“Con Spalletti è stata una cena dovuta e di buonumore, di amicizia e ringraziamento”. Aurelio De Laurentiis, una vita nel cinema, tiene la suspence accesa a Napoli sul futuro del tecnico che ha appena vinto lo scudetto e così risponde oggi alla domanda sulla cena di venerdì scorso tra lui e l’allenatore, il cui esito rimane per ora segreto. La gioia della vittoria è condivisa, ma le distanze rimangono ed emergono quando Spalletti ringrazia il club azzurro per la pec con cui gli ha reso noto che vuole esercitare l’opzione di prolungare il contratto e quando De Laurentiis non parla più della sua permanenza. Restare a Napoli dopo lo scudetto significa sottoporsi ad attese ancora maggiori della città. La conduzione finanziaria del club potrebbe non prevedere un amento di stipendio dell’allenatore, senza tenere conto del possibile addio di Kim Min-Jae che va verso il Manchester United e delle tentazioni Premier di Osimhen. I nodi ci sono e restano anche dopo la conferenza stampa di presentazione del ritiro estivo a Dimaro, per il 14mo anno di fila, dal 14 al 25 luglio per il nuovo Napoli.
De Laurentiis apre la lunga conferenza stampa a Castel Volturno, dove c’è anche Spalletti che però non appare in sala stampa, in maniera netta: “Siamo qui per parlare del prossimo ritiro, non mi sottoponete domande che fuoriescono da questo tema, di calcio parleremo più in là, non c’è bisogno di parlare oggi. Abbiamo la partita importante contro l’Inter e oggi si parla del Trentino, altrimenti mi alzo e me ne vado”. I cronisti ci provano comunque ma il patron azzurro cambia discorso: “E’ chiaro – dice – che da quando saremo in viaggio verso un nuovo futuro radioso cominciamo a pensare al mercato. Finora i nostri scout hanno guardato e annusato. In ogni anno qualcuno sempre è andato e qualcuno è entrato, io credo che una settimana prima di Dimaro ci dobbiamo vedere per parlare di queste cose”.
Chissà chi rimarrà e chi arriva, il mistero resta con De Laurentiis che ricorda come “la gatta frettolosa fece figli ciechi. Negli ultimi dieci anni abbiamo fatto cambi e aggiustamenti nella squadra. L’anno scorso un giornalista mi chiese: cosa fate andando via quei geni dal Napoli? Io dissi che vincevamo. E so che è doveroso fare sempre di più, io mi diverto nella competitività”. Il ricordo del clamoroso addio a Insigne, Koulibaly e Mertens che non ha impedito di dominare la serie A. Il presidente intanto sta organizzando l’evento dell’ultima giornata di campionato con coppa e medaglie e lunga festa al Maradona: “La partita si giocherà il 4 giugno alle 19 – annuncia – e poi ci sarà allo stadio la festa fino a mezzanotte con premiazioni e musica. Montiamo un palco di 520 metri quadri con dieci schermi più grandi di quelli su cui abbiamo visto il match scudetto di Udine”. Per la partita contro l’Inter di domenica, Spalletti recupera Osimhen e punta al successo, in attesa che si definisca il suo futuro. Tra le tante ipotesi, se non si confermasse feeling con il club, persino quella di rimanere un anno fermo se la società esercitasse l’opzione e lo mantenesse sotto contratto. Ma non in panchina.