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De Laurentiis a tutto campo: una serie tv sul Napoli e un match all’anno per ricordare Diego

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” Il calcio andrebbe insegnato a scuola” secondo Aurelio De Laurentiis: il presidente del Napoli è intervenuto alla presentazione del libro di Valter De Maggio ‘Napoli, i grandi calciatori’ (Raffaello Editore), nel giorno del suo compleanno.  I grandi calciatori che hanno vestito la maglia azzurra raccontati in prima persona, con l’io narrante. Tante emozioni, perché dietro i campioni ci sono gli uomini. Un libro che apertamente dichiara a tutti, in particolare alle nuove generazioni che non bisogna mai smettere di sognare.

“Rivolgersi al mondo dei bambini è un tesoro importante – ha detto De Laurentiis – Il libro scritto da Valter esprime vari piani di lettura tra le linee. La storia del Napoli. Ho provato a dire al Ministro della Pubblica Istruzione di insegnare il calcio nelle scuole. Mostrare una partita e poi sezionarla per evidenziare alcune cose. Interpretandola in modo crescente nel corso degli anni …per i neo giornalisti dello sport. Per educare i ragazzi. Ora sono tutti sul cellulare e non è molto educativo”.

Aurelio De Laurentiis ha portato nel suo Napoli, nella squadra della città partenopea, campioni quali Hamsik, Lavezzi, Jorginho, Cavani, Mertens, Insigne e tanti altri, quei calciatori di cui parla Valter De Maggio nel suo libro. E la serata diventa l’occasione per parlare di calcio con il presidente del Napoli: “Stiamo rovinando il nostro paese in 100 anni di storia.  I giovani , ha detto DeLa, si annoiano perché il calcio è diventato vecchio, va modificato. Occorre cambiare qualcosa. Alzare il livello di spettacolo. Spalletti fin dall’inizio ha sperimentato facendo girare la rosa. Luciano  Spalletti è il migliore allenatore che ho avuto fino ad oggi”.

E poi, ha detto il presidente ‘azzurro’: “Fino a ieri le signore non vedevano di buon grado il tempo che gli uomini dedicavano al pallone. Oggi anche le donne si dedicano al calcio”, dice.

Poi fa due annunci e regala le notizie di apertura delle pagine sportive napoletane:  “Uscirà una serie sul Napoli: dal 1926 fino al prossimo campionato trenta episodi vedranno la luce in due anni su una piattaforma internazionale”. E poi: “Al mio compleanno, il 24 maggio, si dovrebbe disputare Napoli – Argentina (abbiamo a breve incontro con il ministro Di Maio) per mettere in pista questa partitissima. Bisogna vedere come conciliare con le finali internazionali di coppa”.

De Maggio, anfitrione della serata dedicata al libro che ha scritto, ha poi regalato il libro al piccolo Lino, tifoso azzurro, sotto gli occhi del presidente.
E infine la grande sorpresa, Sal Da Vinci che ha dedicato al Presidente del Napoli “Tu si na cosa grande”. E lui gli ha chiesto di cantare un brano tratto da “Scugnizzi”.

 

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Ben'essere

Napoli: capitale mondiale del cibo secondo TasteAtlas Awards ’24-’25

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Napoli conquista il primato come città numero uno al mondo per il cibo, secondo gli Awards 24/25 di TasteAtlas, una delle piattaforme più autorevoli nella valorizzazione della gastronomia globale. Con un punteggio di 5,00, la città partenopea supera giganti gastronomici come Milano, Bologna, e persino Parigi, confermandosi una meta imprescindibile per gli amanti della buona cucina.

La supremazia della cucina napoletana

Non solo la città, ma anche i suoi piatti simbolo brillano nella classifica delle 100 Migliori Pietanze al Mondo. Napoli è rappresentata da ben tre piatti iconici:

  1. Pizza napoletana (2° posto, punteggio 4,75): il simbolo per eccellenza della città, amata e imitata in tutto il mondo, è stata riconosciuta come uno dei capolavori culinari più apprezzati a livello globale.
  2. Parmigiana di melanzane alla napoletana (38° posto, punteggio 4,51): un piatto ricco di sapori, che esalta la semplicità e la bontà degli ingredienti mediterranei.
  3. Linguine allo scoglio (50° posto, punteggio 4,50): un’esplosione di gusto che celebra il connubio tra pasta fresca e frutti di mare freschissimi.

