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Coronavirus, il timore del contagio non deve indurre i cardiopatici a non ricoverarsi

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Michele D’Alto è un cardiologo del Dipartimento di Cardiologia dell’Ospedale Monaldi di Napoli. Ha fondato e dirige il “Centro per la diagnosi e cura dell’Ipertensione Polmonare” del Monaldi, un’eccellenza internazionale. È professore alla Scuola di specializzazione in Cardiologia dell’Università “Luigi Vanvitelli” di Napoli.

Professore che nesso c’è tra il Coronavirus e il cuore?

Coronavirus e patologie cardiache rappresentano un’associazione esplosiva. Secondo i dati italiani dell’Istituto Superiore di Sanità oltre i 2/3 dei pazienti deceduti a causa dell’infezione da nuovo coronavirus, o COVID-19, soffre di ipertensione arteriosa o di cardiopatia ischemica. Ormai abbiamo imparato che l’infezione colpisce più duramente i pazienti affetti da patologie cardiovascolari croniche. Inoltre, l’infezione da Coronavirus può determinare aritmie, miocarditi o far precipitare una condizione di ischemia cardiaca cronica.

Che cosa succede nel mondo dei pazienti cardiopatici? Il virus ha sconvolto la loro vita?

La paura del Coronavirus ha invaso le nostre vite, le nostre giornate. E i pazienti cardiopatici, non possono che averne risentito. Abbiamo raccomandato a tutti di rimanere a casa, di non affollare inutilmente i pronto soccorso. E i pazienti cardiopatici, che per definizione sono più “fragili”, per fortuna hanno seguito alla lettera i nostri consigli. Bene. Non bisogna sottovalutare, però, i classici sintomi di un infarto miocardico, che occorrono anche in soggetti fino a quel momento considerati sani: un esteso dolore toracico (talora irradiato al braccio sinistro, al dorso, al collo), a volte accompagnato da affanno.

Cosa intende?

Intendo dire che abbiamo ormai un’eccellente rete che consente ai pazienti con infarto miocardico di accedere con rapidità agli ospedali attrezzati per erogare le terapie più avanzate. Ma un recente studio della Società Italiana di Cardiologia che ha coinvolto 50 Unità Coronariche su tutto il territorio nazionale ha rilevato una riduzione dei ricoveri di oltre il 50% nella settimana centrale di marzo! E la sensazione generale è che nelle settimane successive ci sia stato un ulteriore calo dei ricoveri per infarto, scompenso, aritmie.

Che spiegazione possiamo dare a questo fenomeno? Ma i cardiopatici saranno mica guariti grazie al Coronavirus?

Magari!  Innanzitutto il fenomeno è stato notato in tutta Europa e negli Stati Uniti. La causa principale è la paura di contagiarsi, di contrarre il COVID-19 in ospedale. Questo timore frena i familiari ed i pazienti stessi ad accedere al pronto soccorso e quindi in unità coronarica. Ma il fattore tempo è fondamentale in caso di infarto miocardico: ogni minuto conta! L’accesso tardivo in unità coronarica può avere un impatto fortemente negativo sul paziente e un ritardo di alcune ore fa aumentare vertiginosamente la mortalità per infarto. C’è poi un’ulteriore possibile spiegazione: che il numero di infarti sia realmente ridotto perché stando a casa si evita l’esposizione a condizioni fisicamente o psicologicamente stressanti. Ma francamente ritengo che questo aspetto abbia un impatto veramente scarso.

Relativamente ai farmaci, cosa suggerisce ai pazienti cardiopatici? A volte prendono quotidianamente un bel numero di pillole…

Questo è un altro aspetto che mi fa piacere chiarire. Le notizie false o i casi aneddotici riportati anche da riviste scientifiche hanno ingenerato confusione e timore.

Il messaggio forte che mi sento di dare è che i pazienti cardiopatici non devono assolutamente smettere di assumere i farmaci prescritti, che sono farmaci salvavita. Direi che non prenderli aggrava la situazione cardiologica rendendo i pazienti ancora più fragili in caso di contagio. Come suggerito dalle maggiori società scientifiche (la Società Europea di Cardiologia, la Società Italiana di Cardiologia) non c’è alcun motivo persospendere farmaci come gli ACE-inibitori o i cosiddetti “sartani”. Quindi la terapia va assunta.

