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Curva Covid cala in Italia ma nuova allerta in Asia

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Curve Covid stabili. Verso l'estate senza mascherine

Continuano a calare le curve dell’epidemia di Covid in Italia, con una diminuzione del tasso di incidenza e dei ricoveri, mentre sale il numero delle reinfezioni e si registra un lieve aumento anche dei decessi su base settimanale spiegabile, tuttavia, per il maggior numero di casi nel mese precedente. La situazione segna invece un peggioramento in Asia e preoccupazioni arrivano pure dagli Usa per la mancanza di fondi per la lotta al virus. In Italia, nel corso dell’ultima settimana, secondo il report esteso dell’Istituto superiore di sanita’, i casi di Covid e le ospedalizzazioni risultano in diminuzione, sono stabili i ricoveri in terapia intensiva e in leggero aumento i decessi. L’aumento dei decessi e’ pero’ collegabile ai casi registrati circa un mese fa, quando la curva saliva. Continua inoltre a diminuire l’incidenza settimanale dei contagi a livello nazionale. Ma il dato piu’ evidente e’ la crescita delle reinfezioni: sono segnalati 438.726 casi di reinfezione da Covid, pari al 3,6% del totale dei casi notificati, e nell’ultima settimana la percentuale di reinfezioni risulta pari al 5,8%, in aumento rispetto al 5% della settimana precedente. Un capitolo, quello delle reinfezioni, che necessita ancora di ulteriori osservazioni perche’ si possa definire la portata di eventuali conseguenze cliniche. Tuttavia, “sulla base dei casi finora osservati, e’ emerso che le reinfezioni possono portare ad un’accentuazione della sintomatologia del long Covid, anche se in un quadro che resta comunque di minore gravita’ rispetto alle situazioni di long Covid determinate da infezioni primarie”, spiega all’ANSA Massimo Andreoni, direttore Malattie infettive del Policlinico di Roma Tor Vergata. “C’e’ bisogno naturalmente di un periodo di osservazione piu’ lungo, ma alcuni dei pazienti reinfettati riferiscono – afferma – di avere un aggravamento della sintomatologia sottostante di long Covid, come se la reinfezione riaccendesse i meccanismi del long Covid, ma comunque in un quadro di gravita’ non allarmante”. Il report conferma, inoltre, l’efficacia dei vaccini: il tasso di mortalita’ per i non vaccinati e’ infatti circa 4 volte piu’ alto rispetto ai vaccinati con ciclo completo da meno di 120 giorni e circa 7 volte piu’ alto rispetto ai vaccinati con booster. Anche i dati giornalieri del bollettino del ministero della Salute indicano un trend sempre in discesa: sono 36.042 i nuovi contagi nelle ultime 24 ore (ieri 38.507) e le vittime sono 91, con un calo di 24 rispetto a ieri. Il tasso di positivita’ e’ al 13,7%, in calo, e sono 340 i ricoverati in terapia intensiva, uno in meno rispetto a ieri, mentre i ricoverati nei reparti ordinari sono 7.650 (-257). Di fronte a tale quadro, il ministro della Salute Roberto Speranza ribadisce tuttavia l’invito alla prudenza: “Siamo ancora dentro una battaglia e io non la considero conclusa. Abbiamo pero’ strumenti nuovi e una nuova capacita’ di rispondere”, ha affermato. A dargli ragione le notizie delle ultime ore dall’Asia, dove il virus continua a correre. La Corea del Nord ha riportato altri 21 decessi e ulteriori 174.400 persone “in stato febbrile”, segnalando uno scenario in peggioramento. Un totale di 524.440 persone ha mostrato sintomi di febbre tra fine aprile e il 13 maggio, e giovedi’ lo Stato ha ufficializzato il primo focolaio in oltre 2 anni di pandemia. La Cina ha invece rinunciato ad ospitare nel 2023 la Coppa d’Asia di calcio a causa del perdurare della pandemia, mentre il coordinatore della risposta contro il coronavirus della Casa Bianca, Ashish Jha, ha lanciato l’allarme sulla mancanza di fondi nella lotta al Covid affermando che negli Usa, senza vaccini per l’autunno e l’inverno, il rischio e’ un balzo di casi di Covid fino a 100 milioni. Intanto, sempre sul fronte vaccinazioni, in Italia si susseguono gli appelli a fare la terza e quarta dose per chi, pur avendone le indicazioni, non lo avesse ancora fatto. Molti mancano infatti ancora all’appello e anche questa mancata riposta ha portato a casi come quello dell’Emilia Romagna: ha ancora una scorta di un milione e mezzo di dosi di vaccino ma 133mila di queste scadranno tra giugno ed agosto e l’assessore regionale alla Salute, Raffaele Donini, chiede al Governo come impiegarle.

