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Deruba la sua ex e poi la picchia, arrestato ad Ischia

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Era entrato in casa della sua ex compagna per derubarla e dopo ha aggredito lei ed il suo attuale compagno ma alla fine è stato arrestato dai carabinieri. L’episodio è accaduto a Forio dove un 39enne del posto, già noto alle forze dell’ordine, è stato sottoposto a fermo per rapina aggravata e lesioni personali dopo essersi introdotto nella abitazione della sua ex ed averle sottratto 210 euro dal portafoglio; non contento prima di allontanarsi l’ha picchiata e poi nella fuga ha incrociato l’attuale compagno della donna ed ha malmenato anche lui. Sulle sue tracce si mettono i carabinieri della locale stazione che lo individuano poco dopo e lo sottopongono a fermo; l’uomo dovrà rispondere di rapina e di lesioni personali. Per le vittime sono state accertate lesioni giudicate guaribili in tre giorni di prognosi.

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Cronache

‘Evasione Iva da 877 milioni’, chiusa l’inchiesta su Meta

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La Procura di Milano ha chiuso una inchiesta che per la prima volta affronta il tema del peso finanziario e fiscale dei dati degli utenti sui social, con profili su Facebook e su Instagram. E’ di oggi la notifica dell’avviso di conclusione delle indagini sul caso Meta nel quale si ipotizzam nei confronti dei due legali rappresentati della costola irlandese del colosso fondato da Mark Zuckerbergm l’omessa dichiarazione e mancato pagamento tra il 2015 e il 2021 dell’Iva per un totale di oltre 877 milioni di euro. Una cifra rilevante che non è stata versata al Fisco, secondo la ricostruzione dei pm Giovanna Cavalleri, Giovanni Polizzi, Cristian Barilli, titolari del fascicolo a carico di Gareth Lambe e di Maria Begona Fallon Farrugia: i due “Director”, il primo dal 2015 al 2018 e l’altra dal 2019 al 2021.

“Siamo fortemente in disaccorso” è il commento di Meta. In base agli accertamenti – inizialmente disposti dalla Procura Europea e poi, per una questione di competenza, coordinati dai pubblici ministeri milanesi e affidati, nel 2023, al Nucleo di Polizia Economico Finanziario della Gdf in collaborazione con l’Agenzia delle Entrate – Meta Platforms Ireland Limited, già Facebook Ireland Ltd, attraverso i due canali social, avrebbe offerto “servizi digitali agli utenti” italiani “in cambio dell’acquisizione e gestione per fini commerciali dei dati personali” di ciascuno e “delle informazioni inerenti relative interazioni sulle piattaforme”. In sostanza, si ritiene ci sia una permuta tra beni differenti e che, in quanto tale, debba essere soggetta all’Iva e quindi vada tassata.

Invece i rappresentanti di Meta, per “evadere l’imposta”,non avrebbero presentato “le dichiarazioni relative” a sette anni. A riprova di ciò, neel capo di imputazione, vengono valorizzate due tabelle, tra cui uno “schema di sintesi” che spiega come “il valore economico dei servizi digitali offerti dalla società” va individuato in funzione “delle spese sostenute dal soggetto passivo per l’esecuzione dei servizi” stessi. Nella prima tabella viene indicato, ad esempio, che solo nel 2021 Meta ha realizzato oltre 1 miliardo di euro di ricavi in Italia. E che su una base imponibile di quasi 4 miliardi di euro, tra 2015 e 2021, l’imposta sul valore aggiunto (il 22%) evasa in totale è di oltre 877 milioni. Inoltre si evince che la presunta frode è passata dagli oltre 48 milioni di euro del 2015 agli oltre 221 milioni del 2021.

Come ha sottolineato il procuratore Marcello Viola in una nota, “la natura non gratuita dei servizi offerti” – nodo centrale dell’indagine – negli anni passati è “già stata affermata dall’ Autorita’ Garante della Concorrenza e del Mercato, dal Tar del Lazio, oltre che da autorevole dottrina, e ha trovato riscontro nelle attivita’ ispettive della Guardia di Finanza, negli atti dell’Agenzia delle Entrate e infine nelle risultanze dell’indagine penale”. Non è così per il network americano. “Siamo fortemente in disaccordo con l’idea che l’accesso da parte degli utenti alle piattaforme online debba essere soggetto al pagamento dell’Iva”, ha spiegato un portavoce. “Abbiamo collaborato pienamente con le autorità – ha aggiunto – rispetto ai nostri obblighi derivanti dalla legislazione europea e nazionale e continueremo a farlo. Prendiamo sul serio i nostri obblighi fiscali e paghiamo tutte le imposte richieste in ciascuno dei Paesi in cui operiamo”.

