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Cronache

Daniele Belardinelli, ultras morto: il Tribunale del Riesame conferma il carcere anche per Marco Piovella, altro violento delle frange estreme interiste

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L’inchiesta della procura di Milano è solida. L’individuazione e l’arresto di alcuni dei capi del tifo estremo interista regge ai giudizi del Riesame. Anche Marco Piovella, detto ‘il Rosso’, arrestato il 31 dicembre nell’inchiesta sugli scontri di Santo Stefano prima di Inter-Napoli, deve restare in carcere. Così ha deciso il Tribunale del Riesame di Milano, respingendo l’istanza di scarcerazione della difesa e confermando l’ordinanza cautelare del Gip Guido Salvini. Oltre al capo dei Boys della curva interista, devono restare in carcere anche Francesco Baj e Simone Tira, altri due ultras arrestati subito dopo i fatti. Scarcerato, invece, perché ha collaborato e collaborerà ancora alla ricerca di tutti i responsabili di quello che il gip Salvini ha definito il “combattimento di Santo Stefano” ovvero “l’agguato pianificato e organizzato il giono di Natale” a casa di Daniele Belardinelli (il tifoso rimasto ucciso negli scontri) contro i tifosi del Napoli che sarebbero andarti a San Siro per il match Inter Napoli.

Marco Piovella. Capo della Curva Nord, chiamato in causa da Luca Da Ros, resterà in cella

Nell’inchiesta resta molto delicata anche la posizione di un altro capo ultras interista, Nino Ciccarelli che ha ammesso la sua partecipazione agli scontri di Santo Stefano prima di Inter-Napoli. Il capo dei Viking della Curva interista, finito in carcere quattro giorni fa per rissa aggravata e altri reati nell’inchiesta della Procura di Milano, rispondendo solo ad alcune domande e con dichiarazioni spontanee davanti al Gip Guido Salvini nel carcere di San Vittore ha confermato anche di essere rimasto ferito negli scontri ma non ha voluto parlare di presunti ruoli organizzativi nel blitz.

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Inchiesta Zannini, consigliere regionale non risponde ai pm

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Si è avvalso della facoltà di non rispondere il consigliere regionale Giovanni Zannini, presidente della Commissione Ambiente della Regione, indagato per corruzione e concussione, che oggi si è recato negli uffici della Procura di Santa Maria Capua Vetere (Caserta) accompagnato dal suo avvocato difensore Angelo Raucci. Il legale ha depositato una memoria e, secondo quanto si è appreso, ha annunciato che il suo assistito intende rispondere dopo l’udienza del tribunale del Riesame di Santa Maria Capua Vetere chiamato a esprimersi sul sequestro del cellulare e dei supporti informatici notificatogli la scorsa settimana. Dell’inchiesta dei sostituti Gerardina Cozzolino e Giacomo Urbano (procuratore Pierpaolo Bruni) si è saputo la scorsa settimana in seguito alle perquisizioni effettuate dai carabinieri del Comando provinciale di Caserta (Reparto Territoriale di Aversa) a casa di Zannini a Mondragone e nei suoi uffici a Napoli.

All’esponente politico, che in Consiglio regionale fa parte del gruppo “De Luca Presidente”, vengono contestati due episodi di corruzione in relazione ai favori ricevuti da alcuni imprenditori – in particolare un viaggio in barca e due motorini – per il suo interessamento presso la Regione e un Comune del Casertano circa questioni che riguardavano gli operatori economici; c’è poi la concussione concernente le pressioni fatte da Zannini verso l’ex direttore sanitario dell’Asl di Caserta Enzo Iodice, che nel settembre 2023 decide di dimettersi per non sottostare alle richieste di Zannini di nominare persone a lui vicine in diversi ruoli dell’Asl, dai dipartimenti ai distretti sanitari. Per tale episodio, con Zannini è indagato anche il dirigente responsabile del settore Sanità della Regione Campania Antonio Postiglione. Gli altri indagati sono gli imprenditori Alfredo Campoli, Paolo e Luigi Griffo, Ciro Ferlotti e Giuseppe Ruggiero.

