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Esteri

Corruzione in Perù, il presidente Martin Vizcarra contro il Pubblico ministero capo Pedro Chavarry

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Il presidente peruviano Martin Vizcarra non ha nascosto di essere andato su tutte le furie per la decisione presa dal titolare del l’Ufficio del ‘Ministerio Publico’ (Pubblica accusa), Pedro Chavarry, di esonerare due pm impegnati nella lotta alla corruzione in Perù, ed ha quindi fatto approvare dal consiglio dei ministri un progetto di legge che dichiara in “emergenza” l’organismo in questione. Lo stesso Vizcarra, riferisce l’agenzia di stampa Andina, ha reso noto che si recherà oggi all’inizio del pomeriggio in Congresso per presentare personalmente il progetto al fine di una sua rapida approvazione.

In una dichiarazione ai media il capo dello Stato ha esortato l’organo legislativo a discutere d’urgenza il provvedimento nell’ambito della agenda della legislatura straordinaria, “per non dover ricorrere altrimenti ad un voto di fiducia”. “Vogliamo sanzioni esemplari per quelli che hanno fatto del male al Paese”, ha sottolineato ricordando che “la lotta alla corruzione rappresenta la principale priorita’ della politica generale del governo”. Quando Vizcarra era appena giunto in Brasile per la cerimonia di insediamento del presidente Jair Bolsonaro, e a poche ore dal Nuovo Anno, a sorpresa il capo dell’Ufficio del Pubblico ministero, Chavarry, ha annunciato l’esonero dei pm Rafael Vela Barba e Jose’ Domingo Perez che stavano indagando su processi di corruzione in Peru’, fra cui quelli in cui era coinvolta l’impresa di costruzione brasiliana Odebrecht. Secondo il capo dello Stato con “questa sua azione Chavarry e’ riuscito soltanto a danneggiate profondamente gli interessi del Peru’, causando l’indignazione della cittadinanza, la stessa che io condivido”.

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L’Australia esorta i suoi cittadini a lasciare Israele

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Il governo australiano ha esortato i suoi cittadini in Israele a “andarsene, se è sicuro farlo”. “C’è una forte minaccia di rappresaglie militari e attacchi terroristici contro Israele e gli interessi israeliani in tutta la regione. La situazione della sicurezza potrebbe deteriorarsi rapidamente. Esortiamo gli australiani in Israele o nei Territori palestinesi occupati a partire, se è sicuro farlo”, secondo un post su X che pubblica gli avvisi del dipartimento degli affari esteri e del commercio del governo australiano.

Il dipartimento ha avvertito che “gli attacchi militari potrebbero comportare chiusure dello spazio aereo, cancellazioni e deviazioni di voli e altre interruzioni del viaggio”. In particolare è preoccupato che l’aeroporto internazionale Ben Gurion di Tel Aviv “possa sospendere le operazioni a causa di accresciute preoccupazioni per la sicurezza in qualsiasi momento e con breve preavviso”.

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Ian Bremmer: l’attacco di Israele è una sorta di de-escalation

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C’è chi legge una escalation e chi invece pensa che sia una de escalation questo attacco israeliano contro l’Iran. “È un allentamento dell’escalation. Dovevano fare qualcosa ma l’azione è limitata rispetto all’attacco su Damasco che ha fatto precipitare la crisi”. Lo scrive su X Ian Bremmer, analista fondatore di Eurasia Group, società di consulenza sui rischi geopolitici.

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Usa bloccano bozza su adesione piena Palestina all’Onu

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Gli Usa hanno bloccato con il veto la bozza di risoluzione del Consiglio di Sicurezza Onu che raccomandava l’adesione piena della Palestina alle Nazioni Unite. Il testo ha ottenuto 12 voti a favore (Algeria, Russia, Cina, Francia, Guyana, Sierra Leone, Mozambico, Slovenia, Malta, Ecuador, Sud Corea, Giappone), 2 astensioni (Gran Bretagna e Svizzera) e il no degli Stati Uniti.

La brevissima bozza presentata dall’Algeria “raccomanda all’Assemblea Generale che lo stato di Palestina sia ammesso come membro dell’Onu”. Per essere ammessa alle Nazioni Unite a pieno titolo la Palestina doveva ottenere una raccomandazione positiva del Consiglio di Sicurezza (con nove sì e nessun veto) quindi essere approvata dall’Assemblea Generale a maggioranza dei due terzi.

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