Collegati con noi

Cronache

Denise Cutolo e il video sui social: Borrelli condanna l’apologia della camorra

Pubblicato

del

Un video postato da Denise Cutolo, figlia del boss della nuova camorra organizzata Raffaele Cutolo e di Immacolata Iacone, ha scatenato una pioggia di commenti osannanti verso il sanguinario criminale. La giovane ha pubblicato immagini dei genitori durante gli incontri in carcere, accompagnate dalla frase: “Vorrei un amore come quello dei miei genitori”. A corredo del post, messaggi inquietanti come: “Porti il nome di un grande uomo come tuo padre” o “Un uomo con la U maiuscola”.

La denuncia di Francesco Emilio Borrelli

Il video e i relativi commenti sono stati segnalati al deputato di Alleanza Verdi Sinistra, Francesco Emilio Borrelli, noto per il suo impegno contro la criminalità organizzata. Borrelli ha reagito con fermezza, sottolineando come questi episodi rappresentino un rigurgito della mentalità camorrista.

“Mi chiedo a quale tipo di amore possa far riferimento la figlia di un boss condannato a quattro ergastoli, che è stato sempre in carcere in regime di 41 bis per i numerosi omicidi di cui è stato ritenuto responsabile. La verità è che la mentalità camorrista è difficile da scardinare in alcuni contesti. Si nutre di simbolismi, riti, celebrazioni che cercano di rinsaldarne la presa sulle tante persone che vivono in contesti con forte presenza criminale”, ha dichiarato Borrelli.

La proposta di legge contro l’apologia delle mafie

Borrelli ha evidenziato come il contrasto alla criminalità non debba limitarsi alle operazioni delle forze dell’ordine, ma necessiti di una rivoluzione culturale per eliminare la fascinazione verso la camorra. “Proprio per questo mi batto da sempre contro questi simboli fatti di altarini, murales, canzoni neomelodiche, post sui social. Serve una spinta culturale che aiuti le persone a liberarsi dalla mentalità criminale che li opprime”, ha aggiunto.

Il deputato ha anche ricordato la sua proposta di legge per rendere punibile l’apologia delle mafie, uno strumento necessario per rispondere con decisione a ogni tentativo di glorificare figure come quella di Cutolo.

“La camorra non si combatte solo con le forze dell’ordine”

Borrelli ha espresso indignazione per il fatto che, nonostante i crimini efferati commessi da Cutolo, ci siano ancora persone pronte a celebrarlo: “Raffaele Cutolo è stato un boss sanguinario, che ha decretato la morte di centinaia di persone, alcune delle quali vittime innocenti. Ha scritto le pagine più buie di Napoli e della Campania. Pensare che ancora oggi ci siano persone che esprimano giudizi positivi fa rabbrividire”.

Il deputato ha poi concluso ribadendo l’importanza di una mobilitazione collettiva: “Dobbiamo rispondere colpo su colpo ogni qual volta un rigurgito della cultura camorrista esca fuori, senza smettere mai di gridare la nostra indignazione per tutto il male che questo feroce criminale ha causato alla nostra comunità”.

Advertisement

Cronache

Solfatara di Pozzuoli: revocata la confisca, il sito torna ai proprietari

Pubblicato

del

Dopo otto anni, il sito della Solfatara di Pozzuoli torna nelle mani dei suoi proprietari originari. La Corte d’Appello ha infatti revocato la confisca del parco situato nel cuore dei Campi Flegrei, teatro nel 2017 di un tragico incidente in cui persero la vita una coppia di coniugi veneti, Massimiliano Carrer e Tiziana Zamarella, e il loro figlioletto Lorenzo. Un dramma che scosse l’opinione pubblica e sollevò interrogativi sulla sicurezza del sito.

La sentenza: condanna ridotta e revoca della confisca

La Corte ha confermato gran parte della sentenza di primo grado, ma con alcune modifiche sostanziali. L’amministratore unico della società di gestione è stato condannato a cinque anni di reclusione, con uno sconto rispetto ai sei anni stabiliti in precedenza. Sono invece state confermate le assoluzioni degli altri componenti dell’asset societario, come richiesto dagli avvocati difensori Orazio De Bernardo, Raffaele Longo, Tommaso Scolarici e Vincenzo Maiello.

