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Da Dubai a Cortina: le vacanze di Mertens, Ospina, Politano, Zielinski e compagni

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Neppure Dries Mertens ha resistito al fascino di Dubai e con la moglie Kat è sbarcato nella meta natalizia molto gettonata tra i giocatori del Napoli. I due sono arrivati  nella intrigante cittadina araba per trascorrere qualche giorno di riposo prima di riprendere gli allenamenti all’SSC Napoli Konami Training Center il 30 dicembre in vista dell’incontro con la Juventus in calendario il 6 gennaio. Una nuova luna di miele per la bella e giovane coppia di fronte al mare illuminato da tramonti magici e dalla sabbia del deserto.

Una fuga veloce ma meritata dopo che la stessa Kat aveva immortalato su instagram il suo Dries durante un allenamento sul tapis roulant anche il giorno di Natale nell’intento di farsi trovare pronto e in forma dal mister, Luciano Spalletti, per la partita impegnativa all’Allianz Stadium (video accompagnato dalla frase “No Day Off” cioè “nessun giorno libero). Singolare poi il filmato – sempre postato da Kat qualche settimana fa – che ritrae casa Mertens con un albero di Natale addobbato di tutto punto e una decorazione molto speciale rappresentativo della famiglia ‘al completo’ Dries, Kat con in grembo il piccolo Ciro (il nascituro che vedrà la luce a marzo, che potrebbe chiamarsi come il soprannome dato dal popolo napoletano allo stesso Dries…) e la cagnetta Juliette, una trovatella alla quale il campione belga e sua moglie sono molto legati.

Amir Rrahmani

Prima di Dries fotografati a Dubai sono arrivati per le vacanze altri tre giocatori partenopei: Amir Rrhamani, David Ospina e Matteo Politano, con gli ultimi due che hanno organizzato con le relative famiglie anche una gita assieme sulle dune del deserto.

David Ospina con la famiglia

Matteo Politano con la sua Ginevra

Giocatori del Napoli in vacanza nei luoghi più disparati per questo periodo di ferie. Il rompete le righe era scattato regolarmente dopo la partita (dal risultato infelice per il Napoli) con lo Spezia e da lì, fatta eccezione per Lorenzo Insigne e Fabian Ruiz colpiti dal Covid 19 (il capitano si allena con la cyclette e il centrocampista è risultato positivo nelle ultime ore in Spagna) alcuni compagni si sono concessi qualche giorno di riposo con le famiglie.

Andrea Petagna con la fidanzata Caroline

Alex Meret in compagnia della sua fidanzata Debora è tornato in Friuli, sua terra d’origine, per far visita ai propri cari. Andrea Petagna ha scelto di trascorrere qualche giornata in montagna a Cortina d’Ampezzo in una spa accompagnato dalla fidanzata, la modella Caroline Donzella. Mario Rui è in Toscana. Stanislav Lobotka e Piotr Zielinski (genitori da pochi mesi) sono rientrati per l’occasione con mogli e prole rispettivamente in Slovacchia e in Polonia. Kalidou Koulibaly con Charline e i due figli invece si è recato in Francia a Saint Dié des Vosges dove ha trascorso il Natale ed effettuato la terza dose del vaccino.

Piotr Zielinski con la famiglia

Presenza al Madison Square Garden di New York invece per Fouzi Ghoulam, che ha seguito la gara di basket tra i New York Knicks e gli Atlanta Hawks.
E’ ufficiale, la Coppa d’Africa si farà dal 9 gennaio al 6 febbraio 2022. Alcuni atleti azzurri, tra i più importanti per la squadra, vi prenderanno parte. Un accurato lavoro diplomatico tra le parti (il Napoli e le singole federazioni) potrebbe favorire la presenza dei calciatori azzurri almeno per la partita con la Juventus, (che come dicevamo si disputerà il 6 gennaio) che sappiamo non essere mai stata una partita come le altre. La Ssc Napoli aspetta le scelte delle rispettive nazionali per Koulibaly (Senegal), Ounas (Algeria) e Osimhen (Nigeria) che dovrebbe farcela anche se la visita per l’ok definitivo dopo l’infortunio e l’operazione al volto arriverà venerdì. Lo stesso Koulibaly è reduce da un infortunio muscolare e se ne valuterà lo stato di salute anche se è previsto il suo recupero. Anguissa (Camerun) ha già ricevuto la convocazione di partecipazione al torneo.

