Nessuno sembra avere dubbi, il grande favorito del Tour de France che per la prima volta partirà dall’Italia, sabato a Firenze per poi toccare l’Emilia Romagna e il Piemonte, è Tadej Pogacar, il campione sloveno che ha appena conquistato il Giro d’Italia e punta a fare la storia centrando la doppietta come solo in passato è riuscito a sette corridori: Coppi, Anquetil, Merckx, Hinault, Roche, Indurain e Pantani, l’ultimo a riuscirci, nel 1998. Per gli addetti ai lavori e soprattutto per i suoi avversari Pogi, questo il suo soprannome, appare al momento imbattibile come ha rimarcato oggi il 24enne belga Remco Evenepoel, alla prima partecipazione al Tour ma già due vittorie nella Liegi-Bastogne-Liegi e un titolo mondiale nella prova a cronometro nel 2023 a Glasgow: ”Ad ora Pogacar è insuperabile, sarà molto dura, ma ovviamente daremo tutti battaglia”. E ovviamente il buon Tadej è pronto a raccogliere la sfida anche se, ha raccontato in conferenza oggi in Palazzo Vecchio, viene da un periodo complicato, la scomparsa del nonno e il Covid preso 10 giorni fa: ”Ma è stata come una lieve influenza, ora sto bene”.
Così eccolo a caccia dell’impresa, la doppietta Giro-Tour: ”E’ una grande sfida ma a me piacciono molto le sfide, nel ciclismo non c’è nulla di facile, comunque sono pronto, già dopo le prime tappe che sono dure vedremo chi avrà le gambe allenate”. Il duello più atteso sarà con Jonas Vingegaard, vincitore a Parigi nelle ultime due edizioni però reduce da una terribile caduta lo scorso 4 aprile al Giro dei Paesi Baschi, di qui l’incognita sul suo stato di forma. ”Sono molto fiero di gareggiare con lui, proveremo a dare anche un grande spettacolo, è un atleta straordinario – ha detto Pogacar – Come cercherò di batterlo? Arrivando primo ed evitando di commettere errori. Penso che dopo la quarta tappa, con montagne molto alte, si potranno creare grossi distacchi”.
Vingegaard preferisce per il momento non sbilanciarsi: ”Dopo la caduta è già bello essere qui, questa è già una vittoria. Vengo dal periodo peggiore della mia carriera, ho dovuto lottare per rimettermi in forma. Tadej ha detto di aver avuto il Covid? Non lo sapevo e comunque va chiesto a lui se lo condizionerà in qualche modo. Se mi ha scritto dopo l’incidente? No – ha tagliato corto – Da parte mia spero di ritrovare potenza nel corso della gara, se non fossi caduto avrei potuto gareggiare per vincere, adesso non lo posso dire, ho lavorato molto, l’incidente è stato terrificante, sono stato a letto per due settimane, tutto quel che verrà da ora in poi sarà un regalo”. Scontato che centrare il tris alla Grande Boucle è il grande sogno.Questa edizione del Tour, la 111esima della sua storia che si concluderà il 21 luglio a Nizza dopo 3492 chilometri tra vette e pure, sterrato e intanto sta travolgendo Firenze come un’immensa onda gialla, vedrà ai nastri di partenza tanti altri possibili protagonisti fra i 176 corridori e le 22 squadre partecipanti.
A iniziare da Matieu Van Der Poel e Jasper Philipsen, compagni di squadra dell’Alpecin Deceuninck : il primo è campione del mondo su strada e proprio a Firenze conquistò nel 2013 il titolo iridato da junior, il secondo ha vinto l’ultima Milano-Sanremo e la classifica a punti della Grand Boucle un anno fa, e formano una coppia fra le più forti in assoluto come dimostra quanto fatto pure all’ultima Roubaix:: ”Cosa mi aspetto da questo Tour? Essere il migliore sprinter e prendermi la maglia verde, so di poter contare su un’equipe che mi trascinerà fino all’arrivo” ha dichiarato lo sprinter.
Vola alto pure Van Der Poel: ”Voglio vincere almeno una tappa e arrivare in fondo alla competizione, mi servirà per presentarmi in forma per i giochi olimpici”. Si scalda anche uno dei veterani, il 34enne Primoz Roglic, ex compagno di squadra di Vingegaard, reduce dal successo nel Giro del Delfinato: ”E’ la mia ultima possibilità di provare a vincere il Tour? Staremo a vedere, di sicuro voglio divertirmi e giocarmi le mie carte”. Riflettori poi su Wout Van Aert, il fuoriclasse belga che come Vingegaard viene da un lungo periodo di convalescenza ma sta scaldando i motori anche in vista delle Olimpiadi: ”Prima arrivo a Nizza poi mi tufferò sui Giochi”. Insomma ci sono tutti i migliori. Non a caso Pogacar, a due giorni dalla prima tappa per attaccanti, 206 chilometri da Firenze a Rimini, ha detto: ”Questo Tour sarà uno spettacolo, i giornalisti avranno molto da raccontare, ci sono davvero tutti i grandi nomi, io non sono l’unico da tenere d’occhio”. Vero ma i favori del pronostico sono tutti per Pogi e la sua caccia ad una doppietta storica.