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Cronache

Csm, stop al trasferimento per incompatibilità del procuratore di Nola: la difesa di Nino Di Matteo

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Stop al trasferimento d’ufficio per incompatibilità ambientale del procuratore di Nola (Napoli), Laura Triassi, contro cui tutti i 13 sostituti avevano sottoscritto un esposto, in cui denunciavano “innumerevoli e preoccupanti” episodi che avrebbero determinato uno stato di “forte disagio” per tutti loro. E avevano segnalato condotte di Triassi dirette “a compromettere” la stessa “dignita’” delle loro funzioni, “pregiudicandone gravemente” autonomia e indipendenza , con “ingiustificate interferenze” Il plenum del Csm ha rispedito al mittente la richiesta della Prima Commissione disponendo la sospensione dell’intera procedura visto che riguarda vicende anche al centro di un procedimento di disciplinare. A sollecitare la sospensione era stata la stessa Triassi, che anche oggi in plenum ha negato la veridicita’ delle condotte che le imputano sostituti e personale amministrativo . La sospensione della procedura e’ passata per pochi voti di scarto: 11 a favore, 9 contrari, e 3 astensioni. Tra i contrari la relatrice, presidente della Prima Commissione Elisabetta Chinaglia, secondo cui non c’era coincidenza dei fatti alla base della procedura con quelli oggetto di contestazione disciplinare. Per il trasferimento per incompatibilita’ di Triassi, secondo Chinaglia, non serviva infatti l’accertamento di condotte colpevoli, essendo sufficiente ” il fatto, acclarato e pacifico, della incomunicabilita’ interna alla Procura e della grave frattura all’interno dell’ufficio tra tutti i sostituti e gran parte del personale amministrativo e della polizia giudiziaria da un lato ed il Procuratore capo, dall’altro”. “Dalla proposta non si rileva nessuna censura sulla efficienza o sulla trasparenza professionale di Triassi “, la replica del togato Sebastiano Ardita. E il consigliere Nino Di Matteo aveva definito un “pericoloso precedente” l’ ipotesi di trasferimento di un Procuratore “anche sulla base di improprie sollecitazioni di carabinieri” e “senza una approfondita istruttoria” del Csm.

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Cronache

Migranti, nel Casertano da tutta Italia per la centrale del falso

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Arrivavano nella “centrale del falso” di Villa di Briano (Caserta) da tutta Italia, dalla “vicina” Castel Volturno ai comuni del Nord, i circa duecento immigrati, quasi tutti di origine africana, denunciati dai carabinieri di Caserta per essersi procurati documenti contraffatti per ottenere il rilascio o il rinnovo del permesso di soggiorno. L’indagine coordinata dalla Procura di Santa Maria Capua Vetere e realizzata dai Carabinieri della compagnia di Caserta, ha portato in carcere, su ordine del gip un 51enne di San Cipriano d’Aversa, ritenuto capo e promotore dell’associazione, e un 53enne di Napoli, sedicente ‘commercialista’ che si occupava di produrre la documentazione falsa per i permessi di soggiorno, mentre per altri cinque componenti dell’organizzazione criminale, è stato disposto l’obbligo di dimora nei comuni di residenza.

I carabinieri guidati da Pietro Tribuzio hanno accertato almeno duecento casi di immigrati che hanno beneficiato dei documenti falsi, e stimato un giro di affari di circa 250mila euro, ma sono in corso ulteriori verifiche perché il sospetto è che il business messo in piedi dai due fosse molto più ampio. La centrale del falso era in un appartamento di Villa di Briano, dove arrivavano gli immigrati da tutta Italia; c’è chi aveva bisogno dell’attestato di residenza, chi di una patente di guida, chi di un contratto di lavoro, e per ottenerlo era disposto a pagare tra i 1000 e i 2000 euro; ogni esigenza veniva soddisfatta dagli indagati, che erano in grado di falsificare tutto, compresi i sigilli pubblici da apporre sui documenti.

A far scattare l’indagine, la denuncia del titolare di una scuola guida del Casertano, che non faceva parte del giro illecito, e che era stato contattato dalla Motorizzazione per una pratica di rilascio di una patente ad un cittadino indiano, che recava il suo timbro; ma lui quel timbro non lo ha riconosciuto e ha denunciato tutto. I carabinieri della compagnia di Caserta hanno sequestrato 60 patenti di guida false sospendendo 140 pratiche di rilascio di permessi di soggiorno.

