Collegati con noi

Corona Virus

Covid, l’Italia sarà tutta bianca il 21 giugno con l’arrivo dell’estate

Pubblicato

del

ZCon l’arrivo dell’estate, il 21 giugno, l’Italia potrebbe essere tutta in zona bianca e nello stesso giorno potrebbe dire addio, almeno all’aperto, all’utilizzo delle mascherine, uno dei simboli di quest’anno e mezzo di pandemia. I dati del monitoraggio settimanale confermano il calo della diffusione del virus e per la prima volta, se mantenuti nelle prossime tre settimane, indicano una data certa nella quale tutto il paese sara’ libero dalle restrizioni che da ottobre scorso hanno scandito le giornate degli italiani. L’analisi della cabina di regia e’ chiara: l’indice di diffusione del contagio – l’Rt, che ormai non conta piu’ ai fini dell’assegnazione dei colori – e’ a 0,72, in calo rispetto alla settimana scorsa. E soprattutto, dopo mesi l’incidenza e’ finalmente sotto i 50 casi ogni 100mila abitanti (e’ a 47): significa che i sistemi sanitari sono in grado di effettuare un tracciamento efficiente dei casi e dei loro contatti, contenendo cosi’ il diffondersi del Covid. Non solo: la pressione sui servizi ospedalieri e’ ben al di sotto della soglia critica in tutta Italia (14% di posti occupati in area medica e 15% in terapia intensiva) e tutte le regioni hanno un rischio basso. Un quadro che, gia’ lunedi’, consentira’ a Friuli Venezia Giulia, Molise e Sardegna (che hanno un’incidenza rispettivamente di 17, 12 e 13 casi ogni 100mila abitanti) di passare in zona bianca. Il ministro della Salute Roberto Speranza ha firmato le ordinanze e nelle tre regioni non ci sara’ piu’ il coprifuoco e potranno riaprire tutte le attivita’ la cui ripartenza era prevista tra il 1 giugno e il 1 luglio: ristoranti e bar al chiuso, matrimoni, fiere, parchi tematici, convegni e congressi, piscine al chiuso, centri termali, sale giochi, bingo e casino, centri ricreativi e sociali, corsi di formazione pubblici e privati, competizioni sportive al chiuso. Restano invece sospese le attivita’ delle discoteche e delle sale da ballo. Riaperture che andranno a sovrapporsi al primo vero ponte – quello del 2 giugno – con l’Italia intera in movimento, come non accadeva dall’estate scorsa. Milioni di italiani, secondo Federalberghi saranno almeno 9, approfitteranno della festa della Repubblica per concedersi qualche giorno di vacanza, anche se le previsioni meteo non promettono bene. Nella stessa situazione di Friuli, Molise e Sardegna si troveranno dal 7 giugno Abruzzo, Liguria, Umbria e Veneto, che sono alla seconda settimana consecutiva con dati da bianca, mentre dal 14 giugno tocchera’ a Emilia Romagna, Lazio, Lombardia, Piemonte, Puglia e alla provincia di Trento che in questa settimana hanno per la prima volta un’incidenza sotto o uguale a 50 casi ogni 100mila abitanti. In giallo a quella data resteranno dunque solo 7 regioni – Basilicata, Calabria, Campania, Marche, Sicilia, Toscana e Valle d’Aosta – e la provincia di Bolzano, che hanno oggi un’incidenza compresa tra i 79 casi della Valle d’Aosta e i 53 della Sicilia. Ma se il calo del virus continuera’ ai ritmi delle ultime tre settimane, dal prossimo monitoraggio anche queste avranno dati da zona bianca e, dunque, lo saranno dal 21 giugno. Un giorno, il primo dell’estate, che potrebbe essere anche quello buono per dire addio alla mascherina all’aperto. Una data certa ancora non c’e’ ma gli esperti hanno ribadito piu’ volte che con l’arrivo della stagione piu’ calda e’ ipotizzabile accantonarne l’utilizzo. Lo ha sottolineato anche oggi il presidente dell’Aifa e membro del Comitato tecnico scientifico Giorgio Palu’: “sara’ un’estate senza mascherine all’aperto, ma al chiuso sara’ bene tenerla”. Ed e’ proprio sull’utilizzo dei dispositivi al chiuso che scoppia la polemica di giornata, dopo le indicazioni del Cts contenute nelle linee guida delle Regioni riguardanti la ristorazione, laddove si afferma che “i clienti dovranno indossare la mascherina a protezione delle vie respiratorie tranne nei momenti del bere e del mangiare”. E’ una “misura ridicola e senza alcun fondamento, credo che Draghi debba considerare l’ipotesi di azzerare il Cts” attacca la leader di Fratelli d’Italia Giorgia Meloni alla quale risponde Matteo Salvini. “Non ci saranno mascherine al tavolo, si mangia e si beve ‘smascherati'” dice il leader della Lega. In realta’ non e’ cambiato nulla rispetto alle linee guida in vigore gia’ dal marzo dello scorso anno: ci si siede al tavolo con la mascherina, che si puo’ togliere quando si sta seduti per mangiare e bere e va rimessa per andare in bagno, a pagare il conto o comunque ogni qualvolta ci si alza dal tavolo. La precisazione arriva anche dal portavoce del Cts Silvio Brusaferro: “gli ambienti chiusi favoriscono la trasmissione del virus e per questo motivo c’e’ necessita’ di comportamenti consapevoli e di buonsenso”.