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Temporali e nubifragi, è allerta al Centro Nord

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Temporali e piogge intense al centro-nord, con effetti pesanti per molti territori soprattutto per l’esondazione di fiumi e canali. In Liguria una allerta arancione per piogge intense si è subito tramutata in rossa nel Levante Ligure. Nella notte, poi, è esondato un rio a Genova, il Fegino, a cui sono seguiti allagamenti sparsi in tutta la città. Ma le precipitazioni intense hanno interessato anche altre regioni, tra cui la Lombardia – dove è esondato il Lambro – e la Toscana, soprattutto in Garfagnana ma non solo. Problemi anche in altre zone dell’Italia dal Friuli Venezia Giulia alla Tuscia. In Liguria sono aumentati i livelli dei torrenti, soprattutto nello Spezzino, monitorati costantemente dalla Protezione civile regionale. Chiuse a Genova le scuole di ogni ordine e grado.

A preoccupare sono le possibili conseguenze su un territorio già in difficoltà per la pioggia di queste ore, che hanno raggiunto oltre 300 millimetri in Valle Stura con una intensità vicina ai 100 millimetri all’ora che ha provocato smottamenti e allagamenti. “Avremo un’attenuazione dei fenomeni e una tregua, ma purtroppo sta già facendo capolino una nuova perturbazione”, ha spiegato Francesca Giannoni, direttrice del centro meteo Arpal. Lo schiaffo del maltempo ha colpito di nuovo anche la Lombardia: a Milano è esondato il fiume Lambro e per il Seveso si è corso ai ripari con l’attivazione, intorno alle 14.20, di una vasca che ha raccolto buona parte delle acque. Dalle prime ore del mattino, ha spiegato l’assessore alla sicurezza del capoluogo lombardo, Marco Granelli, sono caduti tra i 55 e i 60 millimetri di pioggia. I temporali hanno interessato anche la provincia di Varese, con una intensità tale da indurre gli organizzatori della gara ciclistica Tre Valli Varesine a optare per l’annullamento.

Piogge e temporali anche in Emilia Romagna, con una allerta arancione che sarà estesa anche a domani, quando sono attesi innalzamenti dei livelli idrometrici dei fiumi a valle nel settore centrale. Nell’Appennino centro-occidentale sono possibili frane, soprattutto nelle aree idrogeologiche più fragili. Forti precipitazioni anche nel centro-nord della Toscana, soprattutto a Minucciano (Lucca), in Garfagnana – dove sono caduti oltre 160 millimetri di pioggia – e a Comano (Massa Carrara). “Nelle prossime ore – ha avvertito il governatore Eugenio Giani – le precipitazioni a prevalente carattere di rovescio o temporale tenderanno a interessare il territorio con linee temporalesche, tra la costa livornese e l’entroterra fiorentino, l’Aretino, il Grossetano e il Senese”.

Danni anche in Umbria: nei pressi di Orvieto, in provincia di Terni, le strade sono diventate impercorribili per le grandi quantità di acqua, con problemi alle campagne, comprese le reti fognarie e i canali di scolo dei centri abitati. Problemi anche in Alto Adige: la Provincia di Bolzano ha deciso di installare barriere sul lungofiume come misura precauzionale, ma soltanto per motivi precauzionali, hanno assicurato i vigili del fuoco. Nei prossimi giorni si dovrà prestare attenzione anche al livello delle acque di falda a causa della piena dell’Isarco che durerà diversi giorni.

