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Cronache

De Luca torna a parlare di camorra e rifiuti: Saviano guadagna sui diritti d’autore e la terra dei fuochi è parassitismo mediatico

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“La camorra c’è, ma ci sono persone che guadagnano sui diritti d’autore”.  Vincenzo De Luca, presidente della Regione Campania, intervenendo a un incontro promosso a Napoli da Coldiretti, non lo cita mai ma pare probabile che si riferisca a Roberto Saviano, al suo libro Gomorra, alla fiction Gomorra arrivata alla quarta edizione e a tutto quello che gira intorno a questo tipo di narrazione di Napoli e della Campania. De Luca, come suo solito, chiamato a parlare di agricoltura, ambiente e prodotti della terra della Campania, per motivi inspiegabili, attacca duramente quelle “persone che si fanno i milioni rovinando intere generazioni di ragazzi che, per fenomeni imitativi, si comportano come quegli imbecilli delle serie tv.

Possiamo dirlo o no?” chiede De Luca ai giornalisti che  sono lì a raccogliere le sue esternazioni. Non era l’argomento del dibattito promosso dalla Coldiretti, ma De Luca non ha problemi ad andare a ruota libera. Dopo Gomorra (mai citata) e Saviano (mai detto il suo nome), tocca l’argomento rifiuti e terra dei fuochi. Ance in questo caso, De Luca ha una sua opinione personale.

Vincenzo De Luca. Il presidente della giunta regionale della Campania torna ad attaccare Saviano e i giornalisti

“Cerchiamo di non farci male con le nostre mani, pur di fare titoli sui giornali, perché viviamo di parassitismo mediatico” attacca a testa bassa De Luca i giornalisti e chiunque racconta la Campania secondo criteri che a lui non piacciono. “C’è stato un incendio a Caivano, in un capannone industriale dove sono stoccati i rifiuti – ha affermato – Cosa c’entra con la Terra dei fuochi? Non so cosa sia successo e lo accerterà la magistratura”. “Ci sono stati incendi che sono durati una settimana a Brescia; in Lombardia ci sono stati casi di legionella, notizie che scorrono in maniera neutra – ha aggiunto – fossero morte 3 persone a Napoli per la legionella sarebbe arrivata la fine del mondo”. Insomma a sentirlo De Luca i giornalisti della Campania sarebbero colpevoli di raccontare troppo e troppo spesso solo i problemi della Campania, mentre altrove i giornalisti tacciono. Delle due, ovviamente, non sappiamo quale sia l’accusa peggiore volendo entrare nella testa e nei pensieri di De Luca.

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Accoltella la moglie e chiama il 118, ‘l’ho uccisa’

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L’ha colpita più volte all’addome e al torace con un coltello. Poi ha chiamato il 118 e ha detto: “Ho ucciso mia moglie”. L’ennesimo omicidio di una donna per mano del marito si è consumato ad Andria, nel nord Barese, nella casa in cui la coppia viveva con i due figli di 6 e 11 anni, all’interno di un rimessaggio. I figli avrebbero assistito all’omicidio. La vittima, Vincenza Angrisano, aveva 42 anni e lavorava nelle vendite di prodotti per la casa. Suo marito, Luigi Leonetti, poco più grande di lei, lavorava come guardiano nel rimessaggio che si trova a ridosso della strada provinciale 231, a tre chilometri dal centro cittadino.

Quando gli operatori sanitari hanno risposto alla telefonata del marito, hanno sentito anche urla di bambini e hanno avvertito subito i carabinieri che indagano sull’accaduto coordinati dalla Procura di Trani. Lenoetti è stato trattenuto in caserma. Secondo quanto riferito da una collega della vittima, Vincenza “voleva cambiare casa perché lui la trattava male: ultimamente tra loro due le cose non andavano bene”. “Era la mia responsabile – aggiunge – e quando ho saputo che era stata accoltellata a morte sono voluta venire qui”, a casa di Vincenza, “per capire se davvero fosse lei”.

Uno dei fratelli di Leonetti ha raggiunto l’abitazione con un altro fratello e la moglie, per prendersi cura dei figli di Vincenza e Luigi. “Ci ha fatto vergognare – ha detto, precisando di non parlare con Luigi da un anno – ha rovinato la famiglia”. “Quanto accaduto ad Andria – commenta l’assessora al Welfare della Regione Puglia, Rosa Barone – con l’ennesima donna uccisa dal marito all’interno della sua abitazione, ci addolora immensamente. Una famiglia distrutta e un’altra vita spezzata. Un femminicidio compiuto a tre giorni dalla giornata internazionale per il contrasto alla violenza sulle donne, in cui tanta è stata l’attenzione su questo fenomeno e alta è stata la partecipazione a cortei e manifestazioni. Tutto questo non basta. Continueremo a confrontarci con le responsabili dei centri antiviolenza per capire come poter agire per essere ancora più incisivi”.