Advertisement

Corona Virus

Covid: tra Natale e Capodanno scendono casi, stabili le morti (31)

Pubblicato

del

In Italia scendono i contagi mentre i decessi restano sostanzialmente stabili nella settimana tra Natale e Capodanno: dal 26 dicembre all’1 gennaio sono stati registrati 1.559 nuovi positivi, in calo rispetto ai 1.707 del periodo 19-25 dicembre, mentre le morti sono state 31 rispetto ai 29 casi nei 7 giorni precedenti. E’ quanto si legge nel bollettino settimanale sul sito del ministero della Salute. Lombardia e Lazio, seguite dalla Toscana, sono le regioni che hanno riportato più casi. Le Marche registrano il tasso di positività più alto (11,4%). Ancora una riduzione del numero di coloro che si sottopongono a tamponi: scendono da 44.125 a 34.532 e il tasso di positività cresce dal 3,9% al 4,5%.

Continua a leggere

Corona Virus

A Pompei via al numero chiuso, guerra ai bagarini

Pubblicato

del

“Pompei non può essere associata al turismo di massa, ma deve avere come obiettivo quello della qualità”. Gabriel Zuchtriegel stringe tra le mani il suo biglietto nominativo, quello che da oggi è obbligatorio per entrare negli scavi che dirige dal febbraio 2021. È una delle novità introdotte all’interno del parco archeologico. La più importante riguarda il numero chiuso per gli ingressi giornalieri, che non potranno mai superare quota 20mila. Nel periodo di maggiore afflusso (dal primo aprile al 31 ottobre), poi, saranno anche previste specifiche limitazioni a seconda delle fasce orarie: dalle 9 alle 12 massimo 15mila ingressi; altri 5mila da mezzogiorno alle 17.30. L’acquisto dei ticket è consentito sul posto e online. “Alla base – spiega ancora Zuchtriegel – ci sono soprattutto motivi di sicurezza, sia dei visitatori, sia di tutela del patrimonio. Partiamo in questo periodo di bassa stagione per sperimentare tale misura, i cui numeri saranno poi esaminati con calma in vista delle giornate di maggiore afflusso”.

