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Cronache

Coppia scomparsa a Piacenza, si indaga per sequestro di persona

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La procura della Repubblica di Piacenza sta indagando per sequestro di persona, al momento contro ignoti. E’ questa la novità della terza giornata di ricerche e indagini sulla coppia scomparsa misteriosamente nel nulla da domenica scorsa nella zona di Carpaneto, tra la pianura e le prime colline del Piacentino. Di Massimo Sebastiani, tornitore di 45 anni, ed Elisa Pomarelli, impiegata di 28, si e’ persa ogni traccia. L’ultima volta sono stati visti tranquilli insieme a pranzo, domenica pomeriggio, in una trattoria della zona. Nel pomeriggio il sostituto procuratore Ornella Chicca ha effettuato un sopralluogo nella zona delle ricerche. Insieme al magistrato, i carabinieri del Nucleo investigativo di Piacenza e quelli della Compagnia di Fiorenzuola che stanno investigando freneticamente in queste ore. Si scava sempre di piu’ anche nella vita privata della coppia, per capire che tipo di legame avessero. Alcuni conoscenti sospettano che l’operaio si fosse invaghito di Elisa dopo averla conosciuta per il suo lavoro di assicuratrice nell’ufficio del padre, ma sembra che lei, invece, lo considerasse solo come un amico. A testimoniare la loro amicizia, nonostante una certa differenza di eta’, ci sono alcuni scatti insieme, sorridenti, che i carabinieri hanno trovato nelle perquisizioni di queste ore nell’abitazione dell’uomo che e’ stata posta sotto sequestro insieme all’auto che ha lasciato posteggiata nel cortile di casa. Al momento non vi sono persone indagate, ma solo un fascicolo contro ignoti, anche se una delle chiavi di lettura della storia potrebbe risiedere in testimonianze secondo cui il 45enne e’ stato notato a piedi, con gli indumenti bagnati, mentre domenica pomeriggio camminava da solo sul ciglio della strada provinciale che conduce a Sariano, una piccola frazione del comune di Gropparello, tra la val d’Arda e la val Chero. E nel pool di soccorritori in campo in queste ore per le ricerche, decine di uomini con non pochi volontari, ci sono anche i nuclei dei sommozzatori dei vigili del fuoco che, anche oggi, hanno scandagliato alcuni piccoli laghi di campagna nella zona, oltre che il greto dei torrenti. Per domani pomeriggio e’ previsto un secondo summit in Prefettura a Piacenza per il coordinamento delle operazioni che vedono impegnati anche un elicottero e un drone dei vigili del fuoco dotato di termocamere. A terra invece le unita’ cinofile della Protezione civile e dei carabinieri (i cani molecolari hanno fiutato molte tracce) il soccorso alpino e gli agenti della polizia locale proseguiranno sicuramente fino a domenica a cercare anche in mezzo ai boschi e tra i capanni abbandonati, in quell’ambiente impervio e ostile che invece, secondo chi conosceva ben Sebastiani, il 45enne frequentava spesso per raccogliere legna o per trascorrere il tempo libero. “Un uomo capace di adattarsi anche a situazioni estreme sia di caldo, sia di freddo e in luoghi impervi e inospitali”, dice chi lo conosce, sottolineando come non fosse infrequente incontrarlo in maglietta e pantaloncini in pieno inverno in mezzo ai boschi. “Siamo molto preoccupati per Elisa, ma speriamo con tutto il cuore di riabbracciarla al piu’ presto”, dicono gli zii della ragazza, Stefania Dal Capo e Renzo Bonandin, presenti insieme a tanti altri amici e parenti al campo base allestito davanti alla chiesa del paese.

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Cronache

Pubblico impiego, il 76% dei dipendenti ha più di 40 anni: le donne sono il 61%, ma guadagnano meno degli uomini

Secondo l’Osservatorio Inps, oltre il 76% dei lavoratori pubblici ha più di 40 anni. Le donne sono il 61%, ma il divario retributivo resta alto: 41.117 euro per gli uomini contro 31.679 per le donne.

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Il pubblico impiego italiano invecchia e resta segnato dal divario retributivo di genere. Secondo i dati diffusi dall’Osservatorio Inps sui lavoratori pubblici, il 76,6% dei dipendenti ha un’età pari o superiore ai 40 anni, mentre solo una minoranza è sotto questa soglia.


Più donne negli uffici pubblici, ma meno giovani

Le donne rappresentano il 61% del totale dei lavoratori del settore pubblico, superando nettamente gli uomini in quasi tutte le fasce d’età.
Le eccezioni si trovano tra i giovanissimi: nella fascia fino a 19 anni i maschi sono il 67% e le femmine il 33%, mentre tra i 20 e i 24 anni la quota maschile scende al 58% e quella femminile sale al 42%.


Retribuzioni medie e divario di genere

Nel 2024 la retribuzione media annua nel pubblico impiego è stata pari a 35.350 euro, ma con forti differenze legate all’età e al genere.
Gli stipendi aumentano progressivamente fino ai 50 anni, quando tendono a stabilizzarsi.
Il divario retributivo di genere resta marcato: gli uomini percepiscono in media 41.117 euro l’anno, contro i 31.679 euro delle donne.


Un settore anziano e con forti disparità

Il quadro delineato dall’Inps conferma un settore pubblico caratterizzato da un’età media elevata, una scarsa presenza di giovani e una persistente disuguaglianza salariale.
Dati che rilanciano la necessità di favorire il ricambio generazionale nella pubblica amministrazione e di intervenire sul gender pay gap, ancora lontano dall’essere colmato.