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Influenza e Covid, attesa crescita con ritorno a scuola

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La riapertura delle scuole dopo le festività natalizie potrebbe dare un’ulteriore spinta alle infezioni respiratorie: influenza, soprattutto, ma anche Covid-19 e virus respiratorio sinciziale. È il timore espresso da più parti e confermato anche dalla Società Italiana di Pediatria. “Con il rientro dei bambini a scuola ci aspettiamo un aumento dei casi di influenza anche se – c’è da dire – durante il periodo delle vacanze non si è osservato un calo dei contagi, probabilmente per le occasioni di vita sociale durante le festività.

Inoltre, siamo nel momento del clou del virus respiratorio sinciziale”, dice Rino Agostiniani, consigliere nazionale della Società Italiana di Pediatria, che sottolinea che “è importante che i bambini che hanno sintomi influenzali rimangano a casa”. “Ho scritto al ministro della Salute con l’obiettivo di accedere un faro su una malattia che provoca, soprattutto tra i neonati, gravi patologie, anche mortali: la bronchiolite.

La Commissione europea ha autorizzato il vaccino Nirsevimab che ha già passato severissime e rigidissime misure di controllo da parte di Ema. Questo farmaco potrebbe essere uno strumento fondamentale per la lotta alla bronchiolite ed è arrivato il momento che venga adottato anche nel nostro Paese, quanto prima”, ha intanto fatto sapere Orfeo Mazzella, capogruppo del Movimento 5 Stelle in Commissione Affari Sociali al Senato, citando il caso di una neonata di tre mese morta a fine anno probabilmente proprio a causa di questo virus.

Intanto nelle ultime due settimane, in Italia, l’influenza e le sindromi simil-influenzali hanno fatto registrare numeri da record: due milioni di persone messe a letto solo nelle ultime due settimane dell’anno, con tassi elevati soprattutto nei bambini più piccoli “che sono quelli nel corso degli ultimi anni non hanno sviluppato un patrimonio immunitario per difendersi dall’infezione”, spiega Agostiniani. Covid-19, al contrario, nell’ultima rilevazione del ministero della Salute e dell’Istituto Superiore di Sanità ha mostrato un lieve rallentamento.

Tuttavia, nel mondo sembra che i contagi abbiano ripreso a salire: secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità, nelle ultime 4 settimane ci sono stati 850mila casi di Covid nel mondo, con un aumento del 52% rispetto al mese precedente. I numeri reali, tuttavia, potrebbero essere molto più alti.

“Sappiamo che in tutto il mondo le segnalazioni sono diminuite, i centri di sorveglianza sono diminuiti, i centri di vaccinazione sono stati smantellati o chiusi. Questo fornisce un quadro incompleto della situazione e purtroppo dobbiamo aspettarci più casi di quelli che abbiamo dichiarato ufficialmente”, ha detto Christian Lindmeier dell’Oms.

Che la situazione stia peggiorando si intuisce anche dai ricoveri: tra il 13 novembre e il 10 dicembre, nei Paesi che segnalano sistematicamente i dati all’Oms e che sono ormai meno di 60, sono stati registrati più di 118 mila nuovi ricoveri per Covid e più di 1.600 nuovi ricoveri in terapia intensiva, con un aumento rispettivamente del 23% e del 51%.

La ripresa dei contagi potrebbe essere legata alla nuova JN.1 del virus Sars-CoV-2. I dati che arrivano dagli Stati Uniti sembrano confermarlo. Secondo le ultime stime dei Centers for Disease Control and Prevention (Cdc) nell’ultima settimana JN.1 è arrivata al 61,6% di prevalenza. JN.1, che ormai è dominante anche in Italia, discende dalla variante BA.2.86 (Pirola) ed è stata isolata proprio negli Stati Uniti lo scorso settembre. Per i Cdc “al momento non vi è alcuna indicazione di un aumento della gravità da JN.1”. Tuttavia, è possibile che “questa variante possa determinare un aumento delle infezioni”.