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Morto dopo inseguimento, carabinieri indagati per falso

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Si indaga ora anche per le ipotesi di falso e di frode processuale e depistaggio nell’inchiesta sulla morte di Ramy Elgaml, il 19enne egiziano che era bordo dello scooter guidato dal 22enne Fares Bouzidi e inseguito dai carabinieri nella notte tra il 23 e il 24 novembre scorso a Milano, dopo che non si era fermato ad un posto di blocco. Al momento, da quanto si è saputo, sono almeno due i carabinieri che sono stati iscritti oggi nel registro degli indagati, in vista degli accertamenti, nel filone in cui si contestano i due nuovi reati. Il vicebrigadiere che era alla guida della macchina, che ha tallonato la moto per circa 8 chilometri, era già stato iscritto per omicidio stradale, così come il 22enne. In particolare, l’inchiesta si concentra sull’ipotesi di falso in relazione al verbale d’arresto per resistenza per Bouzidi, che non faceva riferimento all’impatto tra auto e moto.

E sul depistaggio, invece, in merito alla presunta cancellazione di un video di un testimone. Nelle indagini, coordinate dal procuratore di Milano Marcello Viola e dai pm Marco Cirigliano e Giancarla Serafini (quest’ultima del pool sui reati contro la pubblica amministrazione) e condotta dai carabinieri del Nucleo investigativo e dalla Polizia Locale, si vuole accertare se sia stata falsificata la relazione del verbale d’arresto. La Procura, infatti, è ormai convinta che ci sarebbe stato un impatto, verosimilmente accidentale nell’ultima fase dell’inseguimento tra via Ripamonti e via Quaranta, tra l’auto dei carabinieri e lo scooter, da cui è stato sbalzato via Ramy, morto per le lesioni interne riportate.

Sono stati trovati anche segni di vernice della moto sulla macchina. Un urto di cui ha parlato a verbale un giovane testimone, l’unico rintracciato al momento nelle indagini, e che emergerebbe, stando ad una prima relazione della Polizia locale, anche dall’analisi delle telecamere di videosorveglianza. Nel verbale d’arresto a carico di Bouzidi, firmato da quattro carabinieri (i due della macchina inseguitrice coinvolta nell’incidente e altri due di un’altra auto), non si faceva, invece, alcun cenno all’impatto. Il testimone ha anche raccontato ai pm che quella notte avrebbe dovuto cancellare un video che aveva girato, perché così gli avrebbero detto di fare alcuni carabinieri.

Da qui il sequestro del telefono del ragazzo per verificare con accertamenti tecnici, e con l’ipotesi appunto di frode processuale e depistaggio, se quelle immagini siano state eliminate. Intanto, mentre non è ancora stato fissato l’interrogatorio, davanti alla gip Marta Pollicino, di Bouzidi, ai domiciliari per resistenza a pubblico ufficiale e ancora convalescente, la Procura, oltre ad acquisire filmati di trasmissioni televisive in cui hanno parlato dei ragazzi, il 12 dicembre conferirà all’ingegnere Domenico Romaniello l’incarico per una consulenza cinematica e dinamica sulla ricostruzione dell’incidente. C’è da verificare, inoltre, se Ramy dopo la caduta sia o meno finito sotto l’auto, vicino al palo di un semaforo. Circostanza a cui ha accennato anche l’unico teste oculare.

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Angelina Mango, Trump, Israele tra più cercati su Google nel 2024

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Angelina Mango, Donald Trump e Israele. Ma anche l’addio a Sandra Milo, Totò Schillaci e Alain Delon, la ginnastica artistica, i giochi paralimpici e il significato delle parole dissing, intersessuale e stop al genocidio. Sono questi alcuni termini o persone che nel corso del 2024, in Italia, hanno fatto registrare il maggiore incremento di ricerche. Tra i personaggi, tanti del mondo dello spettacolo. Al primo posto c’è Angelina Mango vincitrice di Sanremo 2024 (prima anche tra i cantanti), a seguire la principessa del Galles Kate Middleton che ha emozionato dopo la diagnosi di cancro e il ritorno alla vita pubblica; poi Jasmine Paolini prima tennista italiana a raggiungere la finale di Wimbledon. Nella classifica compaiono anche Donald Trump che ha vinto le elezioni americane e la pugile algerina intersessuale Imane Khelif.

Un anno di ricerche di Google evidenzia anche l’interesse degli internauti italiani per i personaggi celebri che ci hanno lasciato (tra questi Sandra Milo, Totò Schillaci, Gigi Riva, Alain Delon, Luca Giurato, Franco di Mare, Liam Payne). E per alcuni temi di attualità. Perché l’Iran attacca Israele, le proteste degli agricoltori o Israele che attacca il Libano sono i più chiesti al motore di ricerca. Mentre tra i ‘cosa significa…?’ al primo posto c’è All eyes on Rafah, lo slogan filo palestinese popolare sui social; intersessuale; Stop al genocidio e dissing, lo scambio di battute nel rap alla ribalta dopo quello tra Fedez e Tony Effe. In ambito emergenza climatica, il maggiore incremento di ricerche si è registrato su allerta temporale o caldo eccessivo. Tra i film più cercati del 2024 c’è Inside Out 2, Baby Reindeer per le serie tv. Tra le curiosità, gli utenti hanno chiesto come vestirsi nelle grotte di Frasassi e cosa fare a Durazzo, mentre la ricetta più cercata è il Crumbl cookies e tra i ‘come fare’ la maionese fatta in casa.

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