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De Luca, i camalli, le sfrennesiate in tv, gli attacchi volgari al M5S e il miele per Salvini

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Senza freni inibitori. Più che un Presidente di Regione parla come un camallo (sia detto con rispetto per i camalli) tra lo scarico di un contanier e un’andata al cesso del bar dove ci si beve il cicchetto. Il decoro delle istituzioni e di chi le rappresenta oramai sono un optional. Poi uno si domanda, a prescindere dalla fede politica che si abbraccia, perchè la gente non crede più nemmeno in Babbo Natale, figurarsi nei politici e nelle istituzioni. Vincenzo De Luca, che taluni giornalisti definiscono “governatore della Campania”, nella sua consueta sfrennesiata del venerdì, si è affacciato dagli schermi di una televisione libera (si diceva così una volta delle tv private), dal nome Lira Tv, e a proposito di Legge di Bilancio che il Parlamento sta  licenziando, ha espresso alcune “critiche politiche ed istituzionali”, usando un linguaggio alla sua portata. “I documenti non sono ancora stati consegnati – dice al giornalista che lo incalza con domande esilaranti su LiraTv – ai parlamentari che devono votare la legge eppure Beppe Grillo diceva di voler aprire il Parlamento come una scatoletta di tonno. Per me, al di là dei titoli, è una truffa vergognosa agli italiani nonostante il video del professore Di Maio che dice ‘Fatto, Fatto, Fatto’. Non so, magari si è fatto lui ma per il resto non ha fatto niente”.  Quanto all’altra misura del M5S, pure qui De Luca usa un linguaggio colloquiale tutto suo. “Il reddito di cittadinanza è un’altra palla: credo che butteranno dalla finestra 3 o 4 miliardi giusto prima delle elezioni europee”.

Vincenzo De Luca. Il presidente della giunta regionale della Campania

Ma la parte più istituzionale del comizio televisivo del linguista e purista De Luca è quella che recita a proposito degli F35, il famoso o famigerato caccia europeo, un affare solo per chi li costruisce questi aerei da combattimento che costano 150 milioni di euro cadauno. “Chi per dieci anni ha detto che non avrebbe acquistato gli F35 ora dovrebbe tornare in piazza. A dire cosa? A Napoli si direbbe “sputatevi in faccia”. Ma a Natale non possiamo dirlo…”. “Il ministero della Difesa acquista 6 F35 al costo di 150 milioni ciascuno. Questo non solo fa ridere – dice – ma fa anche girare i ‘perpendicoli’: i dirigenti M5S dicevano che erano soldi buttati a vantaggio per poteri forti guerrafondai”. Il presidente della Regione Campania De Luca chiede poi agli esponenti del M5S “di chiedere scusa per le ‘palle’ raccontate in campagna elettorale” in particolare dal vicepremier Luigi Di Maio e dal ministro della Giustizia, Alfonso Bonafede, dopo il via libera al cosiddetto ‘spazzacorrotti’, legge che a lui ovviamente non piace. Niente, non piace proprio. Poi attacca platealmente, offendendolo personalmente, Beppe Grillo, che da tempo immemore, non si occupa della direzione politica del M5S e meno che meno di quel che accade al Governo. “Poteva essere un giovane Dario Fo – dice un De Luca strabuzzando gli occhi – per l’intelligenza e la vivacità che ha nel suo campo. Ora – attacca – si è ridotto a fare il politicante di quarta fila, rinunciando alla propria libertà. E’ ormai un uomo triste e invecchiato che non sa che pesci prendere e non si capisce più niente di quello che dice”.

Ah, quasi dimenticavamo. Non una parola, se non qualche elogio e un po’ di miele sparso quà e là per Matteo Salvini, l’altro contraente del patto di Governo. A De Luca, Matteo piace. Da morire. Lo sente quasi come un suo figliolo per il piglio decisionista. Avete capito? Sì, proprio quello. Il piglio…

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Troppi iscritti ad odontoiatria, rischio disoccupazione

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Con gli accessi a Odontoiatria previsti per l’anno accademico 2024/2025, il rischio concreto è quello di una pletora odontoiatrica. Con conseguenze facilmente prevedibili: disoccupazione, sottoccupazione. E fuga all’estero dei nuovi professionisti, con collegato spreco delle risorse pubblicheimpiegate per formarli. A lanciare l’allarme è oggi il presidente della Commissione Albo Odontoiatri (Cao) nazionale, Raffaele Iandolo. “A fronte di un fabbisogno di nuovi Odontoiatri tra sei anni che è pari a zero – spiega Iandolo – le immatricolazioni previste quest’anno per il corso di laurea in Odontoiatria e Protesi Dentaria sono 1.535, di cui 116 riservate ai candidati dei Paesi non Ue residenti all’estero, 149 in più rispetto all’anno scorso.