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Sinner parte forte alle Atp Finals di Torino: battuto Auger-Aliassime in due set

Esordio perfetto per Jannik Sinner alle Atp Finals di Torino. Il numero due al mondo batte Felix Auger-Aliassime in due set e apre nel migliore dei modi il torneo più prestigioso della stagione

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Parte con il piede giusto Jannik Sinner alle Atp Finals di Torino. Nel match d’esordio all’Inalpi Arena, il numero due del ranking mondiale ha superato Felix Auger-Aliassime (numero 8) con un netto 7-5 6-1, in un’ora e 40 minuti di gioco. Una prestazione solida e autoritaria, soprattutto nel secondo set, dopo un primo parziale combattuto in cui Sinner ha mostrato grande lucidità nei momenti decisivi.

Le parole di Sinner dopo il match

“Sono molto contento di rigiocare qua, è un torneo e un posto speciale. È un anno diverso, mi sono sentito abbastanza bene. Il primo set è stato molto tosto, poi lui ha avuto un piccolo problema fisico, però il livello era molto alto”, ha dichiarato Sinner subito dopo la vittoria.

Il tennista altoatesino ha poi espresso soddisfazione per l’atmosfera: “È molto speciale, c’è tanta Italia qui in Italia. Mi porto a casa il feeling di giocare qui, ogni anno il campo è un po’ diverso ma ci siamo adattati bene”.

Un gruppo difficile e avversari temibili

Sinner è consapevole delle insidie del suo girone: “Ho un gruppo molto difficile e tosto, con gente che serve molto forte. Devi restare concentrato per tutta la partita, perché appena concedi un attimo rischi di andare un break sotto e poi diventa complicato recuperare. Oggi ero molto concentrato, sono molto contento. Ora vediamo come andrà il prossimo match”.

L’Italia del tennis può sorridere: alle Finals, oltre a Sinner, sono presenti anche Lorenzo Musetti e la coppia di doppio Bolelli/Vavassori, segno di una generazione azzurra sempre più protagonista nel tennis mondiale.

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Delusione ad “Affari tuoi”: Charlotte si ferma a 15mila euro dopo un finale al cardiopalma

Finale amaro per Charlotte, concorrente lombarda di “Affari tuoi”: dopo un cambio e un gioco emozionante, perde l’occasione del premio da 75mila euro e chiude la puntata con 15mila euro.

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Nella sessantaquattresima puntata di “Affari tuoi”, condotta da Stefano De Martino, protagonista è stata Charlotte, rappresentante della Lombardia, accompagnata in studio dal compagno e collega Antonio. La coppia ha giocato con il pacco numero 10, che ha conservato fino alle battute finali di una serata ricca di tensione e colpi di scena.

Il cambio con il Molise e la sorpresa di Gennarino

Con ancora quattro pacchi da scartare, il “dottore” propone a Charlotte un cambio, offerta che la concorrente accetta. Decide così di scambiare il pacco 10 con il pacco numero 2 del Molise. Poco dopo apre il suo vecchio pacco, scoprendo Gennarino, il pupazzo che fa guadagnare mille euro di bonus. La festa in studio è immediata, ma la partita è ancora tutta da giocare.

Il rifiuto dell’offerta e l’ultimo tiro decisivo

Il dottore rilancia con un’offerta di 15mila euro, ma Charlotte decide di continuare. Al tiro successivo apre il pacco numero 11, trovando quello da un euro, lasciando in gioco solo due importi: 15mila e 75mila euro.

A quel punto, il dottore prova un’ultima mossa: tramite Stefano De Martino offre 45 euro per giocare alle carte invece dei 45mila chiesti da Charlotte. La concorrente perde il gioco delle carte, ma sceglie comunque di non cambiare pacco e di arrivare al finale.

Il sogno sfuma: nel pacco 2 solo 15mila euro

La decisione si rivela però sfortunata: nel pacco scelto, il numero 2, c’erano solo 15mila euro. Il premio da 75mila era rimasto nel pacco scambiato. Un finale dal sapore amaro per Charlotte, che tuttavia ha mostrato grande determinazione e sangue freddo fino all’ultimo.

Una puntata intensa e piena di emozioni, chiusa tra applausi e sorrisi dal conduttore Stefano De Martino, che ha sottolineato come “Affari tuoi” resti un gioco dove il coraggio può valere tanto quanto la fortuna.