Un punto cruciale della sentenza riguarda la revoca della confisca dell’area: il sito sarà restituito ai proprietari, che dovranno però realizzare interventi di bonifica, riqualificazione e messa in sicurezza per garantire che eventi simili non si ripetano mai più.

La tragedia del 12 settembre 2017

Il verdetto della Corte riporta alla memoria il drammatico incidente avvenuto il 12 settembre 2017. La famiglia Carrer si trovava in visita alla Solfatara quando il piccolo Lorenzo, nel tentativo di scattare una foto, si avvicinò a un’area non protetta e sprofondò nel suolo. I genitori, nel disperato tentativo di salvarlo, rimasero intrappolati e persero la vita. Solo il fratello maggiore del bambino riuscì a sopravvivere, segnato per sempre dalla tragedia.

L’accusa, sostenuta dalla Procura di Napoli, si è basata su omicidio plurimo colposo e disastro colposo, puntando il dito contro la mancanza di segnaletiche adeguate e misure di sicurezza. Tuttavia, fino a quel momento, la Solfatara non aveva mai registrato episodi simili, restando una destinazione frequentata da turisti e scolaresche.

La battaglia legale e le richieste di sicurezza

Il processo di primo grado si era concluso con la condanna dell’amministratore unico e la confisca del sito, basandosi su una maxiperizia voluta dal giudice Egle Pilla. La Corte d’Appello ha ora rimodulato la sentenza, limitando la responsabilità al solo amministratore e restituendo il parco ai proprietari.

Da anni i parenti delle vittime, residenti in Veneto, chiedono maggiori garanzie di sicurezza per i visitatori, ribadendo che la tutela delle persone deve prevalere sulle logiche di profitto.

Le prossime mosse

Ora si attendono le motivazioni della sentenza, che potrebbero essere oggetto di ulteriori ricorsi. Nel frattempo, i nuovi gestori dovranno attuare un piano di messa in sicurezza, affinché la Solfatara possa tornare ad essere un luogo di storia, natura e scienza, senza che tragedie simili possano ripetersi.

Continua a leggere

Cronache

Bacoli inaugura il suo Parco Archeologico: un polo di storia e legalità

Pubblicato

del

Bacoli, città dalle radici antiche e dal fascino senza tempo, avrà finalmente il suo Parco Archeologico, situato nell’area di Villa Ferretti. Questo luogo straordinario, un tempo dimora di armatori genovesi nell’800 e successivamente bene confiscato alla camorra, si trova tra due perle del patrimonio storico: il Castello Aragonese e le Terme di Baia. Il sito conserva mura e resti termali risalenti al I e III secolo d.C., affacciandosi sul Golfo di Napoli e sulla suggestiva città sommersa di Baia.

L’inaugurazione degli interventi si è svolta alla presenza di autorità istituzionali, accademiche e forze dell’ordine, tra cui il Prefetto di Napoli Michele di Bari, il rettore dell’Università Federico II Matteo Lorito e rappresentanti del Ministero ai Beni Culturali. Bacoli, una delle città più amate dagli imperatori romani, è destinata a diventare un centro di studio e ricerca sulla storia antica e l’archeologia subacquea.

Progetti e nuove prospettive per il parco

L’Università Federico II, già presente a Villa Ferretti dal 2022 con una sede dedicata all’archeologia del mare e alle digital humanities, punta ora a realizzare una scuola estiva, un centro di biodiversità marina e un ufficio di archeologia subacquea. Il rettore Lorito ha sottolineato l’importanza di attrarre studiosi e ricercatori internazionali per far conoscere al mondo il valore del nuovo parco.

Anche la Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio, rappresentata da Teresa Elena Cinquantaquattro, ha evidenziato la necessità di approfondire la funzionalità del sito, che rappresenta un collegamento naturale tra le Terme e il Castello. I saggi archeologici hanno già portato alla luce reperti di epoca romana, segno della continuità storica che caratterizza l’intera area.

