Questi i capisaldi della riforma dell’ordinamento giudiziario e del Csm approvata dalla Camera e che ora passa all’esame del Senato:
– ADDIO SORTEGGIO DISTRETTI PER COMPORRE COLLEGI CSM, TORNA TESTO CARTABIA: eliminato al fotofinish il sorteggio dei distretti di Corte d’Appello per la composizione dei collegi, frutto dell’accordo tra maggioranza e governo, si torna al testo originario della ministra Cartabia. I collegi sono formati in modo tale da essere composti, tendenzialmente, dal medesimo numero di elettori e sono determinati con decreto del ministro della Giustizia, sentito il Consiglio superiore della magistratura, emanato almeno quattro mesi prima del giorno fissato per le elezioni, tenendo conto dell’esigenza di garantire che tutti i magistrati del singolo distretto di Corte d’appello siano inclusi nel medesimo collegio e che vi sia continuita’ territoriale tra i distretti inclusi nei singoli collegi, salva la possibilita’, al fine di garantire la composizione numericamente equivalente del corpo elettorale dei diversi collegi, di sottrarre dai singoli distretti uno o piu’ uffici per aggregarli al collegio territorialmente piu’ vicino.
– STRETTA A ‘PORTE GIREVOLI‘: viene introdotto il divieto di esercitare in contemporanea funzioni giurisdizionali e ricoprire incarichi elettivi e governativi, come invece e’ attualmente consentito. Il divieto vale sia per le cariche elettive nazionali e locali che per gli incarichi di governo nazionali o locali. Dunque, c’e’ l’obbligo di collocarsi in aspettativa (senza assegni in caso di incarichi locali) per l’assunzione dell’incarico (oggi – almeno in alcuni casi – c’e’ cumulo di indennita’ con stipendio del magistrato). Allo scadere del mandato, i magistrati che hanno ricoperto cariche elettive o incarichi di governo (con un mandato pero’ di almeno un anno) non possono piu’ tornare a svolgere alcuna funzione giurisdizionale. I magistrati candidati in competizioni elettorali ma non eletti, per tre anni non possono tornare a lavorare nella regione che ricomprendere la circoscrizione elettorale in cui si sono candidati ne’ in quella in cui si trova il distretto dove lavoravano, in piu’ non posso assumere incarichi direttivi e svolgere le funzioni penali piu’ delicate (pm e gip/gup). Per i magistrati che hanno svolto ruoli apicali (ad esempio capi di gabinetto, capi dipartimento e segretari generali nei ministeri), dopo un mandato di almeno un anno, devono restare per un anno fuori ruolo – ma non in posizioni apicali – e poi rientrano, ma per tre anni non possono ricoprire incarichi direttivi.
Il Csm. Ricorso contro la nomina di Cantone a Perugia
FUORI RUOLO: si attua una riduzione del numero massimo dei magistrati fuori ruolo (oggi 200), ma e’ un principio contenuto nella delega, si stabilira’ invece nei decreti attuativi il nuovo numero limite. I magistrati possono essere collocati fuori ruolo non prima di 10 anni di effettivo esercizio delle funzioni giurisdizionali. Viene abbassato da 10 a 7 il limite massimo di anni (con eccezione a 10 anni per gli organi costituzionali, di rilievo costituzionale e per gli organi di governo).
– SEPARAZIONE DELLE FUNZIONI: e’ previsto un solo passaggio di funzione tra requirente e giudicante nel penale, entro i 10 anni dall’assegnazione della prima sede (escluso quindi il periodo di tirocinio di 18 mesi). Limite che non opera per il passaggio al settore civile o dal settore civile alle funzioni requirenti nonche’ per il passaggio alla Procura generale presso la Cassazione.
– STOP NOMINE A PACCHETTO: l’assegnazione degli incarichi direttivi/semidirettivi si decide in base all’ordine cronologico delle ‘scoperture’, per evitare le cosiddette ‘nomine a pacchetto’. Si prevedono corsi di formazione sia prima di aver accesso alla funzione che dopo. Viene valorizzato nella scelta del candidato il possesso di caratteristiche rilevanti rispetto allo specifico posto messo a concorso; si rendono trasparenti le procedure di selezione, con pubblicazione sul sito del Csm di tutti i dati del procedimento e i vari curricula; si da’ modo di partecipare alle scelte su direttivi e semidirettivi anche ai magistrati dell’ufficio del candidato. Si prevede l’obbligo di audizione di non meno di 3 candidati per quel posto; diritto di voto unitario per la componente dell’avvocatura nei consigli giudiziari solo se a monte c’e’ una segnalazione sul magistrato in valutazione (sia positiva che negativa) e, in ogni caso, con possibilita’ per i componenti dell’avvocatura di sollecitare una delibera del consiglio dell’ordine; valorizzazione delle pari opportunita’ a parita’ di merito.