Non solo: sono stati creati anche nuovi Corsi di Laurea, presso Università che sinora ne erano sprovviste. Ai nuovi laureati, tra sei anni, si sommeranno i professionisti che decidono di formarsi all’estero, soprattutto nei Paesi dove i test di ingresso sono meno ‘stringenti’, per poi esercitare in Italia, che sono oltre 500 l’anno. In Italia già oggi gli Odontoiatri sono circa 65mila, con un rapporto di uno ogni 900 abitanti che ci pone ben al di sopra della media europea e che è il doppio di quanto indicato dall’Organizzazione mondiale della Sanità, secondo cui il rapporto ottimale dovrebbe essere un professionista ogni 2 mila persone. In assenza di una corretta programmazione ci troveremo, tra pochi anni, ad affrontare una pletora importante”.

Tra le conseguenze, continua “oltre all’inoccupazione e alla disoccupazione ci sarà, probabilmente, una fuga massiva verso l’estero, dove i professionisti sono di meno e hanno più opportunità. Il risultato sarà che regaleremo agli altri Paesi le risorse pubbliche investite per formarli”.

“Anche per Medicina – aggiunge il presidente della Fnomceo, la Federazione nazionale degli Ordini dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri, Filippo Anelli – sono stati confermati i 20.867accessi annunciati, contro i 19.636 dell’anno passato. Siccome per formare completamente un medico ci vogliono circa dieci anni, questo significa che nel 2034 avremo oltre 20mila nuovi specialisti. In quell’anno, però, andranno in pensione poco più di 7.000 colleghi, con un esubero di 13.000 giovani medici che andranno a sommarsi agli esuberi previsti già a partire dal 2030. Considerando le proiezioni sui pensionamenti e gli aumenti degli accessi negli ultimi anni, sarà molto difficile evitare una nuova pletora medica, a meno di non rivedere i modelli organizzativi”.

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S(i)mart, la seduta intelligente che rivoluziona la salute quotidiana

Un progetto innovativo, S(i)mart, combina Intelligenza Artificiale e robotica per creare una seduta intelligente in grado di monitorare la salute in tempo reale. Frutto della collaborazione tra SimarLabs e il Dipartimento di Ingegneria Elettrica e delle Tecnologie dell’Informazione dell’Università degli Studi di Napoli Federico II, questo divano high-tech promette di migliorare la qualità della vita e la sicurezza degli utenti.

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Nel mondo della tecnologia, spesso si parla dell’Intelligenza Artificiale come di un’innovazione ancora lontana dalla nostra vita quotidiana e portatrice di possibili pericoli. Tuttavia, l’era dell’AI è già qui, migliorando continuamente la nostra esistenza. Bruno Siciliano, docente di Automatica presso l’Università di Napoli Federico II, ha collaborato per tre anni alla realizzazione di una seduta intelligente che monitora in tempo reale la salute di chiunque vi si sieda. Questo progetto innovativo ha dato vita a S(i)mart, un brevetto mondiale esclusivo di Simar Group, sviluppato insieme a SimarLabs e Dieti.

S(i)mart è un divano dotato di algoritmi avanzati di Intelligenza Artificiale e tecniche di robotica che consentono una valutazione accurata e personalizzata dello stato di salute dell’utente. Attraverso sensori, app mobili ed elettronica, la seduta intelligente può eseguire un checkup completo tramite semplici comandi vocali. Tra i parametri monitorati vi sono dati cardiaci, pressione, ossigenazione del sangue, temperatura, livello di stress e controllo della vista e dell’udito. In caso di rilevamento di un parametro critico, S(i)mart invia automaticamente i dati al medico dell’utente e allerta i soccorsi.

Oltre al monitoraggio della salute, S(i)mart è in grado di rilevare la postura, prevenendo rischi come i colpi di sonno alla guida, e di svolgere esercizi di ginnastica passiva per allenamento e dimagrimento. La seduta intelligente può anche segnalare la presenza di fumo, gas o allagamenti, garantendo così un ulteriore livello di sicurezza.

“La seduta smart può essere assimilata a un dispositivo intelligente di interazione uomo-macchina”, spiega Bruno Siciliano. “Integra l’Intelligenza Artificiale nei sistemi robotici, rendendoli utili per applicazioni di salute e prevenzione. In futuro, potrebbe essere dotata di un sistema di intelligenza generativo-conversazionale, come ChatGPT, per migliorare la qualità dell’interazione e l’accettabilità da parte dell’utente finale”.

