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Cronache

De Magistris attacca Salvini: noi andiamo a prendere i migranti a largo, voglio vedere se ci mandano l’Esercito a spararci addosso

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La questione migranti (ne sono 49, non migliaia) ancora in balìa delle onde nel Mediterraneo a bordo delle navi SeaWatch 3 e della SeaEye, l’applicazione del Dl sicurezza nei termini in cui certi sindaci lo ritengono costituzionale e la disapplicazione nei punti in cui lo reputano non costituzionale. È questo, da giorni, il tema politico del giorno. Così hanno deciso il sindaco di Palermo Leoluca Orlando e il ministro dell’Interno Matteo Salvini. Erano loro, dapprincipio, i protagonisti della querelle. Poi se ne sono aggiunti altri. Soprattutto i sindaci, soprattutto di sinistra, che pensano così di mettere in difficoltà Matteo Salvini, che invece sulla questione migranti è imbattibile nella stimolazione della pancia degli italiani. Il suo competitor più strenuo in questa delicata vertenza “migranti e decreto sicurezza” è Luigi de Magistris, il sindaco di una grande città, Napoli. De Magistris aveva già impugnato il decreto sicurezza di Marco Minniti nella precedente legislatura. La sua battaglia prosegue anche in questa legislatura. Solo che stavolta non c’è Minniti ma Matteo Salvini.

 

Luigi De Magistris

Matteo Salvini

“Di Maio e Salvini continuano a dire che i porti sono chiusi ma la loro è solo una dichiarazione politica. Non c’è alcuna ordinanza di chiusura dei porti e del porto di Napoli” attacca  il sindaco de Magistris, che ha replicato alle dichiarazioni dei vicepremier in merito alla vicenda dello sbarco negato in Italia alla nave Sea Watch 3 dal 22 dicembre in balia del Mediterraneo con a bordo migranti e alla disponibilità della città di Napoli ad accoglierla. Disponibilità, ad onore del vero, che de Magistris aveva già offerto in altre occasioni, in occasione di altre crisi umanitarie come quella di nave Diciotti. “Le loro dichiarazioni – ha spiegato de Magistris – almeno per il porto di Napoli, non hanno alcun valore giuridico”.  “Non esiste un’ordinanza di chiusura del porto di Napoli e se il ministro Toninelli la emanerà, noi abbiamo già pronte un gran numero di barche per andare a prendere queste persone qualora la Sea Watch arrivasse davanti al nostro porto”. E sin qui, diciamo che siamo nel campo della battaglia e della propaganda politica su temi seri come migrazioni, dovere di accoglienza, diritto internazionale.  Quello che viene dopo, invece, va oltre “Poi voglio vedere – dice il sindaco di Napoli – se i ministri dell’Interno e della Difesa daranno l’ordine di aprire il fuoco contro i bambini e la città di Napoli ma mi auguro che non si arrivi a questo”. È ovvio che a nessuno verrebbe mai in mente una cosa del genere. Comunque, come molti si affannano a far notare, quando tutti urlano, se e quando una legge è incostituzionale, esiste la possibilità di farla cancellare impugnandola davanti alla Consulta. Lo prevede, appunto, la Carta Costituzionale che spesso invochiamo a vanvera. E che non dovrebbe mai essere usata per la propaganda.

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Cronache

Napoli, sparatoria tra via Sturzo e via Pinocchio: morta Ilaria Capezzuto, gravissima Daniela Strazzullo

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Un mistero intriso di sangue e dolore ha scosso la città questa notte. Due donne sono state colpite da colpi d’arma da fuoco a poca distanza l’una dall’altra. Una è morta, l’altra lotta per la vita. I carabinieri della compagnia di Torre del Greco sono ora al lavoro per chiarire la dinamica dei fatti e verificare se si tratti di tentato omicidio-suicidio.

A perdere la vita è stata Ilaria Capezzuto, 34 anni, trovata in via Pinocchio, riversa sull’asfalto già senza vita, colpita da almeno un proiettile.

Gravemente ferita e ricoverata in pericolo di vita all’Ospedale del Mare, invece, Daniela Strazzullo, 30 anni, trovata all’interno di un’auto in via Don Luigi Sturzo, con una ferita d’arma da fuoco.

Napoli, notte di sangue tra via Sturzo e via Pinocchio: una donna morta, un’altra in fin di vita

Indagini in corso, si cerca il movente

Le due zone – via Pinocchio e via Sturzo – sono distanti poche centinaia di metri, ma già in due diversi quartieri del capoluogo. Gli investigatori non escludono che le due donne si conoscessero e che dietro la tragedia ci sia una vicenda personale o sentimentale sfociata nel sangue.

L’arma non è stata ancora ritrovata, mentre le forze dell’ordine stanno passando al vaglio immagini di videosorveglianza e testimonianze per ricostruire i momenti precedenti alla sparatoria.

