Il picco dei decessi da Covid-19 per questa ondata pandemica e’ stato raggiunto e, nei prossimi giorni, e’ atteso un decremento nel numero dei morti. Una inversione di trend attesa, sottolinea all’ANSA l’epidemiologo Cesare Cislaghi, anche se in numeri assoluti le vittime restano ancora tante: sono 113 nelle ultime 24 ore, in aumento rispetto alle 74 di ieri, secondo i dati del ministero della Salute. Si confermano invece in calo i nuovi contagi: sono 11.976 rispetto ai 26.662 registrati ieri dal bollettino ministeriale. Il tasso di positivita’ e’ al 15,8%, stabile rispetto al 16% di ieri, e sono stati eseguiti in tutto, tra antigenici e molecolari, 75.602 tamponi. Sul fronte degli ospedali, sono invece 339 i pazienti ricoverati in terapia intensiva, tre in meno rispetto a ieri, mentre gli ingressi giornalieri sono 23. I ricoverati nei reparti ordinari sono 9.052, cioe’ 126 in piu’ rispetto a ieri. Gli italiani positivi al Coronavirus tornano cosi’ a scendere verso la quota un milione: sono attualmente 1.054.167, ovvero 40.789 in meno rispetto a ieri. In totale sono 21.325.402 i contagiati dall’inizio della pandemia, mentre i morti salgono a 173.249. I dimessi e i guariti sono 20.097.986 con un incremento di 52.651. L’occupazione dei posti letto ospedalieri da parte di pazienti Covid si mantiene comunque sotto il livello di soglia a livello nazionale. Secondo la rilevazione dell’Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali (Agenas) sui dati del 7 agosto, pubblicata oggi, e’ infatti stabile al 14%, nell’arco di 24 ore in Italia, la percentuale di posti occupati per Covid nei reparti ordinari (un anno fa era al 5%) e sono in calo ma restano ancora 6, le regioni in cui il valore supera la soglia del 15%: Umbria (37%), Calabria (29%), Liguria (24%), Sicilia (22%), Marche (18%), Emilia Romagna (16%). Sempre a livello nazionale, e’ inoltre stabile al 4% – ben al di sotto della soglia di allerta fissata al 10% – la percentuale di intensive occupate da pazienti Covid (un anno fa era pari al 3%). Siamo dunque nella “fase di picco dei decessi per questa ondata” epidemica di Covid-19 e, nelle prossime settimane, dovremmo assistere ad un loro decremento”, spiega Cislaghi sottolineando come attualmente “la letalita’ grezza, ovvero senza correzioni per eta’ e genere, sta decrescendo ed e’ di circa di 1,5 decessi ogni mille contagiati diagnosticati”. Per una stima ancora piu’ corretta, precisa l’esperto, “si dovrebbero considerare anche alcuni altri fattori concomitanti come l’eta’, il genere, la residenza e possibilmente anche le condizioni di salute dei contagiati, ma nel medio periodo questi fattori non sembra siano molto cambiati e quindi non dovrebbero influire sui trend, ma potrebbero farlo se si volessero confrontare situazioni diverse come la letalita’ di altre nazioni”. La mortalita’ per Covid-19 in dati assoluti “resta ancora elevata – chiarisce – perche’ la mortalita’ dipende dal numero di contagi e dalla latenza tra diagnosi e decessi, che e’ mediamente di circa tre settimane. Quindi, poiche’ tre settimane fa ci trovavamo nella fase di picco dei contagi, chiaramente in questi giorni si sta assistendo anche al picco dei decessi: il picco dei contagi e’ stato infatti a meta’ luglio ed ora siamo al periodo di picco dei decessi per questa ondata rispetto al loro valore assoluto”. Tuttavia, rileva Cislaghi, “l’aspetto positivo e’ che nonostante la mortalita’ come numero assoluto sia aumentata, la letalita’ come proporzione tra decessi e contagi e’ invece diminuita e da ora in poi – conclude – dovremmo assistere ad un calo dei decessi se non ci saranno situazioni impreviste”. (ANSA