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Economia

Credit Suisse, prestito da banca centrale svizzera di 54 miliardi

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Credit Suisse assume un’azione “decisa per rafforzare preventivamente la sua liquidità con l’intenzione di esercitare la sua opzione di prendere in prestito fino a 50 miliardi di franchi svizzeri”, circa 54 miliardi di dollari “dalla banca centrale svizzera”. Lo afferma Credit Suisse in una nota.

“Questa ulteriore liquidità sosterrà le attività core e i clienti di Credit Suisse mentre Credit Suisse prende le misure necessarie per creare una banca più semplice e concentrata sulle necessità dei suoi clienti”, afferma Credit Suisse che oltre al rafforzamento della liquidità si offre per riacquistare debito per circa 3 miliardi di franchi.

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Economia

Tim Cook a Pechino malgrado le tensioni tra Usa e Cina

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Tim Cook è apparso oggi a sorpresa nell’Apple Store di Saltinun, uno dei centri dello shopping di Pechino. Il numero uno della casa di Cupertino è il primo top executive della compagnia, nel mezzo delle crescenti tensioni sino-americane, a recarsi in Cina negli ultimi tre anni grazie alla fine delle restrizioni anti-Covid annunciata a dicembre dalla leadership comunista. Il Dragone è per Apple un mercato di riferimento primario per le vendite e le catene di approvvigionamento necessarie ai suoi prodotti: a conferma del forte appeal del brand presso i consumatori cinesi, Cook è stato assediato dai fan che hanno poi riempito i social media in mandarino di foto, selfie e video dell’evento. Il ceo del colosso californiano parteciperà nel fine settimana alla Diaoyutai State Guesthouse di Pechino al China Development Forum, un’iniziativa che il governo centrale sponsorizza dal 2000 e che in tempi normali era l’occasione per attrarre i vertici delle multinazionali in vista di nuovi investimenti, ma che quest’anno sconta l’accesa rivalità Cina-Usa, tra legami che si logorano sempre più come dimostra la postura del Congresso americano contro TikTok, la popolare app di condivisione di video della cinese ByteDance sospettata di essere manovrata dal governo di Pechino e dal Partito comunista.

Per gli oltre 50 amministratori delegati e alti dirigenti di Stati Uniti ed Europa iscritti sarà si tratterà comunque di un’opportunità per capire qualcosa in più dei piani futuri della Cina dopo l’inedito terzo mandato di Xi Jinping alla segreteria generale del Partito e alla presidenza della Repubblica popolare. Oltre a Cook, tra i partecipanti figurano Cristiano Amon di Qualcomm, Albert Bourla di Pfizer e i vertici di Mercedes-Benz e BMW, nonché Ray Dalio, fondatore dell’hedge fund Bridgewater Associates. Non è escluso che lunedì possa esserci il tradizionale incontro con il nuovo premier Li Qiang, di solito ospitato nella Sala grande del popolo su Piazza Tienanmen. Il clima non è dei migliori: molte aziende americane ed europee stanno rivalutando le loro operazioni in Cina non solo per le tensioni tra Pechino e Washington ma anche dopo quasi tre anni di restrizioni draconiane imposte nel Paese per combattere il Covid-19, seguite da un’improvvisa e caotica rimozione a fine 2022.

Esprimendo la volontà di attrarre investimenti stranieri, il premier Li ha assicurato che le porte del Paese verso l’esterno saranno sempre più aperte. Pechino, tuttavia, sembra continuare ad esercitare forti pressioni sulle società straniere. Mintz Group, colosso investigativo americano, ha annunciato oggi che cinque dipendenti cinesi della sua filiale di Pechino sono stati arrestati e che le attività dell’ufficio sono state chiuse “senza alcun preavviso delle azioni intraprese”. Intanto, le prossime settimane del presidente Xi saranno diplomaticamente molto impegnative: a Pechino arriveranno il premier spagnolo Pedro Sanchez, il presidente brasiliano Lula da Silva, i presidenti della Commissione Ue Ursula Von der Leyen e francese Emmanuel Macron. Dopo il viaggio in Russia, il leader cinese proverà a perseguire due obiettivi: ritornare agli affari dopo l’isolamento per il Covid e sponsorizzare nei panni di pacificatore il documento cinese per porre fine alla guerra in Ucraina, malgrado sia privo di reali soluzioni percorribili.

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Economia

Juve, altri 29 milioni di rosso. Lunedì udienza Prisma

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La Juventus accumula un’altra perdita nei suoi conti, 29,5 milioni di euro, a metà di questa difficile stagione nella quale deve risalire la china dai guai giudiziari e dai cattivi risultati dei primi mesi. Un “significativo miglioramento”, comunque, rispetto al rosso del primo semestre 2021/2022 che ammontava a 112,1 milioni; mentre l’indebitamento finanziario netto vola a 333 milioni (erano 164,7 al 30 giugno 2022. La relazione finanziaria semestrale è stata approvata venerdì dal cda del club bianconero, riunito sotto la presidenza di Gianluca Ferrero. L’esame dei conti al 31 dicembre era inizialmente previsto a inizio marzo ma il cda aveva poi deciso di spostarlo per analizzare gli ulteriori atti d’indagine dell’inchiesta “Prisma” sui bilanci della Juventus depositati dalla Procura della Repubblica di Torino il 27 febbraio e il 21 marzo. E proprio all’analisi di quella documentazione sono dedicati alcuni paragrafi della relazione semestrale.