Qual è il messaggio finale che si sente di dare dare ai pazienti cardiopatici e ai pazienti affetti da COVID-19 che abbiano bisogno di cure cardiologiche?

Voglio dare un messaggio di speranza, perché bisogna essere positivi. La pandemia passerà, forse per avere una normalizzazione completa ci vorranno ancora dei mesi, ma passerà.

Noi siamo qui a fare il nostro lavoro con passione, insieme ai nostri infermieri, agli operatori sanitari. A voi chiedo di non abbassare il livello di guardia e di non avere eccessivi timori. Di assumere i farmaci con regolarità. E poi nel 2020, anche in epoca di pandemia, è inaccettabile che una persona con un infarto miocardico acuto rimanga a casa per 3-4 giorni. Non fatelo! Attivate i canali di soccorso, il 118. Non abbiate timore. Noi siamo qui, per voi. Come sempre.

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Esteri

Veto russo a bozza Usa contro armi nucleari nello spazio

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La Russia ha bloccato con il veto la risoluzione elaborata da Usa e Giappone sulla prevenzione delle armi nucleari nello spazio. La bozza intendeva “rafforzare e sostenere il regime globale di non proliferazione, anche nello spazio extra-atmosferico, e riaffermare l’obiettivo condiviso del suo mantenimento per scopi pacifici”. Il testo ha ottenuto 13 voti a favore, il veto della Russia e l’astensione della Cina.

Oltre a ribadire gli obblighi ai 115 Stati parte del Trattato sullo spazio extra-atmosferico – compresi tutti i membri permanenti del Consiglio di Sicurezza – “di non posizionare in orbita attorno alla Terra alcun oggetto che trasporti armi nucleari o altre armi di distruzione di massa”. Mosca e Pechino volevano un emendamento che riecheggiava una proposta del 2008 delle due potenze, e aggiungeva un paragrafo che vietava “qualsiasi arma nello spazio”, ma e’ stato bocciato avendo ottenuto solo 7 voti a favore.

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Esteri

Blinken: Usa-Cina gestiscano relazioni responsabilmente

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Il segretario di Stato americano Antony Blinken ha invitato gli Stati Uniti e la Cina a gestire le loro differenze “responsabilmente”, iniziando oggi la sua visita nel Paese asiatico. “Abbiamo l’obbligo nei confronti del nostro popolo, e anzi nei confronti del mondo, di gestire le relazioni tra i nostri due paesi in modo responsabile”, ha detto Blinken a Shanghai incontrando il leader del Partito comunista locale.

Il segretario di Stato americano ha affermato che il presidente Joe Biden è impegnato nel dialogo “diretto e duraturo” tra le due maggiori economie del mondo, dopo anni di crescente tensione. “Penso che sia importante sottolineare il valore e anzi la necessità dell’impegno diretto, del parlarsi l’un l’altro; mettere in evidenza le nostre differenze, che sono reali, cercando di superarle”, ha detto Blinken. Il segretario del Partito comunista cinese per Shanghai, Chen Jining, ha dato il benvenuto a Blinken e ha parlato dell’importanza delle imprese americane per la città. “Sia che scegliamo la cooperazione o il confronto, influisce sul benessere di entrambi i popoli, di entrambi i paesi e sul futuro dell’umanità”, ha detto Chen.

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Cronache

Processo Cospito, sentenza definitiva: 23 anni di carcere

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La Corte di Cassazione ha emesso una decisione definitiva riguardo ai ricorsi presentati dalle difese di Alfredo Cospito e Anna Beniamino, confermando le pesanti condanne per i loro presunti ruoli nell’attentato alla ex caserma allievi carabinieri di Fossano nel 2006. I due sono stati giudicati colpevoli di “devastazione, saccheggio e strage”, oltre ad altri reati connessi all’attività di un’associazione sovversiva.

Alfredo Cospito dovrà scontare una pena di 23 anni di reclusione, mentre Anna Beniamino è stata condannata a 17 anni e 9 mesi di reclusione. Con questa decisione della Cassazione, le condanne diventano irrevocabili, mettendo definitivamente fine a un lungo processo legale che ha coinvolto i due anarchici.

 

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