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Cronache

Gratteri: inutile chiedersi se c’è patriarcato, andiamo avanti

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“E’ inutile stare a dirci se c’è o non c’è il patriarcato, non perdiamo tempo, diciamoci invece cosa c’è da fare, cosa dobbiamo fare”. Lo ha detto il procuratore di Napoli Nicola Gratteri che oggi, a sorpresa, è intervenuto al VII congresso annuale dell’Accademia Italiana di Scienze Forensi che ha preso il via ieri nella sala Arengario del Nuovo Palazzo di Giustizia di Napoli. “Oggi siamo tutti nel pallone per la violenza sulle donne, – ha detto ancora il procuratore di Napoli – e lo siamo perchè siamo in ritardo, sul piano piano culturale, sul piano dell’istruzione, sul piano della pianificazione e prevenzione. E tutti abbiamo sensi di colpa, nessuno può dire di non averli. Ognuno di noi sicuramente poteva fare qualcosa in più”.

Secondo Gratteri il monitoraggio dei social è fondamentale per la prevenzione: “Andiamo subito a studiare i profili di questi giovani, di questi ragazzi chiusi, quelli che non parlano. Per me i più pericolosi sono quelli che stanno fermi come pietre, quelli che non hanno amici, quelli che escono dalla scuola e si chiudono in una stanzetta”. “Quelli – ha ribadito il procuratore di Napoli – sono i giovani a rischio, che invece devono essere studiati e decriptare. E l’insegnante deve buttare il cuore avanti, anche se vengo pagato male, se non sono considerato sul piano sociale: devo a parlare con questi giovani altrimenti succede quello che abbiamo visto in televisione in queste ultime settimane”.

“Noi consideriamo i social un passatempo per i ragazzi, prima si usava Facebook, che ora usano quelli dai 40 anni in su, poi è arrivato Instagram, oggi c’è Tik-Tok: per noi sono una miniera e lo sono da tutti i punti di vista: per i genitori se vogliono capire i giovani e per gli investigatori se vogliono capire dove stanno andando le mafie”. Lo ha detto il procuratore di Napoli Nicola Gratteri che oggi, a sorpresa, è intervenuto al VII congresso annuale dell’Accademia Italiana di Scienze Forensi che ha preso il via ieri nella sala Arengario del Nuovo Palazzo di Giustizia di Napoli.

Prendendo spunto dall’intervento della professoressa Gaia Pensieri, su quel tema, il magistrato antimafia ha ricordato che i primi nel mondo, a capire le potenzialità dei social “sono stati i cartelli messicani del Golfo e di Sinaloa, sono maestri della comunicazione, della strategia criminale, per avvicinare e avviluppare i giovani, gli ultimi idioti, li chiamo io, i portatori di acqua al pozzo dei capo mafia”. “E questo sta accadendo in Italia – ha sottolineato il procuratore – ma soprattutto in Campania e a Napoli, dove i figli dei camorristi si fanno vedere su macchine di lusso, con l’orologio d’oro, firmati e luccicanti come carretti siciliani, si fanno vedere per dire ‘io sono il modello vincente’. Per dire ‘vuoi diventare ricco come me? Allora vieni con me’. Intanto, dicono a questi giovani, ‘portami la cocaina a Milano, intanto spostami questa pistola nell’altro quartiere che mi serve per domani sera’”. Per Gratteri i social, quindi, “non solo solo utili sul piano investigativo, ma possono anche svolgere un ruolo sul piano preventivo”.

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Cronache

Accoltellato per sedare una rissa, 19enne finisce in ospedale

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Sarebbe stato ferito con una coltellata alla mano durante una lite tra coetanei il 19enne giudicato guaribile in otto giorni dai sanitari della clinica Villa Betania di Napoli, dove si è recato a farsi medicare dopo l’accaduto. Sono ora in corso indagini da parte dei carabinieri di San Sebastiano al Vesuvio (Napoli) che stanno cercando di delineare nel dettaglio i fatti: secondo quanto finora emerso il 19enne sarebbe intervenuto per sedare una lite tra coetanei scoppiata in un centro scommesse di Massa Di Somma (Napoli).

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