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Crisi di governo, Di Maio ribadisce: “Sì a nostro programma o non si parte”

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“Abbiamo presentato alcuni punti al presidente Conte che riteniamo imprescindibili. Se verranno accolti bene, altrimenti meglio andare al voto e, aggiungo, anche presto”. Parole e musiche sono di Luigi Di Maio, all’uscita dall’incontro con il premier incaricato Giuseppe Conte. Chi pensava fosse tutto fatto, che il Governo fosse già pronto da tempo, già organizzato dai poteri forti ed altri bla bla bla della politica italiana, dovrà ricredersi. Il Conte Bis, ammesso che sia una pietanza indigesta, è ancora un qualcosa che non si può servire a tavola agli italiani perchè non è pronto. L’aut aut di Di Maio arriva al termine di una giornata andata avanti senza scossoni. Anzi segnata dalle congratulazioni del presidente della commissione europea, Jean-Claude Juncker, a Conte: Juncker, pur precisando di appoggiare tutti i governi eletti in maniera democratica, ha sottolineato l’”importante ruolo che l’Italia gioca nella famiglia europea e nel progetto europeo”. Qualcuno può credere mai che si tratti di un endorsment tipo quello di Trump? Juncker alimenta la narrazione di Matteo Salvini del Governo italiano fantoccio di Bruxelles. Sia come sia è Di Maio ad aver sparigliato le carte, ed è evidente anche dalla reazione veemente del Pd. Il primo Andrea Orlando su Twitter: “Incomprensibile la conferenza stampa di Luigi Di Maio. Ha cambiato idea? Lo dica con chiarezza”. Stupito Graziano Delrio: “Ultimatum a Conte inaccettabili”. Paola De Micheli: ” Se si fanno i giochetti e si scherza gli italiani se ne accorgono”. Scatta l’allarme anche sui mercati: lo spread risale vicino a 180 punti, la Borsa azzera i guadagni. Come dire: i mercati sono molto sensibili alle sirene della politica. Ad ogni segno di instabilità cominciano i problemi finanziari per l’Italia. Ma se il Pd va in fibrillazione, nel M5S c’è calma apparente almeno. Ed è una corsa a gettare acqua sul fuoco.

Vice segretaria del Pd. Paola de Michele

“Non c’è da preoccuparsi di niente” spiega il capogruppo M5s al Senato Stefano Patuanelli lasciando Montecitorio per dirigersi a palazzo Chigi a chi gli chiedeva come interpretare le dure parole pronunciate da Luigi Di Maio dopo l’incontro con il premier incaricato. Fonti del MoVimento sono ancora più precise: “Cambio di idea? Parlare di ambiente e chiedere un governo pro impresa significa aver cambiato idea? Chiedere di abbassare le tasse significa cambiare idea? Ribadiamo: contano le soluzioni, non le poltrone. E qui il punto è un altro: noi vogliamo cambiare veramente il Paese”. In questo caso, nella guerra delle fonti,  le fonti del M5S replicano alle accuse del Pd.  Il Movimento 5 Stelle ribadisce anche che “i gruppi parlamentari del Movimento 5 stelle hanno un ruolo importante e stanno lavorando intensamente in questi giorni per definire un possibile programma di governo, nell’esclusivo interesse degli italiani, poi la parola passerà agli iscritti certificati della piattaforma Rousseau e ci atterremo, com’è ovvio, alla loro decisione”. E siccome non molti avevano preso sul serio le fonti anonime, il M5S ha pensato bene di diramare una nota ufficiale in cui si evidenzia che  “Luigi Di Maio ancora una volta ha ribadito che per il MoVimento 5 Stelle i temi sono al centro di qualsiasi azione politica. Non comprendiamo lo stupore di alcuni. Per noi conta il programma, contano le soluzioni ai problemi degli italiani, non le poltrone. E ci auguriamo che sia così per tutti”. Più o meno le stesse cose dette dalle fonti anonime.