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Kushner torna in Medio Oriente mentre resta fragile la fase uno del piano di pace

A un mese dal cessate il fuoco, Jared Kushner torna in Israele per spingere la fase due del piano di pace Usa. Restano aperti nodi su ostaggi, miliziani nei tunnel di Rafah e composizione della forza di stabilizzazione internazionale.

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A un mese dall’entrata in vigore del cessate il fuoco a Gaza, l’inviato statunitense Jared Kushner è tornato in Israele per confrontarsi con il governo sullo stato di attuazione del piano di pace Usa e per premere sul passaggio alla cosiddetta fase due dell’accordo. Washington spinge per accelerare la transizione politica e di sicurezza, ma sul terreno permangono nodi sensibili che rallentano il processo.

I nodi ancora aperti: ostaggi e miliziani nei tunnel di Rafah

La prima fase resta tuttora bloccata su due questioni concrete e irrisolte: la restituzione delle salme degli ostaggi uccisi e la sorte dei circa 200 miliziani intrappolati nei tunnel di Rafah dal lato israeliano della Linea Gialla. La proposta americana sul tavolo prevede che i combattenti si arrendano, depongano le armi e ottengano amnistia o esilio all’estero, mentre i tunnel verrebbero distrutti. Soluzioni analoghe erano state avanzate anche dal Cairo, che ha offerto canali sicuri verso l’Egitto.

Posizioni di Israele e di Hamas: dialogo sotto pressione

Dal canto suo il premier Benyamin Netanyahu ha ammonito che la guerra “non è finita” e ha ribadito l’intenzione di disarmare Hamas, “nel modo più facile o nel modo più difficile”. L’esecutivo israeliano sostiene di coordinare ogni passo con l’amministrazione statunitense, ma la questione resta delicata: Hamas dichiara che i suoi uomini “non si arrenderanno”, pur affermando di essere disponibile ad “affrontare positivamente la questione”, e accusa Israele di aver fatto marcia indietro rispetto ad accordi preliminari.

Il ruolo dei paesi terzi e la composizione della forza di stabilizzazione

La definizione della forza internazionale di stabilizzazione destinata a operare nella Striscia è un altro capitolo cruciale. La Turchia avrebbe offerto un corridoio sicuro per “200 civili” intrappolati nei tunnel, secondo una fonte turca, ma il governo israeliano ha ribattuto definendoli “terroristi” e negando la presenza di forze turche nella missione. Ankara dichiara di aver reclutato 2.000 uomini per la missione; gli Stati Uniti, tuttavia, garantiscono a Israele un diritto di vetosui Paesi partecipanti. Gli Emirati Arabi Uniti hanno invece fatto sapere che probabilmente non parteciperanno con truppe, pur confermando sostegno politico e aiuti umanitari.

Verso una risoluzione internazionale: la strategia della Casa Bianca

Per superare le incertezze sui contributi da Paesi musulmani disponibili — come Indonesia e altri — la Casa Bianca sta lavorando a una risoluzione del Consiglio di sicurezza dell’Onu che definisca il mandato e i confini operativi della missione, fornendo alla forza un quadro giuridico internazionale. L’obiettivo è rafforzare la legittimazione della fase due e garantire un coordinamento multilaterale.

Reazioni interne: la Knesset e la proposta sulla pena di morte

Sul piano domestico, la Knesset discute l’introduzione della pena di morte per i terroristi che uccidono israeliani, proposta promossa dal partito di ultradestra del ministro Itamar Ben-Gvir. Il dibattito segna un clima interno teso e dovrà confrontarsi con implicazioni legali e politiche rilevanti, oltre alle preoccupazioni internazionali sulla tutela dei diritti umani e sulle garanzie processuali.

Stato del negoziato: pressione diplomatica e incertezze pratiche

Sul terreno diplomatico prevale la convinzione — anche tra funzionari israeliani — che, sotto la forte pressione degli Stati Uniti, la vicenda troverà una soluzione negoziata. Restano tuttavia incertezze pratiche: la resa o l’esilio di combattenti, la distruzione dei tunnel, il controllo delle aree libere e la composizione di una forza internazionale accettabile sia per Gaza sia per Tel Aviv. Fino a quando questi punti non saranno chiariti e applicati, la transizione verso la fase due rimane fragile.

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