Obiettivo è anche combattere il fenomeno del bagarinaggio, che portava i turisti ad acquistare biglietti rivenduti a prezzi maggiorati e con l’aggiunta di “servizi” già compresi nel costo abituale del ticket. Altro proposito è puntare a distribuire i visitatori anche sugli altri siti del parco (Boscoreale, Torre Annunziata, Villa dei Misteri, Civita Giuliana e Stabia). Gli scavi di Pompei introducono le novità del numero chiuso e del biglietto nominativo dopo un’estate da record, che ha fatto registrare flussi mai visti in passato, con oltre quattro milioni di visitatori e punte di oltre 36.000 presenze in occasione di una delle prime domeniche del mese (quelle a ingresso gratuito). Questa mattina Zuchtriegel ha deciso di seguire personalmente l’avvio del cambiamento insieme con Prefettura, vigili del fuoco e consulenti dei lavoratori insieme ai quali è stata ravvisata la necessità di prevedere una gestione in piena sicurezza del sito Unesco.

“Abbiamo avuto in autunno, estate e primavera – sottolinea ancora il direttore – giornate in cui il limite dei 20.000 ingressi è stato superato: ci siamo resi conto di dover garantire a tutti i visitatori una esperienza di qualità. Pompei non deve essere un sito per il turismo di massa. Abbiamo un territorio meraviglioso e ci impegneremo a canalizzare maggiormente i flussi, ma anche gli investimenti, la ricerca e la valorizzazione di questi luoghi. Questo non è una misura contro la crescita. Anzi, noi puntiamo sulla crescita”. Nessuna gara sui numeri, come avviene in particolare in occasione delle domeniche ad ingresso gratuito: “La nostra priorità è la sicurezza – conclude Zuchtriegel -. E in caso di emergenza, abbiamo pensato di assicurare uscite controllate ai visitatori. Attenzione, siamo orgogliosi dei dati che abbiamo raggiunto in questi anni: spesso eravamo al primo posto nelle giornate di ingressi gratuiti. Questa classifica è carina, ma logica ci impone di scegliere la conservazione del nostro patrimonio: non vorremmo mai che qualche classifica finisca per danneggiarlo”.

Continua a leggere

Corona Virus

Casi di Covid in calo, 8.660 in 7 giorni e cresce la variante Xec

Pubblicato

del

Calano i contagi da Covid-19 in Italia. Nella settimana dal 17 al 23 ottobre si registrano 8.660 nuovi casi rispetto ai 11.433 della rilevazione precedente mentre i decessi sono 116 a fronte di 117. Il maggior numero di nuovi casi è stato registrato in Lombardia (2.693), Veneto (1.206), Piemonte (998) e Lazio (928). Mentre continua la corsa della variante Xec. E’ quanto emerge dal bollettino aggiornato e dal monitoraggio settimanale a cura del ministero della Salute e dell’Istituto Superiore di Sanità. Nell’ultima settimana sono stati effettuati 89.792 tamponi, in calo rispetto ai 94.880 della precedente rilevazione, e scende anche il tasso di positività, da 12% a 9,6%.

L’indice di trasmissibilità (Rt) basato sui casi con ricovero ospedaliero, al 15 ottobre è pari a 0,84 rispetto a 1,06 del 9 ottobre. È in lieve diminuzione, in quasi tutte le regioni, l’incidenza settimanale: la più elevata è stata in Lombardia (27 casi per 100mila abitanti) e la più bassa in Sicilia (con 0,2 casi per 100mila abitanti). Al 23 ottobre, si legge, “l’occupazione dei posti letto in area medica è pari a 3,7%, stabile rispetto alla settimana precedente (3,8% al 16 ottobre). In lieve diminuzione l’occupazione dei posti letto in terapia intensiva, pari a 0,9% (76 ricoverati), rispetto alla settimana precedente (1,0% al 16 ottobre)”. In base ai dati di sequenziamento nell’ultimo mese si osserva la co-circolazione di differenti sotto-varianti di JN.1 attenzionate a livello internazionale, con una predominanza di KP.3.1.1. In crescita, inoltre, la proporzione di sequenziamenti attribuibili a Xec (17% nel mese di settembre contro il 5% del mese di agosto).

Continua a leggere

In rilievo

error: Contenuto Protetto