Collegati con noi

Politica

Detrazioni o assegni, governo a lavoro sulla famiglia

Pubblicato

del

Sostegno alla famiglia e ai ceti medi. Sono le due priorità alla quali il governo lavora in vista della predisposizione della manovra. E per le quali è caccia alle risorse nelle pieghe del bilancio ma anche attraverso uno strumento come quello del concordato preventivo che, nelle intenzioni della maggioranza, verrà reso “ancora più attrattivo”, attraverso lo strumento del decreto omnibus, in discussione al Senato. Dipenderà proprio dal gettito che porterà questo strumento il destino del taglio delle aliquote Irpef che il governo vorrebbe fortemente e che viene quantificato tra i 2,5 e i 4 miliardi di euro. Per portare l’aliquota dal 35% al 33% sui redditi fino a 50mila euro – calcola il viceministro Maurizio Leo – servono 2,5 miliardi, mentre il conto sale a 4 miliardi se il beneficio fiscale viene esteso fino a 60mila euro, ora tassati al 43% nell’ultima tranche di reddito. Ma oltre ai ceti medi si punta anche sul sostegno alla natalità. “L’obiettivo – spiega Leo – è venire incontro alla famiglia. Questo è un tema prioritario”.

Con una doppia possibilità allo studio: il governo, spiega Leo, vuole “favorire le detrazioni per la famiglia e la natalità. Ci sono diverse strade: o potenziare l’assegno unico o introdurre detrazioni specifiche per i figli, perché adesso la detrazione c’è dopo i 21 anni”. Due opzioni allo studio, dunque, per un pacchetto che viene stimato tra i 5 e i 6 miliardi. L’assegno unico potrebbe essere rimpinguato ma è difficile ipotizzare, si spiega dalla maggioranza, l’introduzione di una soglia di reddito che andrebbe a cambiare del tutto la misura di tipo universalistico. Altro discorso, sul quale si starebbe ragionando, invece, è quello di escludere l’assegno dall’Isee per evitare un ricasco su altre possibili agevolazioni. Un’altra strada è invece quella dell’introduzione di detrazioni per scaglioni di reddito.

La soluzione, in ogni caso, dipenderà non solo dalla fattibilità tecnica ma anche dalle risorse a disposizione per una manovra viene quotata tra i 23 e i 25 miliardi. Il primo step per capire quanto la coperta potrà essere ampia sarà quello del Psb: il piano che indicherà riforme e investimenti della traiettoria settennale per l’aggiustamento del bilancio. Il piano dovrebbe essere illustrato dal ministro Giancarlo Giorgetti nel Consiglio dei ministri di martedì prossimo anche se servira ancora del tempo. Soprattutto servirà la revisione dei dati macro che l’Istat ha in programma per il 23 settembre, dopo di che verrà definitivamente ultimato per il varo in Cdm. Poi ci saranno, come spiegato in capigruppo dal ministro per i Rapporti con il Parlamento Luca Ciriani, una decina di giorni per l’esame parlamentare e verrà inviato a Bruxelles entro la prima decade di ottobre. “E’ davvero importante – ha ricordato il presidente dell’Eurogruppo Paschal Donohoe al termine della riunione di oggi – che i piani siano credibili e completi per garantire che realizziamo i due obiettivi di consentire alle nostre economie di crescere e anche di garantire che abbiamo finanze pubbliche stabili, sicure e solide”.

Una volta messo a punto il Psb sarà più chiaro su quante risorse si potrà contare anche per esaudire eventuali richieste dei partiti. Che rivendicano le loro misure bandiera oltre anche a fronte del pacchetto famiglia. Sul fronte detrazioni Noi Moderati chiede il raddoppio del tetto delle detrazioni scolastiche al 19% (attualmente è a 800 euro). Prioritaria per la Lega è la questione della flat tax mentre si mentre per Forza Italia resta centrale la conferma della rivalutazione straordinaria almeno al 2,5%. Gli azzurri insistono anche sul fondo per il caro affitti degli studenti fuori sede. Per capire quanta agibilità ci sarà sulle richieste che esulano dai filoni prioritari della manovra sarà però necessario attendere il varo del Psb.

Advertisement

Politica

La Rai celebra i 100 anni di servizio pubblico a Roma

Pubblicato

del

Quando qualcuno chiese a Raffaella Carrà la differenza tra la tv e la radio, lei disse che la gente che ascolta la radio “ti vede di meno e ti immagina forse meglio”. Potrebbe essere allora l’essenza di quella fantasia ciò che ancora oggi rende la radio affascinante. Proprio con questo mezzo nacque il servizio pubblico il 6 ottobre 1924, quando la voce della violinista Ines Viviani Donarelli annunciò il concerto di inaugurazione del servizio dell’Unione radiofonica italiana (l’antesignana della Rai). In attesa di ‘Cento’, il programma di Carlo Conti che andrà in onda proprio domani, nel giorno dell’anniversario, stasera la Rai ha celebrato il centenario del servizio pubblico al Palazzo dei Congressi di Roma.