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Inchiesta sugli ultrà, Inzaghi e Zanetti tra primi testi in Procura a Milano

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Tra una settimana o poco più parte delle carte dell’inchiesta sulle curve di San Siro, che ha azzerato vertici e sodali ultrà della Nord interista e della Sud milanista, arriveranno alla Procura federale della Figc, che dovrà verificare, sul fronte della giustizia sportiva, eventuali condotte “rilevanti” da parte di Inter e Milan o dei loro tesserati. La Procura di Milano, guidata da Marcello Viola, infatti, la prossima settimana, dopo aver valutato e selezionato gli atti utili da inviare, li inoltrerà al procuratore federale, Giuseppe Chinè, che già otto giorni fa, quando c’è stato il maxi blitz con 19 arresti, aveva richiesto agli inquirenti la documentazione non coperta da segreto investigativo.

Intanto, nell’inchiesta coordinata dai pm della Dda Paolo Storari e Sara Ombra, condotta da Polizia e Gdf, saranno tra non molto ascoltati l’allenatore nerazzurro Simone Inzaghi, il vicepresidente del club Javier Zanetti e il capitano del Milan Davide Calabria. Questi i nomi dei primi tre testimoni in relazione a quei contatti, tra telefonate e presunti incontri, e a sospette pressioni subite dagli ultras, in particolare interessati al “bagarinaggio” dei biglietti, per come era già emerso dagli atti, che hanno portato pure ad un procedimento di prevenzione nei confronti dei due club per spezzare quei legami.

Le audizioni saranno calendarizzate a breve, ma non è detto, al momento, che si tengano entro la prossima settimana. Successivamente dovrebbero essere sentiti, sempre come testimoni, il centrocampista interista Hakan Çalhanoglu e anche l’ex difensore nerazzurro, ora al Psg, Milan Skriniar. Dalle centinaia di pagine di atti depositati, nel frattempo, escono dettagli e riferimenti su due fatti di sangue, al momento ancora irrisolti, che potrebbero rientrare in dinamiche e contrasti interni alle curve e ai business illeciti con giri di affari milionari.

Così, ad esempio, vengono riportate intercettazioni tra Francesco Intagliata, uno degli ultrà interisti arrestati, e Nazzareno Calajò, presunto “ras della droga” alla Barona, noto quartiere popolare milanese. I due parlano, riassumono i pm, della “motivazione” del “tentato omicidio” del 2019 dell’ultrà e “narcotrafficante” milanista Enzo Anghinelli e in particolare di “contrasti nati con Luca Lucci”, leader della curva rossonera “per il posizionamento dei Black Davil”, uno dei gruppi ultras, nello stadio.

Poi, il 27 febbraio del 2023 in intercettazioni della famiglia Calajò, che “esaltavano il valore e il prestigio di Lucci” nella gestione della Sud, si parlava anche dell’omicidio dell’ottobre 2022 di Vittorio Boiocchi, leader della curva nerazzurra, freddato da due killer scappati in moto. “E’ andata a rompere i cog….. dove ci sono le cose e lo hanno ammazzato a Vittorio – dicevano – ha preso la curva come niente… era sua da mo’, e quando è uscito (dal carcere, ndr) per rispetto gliel’hanno ridata! Poi siccome sei andato a nuocere, diciamo così…”.

Fatto sta che subito dopo l’omicidio Boiocchi, come risulta dagli atti, si era creato, prendendo quasi a “modello” la “gestione Lucci”, il “nuovo” direttivo della curva interista con Andrea Beretta, Marco Ferdico e Antonio Bellocco, erede dell’omonima cosca ‘ndranghetista e poi ucciso il 4 settembre dallo stesso Beretta. A casa Calajò, non coinvolto nell’inchiesta sulle curve ma condannato di recente ad oltre 17 anni per narcotraffico, ci furono incontri anche con “pregiudicati della criminalità organizzata di origini palermitane”, ossia “Cosa Nostra”. E in più vennero a galla “evidenti contatti e incontri tra i due direttivi” delle due curve per una “comunanza di interessi”. Per la finale della Supercoppa italiana del 18 gennaio 2023 a Riad, tra l’altro, Ferdico e Beretta “erano in contatto continuo per l’organizzazione della trasferta” proprio con Lucci per la questione biglietti.

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