Insomma sembra una tempesta in un bicchiere d’acqua se si vanno a leggere le dichiarazioni di Di Maio. Perchè Di Maio altro non ha fatto che consegnare a Conte il programma del M5S e la voglia del Movimento di realizzare tutte le cose da fare. Sono venti i punti dell’elenco che Di Maio ha presentato al premier incaricato: oltre ad alcuni temi noti, come il taglio dei parlamentari e una manovra economica “equa” che impedisca l’aumento dell’Iva, preveda il salario minimo, il taglio del cunei fiscale e affronti l’emergenza abitativa, ci sono anche nuovi argomenti non indicati in precedenza come priorità dal Movimento. In evidenza la necessità di attuare politiche di genere in conformità ai principi dell’Ue e ai diritti costituzionali (tema che evidentemente non poteva trovare spazio nel contratto con la Lega); la tutela dei minori con la revisione degli affidi e delle adozioni (argomento che invece deriva sicuramente dal caso Bibbiano); la fine della vendita degli armamenti ai Paesi belligeranti; un impulso alle politiche espansive con una quota di investimenti in infrastrutture, in ambiente e cultura da scomputare dai parametri di Maastricht. Tra i punti ritenuti chiave, molti macro-argomenti generici: come giovani e futuro, con un occhio all’innovazione digitale, e la ricerca, puntando ad una riforma dei sistemi di accesso e reclutamento universitario. Indicata come fondamentale la tutela del cittadino, del consumatore, del lavoratore, dell’utente dei servizi. E in primo piano pure la riorganizzazione dei servizi sanitari, la tutela degli animali, e il sostegno alle politiche agricole.

Sul decreto sicurezza, Di Maio ha rivendicato la volontà del M5S di non cancellare l’intero impianto normativo. È evidente però che nel M5S, come già detto anche dai capi delle delegazioni parlamentari in questi giorni, è avvertita la necessità di emendare i decreti nelle parti che sono state aspramente criticate dal Quirinale al momento della firma. Tutto qui.

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Maggioranza accelera sul ddl sicurezza: subito in Aula per il voto

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Gli scontri di piazza durante le manifestazioni per Ramy Elgaml, il 19enne morto il 24 novembre a Milano durante un inseguimento dei carabinieri, infiammano il dibattito politico. La maggioranza di governo, in testa la premier Giorgia Meloni, condanna con durezza le aggressioni agli agenti. Il Pd, per voce della segretaria Elly Schlein, si unisce al coro di chi stigmatizza le aggressioni dei manifestanti, ma chiede alla destra di non strumentalizzare. Mentre il centrodestra punta ad accelerare sul ddl sicurezza ora all’esame delle Commissioni Affari Costituzionali e Giustizia del Senato.

Invocando anche una nuova norma che tuteli ancora di più gli agenti nell’ esercizio delle proprie funzioni. Affinché non si ripetano casi come quello del maresciallo Luciano Masini, il carabiniere indagato per eccesso di legittima difesa per aver ucciso un uomo che, dopo aver ferito a coltellate 4 persone, stava aggredendo anche lui. Lo aveva, in qualche modo, preannunciato la premier Meloni durante l’ultimo incontro con la stampa (“Dobbiamo porci il problema che le forze dell’ordine temono di aver fatto il proprio lavoro ed entrano in un calvario”) e ora lo conferma il ministro alla Difesa ,Guido Crosetto.

“Dobbiamo immaginare interventi legislativi che tutelino ancor di più le nostre forze dell’ordine nello svolgimento del loro lavoro”, afferma. Mentre, sul fronte parlamentare, il capogruppo di FI al Senato, Maurizio Gasparri, annuncia che chiederà “di far passare direttamente in Aula il disegno di legge sulla sicurezza” per superare così “l’ostruzionismo delle opposizioni in Commissione”.

Meloni, nel commentare i disordini, punta il dito contro “l’ennesimo, ignobile episodio di caos ad opera dei soliti facinorosi scesi in piazza non per manifestare per una causa, bensì per puro spirito vendicativo”. E il suo partito sui social chiama in causa la segretaria Dem: “Elly Schlein, dove sei?”. Durissime anche le parole di Matteo Salvini che punta il dito contro i “criminali rossi” che “assaltano le forze dell’ordine”. Per Maurizio Lupi di Nm “soffiare sul fuoco è sbagliato e pericoloso”.

Dopo il presidente della Camera, Lorenzo Fontana, “ferma e totale condanna per i gravissimi episodi di violenza” arriva anche dal vertice del Senato, Ignazio La Russa. Mentre il sottosegretario all’Interno, Nicola Molteni, chiede “l’ immediata approvazione del ddl sicurezza per garantire maggiori tutele alle donne e agli uomini in divisa”. Polemico, Roberto Vannacci, secondo il quale ciò che è accaduto “è il risultato di una sinistra manesca e rabbiosa che, da anni, delegittima le forze dell’ordine”. Mentre parla di “guerriglia urbana” il vicepresidente della Camera Giorgio Mulè. Se il leader di Azione Carlo Calenda si schiera subito con gli agenti “senza se e senza ma”, Schlein interviene dopo qualche ora. Cita “la devastazione e le violenze” che a Bologna “hanno colpito anche alcuni esponenti delle forze dell’ordine, oltreché la Sinagoga e vari esercizi commerciali” e rimarca che il Pd “condanna sempre ogni atto violento”.