– FASCICOLO PERSONALE: si prevede di aggiornare i fascicoli di ogni singolo magistrato con tutti i dati rilevanti raccolti anno per anno. Attualmente, ad ogni valutazione di professionalita’ (ogni 4 anni fino alla settima valutazione) il magistrato deve produrre al Consiglio giudiziario – e poi al Csm – provvedimenti a campione sull’attivita’ svolta e statistiche relative alle attivita’ proprie e comparate a quelle dell’ufficio di appartenenza. Gia’ prevista attualmente l’esistenza di segnalazioni in caso di ‘significative anomalie’. Con la riforma si prevede l’implementazione annuale (non piu’ ogni 4 anni, in corrispondenza delle valutazioni) del fascicolo personale del magistrato gia’ esistente, con la storia complessiva delle attivita’ svolte. Il fascicolo contiene dati, non valutazioni di merito. Dunque, una fotografia complessiva del lavoro svolto, non un giudizio sui singoli provvedimenti.
COMPOSIZIONE E FUNZIONAMENTO DEL CSM: I membri tornano ad essere 30. Di cui tre di diritto: Presidente della Repubblica; primo Presidente di Cassazione; procuratore generale della Cassazione; 20 i componenti togati (di cui 2 di legittimita’, 5 pm e 13 giudicanti), 10 i componenti laici. Su questi ultimi, viene specificatamente richiesto il rispetto della parita’ di genere nella scelta delle candidature da parte del Parlamento. Attualmente i componenti del Csm sono sono 16 piu’ 8. Quanto alla composizione delle Commissioni: proposta del Comitato di Presidenza e approvazione del plenum della formazione delle commissioni previste dalla legge. Ogni commissione resta in carica 16 mesi, per consentire tre rinnovi. Sezione disciplinare: introduzione della incompatibilita’, per i membri effettivi della sezione disciplinare, a partecipare alle commissioni che decidono su incarichi direttivi e semidirettivi, trasferimenti di ufficio e valutazioni di professionalita’. Segreteria e ufficio studi: apertura alla composizione di segreteria e ufficio studi di componenti esterni (avvocati, professori universitari, dirigenti amministrativi) previo superamento di un concorso. Al momento, sono composti solo da magistrati. Il segretario generale del Csm oggi e’ scelto dal plenum. Si prevede che questa figura sia individuata dal comitato di presidenza (Primo Presidente di Cassazione, Procuratore generale, vicepresidente Csm) che individua e poi il plenum approva (si sposta cosi’ su un organo ‘tecnico’, che fa capo al Quirinale, una scelta ‘delicata’, per sottrarla alla logica di accordi tra correnti). Valutazioni di professionalita’: voto unico degli avvocati nel Consiglio giudiziario, quando a monte c’e’ un deliberato del consiglio dell’ordine (si tratta di un criterio di delega).
– ACCESSO IN MAGISTRATURA: accessibilita’ al concorso direttamente dopo la laurea (decade l’obbligo di frequenza delle scuole di specializzazione); valorizzazione dei tirocini formativi e ufficio per il processo; attribuzione alla Scuola Superiore della Magistratura dell’organizzazione di corsi di preparazione al concorso in magistratura per i tirocinanti e per chi abbia svolto funzioni nell’ufficio per il processo del Pnrr; previsione di tre elaborati scritti e di riduzione delle materie orali.
La riunione della segreteria Pd ha fatto fare un passo in avanti alla candidatura di Elly Schlein alle Europee. Il tema del voto per Bruxelles ha dominato l’incontro. D’altronde la sfida è alle porte – urne l’8 e il 9 giugno – e i termini per la presentazione delle liste si fanno sempre più stretti. E infatti Schlein ha ufficializzato qualche nome. Il primo è quello di Antonio Decaro, “uno dei più bravi sindaci d’Italia”, ha detto la segretaria a DiMartedì.
