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Cronache

Corruzione, condannato Raffaele Marra a 3 anni e 6 mesi di reclusione. Era l’ex capo del personale del Comune di Roma

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Il Tribunale di Roma ha condannato a 3 anni sei mesi Raffaele Marra, ex capo del personale del Comune di Roma, nell’ambito del processo che lo vedeva accusato di corruzione. Lo ha deciso la II sezione penale. La procura di Roma aveva chiesto una condanna a 4 anni e mezzo per Raffaele Marra, ex braccio destro della sindaca Virginia Raggi, coinvolto nell’inchiesta che lo vede imputato per concorso in corruzione con il costruttore, Sergio Scarpellini. Secondo l’accusa, Scarpellini avrebbe dato nel 2013 quasi 370 mila euro a Marra, all’epoca direttore dell’ufficio delle Politiche abitative del Comune di Roma e capo del Dipartimento del patrimonio e della casa, per l’acquisto di un appartamento nella zona di Prati Fiscali. Nella sua requisitoria, durata circa due ore, il pm Barbara Zuin aveva chiesto anche la confisca dell’appartamento in questione. Lo scorso luglio la posizione di Scarpellini è stata stralciata a causa delle gravi condizioni di salute. L’imprenditore è poi deceduto. “Il cuore del processo sta nel capire se questa dazione sia stata un prestito tra amici o invece il ‘ prezzo’ per piegare la pubblica funzione di Marra agli interessi del costruttore Scarpellini, se fra i due ci sia stato un rapporto di amicizia o di corruzione» ha detto in aula la Zuin. Il Tribunale di Roma ha deciso che è corruzione. Ha mitigato la condanna, dai 4anni e mezzo a 3 anni e mezzo, ma ha deciso per la colpevolezza di Marra.

Raffaele Marra

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Cronache

Anziana morta nel Modenese, l’ipotesi è un’auto pirata

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Una donna di 81 anni è morta ieri sera a Concordia, in provincia di Modena e l’ipotesi è che sia stata investita da un’auto pirata. E’ successo intorno alle 18 in via per Novi, il corpo è stato trovato a poca distanza da casa. Sono intervenuti carabinieri e vigili del fuoco. Sembra che avesse feriti compatibili con un investimento e sono in corso indagini e ricerche per risalire al veicolo che l’avrebbe urtata, allontanandosi nel buio. Si guarderanno le telecamere della zone e si cercano testimoni.

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Cronache

Per sciare genitori lasciano per ore sola bimba di 6 anni

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Sulle piste di Monte Elmo, a Sesto Pusteria, una bambina di soli sei anni, di origine slovacca, è stata lasciata sola dai genitori per quasi due ore, mentre questi sciavano in autonomia. “Il caso non deve essere sottovalutato”, afferma il comandante della stazione Carabinieri di Sesto maresciallo maggiore Gandellino Bucci, ribadendo l’importanza della supervisione dei minori da parte degli adulti, al fine di evitare conseguenze spiacevoli. I genitori della bambina sono stati segnalati dai carabinieri all’autorità giudiziaria.

Secondo quanto accertato dai Carabinieri, la bambina è stata notata nei pressi di un rifugio, completamente sola. I genitori, in vacanza nella nota località sciistica, avrebbero deciso di abbandonarla temporaneamente in un’area pubblica, ritenendo che fosse sicuro lasciarla sola per il tempo necessario a percorrere svariate discese sulle piste lungo tutto il comprensorio sciistico. Quando sono tornati a prenderla, quasi due ore dopo, hanno trovato ad aspettarli i militari, impiegati nei quotidiani servizi di vigilanza sulle piste. L’episodio verificatosi sul Monte Elmo non è, purtroppo, un caso isolato, affermano i Carabinieri. Sono sempre più frequenti le segnalazioni di bambini lasciati soli in luoghi pubblici da genitori che sottovalutano i pericoli o scelgono di anteporre il proprio svago alla sicurezza dei figli. “Questo fenomeno, che riflette un allarmante deficit di responsabilità genitoriale, può avere conseguenze gravissime, sia in termini di rischi immediati per i minori sia per il loro sviluppo emotivo”, afferma il maggiore Simone Carlini, comandante della compagnia Carabinieri di San Candido.

(foto di archivio a scopo illustrativo, non ha alcuna attinenza con quanto scritto in articolo)

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Cronache

‘Guerriglia urbana’ a Napoli per il cippo di Sant’Antonio, la denuncia di Borrelli

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A Napoli stanotte è stata “guerriglia urbana”. Lo denuncia il parlamentare Francesco Emilio Borrelli che ha assistito in diretta e documentato momenti di “follia” per la notte di Sant’Antonio Abate, ricorrenza in occasione della quale si accendono falò per la ‘tradizione’ del cippo. Ci sono stati, riferisce, roghi in più punti della città, lanci di sassi, bottiglie di vetro, bombe carta. E ancora, sassaiole contro i vigili del fuoco e forze dell’ordine con gazzelle dei carabinieri danneggiate. Per Borrelli, altro che decreti sicurezza, ci vorrebbero in città “i carri armati”.

“Si sono registrati – racconta – diversi roghi ed incidenti in tanti punti della città. Quarteri Spagnoli, Forcella, Sanità, Salvator Rosa, Mergellina, Corso Garibaldi. Nel Rione Sanità, a Piazza San Gaetano, oltre 100 ragazzi hanno appiccato il fuoco ad un cippo alto almeno 4 metri. Le bande hanno voluto mettere in chiaro il loro potere sfidando le Istituzioni a colpi di sassi e lanci di bottiglie di vetro e bombe carta. Infatti diverse sassaiole contro i Vigili del Fuoco e le forze dell’ordine sono avvenute proprio alla Sanità, a Chaia alla Torretta, a via Salvator Rosa. Alcune gazzelle dei carabinieri sono rimaste danneggiate e con i vetri frantumati”. “E’ stata una sconfitta delle Istituzioni”- dichiara il deputato di alleanza Verdi-Sinistra. che nel corso della nottata, su segnalazione dei cittadini, ha denunciato pubblicamente quel che stava accadendo e si è recato sui luoghi delle devastazioni e guerriglie urbane”.

“E’ la morte dello Stato che consegna le chiavi della città ai delinquenti. Le forze dell’ordine, che comunque ringraziamo, hanno fatto quel che hanno potuto ma la verità è che sono in sotto numero mentre c’è sovrabbondanza di teppisti e giovani criminali e fermarli tutti attualmente è impossibile. Dall’altra parte c’è evidentemente un certo timore nell’affrontare queste bande trattandosi soprattutto di minorenni. Quindi la situazione è questa: servono nuovi agenti sul territorio e un cambio di paradigma, se non si è determinati molto presto non sarà più possibile porvi rimedio. La questione poi non deve limitarsi alla notte del cippo ma occorre fare un lungo e profondo lavoro per smantellare la cultura criminale che porta troppi giovani a seguire la strada dell’illegalità. Lo Stato mostri la sua presenza investendo anche sulla prevenzione parola che sembra essere scomparsa dal vocabolario del governo.”, conclude Borrelli.

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