“La richiesta di piena verità e giustizia per Ramy – è però il suo appello – non sia strumentalizzata per commettere atti violenti. E la destra che governa la smetta di fare politica” su questi episodi. Ferma condanna dal verde Angelo Bonelli che invita tutti “a raccogliere l’appello della famiglia di Ramy a respingere ogni violenza e a manifestare pacificamente per la ricerca della verità”. Ma soprattutto, incalza, “il governo non approvi nuove leggi repressive che trasformerebbero il Paese in uno Stato di polizia”. Avs, con il capogruppo Peppe De Cristofaro, assicura che continuerà a dare battaglia proprio sul ddl sicurezza augurandosi comunque che la “mobilitazione nelle piazze” continui. I responsabili degli atti di violenza contro la polizia “mi ricordano i black bloc a Genova”, osserva la collega di partito, Ilaria Cucchi. Per Davide Faraone (Iv) “chi lancia oggetti o bombe carta contro gli agenti non solo ha sempre torto” ma “offende la memoria” di Ramy.

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Il Ministro Nordio richiede la revoca degli arresti per il cittadino iraniano Abedini

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Il Ministero della Giustizia italiano, tramite una nota ufficiale, ha comunicato che il ministro Carlo Nordio ha depositato presso la Corte di Appello di Milano una richiesta di revoca degli arresti per il cittadino iraniano Abedini Najafabadi Mohammad.

La base giuridica della richiesta

La decisione si basa sull’articolo 2 del trattato di estradizione tra gli Stati Uniti e l’Italia, secondo il quale possono dar luogo all’estradizione solo quei reati che siano punibili secondo le leggi di entrambe le parti contraenti. Secondo il Ministero, questa condizione non è soddisfatta nel caso specifico.

Le accuse non corrispondenti all’ordinamento italiano

La nota del Ministero precisa che la prima condotta contestata ad Abedini Najafabadi Mohammad, ossia “associazione a delinquere per violare l’Ieepa” (International Emergency Economic Powers Act, una legge federale statunitense), non ha una corrispondenza nel diritto penale italiano.

In relazione alla seconda e terza accusa – rispettivamente “associazione a delinquere per fornire supporto materiale a un’organizzazione terroristica con conseguente morte” e “fornitura e tentativo di fornitura di sostegno materiale a un’organizzazione terroristica straniera con conseguente morte” – la nota ministeriale sottolinea che non sono stati presentati elementi probatori sufficienti.

Le attività commerciali e tecnologiche dell’accusato

Dagli atti emergerebbe che Abedini Najafabadi Mohammad avrebbe svolto attività di produzione e commercio di strumenti tecnologici attraverso società a lui riconducibili. Tali strumenti avrebbero potenziali applicazioni militari, ma non esclusive, e quindi non risultano sufficienti per confermare le accuse legate al sostegno a organizzazioni terroristiche.

Una questione di diritto e cooperazione internazionale

Questa richiesta di revoca degli arresti evidenzia la complessità delle questioni legate all’estradizione internazionale e al rispetto delle normative bilaterali tra Stati. L’iter giuridico in corso presso la Corte di Appello di Milano sarà determinante per stabilire il destino del cittadino iraniano.

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Ilaria Cucchi: i violenti al corteo per Ramy mi ricordano i black bloc al G8 di Genova, sciacalli e criminali

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“I responsabili dei gravi atti di violenza contro gli agenti di polizia durante le manifestazioni di protesta per la morte di Ramy mi ricordano quanto fecero i black bloc a Genova durante le manifestazioni pacifiche per il G8. Ritengo sciacalli e criminali coloro che usano la violenza, di qualsiasi tipo sia, approfittando della immane tragedia che ha distrutto quella famiglia. A quei violenti non interessa nulla del dolore e della morte di quel ragazzo di 19 anni. Provo tanto dolore di fronte alle immagini di ieri di Bologna e Roma e tutta la mia solidarietà agli agenti feriti”. Lo scrive in una nota la senatrice di Avs Ilaria Cucchi.

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