Una difesa nitida, quella di Schlein, dopo le polemiche di questi giorni su Bari, per la commissione che dovrà valutare lo scioglimento del Comune (dopo un’inchiesta per mafia che non ha coinvolto il primo cittadino) e le affermazioni del governatore pugliese Michele Emiliano su un loro incontro con la sorella di un boss, che Decaro ha smentito. Capolista del Pd al Sud sarà Lucia Annunziata, “non solo perché è una figura di grande valore come giornalista – ha spiegato Schlein – ma soprattutto per la sua grande conoscenza di politica estera e internazionale”. Fra gli altri, circola anche il nome di Cecilia Strada. La definizione dello schema di gioco – chi dovrà correre, in quale circoscrizione e in quale casella – è tema caldo, in un incrocio di equilibri, ambizioni, rapporti di forza. “Il Pd ha gestito la questione delle alleanze alle amministrative e alle regionali con una linea unitaria – hanno fatto sapere dal partito – Con lo stesso spirito verrà affrontato il tema delle europee”.
Perché “l’avversario è la destra”, è stato ribadito. Alle europee non ci sono alleanze: ognuno corre per sé. Così, quando il Pd parla di unità parla di Pd. “Con varie sfumature – è stata la sintesi della segreteria fornita dal Pd – tutti hanno chiesto a Schlein di candidarsi”, anche se “le formule proposte sono diverse”. Lei ha ammesso: “Ci sto riflettendo, ma prima voglio vedere la squadra”. Nel Pd, quel “varie sfumature” e “tutti hanno chiesto” sono stati raccontati in vari modi. Con un minimo comun denominatore: il tema della corsa di Schlein non poteva che essere sul tavolo e nessuno lo ha messo in discussione. Lo schema generale dovrebbe partire dalla previsione di capolista civici nelle cinque circoscrizioni. Ma “il confronto è ancora aperto – hanno fatto sapere fonti di minoranza Pd – Sono state espresse delle preoccupazioni in merito alle candidature civiche come capolista che penalizzerebbero la classe dirigente del partito. Riguardo la candidatura di Elly Schlein, sono state espresse perplessità in merito alla posizione che occuperebbe in lista, che rischierebbe di penalizzare le candidature femminili”.
Fuori dal Pd, in tema europee altre forze hanno fatto passi avanti. Italia Viva e Più Europa sono sempre più vicine a un’intesa per una lista di scopo anche con Radicali, Psi, Volt e Libdem, mentre Azione per ora ha detto “No”. Un incontro era atteso a breve: era stato annunciato come vertice risolutivo fra i leader. Col passare delle ore è stato un po’ ridimensionato: ci sarà ma probabilmente sarà interlocutorio e fra seconde linee. Ma la direzione pare tracciata. Mentre in casa M5s si glissa sulla corsa di Virginia Raggi, che per candidarsi dovrebbe ottenere una deroga ad hoc. “Nel caso avessimo voluto introdurre una deroga – è stato spiegato da Campo Marzio – lo avremmo fatto in maniera trasparente, non nascondendola in un cavillo burocratico, ma passando dal trasparente giudizio della nostra comunità”.
Le misure adottate con il decreto sul superbonus e sui bonus edilizi “sono tese a chiudere definitivamente la eccessiva generosità di una misura che come è noto ha causato gravi effetti sulla finanza pubblica e i cui effetti, definitivamente, potremo contabilizzare tra pochi giorni quando si caricherà la finestra per tutte le fatture e i lavori eseguiti entro il 31 dicembre 2023”. Lo ha detto il ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti al termine del Consiglio dei Ministri. “Il governo ha approvato un decreto in materia di bonus edilizi che elimina ogni tipo di sconto in fattura e cessione del credito per tutte le tipologie che ancora lo prevedevano; abbiamo eliminato la disposizione della remissione in bonis che avrebbe consentito fino al 15 ottobre le correzioni con il pagamento di minime sanzioni di tutte le comunicazioni già intervenute e previsto per tutte le nuove fattispecie una nuova comunicazione preventiva, quando si inizia il lavoro, in modo da avere un monitoraggio del fenomeno e non solo quando le fattura vengono caricate”. Lo ha detto il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti. “Abbiamo esteso a questa fattispecie – ha proseguito il ministro – la compensazione rispetto ai debiti di coloro che vogliono usufruire dei debiti d’imposta rispetto ai debiti effettivamente accertati nei confronti dello Stato”. In pratica – ha spiegato il ministro “se c’è un ruolo già accertato definitivamente, prima si compensa su quello”. Il ministro ha poi sottolineato che sono stati individuati nuovi meccanismi di frode sui quali è stato introdotto un paletto. “C’è la limitazione della cessione del credito Ace, perché abbiamo iniziato a notare un utilizzo fraudolento su questa agevolazione che peraltro è eliminata dalla riforma fiscale”. Altre norme prevedono una comunicazione preventiva anche sulle misure di “Transizione 4.0, fermo restando la compensazione che abbiamo già introdotto su transizione 5.0”.