Un primato meritato

Questo riconoscimento non è solo un tributo alla tradizione culinaria di Napoli, ma anche al ruolo che la città riveste come ambasciatrice del gusto italiano nel mondo. L’autenticità dei sapori, la qualità degli ingredienti e la maestria dei suoi artigiani del cibo rendono Napoli unica nel panorama gastronomico internazionale.

Il valore della tradizione

La cucina napoletana è molto più di un insieme di ricette: è una cultura, una storia di generazioni che tramandano segreti e tecniche per preservare il sapore autentico della città. Dai vicoli dei Quartieri Spagnoli ai ristoranti stellati, il cibo di Napoli è un’esperienza che coinvolge tutti i sensi e racconta l’anima di una comunità.

Napoli al centro del turismo gastronomico

Questo primato non farà che accrescere l’attrattiva di Napoli come destinazione di turismo gastronomico. I visitatori di tutto il mondo avranno un motivo in più per immergersi nella città del Vesuvio, esplorando non solo la cucina, ma anche le sue bellezze artistiche, storiche e paesaggistiche.

Napoli non è solo una città, è una tavola imbandita che aspetta di essere scoperta e amata da chiunque desideri vivere un’esperienza indimenticabile.

 

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Cultura

Gabriella Buontempo designata presidente del Centro Sperimentale di Cinematografia

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Il Centro Sperimentale di Cinematografia ha una nuova presidente designata: Gabriella Buontempo (foto Imagoeconomica in evidenza), produttrice di lungo corso, è stata indicata dal ministro della Cultura Alessandro Giuli per ricoprire l’incarico lasciato vacante dopo le dimissioni di Sergio Castellitto lo scorso 13 novembre. La nomina dovrà ora essere ratificata dalle Commissioni Cultura di Camera e Senato. Oggi il tema è in discussione a Montecitorio, con relatore il presidente Federico Mollicone, mentre la prossima settimana toccherà al Senato.

Il profilo della nuova presidente

Napoletana, 58 anni, Buontempo ha alle spalle una carriera consolidata nel mondo del cinema e della televisione. Ex moglie di Italo Bocchino, direttore editoriale del «Secolo d’Italia», Buontempo ha mosso i primi passi come assistente alla regia di Lina Wertmüller. È attualmente vicepresidente dell’Associazione dei Produttori Audiovisivi (APA) e cofondatrice della società di produzione Clemart, insieme a Massimo Martino.

Tra le sue produzioni spiccano film e serie di successo, tra cui la regia d’esordio di Luca Zingaretti, “La casa degli sguardi”, e le fiction tratte dalle opere di Maurizio de Giovanni, come “I bastardi di Pizzofalcone” e “Il commissario Ricciardi”.

Un percorso tra polemiche e indiscrezioni

La designazione di Buontempo arriva dopo settimane di indiscrezioni e dibattiti, con una rosa di nomi che includeva figure di spicco come Luca Barbareschi, Michele Placido, Gianni Amelio, Pietro Valsecchi e persino Francesco Rutelli, che però ha escluso ogni interesse per la carica. La scelta di Buontempo rappresenta un cambio di rotta significativo per il Centro Sperimentale, che punta su una figura con una solida esperienza nel settore audiovisivo.

Le sfide future

Il compito di Buontempo non sarà semplice. Il Centro Sperimentale, considerato un pilastro della formazione cinematografica italiana, dovrà affrontare sfide importanti legate alla modernizzazione dei suoi percorsi formativi e alla promozione del cinema italiano nel panorama internazionale. La nuova presidenza avrà il compito di garantire una governance efficace e di valorizzare l’istituzione in un contesto in continua evoluzione.

