, che è previsto per ottobre 2025 ma potrebbe essere anticipato per via delle ferie arretrate. Una novità per l’estate della terza rete è, invece, il nuovo approfondimento con Monica Maggioni, al debutto il 24 luglio in prime time.

L’addio di Amadeus ha lasciato, comunque, strascichi in Rai. In cda Sergio ha ribadito che si è trattato di una scelta dettata da motivi personali e che la Rai ha fatto tutte le offerte possibili per convincerlo a rimanere. In ogni modo, l’assemblea dei cdr, ricordando la lunga scia di volti che hanno lasciato la tv pubblica e contestando “la volontà di trasformare il servizio pubblico nel megafono dei partiti”, ha proclamato lo stato di agitazione e affidato all’Usigrai un pacchetto di cinque giorni di sciopero.

Domani in consiglio si discuterà del Media Freedom Act, che impone di garantire trasparenza e indipendenza nella scelta dei vertici, e del regolamento sulla par condicio, che ha provocato forti polemiche in Vigilanza. Il clima, insomma, resta teso proprio quando si entra nella fase calda del rinnovo del consiglio.

Le carica di Ad dovrebbe passare a Giampaolo Rossi e quella di presidente, a meno di sorprese dell’ultim’ora, a Simona Agnes, ma c’è ancora qualche incertezza sui nomi degli altri membri del consiglio, se si esclude la conferma per il Movimento 5 Stelle di Alessandro Di Majo. Sabato 20 aprile scade il termine per la presentazione dei curricula dei quattro componenti eletti da Camera e Senato. Lo stesso termine vale per le candidature per il rappresentante dei dipendenti, un ruolo per il quale si ripropone l’attuale consigliere Davide Di Pietro.

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