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Tragedia sull’Alphubel, valanga uccide due giovani italiani: addio a Giorgia Rota e Alessandro Aresi

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Solo una valanga poteva fermarli. Giorgia Rota, 29 anni, e Alessandro Aresi, 30, condividevano l’amore per la montagna e l’orizzonte aperto dell’avventura. Sabato mattina, armati di entusiasmo e di zaini colmi di passione, avevano lasciato il rifugio di Täsch con l’obiettivo di raggiungere la vetta dell’Alphubel, a 4.206 metri, una delle cime più iconiche delle Alpi svizzere. A 4.165 metri, nella zona dell’Eisnase, una valanga ha spezzato i loro sogni e le loro giovani vite.

I soccorsi elvetici, intervenuti con elicotteri e unità cinofile del soccorso alpino del Canton Vallese, non hanno potuto fare nulla. Le salme sono state recuperate poco dopo. La procura svizzera ha aperto un’inchiesta per chiarire le dinamiche della tragedia.

Due giovani sorrisi spezzati dalla passione più forte

Giorgia, originaria di Cesano Maderno, era una chimica naturopata e una viaggiatrice instancabile. Amava raccontare i suoi spostamenti nel mondo attraverso il profilo Instagram “giorgiafacose”, seguito da migliaia di persone. Africa, India, Centroamerica, le Alpi: i suoi post raccontavano una vita piena, vissuta alla ricerca di qualcosa che andasse oltre. «Lassù trovo tutto ciò che la società moderna si dimentica di darmi», scriveva in uno dei suoi post. Amava il crossfit, che praticava da dieci anni, ma soprattutto la libertà.

Alessandro, di Lacchiarella, era un esperto di comunicazione e marketing, tra i primi in Italia a trasformare l’agricoltura in un fenomeno digitale. Era conosciuto come uno degli agriyoutuber pionieri, realizzando video professionali per raccontare il mondo rurale con competenza e creatività. Ex calciatore della squadra di Giussago, dove viene ricordato come «un ragazzo esemplare in campo e fuori», era apprezzato per la sua determinazione e gentilezza. «Sempre sorridente, sempre disponibile», scrivono i compagni di scuola sui social.

Il dolore delle comunità

Sgomento a Cesano Maderno, dove il sindaco Gianpiero Bocca ha espresso cordoglio e vicinanza alla famiglia Rota: «Una tragedia che colpisce tutta la nostra comunità, in una settimana già segnata da un altro grave lutto».

Commozione anche a Lacchiarella, dove Alessandro era molto conosciuto. «Lascia un grande vuoto in tutta la comunità», dicono gli amici.

Due giovani vite piene di luce e sogni, spente in alta quota, proprio lì dove volevano arrivare. Per raccontare, per vivere, per scoprire. La montagna li ha accolti per l’ultima volta, nel silenzio e nella bellezza crudele delle sue vette.

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Napoli, notte di sangue tra via Sturzo e via Pinocchio: una donna morta, un’altra in fin di vita

Due donne colpite da proiettili a poca distanza l’una dall’altra. Si indaga per tentato omicidio-suicidio.

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È una notte di sangue e mistero quella che ha sconvolto l’area orientale di Napoli. Due donne, di 31 e 34 anni, sono state trovate con ferite da arma da fuoco a poca distanza l’una dall’altra. Una delle due è deceduta, l’altra lotta per la vita all’Ospedale del Mare, dove è ricoverata in condizioni gravissime.

I fatti

Il primo allarme è scattato in via Don Luigi Sturzo, dove i carabinieri della compagnia di Torre del Greco hanno trovato una 31enne all’interno di un’auto con una ferita da arma da fuoco. È stata soccorsa e trasportata d’urgenza in ospedale, ma le sue condizioni restano critiche.

Poco dopo, a breve distanza, in via Pinocchio – già all’interno del territorio cittadino di Napoli – è stato ritrovato il corpo senza vita di un’altra donna, 34 anni, anche lei colpita da un proiettile. Era riversa sull’asfalto, priva di sensi, e per lei non c’è stato nulla da fare.

Le indagini: ipotesi tentato omicidio-suicidio

Sul caso indagano i carabinieri, coordinati dalla Procura. Gli investigatori non escludono che i due episodi siano collegati e prendono in considerazione l’ipotesi di un tentato omicidio-suicidio. Le due donne potrebbero conoscersi, ma al momento nessuna pista è esclusa: movente passionale, personale o familiare.

La zona è stata delimitata e setacciata in cerca di testimoni e immagini di videosorveglianza, mentre i rilievi sono ancora in corso. Gli inquirenti stanno cercando di ricostruire con precisione tempi, movimenti e rapporti tra le due donne.

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