Dalle parole ai fatti: dopo una settimana di fuoco in cui sono state le dichiarazioni dei politici ad animare il ‘caso Bari’, oggi è il giorno in cui la commissione del Viminale ha iniziato ufficialmente a sfogliare le decine di migliaia di pagine dell’indagine sul voto di scambio tra politica e mafia alle elezioni comunali del 2019: i tre commissari dovranno verificare la presunta esistenza di infiltrazioni della criminalità organizzata ed eventualmente sciogliere il consiglio comunale.
Lavoro che durerà diverso tempo e le cui procedure sono state illustrate dal ministro dell’Interno Matteo Piantedosi al Consiglio dei ministri: nell’informativa ai colleghi di governo, il titolare del Viminale ha illustrato il tema degli accessi ai Comuni e dello scioglimento degli enti locali, con una ricognizione sui provvedimenti adottati negli ultimi anni. E ha ricostruito il ‘caso Bari’. Il ministro ha infatti ricordato che al ministero è stata ricevuta sia una delegazione di parlamentari di centrodestra sia il sindaco Decaro al quale nei giorni successivi è stato anche anticipato, “per correttezza”, la decisione di avviare l’accesso ispettivo.
Quanto ai 3 membri della Commissione, Piantedosi ha sottolineato che si tratta di persone con “esperienza specifiche in tema di prevenzione e contrasto alle infiltrazioni mafiose”. E con i commissari nella sede del Comune, Decaro ha pubblicato un video su Facebook nel quale controlla lo stato dell’asfalto e, con le mani in una pozzanghera, afferma: “Si vede che sto per tornare al mio lavoro fra qualche giorno, che è quello di occuparmi di strade”.
Decaro è infatti è un ingegnere dell’Anas e ha cominciato la sua carriera come assessore alla Mobilità, ma non tornerà in azienda visto che, l’ha annunciato la leader Dem Schlein, sarà candidato alle Europee. Proprio al periodo all’Anas, circa 18 anni fa, risalirebbe il suo presunto incontro con la sorella di un boss, che ha scatenato nuove e accese polemiche. Sono invece state licenziate le due vigilesse coinvolte nell’indagine e che avrebbero chiesto aiuto a un fedelissimo del clan mafioso Parisi, Fabio Fiore (ex autista del boss di Japigia ‘Savinuccio’), per punire una persona che, dopo aver ignorato un semaforo rosso, le avrebbe insultate. Il lavoro dei commissari ministeriali non sarà facile. In un ufficio della prefettura stanno leggendo il voluminoso fascicolo della Dda.
Al suo interno ci sono le accuse che hanno portato il 26 febbraio all’arresto di 130 persone, tra cui la consigliera comunale Carmen Lorusso e suo marito Giacomo Olivieri, ex consigliere regionale. Anche l’amministrazione comunale ha prodotto un dossier di migliaia di pagine con tutte le attività antimafia del Comune guidato dal sindaco che per questo vive sotto scorta da nove anni. La commissione potrà chiedere altra documentazione e fare audizioni.
I tre commissari hanno tre mesi di tempo, prorogabili a sei, per fare una relazione da consegnare al prefetto che, solo a quel punto, dovrà tirare le conclusioni e formulare una proposta al ministro dell’Interno. Un eventuale scioglimento dovrà essere disposto con decreto del presidente della Repubblica, su proposta del ministro dell’Interno, previa deliberazione del Consiglio dei ministri entro tre mesi dalla trasmissione della relazione. Un eventuale scioglimento, quindi, andrebbe a colpire il nuovo consiglio comunale per il quale si vota l’8 e il 9 giugno prossimi.