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Covid, meno ricoveri in ospedale e meno contagi

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L’indice di trasmissibilità per il Covid-19 basato sui casi con ricovero ospedaliero al 26 dicembre si conferma sotto soglia epidemica e sostanzialmente stabile con 0,75; in leggera diminuzione anche i ricoveri sia nei reparti che i terapia intensiva. Anche l’incidenza di casi Covid-19 diagnosticati e segnalati nel periodo 28 dicembre 2023-3 gennaio 2024 è in lieve diminuzione pari a 66 casi per 100.000 abitanti rispetto ai 70 della settimana precedente. Il numero di nuovi contagi segnalati è 38.736 contro i 40.988 della settimana precedente e i 60.556 della settimana ancora prima. Questo quanto emerge dall’ultimo monitoraggio del ministero della Salute-Istituto Superiore di Sanità, in cui viene spiegato che, per l’Rt, i valori potrebbero essere sottostimati “a causa di un ritardo di notifica dei ricoveri durante i giorni festivi” e per l’incidenza “in parte per una ridotta frequenza di diagnosi effettuate durante i giorni festivi”.

Per le ospedalizzazioni, al 3 gennaio l’occupazione dei posti letto in area medica risulta pari al 10,1% (6.320 ricoverati) rispetto all’11,0% rilevato al 27 dicembre 2023. In riduzione anche l’occupazione dei posti letto in terapia intensiva, pari a 2,8% (246 ricoverati), rispetto alla settimana precedente (3,2% al 27 dicembre 2023). I tassi di ospedalizzazione e mortalità, viene rilevato nel monitoraggio, aumentano con l’età, presentando i valori più elevati nella fascia d’età 90+ anni; anche il tasso di ricovero in terapia intensiva aumenta con l’età. L’incidenza settimanale dei casi diagnosticati e segnalati risulta in diminuzione nella maggior parte delle Regioni e Province.

L’incidenza più elevata è stata riportata nella Regione Lazio (128 casi per 100.000 abitanti) e la più bassa in Sicilia (6 casi per 100.000 abitanti). Le reinfezioni sono al 43% circa, in lieve diminuzione rispetto alla settimana precedente. Per quanto riguarda le varianti, alla data della più recente indagine rapida condotta dall’11 al 17 dicembre 2023, JN.1 (discendente di BA.2.86) è predominante, con una prevalenza nazionale stimata pari a 38,1%. Si conferma, inoltre, se pur con valori di prevalenza in diminuzione, la co-circolazione di ceppi virali ricombinanti riconducibili a XBB, ed in particolare alla variante d’interesse EG.5 (prevalenza nazionale stimata pari a 30,6%).

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In Spagna torna mascherina contro boom virus respiratori e Covid

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Un appello al “buon senso” e la raccomandazione “ad avere sempre a portata di mano la mascherina” da indossare negli ambienti affollati o sui trasporti pubblici è stato lanciato oggi dalla ministra spagnola di Sanità, Monica Garcia, a causa del “notevole aumento” di virus respiratori registrati negli ultimi giorni, che hanno già portato in emergenza numerosi centri di salute e servizi di pronto soccorso ospedalieri. In una dichiarazione alla tv nazionale Rtve, Garcia ha fatto riferimento all’incidenza attuale di virus respiratori “di 1.000 casi per 100.000 abitanti”, secondo il rapporto settimanale dell’Istituto Carlos III di riferimento.

“Il tasso di ricoveri, nonostante il lieve aumento, si mantiene basso, sotto i 30 casi per 100.000 abitanti”, ha aggiunto, ma “è prevedibile che continuerà a intensificarsi nei prossimi giorni”. La ministra ha convocato per lunedì il Consiglio interterritoriale del Sistema sanitario nazionale di salute, per “unificare i criteri per “affrontare i picchi di virus respiratori”, dopo che regioni come la Catalogna e la Comunità Valenziana hanno ripristinato da oggi l’obbligo di mascherina in ospedali, centri sanitari e residenze di anziani.

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