Villa Ferretti: un simbolo di legalità e rinascita

L’iniziativa ha anche una forte valenza sociale e simbolica, in quanto il parco sorge su un bene confiscato alla criminalità organizzata. Il sindaco di Bacoli, Josi Della Ragione, ha ribadito l’importanza della lotta alla camorra e della valorizzazione dei beni sequestrati per la collettività: «Alcuni sindaci minimizzano la presenza della camorra, io invece dico che esiste e va affrontata. Qui abbiamo forse il bene confiscato più bello in assoluto, dove si fondono parco, teatro, università, spiaggia libera e archeologia».

Il Prefetto Michele di Bari ha sottolineato il valore del progetto, che rappresenta una vittoria dello Stato sulla criminalità e un esempio di coesione sociale: «Mai come ora un bene confiscato alla camorra assume un valore sociale così importante. Questo luogo diventa simbolo di comunità, di dignità, di bellezza e di rispetto dell’altro».

Un futuro tra storia e comunità

Il Parco Archeologico di Bacoli non sarà solo un sito di interesse turistico, ma un punto di riferimento per ricerca, cultura e sviluppo sostenibile. La città si conferma così un modello virtuoso di come la legalità e la valorizzazione del patrimonio possano camminare insieme per costruire un futuro migliore.

Continua a leggere

Cronache

Eav sospende due dipendenti per assenteismo: rischio licenziamento in arrivo

Pubblicato

del

La Eav (Ente Autonomo Volturno) ha sospeso a tempo indeterminato due suoi dipendenti per presunto abuso dei permessi per malattia. I lavoratori coinvolti sono un capotreno della Cumana e un addetto ai varchi della Circumvesuviana. Per entrambi potrebbe scattare il licenziamento, segnando un nuovo capitolo nella battaglia dell’azienda contro l’assenteismo.

Le accuse: malattia simulata e permessi abusati

Secondo quanto emerso dalle indagini condotte da un’agenzia investigativa assunta da Eav, i due dipendenti avrebbero dichiarato di essere malati senza un reale problema di salute. In particolare:

  • Uno dei lavoratori è stato fotografato mentre svolgeva commissioni personali in città, nonostante fosse ufficialmente in malattia.
  • Il secondo è stato sorpreso in vacanza a Roccaraso con la famiglia, mentre avrebbe dovuto essere a casa in convalescenza.

Le prove raccolte dagli investigatori, tra cui foto e relazioni dettagliate, sono state trasmesse all’azienda, che ha emesso la sospensione immediata dal servizio e dalla retribuzione, in attesa del giudizio della commissione disciplinare.

La strategia di Eav contro i “furbetti del cartellino”

Eav da tempo ha intensificato i controlli sui permessi per malattia e sull’uso improprio della legge 104, monitorando dipendenti sospettati di abusare dei benefici lavorativi. Il fenomeno dell’assenteismo, in passato, ha causato disagi operativi, con turni saltati e sospensione di corse ferroviarie. In particolare, l’azienda aveva registrato un picco anomalo di assenze nei momenti di tensione tra azienda e lavoratori.

Nel 2017, un altro dipendente Eav fu licenziato dopo essere stato scoperto mentre giocava a calcio in un campionato di Prima Categoria, nonostante fosse ufficialmente in malattia. Il licenziamento venne confermato dalla Cassazione nel 2024.

Esiti incerti: tra licenziamenti e reintegri

Non sempre i provvedimenti disciplinari di Eav finiscono con un licenziamento. Recenti sentenze della Cassazione hanno dato ragione all’azienda in alcuni casi, come il licenziamento di un dipendente nel deposito di Torre Annunziata. Tuttavia, in altri episodi i giudici hanno stabilito il reintegro o il risarcimento per i lavoratori licenziati ingiustamente.

Ora, per i due sospesi, il procedimento disciplinare è solo alle fasi iniziali e potrebbe riservare sviluppi imprevedibili. Nel frattempo, l’azienda mantiene la linea del pugno duro contro i “furbetti del cartellino”.

Continua a leggere

In rilievo

error: Contenuto Protetto