Un’occasione, intanto, per svelare un’opera donata già a maggio all’azienda da Guido Iannuzzi, artista e dipendente Rai noto per aver esposto al MART di Rovereto, al MAXXI di Roma e in altri contesti nazionali ed internazionali. Si intitola Unum/Omnia (U/O) e rappresenta il pluralismo e la diversità del servizio pubblico. “Prima con la radio, poi con la tv l’Italia si è unita – ha dichiarato durante la presentazione la sottosegretaria alla Cultura, Lucia Borgonzoni – la Rai aiuta a togliere le differenze che ci sono nel nostro Paese”. Poi, ha fatto gli auguri alla “nuova governance”, presente all’evento. “Il mio obiettivo era rappresentare due opposti approcci alla vita – ha detto l’artista, Guido Iannuzzi – quello che guarda da più punti di vista e quello di chi, invece, osserva il mondo da una scatola, da un unico punto di vista”.

Le sculture verranno poi spostate nella sede di Viale Mazzini. Poi, il tappeto blu con tanti nomi del mondo della comunicazione. Prima i vertici Rai, poi i direttori, una serie di conduttori da Pierluigi Diaco a Marco Carrara. Fino ad arrivare a Gianni Letta. Francesca Fialdini, alla conduzione dell’evento nell’auditorium del Palazzo, ha prima letto il messaggio del presidente della Repubblica, già diffuso in giornata, in cui Mattarella ha ricordato che “la Rai continua ad avere come missione quella di operare per la promozione della libera informazione e della cultura. Indipendenza, autorevolezza, pluralità delle opinioni, originalità, professionalità, innovazione, queste le doti che hanno permesso all’azienda, negli anni, di raggiungere prestigiosi risultati e di diventare voce affidabile e ascoltata”.

A seguire, l’intervento del neo-amministratore delegato, Giampaolo Rossi, che ha ricordato che “il 2024 è un anno molto particolare, come una sorta di miscela alchemica in cui si combinano tante ricorrenze insieme”, dai 100 della radio ai 70 della tv, passando dai 40 di televideo, “il primo tentativo di costruire un servizio all-news”, i 30 dell’Orchestra sinfonica, i 150 anni dalla nascita di Marconi, “pioniere della comunicazione globale”, e i 100 da quella di Mike Bongiorno. Ed è stato anche presentato un francobollo dedicato alla ricorrenza, con il ministro Urso che ha dichiarato che “la Rai è ancora la prima industria culturale del’Italia”, e che “più di ogni altro Paese l’impresa in Italia è espressione della cultura, identità, saper fare che si è realizzato nel corso dei secoli”.

Dunque, via alla musica: l’Orchestra Sinfonica Nazionale della Rai – diretta dal maestro Steven Mercurio – si è esibita in un concerto dedicato alle sigle storiche dei programmi più memorabili della nostra storia collettiva. Dalla sigla dell’inizio trasmissioni Rai tratta dal Guglielmo Tell di Rossini fino a quelle di Carosello, 90/o minuto, Canzonissima passando anche per Sandokan, Pinocchio e Cacao Meravigliao. In chiusura, la proiezione in anteprima del docufilm di Pupi Avanti ‘Nato il 6 ottobre’. Il maestro ha celebrato il centenario della radio immaginando che quel giorno, alla stessa ora della prima trasmissione, sia nato un bambino in uno dei quartieri popolari di Roma.

Voce narrante della storia, il piccolo Giacomo è ammaliato dalle voci che escono dalla radio, con cui cresce e per amor delle quali scrive persino una lettera. Anche attraverso immagini e documenti sonori originali, si tratta di un viaggio che inizia nel secolo scorso per raggiungere quello in cui viviamo.

Continua a leggere

In Evidenza

Consiglio Stato ribadisce, validi i test di Medicina

Pubblicato

del

Il Consiglio di Stato, con una sentenza emessa ieri, ha disposto l’annullamento del pronunciamento del Tar del Lazio che a gennaio aveva demolito i test di ingresso a Medicina, Odontoiatria e Veterinaria per l’anno accademico 2023/2024 mettendo a rischio l’immatricolazione di migliaia di studenti per l’anno successivo. La sentenza del Tar aveva stabilito che è illegittimo il criterio di attribuzione del punteggio previsto dalla normativa concorsuale, cosiddetto “equalizzato” perché produttivo di distorsioni, nella misura in cui non era con esso assicurata una valutazione omogenea delle prove e dunque una selezione dei concorrenti secondo criteri di merito. A rendere noto, con soddisfazione, l’annullamento del pronunciamento del Tar è lo studio Police & Partners che ha assistito una serie di ricorrenti.