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Esteri

Netanyahu alla sbarra, testimonianza fiume in tribunale

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Lo Stato di Israele contro Benyamin Netanyahu: per la prima volta un premier in carica si è seduto martedì al banco degli imputati per testimoniare in un processo, con numerosi capi d’imputazione, e rispondere ad accuse gravi che vanno dalla frode alla corruzione. Entrato alle dieci del mattino in una gremita e superprotetta aula del tribunale distrettuale di Tel Aviv, il primo ministro ha parlato per cinque ore difilato. Secondo round mercoledì dal primo pomeriggio fino a sera, e così via per tre giorni a settimana almeno per i prossimi 15 giorni. Come hanno stabilito i giudici respingendo tutti i ricorsi per rinviare (l’ultimo presentato da 12 ministri domenica) in cui si chiedeva di tener conto del delicato momento politico con la crisi in Siria e la guerra a Gaza in corso, che già gli è valsa una lunga dilazione.

Ad accogliere Netanyahu in aula, una folla di ministri e politici a sostegno. Presente anche Avner Netanyahu, il figlio più giovane del primo ministro, mentre la moglie Sara e il maggiore Yair sono a Miami. Fuori, davanti al tribunale, manifestanti divisi tra pro e contro: da una parte i familiari degli ostaggi con le foto dei loro cari ancora prigionieri a Gaza, dall’altra i pro-premier. Polizia a cavallo e sicurezza dappertutto.

Completo blu, spilletta degli ostaggi su un revers e bandierina israeliana sull’altro, parlando con la sua voce da oratore il primo ministro ha tentato di minimizzare le pesanti accuse ricordando a tutti che Israele sta affrontando problemi molto più grandi e ha già cambiato il volto del Medio Oriente: “Ora è la politica che conta, non la copertura mediatica positiva (per la quale è accusato di aver scambiato favori)”, ha detto perentorio.

Respingendo con veemenza l’immagine di uomo potente dedito a godersi i lussi, e descrivendosi come uno spartano servitore dello Stato, dedito alla lettura di libri di storia e biografie, uno che lavora 24 ore su 24, rinunciando al tempo con la sua famiglia: “Se ogni tanto fumo un sigaro, non ho tempo di finirlo. E per quanto riguarda lo champagne, non sopporto quella roba”, ha ironizzato riferendosi al capo d’imputazione secondo cui avrebbe ricevuto sigari e champagne dal magnate di Hollywood Arnon Milchan e dal miliardario James Packer.

Nel più grave dei tre casi a suo carico, il primo ministro è accusato di corruzione, frode e abuso di fiducia perché avrebbe firmato un provvedimento favorevole al magnate dei media Shaul Elovitch, azionista di controllo di Bezeq, la più grande compagnia di telecomunicazioni israeliana, in cambio di una copertura positiva su Walla News, sito web di proprietà di Elovitch nel 2012. Secondo i pubblici ministeri, l’accordo sarebbe stato siglato durante una cena di 12 anni fa in cui Netanyahu e sua moglie Sara lo hanno ospitato. “Non c’è stato alcun accordo, niente di niente”, si è difeso Netanyahu, “con Elovitch e sua moglie Iris si è instaurato un legame, ma non la relazione stretta che è stata descritta.

All’epoca Walla si mostrò straordinariamente ostile. C’è un motivo per cui è stato chiamato ‘Walla Akbar'”, gioco di parole sulla frase in arabo Allahu akbar (Dio è il più grande). Poi ha voluto chiarire sulla moglie Sara (la quale, si racconta nei salotti di Tel Aviv, avrebbe un documento segreto che metterebbe nei guai Bibi se la tradisse): “Lei non interferisce nella politica né nei colloqui”. Lasciato il tribunale, Netanyahu ha ripreso le funzioni di capo del governo rilasciando dichiarazioni di fuoco e avvertimenti al nuovo regime siriano.

Nessuna parola invece sulle trattative in corso per liberare gli ostaggi, che i Paesi mediatori così come funzionari israeliani di alto livello danno a un buon punto, tanto da indicare una data per il rilascio: tra un mese (prima dell’insediamento di Donald Trump alla Casa Bianca, insomma). Anche un’importante fonte egiziana ha riferito a Ynet che l’annuncio di un’intesa che porterà ad un cessate il fuoco a Gaza e al rilascio degli ostaggi è “molto vicina”.

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