“Specifica attenzione” è stata riservata ad alcuni ‘promemoria’ o ‘memorandum’, risalenti agli anni 2018, 2019 e 2020, “attinenti a possibili operazioni di calciomercato con alcuni altri club”. Dall’analisi compiuta dai consulenti, legali e contabili, incaricati dalla Juventus risulta – cosi sostiene la società bianconera – “la radicale irrilevanza ed inesistenza sotto il profilo giuridico, sia per l’ordinamento sportivo che per quello statuale”. Una conclusione che porta a dire la Juventus che quei ‘memorandum’ “non rappresentano contratti” e che “non hanno effetti contabili sulle situazioni economico-patrimoniali e finanziaria del primo semestre del corrente esercizio e di quello precedente”.

Ma ora sta per iniziare la partita con la giustizia ordinaria, con l’accusa sostenuta dai procuratore aggiunto Marco Gianoglio e dal sostituto Mario Bendoni, dopo la decisione del terzo pm, Cirio Santoriello, di astenersi, in seguito alle polemiche divampate per la pubblicazione di vecchi video in cui, scherzando, manifestava il suo odio per la Juventus. Lunedì mattina è convocata l’udienza preliminare dell’inchiesta ‘Prisma’, ma potrebbe subito esserci uno stop e la palla potrebbe passare alla Corte di Cassazione. Le difese degli indagati, l’ex presidente Andrea Agnelli e altri dirigenti, oltre alla stessa Juventus, infatti, intendono proporre una questione di competenza territoriale (con trasferimento del processo a Milano) e il giudice, a meno che non la ritenga palesemente infondata, può interpellare d’ufficio proprio la Corte di Cassazione, che a sua volta deciderà in camera di consiglio. Si tratta di una procedura prevista dalla riforma Cartabia, che è entrata in vigore solo da pochi mesi.

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Farine insetti: allerta per allergici, Ue avvia iter

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Da panini e cracker a focacce e barrette, mangiare cibi a base di insetti può provocare allergie e, a evitarli, dovrebbe essere chi è allergico a gamberi e crostacei, ma anche a molluschi e acari, ovvero circa 800mila persone in Italia. I quattro decreti che regolamentano in Italia la vendita di farine a base di grilli, locuste, larve e tarme della farina arriveranno la prossima settimana sul tavolo della Commissione Europea. Intanto, all’indomani della stretta, a tornare sul tema è il ministro dell’Agricoltura e della Sovranità alimentare Francesco Lollobrigida: “Il Governo garantirà che nessuno mangi insetti a sua insaputa, imponendo etichette chiare e visibili sui prodotti che li contengono”. Farine di grilli e biscotti di locusta: dopo l’autorizzazione alla vendita nell’Unione Europea, cibi a base di insetti saranno presto sugli scaffali dei supermercati. Fonti di proteine con pochi grassi e zuccheri, questi cibi non sono però del tutto innocui. Casi di allergie sono già stati registrati in Cina, Stati Uniti e in qualche caso in Europa. A rispondere alle più frequenti domande in materia sono gli esperti della Federazione nazionale degli Ordini dei medici (Fnomceo). La maggior parte delle allergie alimentari associate al consumo di insetti, spiegano, “deriva da due proteine che stimolano negli individui suscettibili la produzione di anticorpi associati alle reazioni allergiche. Queste riconoscono le proteine nemiche e innescano la cascata di reazioni responsabile dei sintomi caratteristici delle allergie alimentari”, da prurito e gonfiore a vomito, diarrea e, nei casi più gravi, shock anafilattico.

Le allergie a cibi a base di insetti possono manifestarsi anche come conseguenza di un’allergia ad altri alimenti, per via della reattività crociata. In particolare a stare attenti dovrebbero essere persone che hanno già altre allergie a gamberetti e crostacei. Mentre l’ipersensibilizzazione agli insetti è meno frequente in chi è allergico agli acari della polvere, ma sarebbe opportuno comunque anche in questo caso tenersi alla larga. Il pericolo riguarda circa il 2% degli italiani sensibili a altri alimenti di origine animale. “In letteratura scientifica sono già stati riferiti numerosi casi di pazienti con reazioni a farine di artropodi, in particolare a farine di grilli”, sottolinea Mario Di Gioacchino, presidente della Società Italiana di Allergologia, Asma e Immunologia Clinica (Siaaic). Si tratta spesso di pazienti già allergici ad altre sostanze, sia alimentari che animali, che nella maggior parte dei casi avevano un’allergia nota ai crostacei e dopo aver ingerito farine di grillo hanno avuto una reazione. “Il rischio di anafilassi dopo l’ingestione di farine di grilli, in chi è allergico ai crostacei o agli acari non è di dominio comune, i pazienti non sono consapevoli della necessità di evitare l’ingestione di insetti. Poiché questi sono sempre più promossi come fonte di proteine in tutto il mondo, i medici dovranno educare i pazienti su questo rischio”, conclude Di Gioacchino. A

nche per questo, Coldiretti plaude ai quattro decreti del Governo che prevedono etichettature chiare e con scaffali dedicati per questi prodotti. L’Unione Europea avrà tre mesi per esprimere un parere, passati i quali, in caso di silenzio assenzio, saranno pubblicati in Gazzetta Ufficiale. “L’indicazione della presenza di farine di insetti con grande evidenza è importante per garantire la libertà di scelta della maggioranza degli italiani che vogliono evitarli, ma anche per tutelare la salute di quanti sono sensibili ai rischi di reazioni allergiche”. Per questo, “è importante che l’eventuale presenza di insetti sia sempre indicata anche nei bar e nei menu dei ristoranti”, dice Coldiretti. Un modo in più per difendere pizza e pasta Made in Italy che va di pari passo all’annuncio della candidatura della nostra cucina come patrimonio dell’Unesco. Tra etichettatura Nutriscore e i novel food, commenta ancora Coldiretti, “la cucina italiana è sotto attacco” e la candidatura come patrimonio dell’umanità “è una tutela contro l’omologazione, da cibi sintetici a quelli a base insetti”.

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