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La parrocchia di Capri, “non sfrattiamo i bisognosi”

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La parrocchia Santo Stefano Protomartire di Capri non ha sfrattato dai propri immobili persone bisognose e associazioni di volontariato per liberare gli immobili e destinarli a B&B: è quanto precisa, “in relazione agli articoli e ai servizi radiotelevisivi” dei giorni scorsi, il reverendo Pasquale Irolla, “in accordo con la Curia di Sorrento-Castellammare di Stabia”. In particolare, spiega il sacerdote, la Parrocchia “non ha sfrattato l’Unitalsi, ma con questa ha concordato il trasferimento della sede caprese nella più ampia struttura della Cappella di S. Anna che anni addietro ospitava la sede storica della stessa Unitalsi”.

Un trasferimento, peraltro, “agevolato anche mediante l’elargizione da parte di un terzo di un significativo contributo economico per le spese di trasloco”. Il reverendo Irolla, poi, non ha sfrattato il Consorzio Luna, un ente incaricato della gestione di servizi sociali, ma ha “chiesto ed ottenuto il recupero dei canoni pregressi in un clima di cordialità e collaborazione”. Mentre la Parrocchia, “ha provveduto al pagamento di una pregressa morosito presso la Gori Spa (la società che fornisce il servizio idrico – ndr) che impediva di fatto allo stesso Consorzio Luna di fruire della struttura per la mancanza” dell’acqua.

C’è infine il caso reso noto di recente dall’Unione consumatori di Capri, che sta assistendo una giovane donna, separata e con figli minori, che avrebbe ricevuto lo sfratto per finita locazione. A questo riguardo, il reverendo precisa che “non ha sfrattato la signora, ma chiesto ed ottenuto un’ordinanza anticipatoria della cessazione del contratto di locazione. Tale iniziativa processuale – afferma – si è resa necessaria per le attività edilizie abusivamente poste in essere dalla signora per le quali il Comune di Capri ha adottato un’ordinanza di ripristino che, qualora non eseguita nei 90 giorni, determinerà l’acquisizione al patrimonio comunale dell’appartamento posto a 20 metri dalla famosa piazzetta di Capri”.

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Treno travolge camion fermo sui binari, due morti

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Due morti rappresentano il bilancio di un incidente in cui sono rimasti coinvolti stasera a Corigliano Rossano, in provincia di Cosenza, un treno ed un camion. Le vittime sono la capotreno del convoglio, il regionale che collega la frazione Sibari di Cassano allo Ionio e Corigliano Rossano, ed il conducente del camion, che viaggiava da solo. La Procura della Repubblica di Castrovillari ha aperto un’inchiesta per ricostruire la dinamica dell’incidente ed accertare eventuali responsabilità. Le indagini vengono condotte dalla polizia ferroviaria insieme ai carabinieri.

Sul posto dell’incidente anche i vigili del fuoco ed il personale del 118. Sia il locomotore del treno investitore che il camion, dopo lo scontro, avvenuto all’altezza di un passaggio a livello, hanno preso fuoco. Le fiamme si sono levate subito altissime, illuminando a giorno tutta la zona interessata dall’incidente. Ciò che al momento appare assodato è che il camion, nel momento in cui è stato investito dal treno, fosse fermo sui binari.

L’ipotesi che viene fatta, anche se vanno effettuati i necessari riscontri, é che il conducente del camion abbia attraversato i binari poco prima che il passaggio a livello si abbassasse e che si sia ritrovato così intrappolato sui binari. Pochi secondi dopo é sopraggiunto il treno, ad una velocità di circa 130 chilometri orari, che ha travolto in pieno il mezzo pesante. Rfi e Trenitalia hanno diffuso una nota in cui, nel ricostruire la dinamica dell’incidente, si afferma che “il camion ha occupato la sede di un passaggio a livello che, dai primi riscontri, risulta regolarmente funzionante e chiuso”.

Nella nota si fa anche riferimento alla presenza sul treno, oltre che della capotreno e del conducente, di dieci passeggeri, che risultano comunque tutti illesi. Nel comunicato si rende, noto, inoltre, che la circolazione ferroviaria è attualmente sospesa fra Sibari e Corigliano Rossano e si esprime “il dolore ed il cordoglio di Rfi e Trenitalia per le vittime”.

La capotreno delle Ferrovie dello Stato morta nell’incidente accaduto a Corigliano Rossano si chiamava Maria Pansini. Aveva 61 anni ed era di Catanzaro. L’altra vittima, che era alla guida del camion travolto dal treno, é Said Hannaoui, di 24 anni, di nazionalità marocchina.

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