S(i)mart non è solo un divano per le nostre case, ma può essere utilizzato anche sul posto di lavoro, per autisti di autobus, gruisti o chirurghi in sala operatoria. L’idea è creare un meccanismo multisensoriale che riveli in tempo reale i parametri biologici e biomeccanici dell’uomo, mettendoli in rete.

Il progetto, sostenuto da Marco Valle, presidente di Simar Group, ha coinvolto anche il primario di Neurochirurgia degli Ospedali Riuniti di Ancona, Roberto Trignani. “L’Organizzazione Mondiale della Sanità definisce la salute come uno stato di completo benessere fisico, mentale e sociale, non solo come assenza di malattia”, afferma Trignani. “La seduta intelligente incarna questa visione, fungendo da strumento per creare una carta d’identità dinamica della persona, un doppio digitale che sfrutta la telemedicina e l’Intelligenza Artificiale per attivare tempestivamente l’intervento sanitario e mantenere il benessere”.

S(i)mart rappresenta una significativa umanizzazione della tecnologia, trasformando l’ospedale in una struttura virtuale che segue l’individuo nelle sue attività quotidiane. Questo sistema offre una pausa dinamica nella frenesia quotidiana, monitorando costantemente la salute e garantendo interventi tempestivi quando necessario. Con S(i)mart, il futuro della salute e della sicurezza è già presente nelle nostre vite.

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Piantedosi: valutare il rinvio dei cortei pro Palestina

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Valutare lo spostamento ad altra data delle manifestazioni pro Palestina previste per il 27 gennaio, Giorno della memoria. Con una circolare del Dipartimento della Pubblica sicurezza si invitano infatti i questori a considerare di spostare ad un altro giorno le manifestazioni previste per sabato prossimo, in particolare a Roma e Milano, “così garantendo la libertà di manifestazione che, nel caso di specie, va contemperata con il valore attribuito alla Giornata della memoria”. Perchè quelle manifestazioni nel giorno in cui si ricordano le vittime dell’Olocausto potrebbero ledere “alcuni valori sanciti dalla legge, come la commemorazione della Shoah”. Il capo della polizia, Vittorio Pisani, ha comunque previsto che per le manifestazioni di sabato dovranno essere predisposte idonee misure di prevenzione e sicurezza, “in considerazione della perdurante minaccia terroristica”.

Soddisfatta la comunità ebraica di Roma che aveva chiesto di vietare il corteo a Roma promosso da studenti palestinesi che per lanciarlo avevano preso in prestito parole di Primo Levi. “Siamo contenti che siano state riconosciute le nostre ragioni. Ringraziamo le istituzioni, a cominciare dal ministro Piantedosi e tutte le articolazioni del ministero dell’Interno, per la sensibilità che hanno dimostrato. È stata una decisione giusta e di buon senso”, ha detto il presidente Victor Fadlun. Intanto stamane, alla chiusura dell’evento ‘Giornata della memoria 2024 per non dimenticare’ all’ateneo Roma Tre, due studentesse hanno preso polemicamente la parola. “Perché il corteo del 27 gennaio – hanno chiesto – dovrebbe essere un problema?

Quanto sta avvenendo a Gaza non è quanto avvenuto nel ghetto di Varsavia? Non possiamo fare a meno di chiedere per quale motivo non possiamo anche prendere le parti dei palestinesi che stanno vivendo un genocidio: sono stati sterminati 20 mila civili e questa non può essere considerata una difesa”. Sul palco, davanti a loro, aveva da poco preso la parola proprio il presidente della comunità ebraica di Roma, Fadlum, che aveva detto: “Il mondo capovolto è pensare di poter autorizzare un corteo antisemita che usa e abusa le parole di Primo Levi come arma contro di noi. Il tragico risveglio del 7 ottobre dimostra quanto sia facile capovolgere il mondo, essere negazionisti. Noi ebrei non abbiamo paura, non più dai tempi dei rastrellamenti, non ci nasconderemo più e non staremo in silenzio”. Per Nando Tagliacozzo, testimone della Shoah, la manifestazione organizzata a Roma il 5 dicembre scorso contro l’antisemitismo promossa dalla Comunità ebraica di Roma e dalle Comunità ebraiche italiane alla quale hanno aderito tutti gli esponenti politici, “non la dovevamo promuovere noi ma avrebbe dovuto essere il mondo civile, la politica, a rassicurare noi ebrei”.

E anche per Irene Shashar, sopravvissuta all’Olocausto, “dopo il 7 ottobre è tornato l’antisemitismo, gli ebrei oggi di nuovo hanno paura di vivere in Europa. Avevamo detto che ‘mai più’ avrebbe significato ‘mai più’ e invece siamo ancora qui a dovere difendere le nostre vite”.

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