Viene quindi ribadito dal Consiglio di Stato quanto aveva già deciso i primi di agosto in una sentenza emessa in occasione del ricorso di altri candidati. Dal ministero dell’Università si fa sapere che questa pronuncia del Consiglio di Stato é la conferma della assoluta legittimità dell’operato del Mur poiché sancisce che le procedure concorsuali si sono svolte correttamente, nel rispetto della legalità, risultando quindi pienamente valide. La pronuncia conferma anche il pieno diritto dei quartini, con punteggio utile ai test del 2023, ad entrare nelle graduatorie 2024-25, come stabilito dall’originario bando Mur e poi successivamente confermato dal legislatore su proposta del ministero guidato da Anna Maria Bernini.

Soddisfazione viene espressa anche dal Cisia, il Consorzio interuniversitario che aveva predisposto le prove: “è una sentenza importantissima per il sistema universitario ma anche per il sistema delle pubbliche selezioni”, commenta Andrea Stella, presidente Cisia. “La decisione del Consiglio di Stato conferma la piena legittimità dell’immatricolazione dei candidati che hanno già conseguito nel 2023 i risultati al test e restituisce la serenità agli studenti che nelle more hanno conseguito l’immatricolazione. Allo stesso tempo la decisione ribadisce la piena legittimità dei Test OnLine Cisia (Tolc) e segna un nuovo punto di confronto per il Mistero che proprio in queste settimane discute misure per il superamento del numero chiuso anche nelle facoltà di Medicina”, commentano gli avvocati Aristide Police e Paul Simon Falzini.

Continua a leggere

In Evidenza

“Mi ricandido, chi ci sta ci sta”, De Luca sfida Pd

Pubblicato

del

Non è dato sapere se la tripla uscita sia stata concordata ma il no al terzo mandato del presidente della Campania, Vincenzo De Luca, espresso con nettezza in poche ore da tre dirigenti del Pd, ritenuti vicini alla segretaria Elly Schlein, ha scatenato la dura ed immediata reazione del governatore. Che non lascia adito a dubbi. Lui si ricandiderà: “Io vado avanti a prescindere, mi ricandido. Chi ci sta ci sta. Chi non ci sta non ci sta” a dispetto “dell’imbecillità di qualche esponente del Pd”.

A chi si riferisse non lo ha specificato. In poche ore hanno preso posizione in maniera inequivocabile il deputato e responsabile Sud della segreteria nazionale Pd Marco Sarracino, Sandro Ruotolo, europarlamentare e responsabile Informazione nella segreteria nazionale del Pd e Antonio Misiani, commissario Pd in Campania. A riaccendere tensioni mai sopite tra il governatore campano e il nuovo corso dei dem le vicende giudiziarie che hanno coinvolto nelle ultime ore uomini legati politicamente a De Luca con l’arresto del sindaco di Capaccio Paestum e presidente della Provincia di Salerno, Alfieri, e il coinvolgimento in un’inchiesta del consigliere regionale del gruppo De Luca Presidente, Zannini, che risulta indagato.

Così, intervistato dal Fatto Quotidiano, Ruotolo dice: “a me dispiace di dover parlare del bisogno di rinnovamento quando interviene la magistratura, il nostro obiettivo è intervenire prima. Da quanto tempo De Luca è nelle istituzioni? C’è un problema di qualità del consenso. Se si costruisce con le fritture di pesce e le famose ambulanze (citando alcuni degli episodi che hanno visto coinvolto Alfieri, ndr), bisogna porre il problema del ricambio delle classi dirigenti”. “Vogliamo – aggiunge Ruotolo – un Pd plurale, non un sistema di potere. Clientelismo, cacicchi e nepotismo sono fenomeni che poco hanno a che fare con un partito moderno di sinistra. Se da più di un anno è sospesa la vita democratica in Campania, evidentemente c’è ancora bisogno di questo, bisogna rimuovere le cause di questa situazione. Al di là di come procederà la magistratura, noi dobbiamo procedere con un partito nuovo. Basta fritture”. Dal canto suo, Sarracino sottolinea, intervistato da Repubblica, che sul tema del terzo mandato “la direzione nazionale si è già espressa chiaramente.

Il voto in Parlamento è stata la conseguenza della scelta compiuta nel partito”. E a suo giudizio il Pd doveva ”escludere certi iscritti come abbiamo fatto in passato”. Per Antonio Misiani, componente della segreteria nazionale e commissario del partito in Campania, la strada del terzo mandato “non è percorribile”. De Luca, intervenuto al centro orafo Tarì di Marcianise, non ha perso tempo per ribadire con nettezza la sua posizione. “Non so più come dirlo. Io vado avanti a prescindere, mi ricandido. Chi ci sta ci sta. Chi non ci sta non ci sta”. “Io – ha aggiunto De Luca rivolgendosi agli imprenditori – vado avanti a prescindere, anche se c’è sempre qualcuno che fa domande sulla base dell’imbecillità di qualche esponente del Pd. Non so più come dirlo. Io vado avanti a prescindere, mi ricandido. Chi ci sta ci sta. Chi non ci sta non ci sta. L’importante è che ci stiate voi, perché se questo lavoro si ferma, la Campania precipita”.

Continua a leggere

In rilievo

error: Contenuto Protetto