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Cronache

Truffa da 9 milioni di euro sui bonus edilizi: cantieri fermi e falsi lavori tra Imola e Castel San Pietro

Scoperta dalla Guardia di Finanza di Bologna una truffa milionaria legata al Superbonus 110%: falsi lavori in 9 condomini tra Imola e Castel San Pietro per creare crediti fiscali inesistenti. Sequestrati 9 milioni di euro e 46 appartamenti.

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Una truffa milionaria legata ai bonus edilizi è stata scoperta dalla Guardia di Finanza di Bologna. I cantieri, tra Imola e Castel San Pietro, erano fermi o operativi solo in parte, ma nel frattempo una società e alcuni professionisti producevano falsi crediti fiscali per oltre 9 milioni di euro.


L’indagine della Guardia di Finanza di Bologna

L’inchiesta, coordinata dal pm Augusto Borghini e poi da Manuela Cavallo, è nata da controlli contro il lavoro nero condotti dalla compagnia di Imola. Le verifiche hanno rivelato che una società con sede legale in Lombardia, incaricata di lavori di messa in sicurezza sismica e riqualificazione energetica agevolati dal Superbonus 110%, aveva solo simulato gli interventi in 9 condomini (8 a Imola e uno a Castel San Pietro), per un valore complessivo di 21 milioni di euro.

Grazie alla complicità di alcuni professionisti, la società aveva dichiarato di aver completato i lavori, ottenendo così crediti d’imposta fittizi poi ceduti a terzi per monetizzarli.


Sequestri e denunce

Le Fiamme Gialle hanno disposto il sequestro preventivo di 9 milioni di euro, tra crediti fiscali non ancora compensati, quote sociali, conti correnti e 46 appartamenti distribuiti tra Emilia-Romagna, Lombardia, Piemonte e Campania.

Sono sei le persone denunciate per truffa aggravata ai danni dello Stato e, per due di loro, anche per false asseverazioni tecniche. Tra gli indagati figurano due responsabili della società appaltatrice, due geometri e altri tecnici coinvolti nell’operazione fraudolenta.


Lavori mai eseguiti e firme false

Le ispezioni, effettuate con l’aiuto dell’ufficio tecnico del Nuovo Circondario Imolese, hanno confermato che molti lavori non erano mai stati realizzati o erano stati eseguiti dopo l’autorizzazione, così da mantenere l’aliquota del 110% ed evitare le riduzioni previste dalle norme successive.

Le indagini hanno anche fatto emergere firme false sui documenti ufficiali e un complesso sistema finanziario costruito per generare e vendere i crediti fittizi.


Le vittime: 180 persone truffate

Nei nove condomini coinvolti vivono circa 180 persone, vittime inconsapevoli di un meccanismo fraudolento che ha sfruttato i benefici del Superbonus a fini illeciti.
L’inchiesta della Guardia di Finanza continua per individuare eventuali altri soggetti coinvolti nella rete di false fatturazioni e crediti fantasma.

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Operazione anticamorra a Castellammare: arrestato Pasquale D’Alessandro, nuovo capo del clan

Maxi operazione anticamorra della DDA di Napoli a Castellammare di Stabia: tra gli undici arrestati anche Pasquale D’Alessandro, nuovo capo dell’omonimo clan. Sequestri e perquisizioni anche legate a ditte e alla Juve Stabia.

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È finito in manette Pasquale D’Alessandro, 54 anni, considerato dagli inquirenti il nuovo reggente del clan D’Alessandro di Castellammare di Stabia. L’uomo, tornato in libertà nel 2023 con i fratelli ancora detenuti, avrebbe assunto la guida dell’organizzazione criminale fino all’intervento della Polizia di Stato e della Direzione Distrettuale Antimafia di Napoli, che questa mattina hanno eseguito undici misure cautelari (dieci in carcere e una ai domiciliari).


L’operazione della DDA e della Polizia di Stato

Il blitz è stato coordinato dalla DDA di Napoli, con il pubblico ministero Giuseppe Cimmarotta, e condotto dagli agenti della Squadra Mobile, della Sisco e del commissariato di Castellammare di Stabia.
Tra gli arrestati figura anche Paolo Carolei, considerato un elemento di spicco del clan. Nel corso dell’operazione sono state eseguite numerose perquisizioni, tra cui una a carico del fratello di un consigliere comunale stabiese.


Estorsioni, droga e ditte di copertura

I reati contestati, a vario titolo, sono associazione di tipo mafioso, estorsione, tentata estorsione e detenzione di droga a fini di spaccio, tutti aggravati dall’intento di agevolare il clan D’Alessandro.
Le indagini hanno documentato diversi episodi estorsivi ai danni di imprenditori edili della zona.
Il denaro estorto confluiva in una cassa comune destinata anche al sostegno dei detenuti e delle loro famiglie.


Legami con ditte e la Juve Stabia

Dalle indagini è emersa la riconducibilità al clan di alcune ditte di pulizie titolari di appalti all’ospedale San Leonardo di Castellammare e di interessi nella società calcistica Juve Stabia.
L’operazione segna un nuovo colpo alle ramificazioni economiche e imprenditoriali del clan D’Alessandro, storicamente egemone nel territorio stabiese.

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